EROI DIMENTICATI: SERGIO DENTI

Nasce a Prato, allora provincia di Firenze, il 3 giugno 1924. Dopo la scuola elementare, giovanissimo, entra come allievo nello studio del noto pittore Ottone Rosai. Il suo destino sembra poter essere la pittura, ma il 10 giugno 1940 l’Italia entra in guerra.                                                 

 Sergio Denti ha sedici anni compiuti da sette giorni. La pittura è bella, ma i tempi richiedono un altro tipo di impegno. Il giovane ama fervidamente la sua Patria e ritiene di dover, anche lui, dare un contributo per la vittoria delle armi italiane.                                                                                  

 Il mare ha sempre avuto, per il giovane Sergio, un fascino irresistibile. E inevitabile, perciò, che il suo contributo di combattente scelga di darlo arruolandosi in marina. Ma per la sua giovane età servirebbe il consenso del padre che è restio a concederlo. Non sarà questo a fermarlo. Falsifica la firma del padre, si presenta a La Spezia dove viene arruolato e inviato presso la scuola CREM di San Bartolomeo quale allievo torpediniere. La Domenica del Corriere gli dedicherà una foto quale più giovane marinaio d’Italia. In meno di un anno conclude brillantemente il periodo di addestramento e, il 30 aprile 1941, viene destinato al Comando Marina di Trapani e imbarcato sulla torpediniera “Orsa”. Finalmente è in grado di dare il suo contributo di combattente. Non ha ancora diciassette anni. Il primo ottobre è nominato Comune di 1^ Classe e in data 16 dicembre 1941 riceverà il suo primo encomio solenne con questa motivazione: “” Destinato su una bettolina allo scarico di materiale bellico,  in una zona attaccata da aerei nemici, rimaneva al suo posto contribuendo efficacemente ad allontanare e mettere al sicuro il materiale esplodente.””              

Nei due anni successivi Sergio Denti, sempre sulla torpediniera “Orsa” parteciperà ad oltre quaranta missioni. Le nostre truppe in Africa Settentrionale hanno continuo bisogno di rifornimenti e i convogli necessitano di essere scortati per proteggerli dagli attacchi nemici. Anche la torpediniera “Orsa” sarà continuamente impiegata in queste missioni e, nel corso di queste varie missioni, riuscirà ad affondare quattro sommergibili nemici. Il contributo del torpediniere Denti sarà sempre determinante ed egli riceverà un secondo encomio solenne con la seguente motivazione: “”Imbarcato su torpediniera, durante un’azione di caccia contro un sommergibile nemico, cooperava con serenità e tenacia a determinarne l’affondamento. Mediterraneo Centrale 22 maggio 1942.””. Infine, con determinazione del 12 giugno 1942,  gli verrà conferita la Croce al Valor Militare con la seguente motivazione: “” Destinato alle armi a.s. su Torpediniera, durante una prolungata caccia contro un sommergibile nemico, assolveva il suo compito con serenità e coraggio, contribuendo con la sua opera all’affondamento dell’unità subacqua avversaria. Mare Jonio 5 aprile 1942.””                                                                                                                                              

 Nel maggio 1943, affascinato dalle leggendarie imprese della X^ Flottiglia Mas, sentendosi pronto per più ardimentose imprese, fece domanda per entrare a far parte di questo reparto.                     

Ma il 24 agosto 1943, giorno dell’assassinio di Ettore Muti, Denti rimane ferito nel corso di un’azione di guerra. Naturalmente viene sbarcato e ricoverato all’ospedale di Tolone. Sarà, poi, durante la convalescenza a Firenze, che lo coglierà la notizia della capitolazione dell’8 settembre. Sono i giorni dello sfacelo delle forze armate. Quasi tutti, abbandonate le armi, cercano di tornare a casa. Ma Sergio Denti, appena diciannovenne ma ormai veterano, rifiuta il prolungamento della licenza di convalescenza e cerca di ritrovare la sua “Orsa”. Così giunge a La Spezia, dove trova, sotto il tricolore che sventola al Muggiano, Junio Valerio Borghese con la sua Decima che non ha deposto le armi.  Sergio Denti non ha esitazioni: Si presenta presso la Caserma San Bartolomeo e, finalmente, riesce ad arruolarsi nella mitica X^ Flottiglia Mas. Viene presentato al comandante Borghese e, su sua domanda, viene assegnato a quei reparti di élite che sono i Mezzi d’Assalto.     La Scuola dei mezzi d’assalto di superficie “Gruppo Todaro”, comandata dal Tenente di Vascello Domenico Mataluno, da La Spezia si trasferisce a Sesto Calende sul Lago Maggiore e qui, nel dicembre 1943 inizia l’attività addestrativa teorico-pratica sui M.T.M. (Motoscafo Turismo Modificato), M.T.S.M. (Motoscafo Turismo Silurante Modificato), M.T.S.M.A. (Motoscafo Turismo Silurante Modificato Allargato). E il 1° Gennaio 1944 XXII° il Sotto Capo Sergio Denti riceve il “Brevetto di pilota dei mezzi d’assalto di superficie” firmato dal Comandante Borghese e dal Sottosegretario di Stato Contrammiraglio Sparzani.                                                                    

  Il 22 gennaio 1944, come è noto, avvenne lo sbarco degli “alleati” ad Anzio/Nettuno per cui divenne urgente attivare al massimo le nostre forze offensive in quella zona del Mar Tirreno. Così le forze d’assalto della marina repubblicana trasferiscono subito, con una autocolonna, uomini e materiali da Sesto Calende a Fiumicino, dove viene allestita la base “X”. E già il 20 febbraio viene effettuata la prima missione che attacca e fa colare a picco una nave pattuglia alleata. E comincia l’impari lotta fra la potente flotta alleata e i minuscoli barchini d’assalto della Decima. Le missioni sono rese difficili dalla potenza di reazione del nemico, dalle non rare avarie dei mezzi e anche dalle cattive condizioni del mare, ma l’attività continua ottenendo anche lusinghieri successi. Intanto a Fiumicino la base “X”, ora comandata dal Ten.Vasc. Gustavo Fracassini, si arricchisce di uomini e mezzi giunti con una seconda autocolonna. Per i nostri assaltatori il livello di pericolo è alto. Spesso i barchini vengono intercettati e attaccati duramente. Nel mese di marzo anche l’M.T.S.M di Capo Boccato e Sergio Denti venne mitragliato da aerei nemici, per fortuna senza danni ai due combattenti. Ma si arrivò a Giugno e alla caduta di Roma. Inevitabilmente la base “X” dové essere spostata in Toscana, nella tenuta di San Rossore. Le missioni continuarono. Il 14 giugno 1944 tre mezzi del tipo S.M.A. uscirono in missione. Su uno dei tre c’era anche Sergio Denti. Purtroppo una formazione aerea inglese li attaccò e affondò tutti e tre i mezzi. Dei sei piloti due furono colpiti e scomparvero fra i flutti. Denti, che si era gettato in mare, vide il suo copilota Luigi Taccia riverso sul barchino in fiamme e tornò indietro malgrado il mitragliamento fosse ancora in corso e risalì sul barchino cercando di portargli soccorso, ma lo trovò ormai spirato. Allora si rituffò e nuotò per tutta la notte e per tutto il giorno successivo per molte miglia. Solo verso sera, ormai vicino alla spiaggia, fu raccolto da soldati tedeschi. La sua condotta in combattimento gli valse l’abbraccio commosso del Comandante Borghese e la medaglia di bronzo con la seguente motivazione: “”Secondo pilota di un mezzo d’assalto, durante un trasferimento in cui l’intera squadriglia veniva distrutta da una formazione aerea nemica, dava prova di grande serenità e sprezzo del pericolo. Essendo stato colpito il suo mezzo da una diecina di colpi di mitraglia che avevano provocato un incendio nel deposito di benzina, si gettava in acqua. Perdurando ancora l’attacco aereo ed il mitragliamento, non scorgendo più il suo primo pilota, risaliva sul mezzo in fiamme per portargli soccorso. Esempio luminoso di sprezzo del pericolo, cameratismo e senso del dovere. Acque del Tirreno 14 giugno 1944 – XXII””                                

 E così, di mese in mese, i barchini della Decima, con missioni quasi quotidiane, costituirono una seria minaccia e grande apprensione per il nemico, che subì apprezzabili perdite. Purtroppo anche i nostri fragili mezzi che così coraggiosamente si esponevano, subirono dolorose perdite in uomini e mezzi. Ma non si fermarono. E dimostrarono al mondo intero che la Repubblica Sociale Italiana era al suo posto di combattimento e riscattava, così, l’onore dei combattenti italiani. Avvicinandosi il pericolo di uno sbarco in Provenza, verso la fine di agosto un reparto dotato di una ventina di mezzi si dislocò prima a Villafranca, porticciolo a est di Nizza e, poi, a San Remo. E le azioni continuarono indefessamente. Fino alla fine. E’ la notte fra il 16 e il 17 aprile 1945. Siamo ormai agli ultimi giorni di guerra. La linea gotica sta cedendo. Il 10 è caduta Massa, l’11 Carrara e i Nisei tentano di scendere in Lunigiana per tagliare la ritirata alle truppe che iniziano a ritirarsi dalla Garfagnana, ma i barchini della Decima sono ancora in missione: l’ultima. Occorre qui lasciare la parola al comandante Nesi che mirabilmente descrive l’azione: “” La  torpediniera francese Trombe era in pattuglia la notte fra il 16 e il 17 aprile a 14 miglia a sud di Oneglia, quando Zironi e Malatesti la avvistarono. Quella notte erano usciti unitamente all’M.T.M. del S.C. Sergio Denti. Mentre lo S.M.A. 312 aggirava la torpediniera da sud per cercare di attrarre la sua attenzione, Denti lanciò il suo M.T.M carico di esplosivo da 500 metri di distanza in piena velocità.  A 100 metri si lanciò in mare e balzò sul salvagente. L’M.T.M. si schiantò contro la fiancata destra verso prua. L’esplosione capovolse il salvagente di Denti che venne sbalzato in mare. Non vedendo più il battellino di salvataggio, Denti si mise a nuotare, osservando la nave colpita. Fu ritrovato al mattino da una unità francese e catturato. Trasportato a Nizza, riuscì a fuggire ed a rientrare in Italia poco prima della fine del conflitto. “” E il protagonista di questo audacissimo attacco non aveva ancora ventun’anni.  Il Trombe, gravemente danneggiato, non essendo più in grado di muoversi verrà rimorchiato a Tolone. Il Comandante della Base Ovest Ten.Vasc. Gustavo Fracassini propose di conferire al Pilota Sergio Denti la Medaglia d’Oro al Valor Militare sul campo. Purtroppo Fracassini moriva nove giorni dopo per una vile imboscata dei partigiani. Ed eravamo agli ultimi giorni di guerra.

La guerra è ormai finita e Sergio Denti è prigioniero a Taranto. Ma la sua competenza,  la sua determinazione e bravura di combattente non sono passate inosservate anche in campo nemico. Così James Angleton, dei servizi segreti americani, che sta reclutando ex combattenti per una possibile guerra contro i comunisti che vogliono insorgere e prendere il potere in Italia, lo fa liberare e lo arruola. Denti ne ricaverà anche una retribuzione con la quale aiuterà reduci della R.S.I. in gravi situazioni di indigenza. Fra questi il noto Raimondo Vianello. Poi il pericolo comunista svanirà e Denti tornerà alla vita civile perché la Marina lo caccerà “per aver prestato servizio continuativo  a carattere operativo nella Marina della RSI (X^ MAS)”. Ritornato, quindi, definitivamente alla vita civile, Denti ritornerà alla passione giovanile per l’arte e diventerà un importante gallerista e mercante d’arte. Senza mai dimenticare i camerati e l’epopea della X^ Flottiglia Mas.

 Sabato 10 febbraio si sono svolti a Pontassieve i funerali dell’eroe, morto due giorni prima alla bella età di 93 anni. Non dimentichiamolo.

 

 
                                                                                      

                                                        

                                                  

                                       

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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