UN
NUOVO MEZZO DI COMUNICAZIONE:IL FUMETTO
Il fumetto, da molti considerato un surrogato dell'arte, è invece
un'arte
stessa, al pari di un quadro, una poesia, un romanzo o una
qualsiasi
composizione artistica che serve ad esprimere una condizione,
interna o
esterna, dell'artista. In un primo tempo veniva considerato un
ibrido tra
scrittura ed immagine, qualcosa a metà strada tra cinema,
letteratura e
disegno, poi si è diffuso il nome di quest'arte: la Sequential
Art.
Questa è diventata nell'ultimo secolo una forma di comunicazione
assolutamente originale che usa l'icona per rappresentare la
realtà, ma
anche per interpretarla.
In parte riprende la tendenza romantica al simbolismo
(sviluppatasi in
Germania ed Inghilterra), corrente letteraria che si accosta molto
alla
pittura postimpressionista
I contesti in cui si svolgono le storie dei fumetti, anche le più
gotiche o
fantastiche, sono contesti riconducibili alla vita quotidiana.
Nel fumetto, la vita fa da sfondo, e lo sfondo della vita è una
visione
personale dell'autore del contesto contemporaneo.
I personaggi che vivono quelle vicende, siano essi umani o
alieni, siano
collocati nel futuro o nel passato, non sono altro che stereotipi
che
incarnano determinati valori, processi iconografici
interpretabili da tutti.
Ogni personaggio ha un proprio ruolo nella storia, e rispetta
quel ruolo. Ha
propri valori e principi che ad intuito gli si possono
attribuire, infatti
c'è l'eroe, che combatte per la giustizia, c'è il cattivo che
cerca un
profitto personale, c'è l'amico pavido che per amicizia rischia
persino la
vita.
Questa schematizzazione è fatta per una maggiore comprensione
della storia.
Infatti, anche nei fumetti con visione introspettiva dei
personaggi, vedendo
la loro continua maturazione nel rapportarsi nella società, c'è
comunque una
semplificazione dei sentimenti per renderli più espliciti, ma
contemporaneamente con l'immagine si può comunicare una realtà
interna che
va ben oltre queste riduzioni. In pratica è l'utilizzare
un'allegoria per
esprimere un qualcosa che si può raggiungere solo intuitivamente,
perchè non
si può esprimere a parole.
Con questa visione, dunque, il fumetto vuole trasmettere una
coscienza
esistenziale per potersi rapportare al mondo, e quindi alla vita.
Le maschere: persone e personaggi
Nei fumetti sono rappresentate continuamente realtà di persone
che si
possono schematizzare in personaggi, infatti sono i personaggi, i
soggetti
del fumetto, non le persone. Eppure c'è qualcosa che accomuna entrambe,
che
richiama l'uno all'altra e viceversa. Per capirlo bene bisogna
ricollegarsi
al pensiero Pirandelliano sulla vita dell'uomo.
Riprendendo il contrasto che Pirandello dà a queste due realtà,
possiamo
vedere la differenza che sussiste tra forma e vita, tra personaggio e
persona. Si deve premettere, però, il bisogno dell'uomo di
autoingannarsi,
cioè credere che la vita abbia un senso e organizzare di
conseguenza
l'esistenza secondo convenzioni, riti, istituzioni che devono
rafforzare in
lui tale illusione.
Gli autoinganni individuali e sociali costituiscono la forma
dell'esistenza:
la forma blocca la spinta anarchica delle pulsioni vitali, la
tendenza a
vivere momento per momento al di fuori di ogni scopo ideale e di
ogni legge
civile, cioè paralizza la vita.
Sotto questa realtà, il soggetto, costretto a vivere nella forma,
non è più
una persona integra, coerente e compatta, ma si riduce ad una
maschera (o a
un personaggio) che recita la parte che la società esige da lui e
che egli
stesso si impone attraverso i propri ideali morali.
Il personaggio non è coerente perchè non è più una persona, ed ha
davanti a
sé solo due strade: o sceglie l'incoscienza, l'ipocrisia e
l'adeguamento
passivo alla forma, o vive consapevolmente questa scissione. Nel
primo caso
è solo una maschera, nel secondo diventa una maschera nuda
consapevole degli
autoinganni propri e altrui, ma impotente a risolvere questa
condizione. Nel
secondo caso più che vivere, il personaggio "si guarda
vivere".
Estraniandosi da sé e dagli altri compatisce entrambi.
Nella letteratura questo distacco riflessivo è il segno
distintivo
dell'umorismo, ben diverso dalla comicità, in cui è assente la
riflessione.
I fumetti come propaganda politica ed ideologica
Il fumetto oltre che per un bisogno di espressione più ampio, è
nato anche
come mezzo di divulgazione fra i più giovani. Infatti è stato
molto
utilizzato dal fascismo per trasmettere il proprio pensiero tra i
giovani e
diffonderlo nella cultura del tempo, alimentando così il mito
della figura
del duce, "padre carismatico e provvidente che lavorava per
la grandezza del
Paese". Tramite il fumetto educava le nuove generazioni,
manipolando allo
stesso tempo l'educazione scolastica, ed italianizzava eroi
mitici per far
crescere nelle nuove leve spirito patriottico e senso della
giustizia, in
modo da trasformare tutta la popolazione in potenziali soldati.
Fu così che nacquero Il Balilla e La Piccola Italia che si
contrapposero al
Corriere dei piccoli ed al Giornalino.
Ancora oggi si usa spesso il fumetto come propaganda politica,
basti vedere
tutta la realtà su cui si appoggia la satira e, leggendo una
vasta gamma di
campioni dei vari generi, si può capire che anche i fumetti per
bambini
cercano di trasmettere qualcosa, come l'amicizia, la famiglia, il
rispetto e
quei valori fondamentali che servono a far capire ai giovani
l'atteggiamento
da mantenere per una società "politically correct"
I fumetti come visione fantastica del mondo
Temi ricorrenti nei fumetti sono la realtà parallela, il futuro o
un
medioevo ricco di creature magiche e stregonerie. Queste storie
nascono
spesso come omaggi a romanzi di fine Ottocento o rifacimenti di
leggende
popolari che si tramandano anche solo oralmente.
Da qui vediamo nascere capolavori come Dragon Quest, continuo
richiamo alla
letteratura Fantasy contemporanea ed a romanzi classici come il
Ciclo
Bretone, oppure tutta la serie di opere futuristiche di Go Nagai
che
traggono spunto dalla serie Urania, dai capolavori della
letteratura inglese
sui viaggi nel tempo, come i romanzi di Twain e Wells, e dalla
visione
personale degli autori in prospettiva di scelte future che piano
si sta
instaurando come base di una letteratura introspettiva e
personale che avrà
largo sfogo durante tutto il Novecento.
Questa visione prende spunto anche dal messaggio che l'autore
vuole mandare,
come una coesistenza tra razze diverse, una lotta alla guerra,
una ricerca
con l'ingegno al raggiungimento di scopi che, aiutato
dall'intuito, fanno
dell'uomo un essere completo e complesso. Infatti è molto più
semplice
trasmettere il proprio pensiero attraverso personaggi stereotipi,
delle
maschere che incarnano il vero essere di un personaggio.
Il linguaggio iconico del fumetto rappresenta anche quello del
sogno, ed
attraverso il sogno noi riusciamo a vedere le realtà assimilate
dall'inconscio e a comprendere la vera natura del nostro Io.
Infatti molti
studiosi della psicanalisi, partendo dalle scoperte di Freud
hanno
riscontrato nei soggetti in osservazione, caratteri generali che
accomunano
un disturbo (naturalmente non si può universalizzare il discorso
perchè caso
per caso cambiano i fattori determinanti dello scatenarsi del
disturbo) e
ricondurlo a certi schemi.
IL FUMETTO È LINGUAGGIO DI VITA, PERCHÈ RAPPRESENTA LA VITA
STESSA NELLE SUE
VARIE SFACCETTATURE
Il sogno
Nei nostri sogni incontriamo immagini, persone e situazioni, che
possono
avere un legame con la nostra interiorità, un rapporto che si
sviluppa a
livelli diversi.
Il linguaggio con cui si esprime il sogno è essenzialmente
simbolico:
l'immagine del sogno cioè non rappresenta se stessa quanto
piuttosto una
serie di significati associati. Il simbolo dunque acquista senso
solo nel
momento in cui lo mettiamo in rapporto con la cultura con cui ci
siamo
formati, con le nostre esperienze personali, con i nostri
desideri e bisogni
più o meno coscienti.
Cerchiamo di capire meglio la natura del simbolo onirico: non si
tratta di
un insieme di significati statici che di volta in volta andiamo a
sovrapporre all'immagine che ci si presenta in sogno, si tratta
piuttosto di
una realtà molto dinamica, sfaccettata, ricca di altri
significati che si
intrecciano al suo interno dando vita ad un mondo molto ricco.
Vediamo l'immagine dell'acqua ad esempio: potremmo dire che
rappresenta il
mondo dell'inconscio, ma questo non costituisce una risposta per
tutti
coloro che sognano l'acqua, perché i mille modi in cui può
presentarsi in
sogno corrispondono a mille altri stati d'animo o
rappresentazioni di
diverse esperienze.
Ogni sogno dunque può essere inserito in una grande area di
significato che
in parte ne svela l'essenza, ma il nucleo, il cuore, di ogni
sogno può
essere svelato solo dal sognatore stesso che riesce a riscoprire
quel
significato in sé.
Il Linguaggio Onirico
Nel sogno le cose che appaiono raramente rappresentano se stesse,
raramente
sono come sembrano: il linguaggio onirico infatti procede per
simboli e
immagini, evoca ricordi, esperienze, pulsioni ed emozioni
profonde che
albergano nel nostro inconscio.
Per Freud il linguaggio del sogno ha essenzialmente una funzione
di
dissimulazione dei reali contenuti inconsci: in sostanza il sogno
ci difende
mostrandoci sotto altra veste dei contenuti profondi che non
potremmo mai
accettare nella loro cruda realtà.
Per Jung ci troviamo invece nel mondo della comunicazione
prelinguistica: il
linguaggio del sogno è una forma di comunicazione simbolica che
suggerisce
messaggi di altra natura, rivela verità profonde comprensibili
solo con una
analisi allegorica e metaforica.
All'interpretazione dei sogni dobbiamo avvicinarci con la mente
rilassata e
libera da condizionamenti, attenti alle suggestioni più che alle
spiegazioni
razionali e soprattutto cercando di svincolarci dal significato
primario
delle immagini del sogno.
Raramente il sogno significa quello che di impatto sembra
rivelare, ogni
immagine nasconde qualcosa d'altro che dobbiamo scoprire,
decifrarne dunque
il linguaggio, per capire il reale messaggio: ecco che dobbiamo
imparare a
sviluppare questa attitudine, trasformarci in
"investigatori" del sogno alla
ricerca degli indizi nascosti sotto ogni elemento onirico.
Viaggi nel tempo
Visione molto affascinante di queste tematiche sono i viaggi in
realtà
parallele o nel futuro. Grazie ad Albert Einstein e a coloro che
hanno
seguito le sue orme, la struttura stessa dello spazio-tempo è
intessuta di
drammi, infatti nelle storie futuristiche, ingredienti esotici
come tunnel
spaziali e "singolarità quantistiche" insaporiscono regolarmente le trame
degli episodi.
Tutto ciò avviene perchè il pathos cosmico eleva la storia umana
al livello
della tragedia a causa della condanna dell'uomo a viaggiare in
una sola
direzione: verso il futuro.
Sia nella fantascienza, sia in fisica troviamo un famoso
paradosso: che cosa
accadrebbe se, viaggiando nel passato, tu uccidessi tua madre in
un tempo
anteriore alla tua nascita? Cesseresti di esistere. Ma se
cessasti di
esistere, non potresti tornare indietro nel tempo ad uccidere tua
madre. Non
uccidendo tua madre, non cesseresti di esistere. In altri
termini, se esisti
non puoi esistere, ma se non esisti devi esistere.
La risoluzione classica di questi paradossi, almeno per molti
fisici,
consiste nel sostenere a priori che in un universo ragionevole,
come quello
in cui presumibilmente viviamo, tali possibilità non devono
essere permesse.
Il problema, però è che le equazioni della relatività generale di
Einstein
non solo non proibiscono direttamente tali possibilità, ma le
incoraggiano.
Non è tutto, secondo le ipotesi di alcuni studiosi, il viaggio
verso realtà
parallele sarebbe possibile magari attraversando un buco nero.
CIÒ CHE NON È PROIBITO ESPLICITAMENTE, DI SICURO AVVERRÀ
Einstein
Relatività generale
Nei fumetti molto spesso si sovvertono le leggi della fisica, ma
qualche
volta si cercano di "ammorbidirle", soprattutto nei fumetti
fantascientifici, per creare realtà immaginarie con una illusoria
verità di
fondo, che ci fa sperare nel futuro. Questo è il caso di Star
Trek, famosa
serie di libri successivamente trasposta in fumetti e telefilm,
diventando
una serie cult fondamentale per tutti gli appassionati.
Solitamente siamo portati a immaginare lo spazio come un piano
geometrico a
tre dimensioni:
1) Lunghezza x
2)Altezza y
3)Profondità z
In realtà è caratterizzato da una quarta dimensione, il tempo.
Esso è un concetto relativo, ovvero la percezione dello scorrere
del tempo
non è uguale per tutti gli osservatori.
Mentre per Galileo e Newton esisteva un tempo assoluto t del
tutto
indipendente dal sistema di riferimento, nella teoria della
relatività
ristretta (1905) di Einstein a ogni evento corrisponde non
soltanto una
coordinata xi diversa, ma anche un tempo ti diverso per ogni
sistema di
riferimento.
Infatti per quanto riguarda la relatività generale, nella nostra
esperienza
normale sono il tempo e lo spazio ad essere assoluti, mentre la
velocità è
relativa: la velocità da noi percepita di una cosa dipende dalla
velocità
con cui noi stessi ci muoviamo. Quando però ci si approssima alla
velocità
della luce è la velocità a diventare una quantità assoluta, e
perciò devono
diventare relativi lo spazio e il tempo! Ciò si verifica perchè
la velocità
è definita letteralmente come la distanza percorsa in un qualche
tempo
specifico. Così l'unico modo in cui un singolo raggio di luce può
percorrere
in un secondo la stessa distanza (300.000 km/sec) relativamente a
due
osservatori in moto relativo fra loro, è se ciascuno dei loro
"secondi" o
ciascuno dei loro "metri" è diverso! Risulta così che, nella relatività
ristretta, si presenta, si presenta "il peggiore dei due
mondi" , ossia che
tanto secondi quanto metri diventano quantità relative (paradosso
dei
gemelli).
Dal semplice fatto che la velocità della luce, misurata, risulta
essere la
stessa per tutti gli osservatori, quale che sia il loro moto
relativo,
Einstein ottenne le quattro conseguenze seguenti per spazio,
tempo e
materia:
a) Gli eventi che accadono nello stesso tempo in due luoghi
diversi per un
osservatore non sono necessariamente simultanei per un altro
osservatore in
moto rispetto al primo. L' "ora" di una persona vale esclusivamente per
tale persona. "Prima" e "dopo", applicati ad
eventi distanti, sono concetti
relativi.
b) Tutti gli orologi su astronavi in movimento rispetto a me mi
sembreranno
più lenti del mio orologio. Per oggetti in moto il tempo misurato
risulta
rallentarsi.
c) Tutti i regoli per la misura delle lunghezze su astronavi in
movimento
rispetto a me mi appariranno più corti di quanto mi apparirebbero
se si
trovassero in quiete o nel mio sistema di riferimento. Gli
oggetti, comprese
le navi spaziali, misurati mentre sono in movimento risultano
contrarsi.
d) tutti gli oggetti dotati di massa diventano tanto più pesanti
quanto più
elevata è la loro velocità. Mentre si approssimano alla velocità
della luce,
il loro peso tende all'infinito. Perciò solo oggetti privi di
massa, come la
luce, possono muoversi alla velocità della luce.
Paradosso dei gemelli
Cosa succede se il moto no è più uniforme?
A tale quesito, Einstein suggerì l'ormai famoso "paradosso
dei gemelli" . Ci
sono due gemelli, inizialmente nello stesso posto e dotati di due
orologi
uguali, sincronizzati. Uno dei due gemelli rimane a Terra, mentre
l'altro
parte per un viaggio interstellare a bordo di un'astronave, la
cui velocità,
molto elevata, raggiunge l'80% di quella della luce. Al suo
ritorno a Terra,
l'orologio del gemello astronauta segna che sono trascorsi 30
anni (di tempo
"proprio") dalla partenza, mentre quello del suo
gemello, rimasto a Terra,
ne segnerà ben 50 dalla partenza dell'astronave.
Poiché nel veicolo spaziale, in movimento ad altissima velocità,
tutti i
fenomeni scorrono più lentamente, nell'ipotesi che gli orologi
biologici (ad
esempio, le pulsazioni ritmiche del cuore, i battiti del polso)
si
comportino come gli ordinari segnatempo, anche l'invecchiamento
avverrà con
un ritmo più lento. In altri termini, dopo avere fatto questo
viaggio a
velocità elevatissime, ritornando sulla Terra, l'astronauta
ritroverà il
fratello gemello più vecchio di lui di ben 20 anni!
In questo caso, poiché il gemello astronauta non compie un moto
uniforme, ma
deve necessariamente accelerare e decelerare per effettuare
l'andata e il
ritorno, la situazione non è più simmetrica: l'astronauta avrà,
in effetti,
vissuto di meno rispetto al suo gemello rimasto a Terra
Teoricamente, dunque, la Relatività favorisce l'esplorazione
cosmica, in
quanto nell'arco della propria vita un astronauta potrebbe
intraprendere un
viaggio verso una stella lontana per poi ritornare sulla Terra e
scoprire
che sono trascorsi alcuni secoli ... dalla sua partenza!
L'orologio molle
L' "orologio molle", inventato da Salvador Dalì, non
indica lo scorrere del
tempo, inteso come successione di istanti meccanicamente
determinati, ma
rappresenta la flessibilità del tempo, così come essa viene
percepita dalla
mente umana. La dilatazione o la contrazione del senso del tempo
dipende dal
singolo individuo, dal suo stato d'animo, dalle circostanze.
All'inizio del
secolo XX Einstein, demolendo il concetto newtoniano di
"tempo assoluto,
vero, matematico", affermava che il tempo non era qualcosa di
uguale per
tutti, assoluto e imperturbabile, ma dipendeva dallo stato di
moto
dell'osservatore
I buchi neri
Vi sono molte teorie che affermano che i buchi neri potrebbero
essere
possibili passaggi verso universi paralleli o tunnel spaziali che
conducono
da un'estremità all'altra dello spazio.
I buchi neri sono uno dei più affascinanti terreni di sfida della
moderna
astrofisica.
Questi rappresentano un fenomeno cosmico molto studiato ma che
lascia aperto
ancora tantissime incognite.
Un buco nero è l'ultima fase della vita di una stella, ma ciò che
più
stimola la nostra fantasia è il fatto che la sua esistenza e le
sue
caratteristiche sfidano il nostro senso comune e la percezione
che noi
abbiamo del tempo e dello spazio.
Una delle strutture fondamentali dello spazio-tempo è il cono di
luce. Esso
è l' insieme di due coni aperti alla base, uniti con continuità
nel vertice
e orientati in senso opposto.Un cono segnala tutto ciò che è nel
passato
causale dell' evento, che è nel suo vertice, mentre l' altro indica
la
regione dello spazio-tempo che è raggiungibile nel suo futuro.
Ogni punto ha
il suo cono di luce e quindi, poichè in natura tutto evolve
localmente dal
passato al futuro, la storia temporale di ogni corpo è descritta
da una
linea (la linea-universo) che si estende sempre dal passato al
futuro,
rimanendo all' interno dei coni di luce.I bordi dei coni sono
percorribili
solo dalla luce, che quindi ne rappresenta i limiti.
Lo spazio curvo implica, oltre alla relativizzazione del concetto
di tempo,
un secondo fenomeno ancora più interessante in realazione ai
viaggi
spaziali: una linea retta non è necessariamente la distanza
minore fra due
punti.
Normalmente la distanza più corta tra due punti A e B situati
agli opposti
del cerchio, disegnato su un foglio di gomma, è data dalla linea
(gedodetica) che li unisce passando per il centro del cerchio. Se
invece il
foglio è deformato al centro, il percorso AB più corto è la
circonferenza.
Ma noi non siamo in grado di percepire direttamente la curvatura
dello
spazio: è come se vedessimo il cerchio deformato al centro dall'
alto. La
linea da A a B ci apparirebbe simile a una linea retta e nel
percorrerla non
ci renderemo conto che essa discende lungo le superfici del
foglio di gomma.
Se il foglio è invece incurvato, tale che A si sovrappone a B, la
distanza
minore tra i due punti è la linea retta congiungente i due punti.
In uno
spazio tridimensionale tale tunnel è ipoteticamente costituito
dalla fusione
delle singolarità di due buchi neri (singolarità nuda), detto
"ponte di
Eistein-Rosen" o
"wormhole". La relatività generale ammette tale
possibilità, ma ne limita la durata nel tempo a brevi intervalli,
col
rischio per l' esploratore di terminare la propria corsa in una
delle due
singolarità e qui disintegrato
Ora, se il buco nero è l' ingresso di tale tunnel, l'uscita è
necessariamente un buco bianco.
Futuro e futurismo
Il futuro inteso come visione di realtà che devono ancora
arrivare è sempre
stata una chimera irraggiungibile per l'uomo. Molti autori hanno
cercato di
anticipare la visione del futuro intesa come sviluppo della
tecnologia,
altri come sviluppo della comunicazione, altri ancora come
sviluppo
dell'evoluzione. Si è cercato di interpretare ed anticipare il
futuro anche
con un nuovo modo di esprimersi, violento e di impatto, capace di
coinvolgere tutti e cinque i sensi per esprimere la tensione
interiore e la
realtà del presente: questo è il futurismo.
Il fumetto riprende molti di questi aspetti, infatti è un'arte
che potremmo
considerare "eclettica", visto che riprende vari punti
e varie espressioni
del modernismo, del futurismo, persino i richiami stilizzati al
mondo
animale e vegetale che si erano sviluppati coi fregi medievali,
oltre a
tutti i richiami alle nuove espressioni artistiche del secondo
Novecento.
Per quanto riguarda la visione proiettata verso il futuro
riprende temi già
trattati nella letteratura, come un'ipotetica visione
dell'estremizzazione
del totalitarismo creata da Orwell in 1984, un futuro dove un
occhio sempre
attento scruta tutte le nostre azioni, dove è proibito pensare
qualcosa
contro il Regime, dove i vocabolari anziché aumentare il numero
di lemmi, di
anno in anno si riducono di dimensioni per impedire che la
parola, vero
vettore del sapere, del progresso e della libertà, possa proliferare.
Un
mondo dove il pensiero è negato, e al suo posto è messo il
bi-pensiero, il
pensiero mutante, ondeggiante, vacuo e strascicato che insegue i
dogmi del
Grande Fratello, che cambia bandiera come neanche gli ignavi
danteschi
potrebbero.
Il futurismo
Nato come movimento di avanguardia, il Futurismo esalta la
macchina, la
tecnica, la grande industria e spinge con aggressività e con
furore verso il
progresso, volendo interpretare la modernità della civiltà
industriale.
Fin dagli esordi il futurismo è per sua natura politico, ispirato
al
nazionalismo, che tende all'obbiettivo di risvegliare l'orgoglio,
l'energia
e l'espansione nazionale contro i vecchi e i preti, oltre la
guerra al
parlamentarismo.
Successivamente si sente l'esigenza di distinguere il movimento
politico dal
movimento artistico.
Il futurismo alimentò molto il fascismo per molti aspetti, al
punto che
Marinetti, fondatore di questo movimento, dirà che "il
fascismo nato
dall'interventismo e dal futurismo si nutrì di principi
futuristi" e
promuove la costituzione dei Fasci politici futuristi.
Dopo la nascita dei fasci futuristi, Mussolini organizza i suoi
fasci per la
scalata al potere. Lo scontro è inevitabile. Nel 1920 i futuristi
escono dal
movimento fascista e due anni dopo, quando Mussolini riceve
l'incarico di
formare il governo e comincia a trasformare la rivoluzione in
"regime", i
futuristi sentono subito di essere stati traditi.
Ormai nello sviluppo del fascismo non c'èra più posto per il
futurismo,
visto che il ribollire di forze andava bene per la rivoluzione,
ma "stona in
un periodo di governo" (Prezzolini).
I fumetti e i bambini: i bambini nei fumetti
I FUMETTI SONO SEMPRE STATI LETTI DALLA GRANDE MAGGIORANZA DI
BAMBINI E
RAGAZZI
Sia per le femmine che per i maschi la lettura degli albi a
fumetti avviene
con maggior frequenza intorno ai 12 anni per poi subire un brusco
calo
attorno i 15 anni; se a 12-13anni il fumetto è ancora un mezzo
validissimo
di décharge psichica e di ricerca di un modello in cui
identificarsi, a 15
anni non è più sufficiente perché gli interessi e le possibilità
del giovane
si sono allargati in una sfera più ampia di rapporti sociali: la
lettura
solitaria ed i modelli di identificazione che può offrire il
fumetto hanno
meno capacità di soddisfarlo.
Come abbiamo detto prima, i fumetti sono utili per studiare la
psicologia di
un personaggio, rapportabile alla realtà in certi stereotipi
attraverso
determinati comportamenti
Charles M Shultz, recentemente scomparso, ha cercato per 30 anni
di
raggiungere quest'obbiettivo creando un fumetto semplice ma dai
tratti
psicologici precisi, cioè i Peanuts.
Questo fumetto parla delle avventure di Charlie Brown ed i suoi
amici nella
vita quotidiana. Questo è il mondo dei bambini, la loro visione
della realtà
pura e fanciullesca, in cui gli adulti non hanno posto, infatti
non sono
proprio rappresentati, a parte di un paio di lunghe gambe ed un
ronzio
soffuso che indica la loro voce.
Il Fanciullino
Questa visione della natura è ripresa da molti autori e si rifà
alla poetica
pascoliana del fanciullino.
Nel pensiero di Pascoli, il fanciullino ha una duplice visione,
infatti da
una parte è potenzialmente in ogni uomo, è una figura piccola ed
umile,
mentre dall'altra solo il poeta può farlo rivivere e parlare
dentro di sè,
sapendo scorgere quelle piccole cose, che l'adulto trascura,
tramite
percezioni ed intuizioni non razionali. Quindi il poeta va oltre
la logica
tradizionale per entrare in un profondo rapporto con la natura
basato sulle
sensazioni.
Pascoli utilizza molto anche il simbolismo, per svelare delle
realtà
nascoste la cui chiave d'accesso nascosta appartiene solo ala
poeta, come
per esempio il mistero, espresso attraverso una serie di analogie
simboliche
che fanno intravedere l'ombra di una verità assoluta, il cui unico
interprete è il poeta. La poesia, così pensata, diventa un mezzo
di
consolazione e una pacificazione delle tensioni sociali