Comico classico
Negli
albi derivanti dai cartoni animati la fantasia primitiva orale è quella
predominante, ed i personaggi si suddividono in coppie nell’ottica del
mangiare/essere mangiati. Basti pensare a Silvestro/Titì, Vil Coyote/Bipbip, Silvestro/Speedy
Gonzales, Taddeo/Duffy Duck, Taddeo/Bugs Bunny ecc. Le tematiche di
questi fumetti sembrano collocabili a livello pre-edipico, con particolare
corrispondenza alle fasi orale e fallica.
Tutti
gli altri albi di questo genere (Disney, Braccio di Ferro ecc.) trattano le
relazioni familiari tra figlio e padre (Braccio di ferro), tra fratelli (Qui
Quo Qua) ecc. Anche le relazioni zio/nipote (Paperino, Topolino, Trottolino)
altro non sono che un mascheramento del rapporto padre-figlio.
Il
comico è una difesa che permette l’esplicitazione di sentimenti che altrimenti
sarebbero riprovati: ridendo ci si può permettere sia sconcezze che villanie,
vale a dire l’espressione di sentimenti libidici ed aggressivi che altrimenti
risulterebbero assai sgradevoli.
Nei
fumetti del genere comico classico sembra avvenire la realizzazione del
desiderio infantile, censurato ed inconscio, di dominare e sostituire i
genitori, che nelle storie oltre che dall’elemento comico, è mascherato anche
dall’avventura e dal mondo animalesco.
I
personaggi piccoli di statura (Topolino, Qui Quo Qua ecc.) si dimostrano sempre
attivi ed efficaci, mentre quelli con sembianze da adulti sono incapaci
(Commissario Basettoni), pigri (Paperino), tonti (Pippo), avari (Paperone). Il
mondo fantastico veicolato dagli albi disneyani sembra dunque colludere con i
desideri di onnipotenza dei piccoli lettori, attivati dall’invidia edipica.
Paperino è ridotto ad uno zio imbelle che i nipoti devono sempre soccorrere;
questo soccorso benevolo è la maschera perfetta per nascondere la più esplicita
squalifica della figura parentale. Le tematiche presentate da questi fumetti
sono collocabili a livello edipico.