Dinosauri

Le famiglie dei dinosauri

Adrosauridi

Allosauridi

Ankilosauridi

Archeopterigidi

Barionichidi

Brachiosauridi

Camarasauridi

Celofisidi

Celuridi

Ceratosauridi

Ceratopsidi

Cetiosauridi

Diplodocidi

Deinocheridi

Dromeosauridi

Eterodontosauridi

Fabrosauridi

Iguanosauridi

Ipsilofontidi

Megalosauridi

Nodosauridi

Ornitomimidi

Pachicefalosauridi

Plateosauridi

Protoceratopsidi

Stegosauridi

Spinosauridi

Teratosauridi

Tirannosauridi

Titanosauridi

 
 

Le famiglie dei dinosauri

  Adrosauridi

In Asia e in America sono stati rinvenuti i resti più numerosi, poi in Mongolia, in Cina e in Giappone. Si ipotizza anche che questi esseri fossero in grado di nuotare per discrete distanze. Vissero nella seconda metà del Cretacico circa 95 milioni di anni fa. Sono degli erbivori, bipedi e provengono dalla famiglia degli Ornitischi. La loro lunghezza poteva variare da 3 a 15 metri, mentre il peso arrivava alle 3 tonnellate. La cavità orale era completata da 400 denti stabili e fino a 1200 denti di ricambio. Molto semplicemente il dente stabile veniva sostituito da quello di riserva che si trovava sotto. Con questi denti che erano ricurvi, potevano abbattere piante molto dure. Essendo dei bipedi le zampe posteriori erano molto più solide e massicce di quelle anteriori. Gli mancava un dito sia nel piede davanti che in quello dietro. Si pensa che la lunga coda gli permettesse di nuotare nel mare. La fuga in mare, oltre al mimetismo, era uno dei pochi metodi di difesa dai predatori dato che non presentavano alcuna corazza. Un lungo corno in testa li distingueva dagli altri dinosauri. Questa evoluzione del cranio insieme al naso determinò la suddivisione, da parte degli studiosi, in varie famiglie. Erano molto evoluti nei rapporti di parentela dato che sono stati ritrovati nidi fossili che confermavano la presenza di una vita di gruppo. Furono definiti anche i dinosauri dal becco d’anatra, perché questa parte del loro corpo assomigliava appunto a quella delle anatre. Per questo motivo si pensò che avessero vissuto in zone marine, ma con il ritrovamento di semi di conifera nei loro stomaco gli studiosi pensarono che il loro habitat fosse la foresta dal clima caldo e umido.

Allosauridi

Marsh fu il primo a definire il genere degli Allosaurus. I ritrovamenti di resti fossili in America, in Asia, in Australia evidendenziarono la grande diffusione che questi dinosauri ebbero sulla terra. I resti più antichi risalgono al periodo medio Giurassico erano dei bipedi carnivori della famiglia dei Saurischi. La loro lunghezza arrivava fino a 12 metri, mentre il peso si aggirava intorno alle 2 tonnellate. Grazie alla loro capacità nell’attaccare le prede vengono considerati i predatori del periodo Giurassico. La loro diffusione fu tale che nella zona di Cleveland Lloyd Quarry, ad esempio, furono ritrovati i resti fossili di ben 44 soggetti. Il cranio era composto da un’enorme cavità orale dove erano impiantati denti a forma di lame taglienti; altre ossa invece proteggevano il cervello di dimensioni comunque non molto sviluppate. Le ossa delle mascelle erano senza dubbio le più sviluppate. Le zampe posteriori erano molto più sviluppate, con le quattro dita, non molto lunghe ma veramente possenti. I maschi avevano una piccola cresta fra le orbite. Si suppone che le lotte interne per l’accoppiamento o il comando del gruppo venissero risolte, tra i contendenti, a testate. Il collo era molto corto e muscoloso, mentre pur essendo questo dinosauro molto pesante, i suoi movimenti erano fulminei e da qui la consacrazione a predatore del Giurassico. Le loro prede preferite erano erbivori di grandi dimensioni, si pensa che corressero saltando incontro alle vittime e dopo averle fermate con le zampe posteriori, le finivano con i denti a lama. Nella zona di Rose, nel Texas, ci sono le impronte della fuga di un Apatosauro con le impronte dell’Allosauro che lo inseguiva.

Ankilosauridi

Dai resti ritrovati sia in America del Nord che in Asia, si presume che gli Ankilosauridi siano nati in Asia e poi si siano spostati verso l’America via terra per lo stretto di Bering ancora non sommerso dalle acque. Questi dinosauri erano quadrupedi, erbivori, e provenivano dagli Ornitischi. C’erano fondamentalmente due famiglie: gli Ankylosaurus che erano lunghi circa 10 metri e pesavano circa 3 tonnellate, e i Pinacosaurus alti fino a 5 metri. Si distinguevano per la loro corazza infatti Ankilosauro vuol proprio dire lucertola saldata. Purtroppo i resti fossili ritrovati non permettono una accurata analisi e ricostruzione del loro aspetto. Di conseguenza alcuni studiosi sono convinti che la loro copertura fosse completa il che li avrebbe resi lenti e rigidi, mentre altri sono dell’idea che alcune zone del corpo fossero scoperte; ciò gli avrebbe dato maggior velocità e agilità. La coda, che fuoriusciva dalla corazza, veniva utilizzata per infliggere colpi devastanti ai predatori. In ogni caso la lentezza conseguente alla mole di questi dinosauri non gli permetteva la fuga e quindi la difesa diventava attiva. Una volta posati al suolo e coperti completamente dalla corazza era molto difficile vincerli soprattutto per quei carnivori di dimensioni più ridotte.

Archeopterigidi

Nelle cave di Solnhofen furono ritrovati la maggior parte dei resti di questi Achaeopteryx. Bipedi carnivori provenienti dai Saurischi vissero verso la fine del periodo Giurassico, 140 milioni di anni fa. L’Achaepteryx aveva una struttura simile ad un pollo e viene considerato uno degli anelli mancanti della paleontologia. La coda è lunga, le zampe sono a 3 dita e la bocca e piena di denti sottili e a punta. Le zampe inferiori hanno l’alluce opponibile che li avvicinano agli uccelli. Anche se dall’aspetto simile agli uccelli, questi esseri vengono considerati dinosauri. Soprattutto l’osso pubico rivolto in avanti, le zampe e la fattezza dei denti e della bocca evidenzia la loro origine tipicamente rettile. Purtroppo, per la carente muscolatura alare questi dinosauri non potevano volare. Ci sono due ipotesi sul sostegno in aria degli Archeopterigidi: la prima affermava che si appollaiavano su rami e saltavano da uno all’altro agrappandosi con le zampe anteriori. La seconda invece afferma che facevano dei salti molto alti e si sostenevano per aria per lunghi tratti. Da qui l’evoluzione del volo degli uccelli. Si crede anche che le penne altro non erano che l’evoluzione delle squame. Questo dinosauro viveva nei boschi e quindi le penne ben si adattavano alla vita tra rami e cespugli. Qualcuno pensa ancora che comunque questo essere fu in grado di volare e popolò la terra, altri invece affermano che questa specie si estinse circa 140 milioni di anni fa.

Barionichidi

Nella cava d’argilla del Surrey, in gran Bretagna, vennero rinvenuti i resti, tra l’altro molto pochi, di questo dinosauro. Bipedi carnivori provenivano dalla famiglia dei Saurischi. Erano alti circa 3-4 metri, lunghi circa 10 e pesavano intorno alle 2 tonnellate. Vissero in pieno periodo Cretacico, circa 124 milioni di anni fa. Purtroppo gli unici reperti rinvenuti consistono in alcune ossa ed un artiglio lungo ben 31 centimetri. Questo dinosauro è un misto di alcune caratteristiche simili ai Deinonychus ed ad altre più evolute. Per quanto riguarda il cranio la forma era molto simile a quella dei coccodrilli, i denti erano 128, praticamente il doppio degli altri dinosauri suoi contemporanei. Avevano anche una cresta tra l’osso frontale e quello nasale che li avvicinava agli allosauridi. Per quanto riguarda invece le articolazioni, questo dinosauro era dotato di zampe posteriori molti simili agli altri dinosauri. Con queste sosteneva tutto il peso del corpo mentre con le lunghissime zampe anteriori cacciava pesci aiutandosi con l’artiglio da cui prende il nome. Dopo l’analisi di alcuni reperti, si suppone che questi dinosauri vivevano nella foresta alluvionale cibandosi di pesci che pescavano con l’aiuto dei loro artigli ricurvi. Nei resti ritrovati c’è la presenza di lische di pesce Lepidotes, che viveva nel Cretacico.

Brachiosauridi

In Nord America, in Cina, in Africa, in Giappone, in Australia e in Nord Europa sono stati rinvenuti reperti di ossa fossili di questi dinosauri. La loro enorme diffusione, durante il periodo Giurassico, circa 190-140 milioni di anni fa, è stata confermata dal ritrovamento dello scheletro di un Branchiosaurus a Tendaguru, fra il Mozambico e la Tanzania, nel 1907. Questo scheletro è stato ricostruito nel museo di Berlino. Le dimensioni sono impressionanti, pensate che questo reperto ricostruito del Branchiosaurus è lungo ben 23 metri. Si stima che il peso si aggirasse intorno ai 75-100 tonnellate. Era un quadrupede erbivoro della famiglia dei Saurischi. Questi dinosauri erano senza dubbio tra quelli di dimensioni maggiori, nel Colorado furono ritrovati alcuni reperti fossili di un Ultrasaurus che era lungo 36 metri, alto circa 18 metri e pesava almeno 135 tonnellate. Avevano alcune caratteristiche che sconvolsero le conoscenze dei paleontologi. Ad esempio gli arti anteriori erano più sviluppati di quelli posteriori. L’inclinazione del busto all’indietro poneva seri dubbi sul bilanciamento della struttura. Il cervello era molto piccolo e si suppone fosse aiutato da un cervello sacrale, cioè una periferica zona di controllo degli arti, posta nell’addome o nel torace. Sia le aperture nasali poste molto distanti dalla bocca che e i denti poco sviluppati, fecero pensare che questo dinosauro fosse vissuto in terre acquatiche, ma Bakker e Kermack dimostrarono che la struttura era tipica di un dinosauro terrestre. Non avevano gli arti corti e piegati come gli ippopotami, le zampe non erano appiattite per meglio muoversi nei fondali delle paludi. Si ipotizza che il loro sistema digestivo veniva aiutato inghiottendo dei sassi per meglio macinare il cibo, questa teoria viene confermata dal ritrovamento di numerosi ciottoli assieme ai fossili. Si presume che si muovessero in branco per meglio difendersi dagli attacchi dei predatori. Grazie alla coda lunghissima e all’artiglio del pollice che era molto più sviluppato degli altri, si difendevano molto bene soprattutto nei confronti dei carnivori più piccoli.

Camarasauridi

Questi quadrupedi erbivori della famiglia dei Saurischi, vissero nel periodo dal Giurassico superiore al Cretacico superiore. La loro esistenza, evoluzione e decadenza si è svolta da 195 a 130 milioni di anni fa. Erano lunghi da 17 a 22 metri e pesavano anche fino a 25 tonnellate. Fortunatamente i reperti rinvenuti permettono un’analisi accurata della loro struttura. Avevano un collo molto lungo e la testa era abbastanza grande. I denti erano relativamente sviluppati e non facevano molto uso di ciottoli per aiutare la digestione. Le zampe erano molto forti e non troppo grosse, quelle anteriori erano meno sviluppate di quelle posteriori. La lunga coda era probabilmente l’arma con cui si difendevano dagli attacchi dei predatori. Si suppone che vivessero sulla terra in prossimità di paludi e foreste. Vivevano in branchi e avevano rapporti di protezione della parentela proteggendosi meglio da attacchi di carnivori.

Celofisidi

Questi dinosauri furono i primi ad apparire sulla terra nel periodo del Triassico. Bipedi carnivori e provenienti dalla famiglia dei Saurischi, erano di dimensioni medio piccole; il loro peso variava da un minimo di 900 grammi, Saltopus a un massimo di circa 100 chilogrammi Halticosaurus. Erano lunghi fino a 5 metri. I loro resti fossili furono ritrovati in America del Nord, in Asia Orientale, in Africa Meridionale e al centro dell’Europa. A Ghost Ranch, nel New Messico, tre studiosi Whitaker, Colberg e Ieraldi rinvenirono decine di scheletri di coleophysis. Per alcune specie questo consentì di ricostruire in maniera affidabile le loro caratteristiche. Avevano le zampe posteriori molto più sviluppate di quelle anteriori, come d’altronde tutti i bipedi, il corpo era snello e gli arti anteriori finivano con mani dai lunghi artigli, mentre gli inferiori avevano delle dita molto più forti adatte a rincorrere la preda. Agili, veloci, avevano un cavo orale composto da numerosi denti appuntiti. Mangiavano lucertole, tecodonti, anfibi, piccoli insetti. Ad Aicuiu fu rinvenuto un fossile di Coelofisis bauri che presentava resti di un suo simile di dimensioni più piccole. Si ipotizzò quindi anche alcune abitudini cannibali. In ogni caso questi dinosauri vivevano in branco e attaccavano, sconfiggendo prede a volte molto più grandi di loro.

Celuridi

Questi dinosauri vissero tra il Giurassico superiore e il Cretacico superiore, da 195 a 130 milioni di anni fa, per circa 60 milioni di anni. In Europa, in Africa, in Australia, in America, in Asia furono rinvenuti diversi reperti che testimoniano la loro diffusione sulla terra. Bipedi, carnivori, provenienti dalla famiglia dei Saurischi, avevano dimensioni variabili. Il reperto più famoso è senza dubbio il fossile di Ornitolesthes, uccello predone, ritrovato nel Wyoming. Era lungo fino a 2 metri e pesava circa 45 chilogrammi. In Australia venne rinvenuto un reperto di Cakkuru, che si presume sia il più grande della famiglia. Era lungo 2 metri e mezzo e pesava circa 55 chilogrammi. Con le zampe posteriori molto forti e snelle, riuscivano ad effettuare lunghi salti e corse velocissime, muovendo una struttura snella e leggera. Le anteriori , meno sviluppate, terminavano con mani a tre dita; il primo dito era molto piccolo mentre il terzo era molto sviluppato. Il cranio era leggero ma robusto e la bocca era fornita di denti molto taglienti, quelli posteriori erano ricurvi all’indietro e molto affilati, mentre quelli anteriori erano appuntiti e perpendicolari. In Mongolia però furono ritrovati dei reperti che inducono a ipotizzare che questi dinosauri furono gli antenati degli uccelli. Nel British Museum di Londra , viene conservato un reperto fossile, fino a poco tempo fa ritenuto appartenente ad un Compsognathus, Ostrom l’ha ultimamente attribuito ad un Archaeopteryx, quindi si presume che l’albero genealogico degli uccelli possa subire ulteriori modifiche. Questo dinosauro viveva nelle foreste calde e umide del Giurassico, le sue prede erano piccoli rettili, mammiferi, uccelli e insetti. Si pensa che si muovessero in gruppi di due-quattro unità, per rendere la caccia più proficua.

Ceratosauridi

Bipedi, voraci carnivori e provenienti dalla famiglia dei Saurischi, questi dinosauri vissero in pieno periodo Giurassico, allincirca 195 e 135 milioni di anni fa. Nel 1884, Marsh analizzò i pochi fossili rinvenuti in America del Nord, in Gran Bretagna, in Cina e in Africa Sud Orientale. Questi dinosauri sono considerati, per la loro struttura fisica, tra i più agili e veloci. La coda molto lunga e larga alla base , bilanciava il loro corpo nei movimenti più repentini. Gli arti posteriori molto più sviluppati di quelli anteriori , erano molto robusti e forti, e terminavano con delle zampe a quattro dita. Gli artigli delle dita servivano sia da sicuro appoggio al suolo, che da arma negli attacchi. Erano lunghi circa 6 metri e pesavano indicativamente 1 tonnellata. Avevano un collo molto corto e muscoloso. La testa, relativamente piccola, comprendeva un corno non molto sviluppato ma molto tagliente. Grazie alla struttura della bocca che era molto mobile, potevano aprire la bocca in maniera esagerata. Con ben 60 denti molto affilati, ricurvi all’interno e lunghi fino a 5 centimetri , potevano sferrare attacchi mortali alle loro prede. Grazie a 5 serie di denti, disponevano di un’immediata sostituzione degli stessi. Analizzando dei fossili rinvenuti a Como Bluff, nel Colorado, si ipotizza che questi dinosauri si cibassero prevalentemente di erbivori di grandi dimensioni. Si presume che per abbattere i grandi dinosauri erbivori, i Ceradosauridi, si riunivano in gruppi.

Ceratopsidi

Questi quadrupedi, erbivori e discendenti dalla famiglia dei Ornitischi erano dinosauri di grandi dimensioni. Il Triceratops horridus era lungo circa 9 metri e pesava intorno alle 5 tonnellate, il Torasaurus misurava invece fino a 8 metri e raggiungeva le 8 tonnellate. I maggiori ritrovamenti fossili furono effettuati in America del Nord. La distinzione più importante fu determinata dalla dimensione del collare nucale. Esistevano Ceratopsidi con collare lungo e Ceratopsidi con collare corto. Nel 1887 fu rinvenuto in Colorado il primo fossile che Marsh definì Bisonalticornis. Successivamente però furono rinvenuti reperti che evidenziavano due corna poste sopra gli occhi. Ci fu addirittura un cranio con tre corna. Questo dinosauro aveva delle zampe posteriori molto lunghe e sviluppate di quelle anteriori. La coda era corta e la pesante testa sbilanciava il corpo in avanti. Grazie ai piedi piatti e larghi , questo quadrupede, poteva contare su una salda presa al suolo. In ogni caso la caratteristica più diversa dagli altri dinosauri è senza dubbio il cranio con il relativo scudo, o collare, nucale. Inoltre poteva ruotare la testa fino a 90 gradi. La bocca è costituita da una forte mascella collegata alla mandibola attrezzata con circa 30-35 denti che termina con un becco. Grazie ai denti molto sottili e taglienti, smaltati da un lato solo, potevano abbattere anche le piante più dure. Avevano inoltre la possibilità di sostituire i denti rovinati. Il loro strumento di difesa era senza dubbio il lungo collo posto sopra gli occhi o sopra il naso, che poteva raggiungere lunghezze fino a 90 centimetri.

Cetiosauridi

In Australia, in Cina, in diversi punti dell’Europa, in Africa e nelle Americhe furono rinvenuti diversi reperti che testimoniarono la diffusione di questi dinosauri durante il periodo Giurassico. Purtroppo, i reperti ritrovati, rimangono per lo più incompleti e ad esempio fino ad oggi non è stata rinvenuta nessuna parte della testa. Quadrupedi, erbivori e provenienti dalla famiglia dei Saurischi, vennero suddivisi in diversi gruppi. I più importanti sono: l’Haplocanthosaurus che era lungo circa 21 metri, mentre i Volkheimeria, i Rhoetosaurus, i Patagosaurus, i Cetiosaurus e gli Austrosaurus avevano una lunghezza che variava dai 12 ai 21 metri e pesavano fino a 5 tonnellate. Dopo diverse classificazioni, l’albero genealogico e la struttura corporea di questi dinosauri, rimangono ancora un mistero. Si ipotizza che avessero un lungo collo, un grande corpo e una lunga coda, che bilanciava insieme al collo i movimenti. La caratteristica più importante è la presenza di alcune fenditure tra le spine vertebrali della coda e del collo. Le zampe posteriori erano più sviluppate di quelle anteriori. Mancando reperti relativi alla testa, si presuppone che i denti fossero poco sviluppati e che il Cetiosauro si cibasse di foglie e di semi di conifere. I solidi artigli che spuntavano dalle dita fornivano sicuramente, a questa famiglia di dinosauri, una difesa efficace contro i predatori.

Diplodocidi

In America del Nord, In Africa, in Europa, in Cina , in Giappone e in Mongolia, furono ritrovati enormi resti di questo dinosauro. Quadrupedi, erbivori, provenivano dalla famiglia dei Saurischi. La forte competizione che nacque tra Marsh e Cope determinò la ricostruzione molto sconfusionata per la fretta di presentare i risultati del rinvenimento. Il Diplodocus era lungo circa 20 metri e poteva alzare la testa fino a circa 12 metri. Questi dinosauri vissero nel periodo Giurassico, tra 195 e 135 milioni di anni fa. In proporzione ad altri erbivori di dimensioni più ridotte, i Diplodicidi erano meno pesanti. Si pensa che questo dinosauro vivesse sulla terra dati i suoi artigli molto sviluppati. Il collo era molto lungo e gli arti molto solidi. La coda era molto lunga, molto mobile, ma assolutamente inadatta al nuoto. Il cervello era veramente ridotto, pensate che le dimensioni erano simili a quelle del cervello di un attuale gatto. Si presuppone che la gestione della struttura fosse comunque coordinata anche da un cervello sacrale, rinvenuto anche in molti altri dinosauri. I denti erano comunque insufficienti a masticare la grande quantità di cibo di cui avevano bisogno. D’altronde si esclude che potessero cibarsi di piante acquatiche. E’ anche vero però che le aperture nasali, posizionate molto all’indietro, inducevano a considerarli anfibi. Di recente però è stato dimostrato che le zampe fornite di artigli molto sviluppati, erano perfettamente in grado di far presa su un suolo solido come era la terra. D’altronde per questi grandi animali rimaneva sempre il problema della pressione dell’acqua che, anche a pochi metri di profondità, avrebbe potuto ostacolare la respirazione. Si pensa quindi che vissero in terre paludose e che in alcune occasioni erano comunque in grado di percorrere brevi tratti attraverso il mare. Vivendo in branchi si difendevano a colpi di coda dagli attacchi dei predatori.

Deinocheridi

Durante una spedizione polacca, nel bacino di Nemegd, in prossimità del deserto di Gobi, in Mongolia, furono rinvenuti gli unici fossili fin ad ora a disposizione. Si suppone che questi dinosauri furono dei bipedi, carnivori e provenienti dalla famiglia dei Saurischi. Questi reperti fossili risalgono al periodo del Cretacico superiore, circa 70 milioni di anni fa. Avendo pochi reperti a disposizione, la ricostruzione della struttura ossea dei Deinocheridi, rimane non molto attendibile. Gli arti superiori erano meno sviluppati di quelli inferiori, ma le tre dita erano estremamente forti. Da ogni dito spuntavano, taglienti, appuntiti ed enormi artigli. Infatti Deinocheurus Mirificus, significa mani terribili e meravigliose. Il Therizinosaurus Cheloniformis fu preso come confronto per ipotizzare la struttura dei Deinochevidi. Da qui l’ipotesi che gli arti inferiori sorreggessero tutto il peso del corpo, mentre la coda serviva per bilanciare l’animale durante i movimenti. Grazie alle possenti articolazioni inferiori erano molto veloci; la bocca finiva con un becco e non aveva denti, mentre le mani servivano sia come arma di difesa che come strumento per la ricerca del cibo. Un altro gruppo di studiosi ipotizzò invece, che questo dinosauro fosse tra i più terribili carnivori presenti sulla terra. Un terzo gruppo di studiosi invece, affermò, dopo un’accurata analisi degli arti anteriori, che il Deinocheirus utilizzasse queste lunghe braccia con lo scopo di imprigionare le prede e successivamente squarciarle con gli artigli. Lo studioso Rozhdestevenky, invece, era dell’idea che questo dinosauro fosse erbivoro e gli artigli gli fossero serviti per reggersi ai rami degli alberi; il nutrimento preferito sarebbero stati frutti e foglie. Nonostante tutto gli sviluppatissimi artigli, ci suggeriscono che questi dinosauri fossero in realtà famelici carnivori.

Dromeosauridi

Vissero durante il periodo Cretacico, fra 135 e 65 milioni di anni fa. I resti furono rinvenuti in America del Nord, in Asia e in Mongolia. Bipedi, carnivori e discendenti dalla famiglia dei Saurischi, erano alti oltre il metro, lunghi tra i 2 e i 4 metri, pesavano fino a 75 chilogrammi. Ostrom gli assegnò il nome di Deinonychus che significa terribile artiglio. Da qui già immaginiamo la conformazione delle zampe che terminavano appunto in artigli molto acuminati. Gli arti inferiori erano molto più sviluppati dei superiori, il cranio era molto capiente e la bocca contava circa 70 denti molto robusti. La muscolatura della bocca fece presupporre che il morso di questo animale era tra i più temibili. Il cervello era probabilmente molto sviluppato e la coda, abbastanza rigida, permetteva un gran bilanciamento durante i movimenti, non che facilità di immediati cambi di direzione durante la corsa. Il corpo era sbilanciato in avanti, e la spina dorsale era parallela al suolo. Si ipotizza che il Deinonychus potesse raggiungere velocità vicine ai 50 chilometri l’ora. Le zampe posteriori erano sviluppate come tutti i bipedi e si pensa che venissero utilizzate anche per dilaniare le prede raggiunte, utilizzando 2 delle 4 dita che aveva un artiglio molto più sviluppato degli altri ma che soprattutto poteva ruotare di 180° gradi. Si pensa che questi dinosauri utilizzassero una buona dose di astuzia nella caccia, riunendosi in gruppi, e sempre pronti a reazioni repentine.

Eterodontosauridi

Questi dinosauri furono i primi della famiglia dei Ornitischi, vissero durante il periodo Giurassico, circa 195 milioni di anni fa, e i loro resti furono rinvenuti in America del Sud, in Africa e in Cina. Bipedi facoltativi, cioè avevano la possibilità anche di muoversi su 4 zampe, erano erbivori e raggiungevano dimensioni non superiori al metro di lunghezza. Con le zampe anteriori scavavano alla ricerca di cibo per poi portarlo alla bocca, mentre con quelle posteriori, molto più sviluppate, potevano darsi alla fuga compiendo lunghi balzi e correndo molto veloce. La dentatura comunque contraddistingue questi Eterodontosauridi che avevano i denti tipici degli erbivori, anche due sviluppate zanne. Il nome significa “sauri dai denti eterogenei” ma si ipotizza che queste zanne erano una caratteristica sessuale e non servissero molto all’alimentazione. La presenza di tasche guanciali indica il tipo di alimentazione erbivora specializzata. E proprio per questo motivo si pensa che alla fine del Triassico, la vegetazione di cui si nutrivano sparì e loro si estinsero per mancanza di cibo.

Fabrosauridi

Vissero dalla fine del Triassico, circa 200 milioni di anni fa, fino al Giurassico. Erano bipedi facoltativi e in talune occasioni anche quadrupedi, erbivori e provenienti dalla famiglia degli Ornitischi. Nel 1970 fu rinvenuto una scheletro completo che venne analizzato per determinare la struttura di questi piccoli dinosauri. Avevano le zampe posteriori molto più sviluppate di quelle anteriori e quindi disponevano di una velocità di fuga non indifferente. Il cranio era di forma rettangolare mentre i denti erano poco sviluppati ma taglienti, quindi si suppone che si alimentassero tagliando il cibo e ingerendolo successivamente senza masticarlo. Questa formazione della bocca è molto simile a quella dell’attuale iguana delle Galapagos. Grazie alla coda molto lunga rispetto al resto del corpo, si difendevano dagli attacchi dei predatori, fuggendo velocemente e cambiando in maniera fulminea direzione. Vissero in zone aride e desertiche e si suppone si cibassero di vegetazione fibrosa. Ma i resti rinvenuti pongono alcuni interrogativi, primo tra tutti il ritrovamento insieme ai reperti fossili di Fabrosaurus anche denti di Saurischi, in più in quella zona la vegetazione era ricca di succhi e non di fibre quindi il ragionamento porto e ipotizzare che quello che era stato rinvenuto non fosse altro che la preda di un carnivoro.

Iguanosauridi

I denti di Iguanodon furono i primi reperti fossili rinvenuti nel 1822 da Mary Ann Woodhouse e Gildeon Mantell. Bipedi obbligati, erbivori e provenienti dalla famiglia degli Ornitischi, avevano dimensioni enormi e vissero nel periodo Cretacico, fra 130 e 65 milioni di anni fa. Gli innumerevoli reperti rinvenuti successivamente fecero dedurre che questi dinosauri avevano popolato la terra in moltissime zone geografiche. Il cranio allungato era simile a quello di un cavallo mentre la scatola protettiva del cervello era di dimensioni ridotte. La bocca terminava con un becco e i denti erano circa 100. Gli Iguanodontidi avevano la possibilità di sostituire completamente i denti con quelli di riserva. Anche qui la presenza di tasche guanciali confermò la loro origine erbivora. La caratteristica più evidente era la lingua lunga come quella di una giraffa che aiutava molto i Iguanodon nel masticare i vegetali. La coda aveva la funzione di equilibrare l’animale durante i suoi spostamenti. Le zampe posteriori molto sviluppate sorreggevano tutto il peso del corpo. Mentre gli arti superiori venivano utilizzati come efficace arma di difesa. Per i predatori era molto difficile attaccare questi dinosauri data le grandi dimensioni. Nel 1878 in Belgio furono ritrovati molti fossili di Iguanodontidi il che fece pensare che ne morirono diversi intrappolati nella palude. Popolavano comunque foreste umide. Si suppone che la cresta sul dorso servisse sia come regolatore termico che in competizione per l’accoppiamento.

Ipsilofontidi

Nell’isola di Wight, in Inghilterra meridionale, vennero rinvenuti ben 23 scheletri. Ma in molte altre parti del mondo furono ritrovati resti di questi Ipsilofodontidi. Bipedi, erbivori e provenienti dalla famiglia dei Ornitischi, vissero dalla seconda metà del Giurassico, 165 milioni di anni fa, fino al Cretacico, 65 milioni di anni fa. Anche se gli esemplari delle specie più sviluppate potevano raggiungere i 4 metri, la media era di circa 1 metro e mezzo, con un peso che si aggirava intorno ai 70 chilogrammi. Questa famiglia di dinosauri visse per una durata stimata circa in 100 milioni di anni. data la struttura ossea si pensa che questi isilofodontidi fossero molto veloci, avendo gli arti inferiori molto snelli e agili, si muovevano con il corpo orizzontale al suolo. La coda serviva per bilanciare l’animale durante i normali movimenti e ancor più durante la corsa. La caratteristica fondamentale di questi dinosauri è senza dubbio la struttura orale. La bocca finiva con un becco, le mascelle erano molto robuste e i denti erano presenti sia nella parte superiore che in quella inferiore. Essendo i denti molti affilati e disponendo di due tasche guanciali per immagazzinare il cibo, gli Ipsilofodontidi avevano la possibilità di nutrirsi adeguatamente sradicando vegetali macinando contemporaneamente. Il collo era snello e non molto lungo, le zampe anteriori avevano 5 dita mentre quelle posteriori solo 4. Con le più recenti analisi si suppone che questo dinosauro avesse popolato le zone terrestri. Essendo molto veloce, grazie alla struttura snella e leggera, utilizzava come strumento di difesa, la fuga. Viene ricordato come uno dei più veloci dinosauri mai esistiti e sicuramente era una delle più difficili prede anche per carnivori molto agguerriti.

Megalosauridi

Vissuti nel periodo che va dalla fine del Giurassico fino al Cretacico, fra 190 e 65 milioni di anni, questi dinosauri si diffusero in Africa settentrionale, in Asia e in Europa. Altri reperti furono rinvenuti anche in Giappone e in Madagascar. Bipedi, Carnivori, provenivano dalla famiglia dei Saurischi, i Megalosauridi avevano dimensioni variabili. Il più piccolo era lungo circa 3 metri e pesava intorno a 1 tonnellata e mezzo, mentre i più grandi erano lunghi 10 metri e pesavano circa 5 tonnellate e mezzo. Nel 1832 questo dinosauro fu il primo ad essere ricostruito da Owen con l’aiuto di un pittore. Ma la ricostruzione non rispecchiava fedelmente la reale struttura ossea e quindi all’inizio si pensò che fosse un quadrupede. Nel 1866 però Cope analizzo molto accuratamente diversi reperti fossili rinvenuti in Colorado e determinò delle caratteristiche molto più attendibili. La bocca era molto grande e permetteva all’animale di aprirla in maniera spropositata. La forte muscolatura e i denti lunghi e seghettati, ben si adattavano alle prede di questo carnivoro. Le zampe inferiori sorreggevano tutto il peso del corpo e terminava con 3 dita, le superiori invece molto meno sviluppate terminavano con 5 dita. Da 3 di queste fuoriuscivano artigli molto affilati e pericolosi. I Megalosauridi vengono considerati tra i più voraci predatori del tempo dato che erano molto veloci, la bocca era dotata di denti simili a zanne e gli artigli delle zampe superiori ferivano mortalmente le diverse prede.

Nodosauridi

Quadrupedi, erbivori e provenienti dalla famiglia dei Ornitischi, questi dinosauri sono vissuti durante il periodo che va dalla fine del Giurassico fino al Cretacico, fra 140 e 65 milioni di anni. I maggiori reperti furono rinvenuti in Asia e in America del Nord. Erano lunghi dai 2 a 7 metri e pesavano fino a 3 tonnellate. Purtroppo i pochi reperti rinvenuti non permettono una fedele ricostruzione, ma la caratteristica fondamentale di questo dinosauro era la corazza fatta di placche ossee. Lo stesso nome infatti “Nodosaurus” significava lucertola a nodi. Alcuni studiosi affermarono che la corazza copriva interamente il corpo di questi erbivori, mentre altri sostenevano che erano più liberi e quindi più agili nei movimenti. D’altronde la forma del collo relativamente lungo e della testa ci fa pensare che appunto i movimenti erano comunque non troppo impacciati dalla corazza. Insieme ai nodi sulla corazza c’erano anche delle spine a scopo difensivo. Le zampe erano corte e terminavano i piedi molto piatti che sorreggevano tutto il peso del corpo. Non essendo molto veloci svilupparono appunto questa corazza che gli permetteva di rinchiudersi appoggiati al suolo con le zampe nascoste e diventare una specie di roccia con punte pericolose, quindi molti carnivori riuscivano ad abbatterli solo se erano in gruppo e capovolgevano il Nodosauro fino a scovare le zone vulnerabili. Si suppone che vivessero in terre aride e che la corazza servisse anche come filtro per i liquidi, i denti poco adatti a masticare vegetali delle foreste, fanno pensare che questi erbivori popolassero soprattutto terre desertiche dove trovavano vegetali molti succosi.

Ornitomimidi

Bipedi obbligati, provenienti dalla famiglia dei Saurischi, non si è ancora accertato con sicurezza se erano erbivori o carnivori. I reperti fossili rinvenuti in Asia centro orientale, in America, in Giappone, in Nord Africa e in Europa hanno permesso di determinare che erano lunghi circa 3-4 metri e che erano vissuti nel periodo del Cretacico. Si pensa che inizialmente fossero carnivori, mentre successivamente, perdendo i denti, divennero erbivori. Popolavano le terre aride del Cretacico e grazie ai loro arti inferiori molto forti e snelli, vengono considerati tra i più veloci dinosauri del Mesozoico. Si pensa che arrivassero alla velocità di 70 chilometri orari. Questi arti terminavano con 3 dita artigliate che facevano un’ottima presa sul terreno. La loro corsa era mossa da lunghe falcate, la testa sbilanciata in avanti, il corpo parallelo al suolo e la lunga coda che bilanciava i movimenti. La loro struttura snella e leggera, la mancanza dei denti e la bocca che terminava a becco fece supporre che fossero veloci fuggiaschi piuttosto che agguerriti predatori. Il loro corpo era molto simile agli attuali struzzi. Un certo King pensò che avendo ritrovato i fossili in zone di grandi savane, questi dinosauri, avessero una dieta simile a quella dello struzzo e quindi onnivori, cioè si nutrivano di tutto. Altri studiosi comunque asserirono che questi animali si nutrissero di insetti, mentre altri ancora di piccoli crostacei.

Pachicefalosauridi

Bipedi obbligati, erbivori specializzati provenivano dalla famiglia dei Ornistichi e vissero nel periodo del Cretacico. I loro reperti fossili furono rinvenuti esclusivamente in America del Nord, in Asia ed in Europa. Successivamente anche in Madagascar. Erano di lunghezze molto variabili, il più piccolo si aggirava intorno ai 50 centimetri mentre il più grande era lungo fino a 8 metri. Evoluti dai più piccoli, grandi circa come un attuale tacchino, con l’andar del tempo crebbero evidenziando la loro caratteristica più particolare: l’ispessimento della calotta cranica. Il cervello di dimensioni ridotte era custodito nella scatola cranica, la bocca terminava a becco, come d’altronde la maggior parte dei Ornitischi, mentre i denti erano 36, tutti piatti e seghettati per poter masticare anche le vegetazioni più dure. il collo era abbastanza tozzo e la coda era ben collegata al resto della struttura dato che doveva ben bilanciare il notevole peso della testa. Le zampe inferiori terminavano con 4 dita e avevano artigli adatti alla presa del terreno, quelle superiori invece erano poco sviluppate e terminavano con 5 dita con degli artigli molto corti. Questa formazione della scatola cranica fa presupporre che per ragioni di gruppo e per difesa questi erbivori combattessero a testate. La struttura ossea era d’altronde adatta a scaricare l’energia assorbita dai violenti colpi. Sembra che solo i maschi disponessero di questo protezione aggiuntiva che utilizzavano appunto nei combattimenti per aggiudicarsi le femmine e il comando del gruppo. Si pensa che i più grandi tra questi dinosauri affrontassero i predatori a testate, ma popolando zone aride e rocciose, il semplice arrampicamento su colline o brevi montagne permetteva loro una più probabile salvezza.

Plateosauridi

In tutta l’America, in Asia, nell’Africa e in Europa meridionale furono rinvenuti diversi reperti fossili che testimoniano la grande diffusione di questi dinosauri sulla terra. Quadrupedi e bipedi facoltativi, erbivori e provenienti dalla famiglia dei Saurischi, questi dinosauri si cibavano di vegetazione ad altezze considerevoli. La loro altezza poteva variare a seconda della specie da 4 a 12 metri e con la testa raggiungevano piante fino a 5 metri dal suolo. Un adulto arrivava a pesare fino a 18 quintali. Vissuti fra il periodo del Triassico superiore fino al Giurassico inferiore, fra 210 e 190 anni. Una caratteristica particolare era la forma dei denti che erano appuntiti e taglienti. Il collo era relativamente lungo e molto muscoloso. Gli arti inferiori erano molto più sviluppati di quelli superiori e sorreggevano tutto il peso del corpo. Grazie alla coda molto lunga e larga, riuscivano a suddividere il carico provocato dal peso del corpo. Dalle impronte rinvenute si presuppone che i Plateosauridi camminavano normalmente a quattro zampe ma ogni tanto fossero in grado di correre per brevi tratti ereggendosi solo su due. Essendo molto lenti e non disponendo di efficaci armi di difesa, si pensa che facessero una vita di gruppo per meglio difendersi dagli attacchi dei predatori. In alcune località a sud di Stoccarda vennero rinvenuti moltissimi reperti appartenenti a questi dinosauri, quindi si pensò appunto che fossero abituati ad una vita sociale. Altri studiosi invece ipotizzarono che fu l’effetto dell’acqua a riunire tutti questi reperti fossili e che l’alto numero dei ritrovamenti fosse dovuto all’alta densità con cui popolavano queste terre.

Protoceratopsidi

Di questo dinosauro sono stati rinvenuti nel deserto di Godi, addirittura 12 scheletri e 76 crani. Popolavano le terre dell’America del Nord e dell’Asia e tra i vari fossili vennero alla luce anche diversi nidi. All’interno delle uova si intravedono le ossa dei Protoceratops. Quadrupedi, erbivori e appartenenti alla famiglia dei Ornitischi, vissero durante il periodo del Cretacico superiore, circa 95 milioni di anni fa. La caratteristica più particolare di questi erbivori era senza dubbio il corno sul muso che terminava in un becco appuntito. Il protoceratops arrivava fino a circa 2 metri e mezzo di lunghezza. Sembra che all’inizio fossero bipedi, mentre poi evolvendosi diventarono quadrupedi. La specie più conosciuta aveva un cranio molto sviluppato e l’osso che terminava a becco si congiungeva con il collare nucale. Pur essendo degli erbivori, la possente muscolatura della bocca permetteva al Protoceratops di avvalersi di una masticazione molto efficace, a tal punto che i sassi utilizzati per digerire, avevano una funzione secondaria nella digestione. I denti, disposti in file verticali, erano molto taglienti, quindi anche la vegetazione più coriacea faceva parte dell’alimentazione di questo dinosauro. Data la mole e la struttura molto pesante, il Protoceratops era molto lento nei movimenti. Le zampe anteriori e quelle posteriori erano circa della stessa lunghezza, anche se si suppone che quelle posteriori sorreggessero maggior peso. La coda molto larga serviva a bilanciare il corpo durante i movimenti. Si ipotizza che questi dinosauri facessero una vita di gruppo, infatti i ritrovamenti avvennero in zone circoscritte, questo tipo di socializzazione serviva loro anche per meglio difendersi dagli attacchi dei predatori.

Stegosauridi

Quadrupedi, erbivori, appartenenti alla famiglia dei Ornitischi, questi dinosauri vissero dal periodo Giurassico fino alla fine del Cretacico per ben 130 milioni di anni. Solitamente molto lenti e pesanti gli Sterosaugus erano alti circa 6 metri e penavano intorno alle 2 tonnellate. Vennero rinvenuti reperti fossili in Europa, in Asia, in Africa e in America del Nord. Il nome Stegosaurus significa letteralmente “sauro coperto” e questo evidenziava la caratteristica più importante di questi dinosauri: una cresta fatta a placche che partiva dalla giuntura tra collo e testa per terminare quasi alla fine della coda. Questa particolarità fu discussa animatamente, per molto tempo, tra i vari studiosi. La prima ipotesi affermava che queste placche erano in qualche modo collegate alle vertebre, ed avevano una funzione difensiva. Contrariamente le placche lasciavano completamente scoperti i fianchi, quindi non avrebbe avuto molta efficacia come arma di difesa. Un’altra ipotesi venne espressa dopo la curata analisi di queste placche. All’interno esisteva una rete di canali, quindi si pensò che potessero essere dei capillari, i quali fungevano da termoregolatori. Dopo diversi esperimenti si scoprì che queste placche assorbivano calore dal sole e lo perdevano con il vento; in più la disposizione che avevano era la migliore possibile per agevolare il compito di termoregolazione. Come molti altri dinosauri lo Stegosaurus, disponeva di un cervello ridottissimo, non più grande di quello di un gatto, e di un altro cervello sacrale per intervenire nelle zone periferiche. La bocca terminava a becco, i denti erano corti, non molto resistenti, e presenti solo nella parte anteriore. Si suppone che si cibassero di foglie che venivano successivamente digerite dallo stomaco. Le zampe posteriori erano molto più sviluppate di quelle anteriori, quindi, essendo un quadrupede, si muoveva con la testa eretta in avanti e in basso. I piedi erano molto larghi e le dita molto robuste e corte. La coda, che bilanciava tutto il corpo, terminava con alcune spine ossee. Si presume infatti che gli Stegosauridi utilizzassero la coda come arma difensiva contro i carnivori.

Spinosauridi

I primi reperti furono rinvenuti in Egitto, ma successivamente anche in Europa, Africa centro settentrionale, America del Nord e Asia meridionale. Purtroppo i già pochi reperti fossili di Spinosaurus vennero distrutti nella seconda guerra mondiale. Probabilmente bipedi, carnivori e appartenenti alla famiglia dei Saurischi questi dinosauri disponevano di una forza sorprendente dovuta alla loro muscolatura e alla loro struttura. Erano lunghi circa 10-12 metri e pesavano circa 6 tonnellate. Come la maggior parte dei bipedi avevano le zampe inferiori molto più sviluppate di quelle superiori. La coda era molto larga e grossa e bilanciava il corpo dell’animale. Il cranio era molto grande rispetto al resto del corpo. Caratteristica più importante era senza dubbio la lunga cresta che partiva dalla giuntura con il collo e finiva dove cominciava la coda. Questa cresta arrivava fino a 1 metro e ottanta di altezza, era ricoperta da una membrana, all’interno passavano moltissimi capillari e serviva allo Spinosaurus per mantenere una adeguata temperatura corporea. Altra probabile funzione di questa cresta era il riconoscimento maschile e le lotte tra simili per aggiudicarsi la femmina. Analizzando attentamente questa particolare cresta, viene evidenziata la sua fragilità quindi si ipotizza che lo Spinosaurus fosse un animale pacifico e poco propenso alle lotte con altri animali. Si presume quindi che si cibassero dei resti lasciati da altri carnivori più agguerriti. Le zone popolate da questi dinosauri, 95 milioni di anni fa, avevano un clima caldo arido con frequenti cespugli e praterie sterminate.

Teratosauridi

Nel periodo del Triassico, 200 milioni di anni fa, vissero i Teratosauridi. Bipedi e carnivori furono tra i primi esemplari di Saurischi. In Africa meridionale e in nord Europa, furono rinvenuti pochissimi reperti fossili; con questi si ipotizzò che avessero una lunghezza indicativa di 6 metri e un peso che variava dai 4 ai 7 quintali. La bocca era fornita di denti affilatissimi e con questi il Teratosaurus attaccava prede molto più grandi di lui. Le zampe posteriori erano probabilmente più sviluppate di quelle anteriori, ma queste ultime terminavano con tre dita da cui spuntavano artigli acuminati. La testa era molto grande, mentre il collo era corto e massiccio. La lunga coda serviva per bilanciare i movimenti dell’animale soprattutto durante la corsa. Si suppone che i Teratosauridi furono gli antenati dei dinosauri.

Tirannosauridi

I reperti rinvenuti in Asia e in America del nord, permisero a Osborn di classificare la specie dei Tyrannosaurus rex. Bipedi obbligati, carnivori, facevano parte della famiglia dei Saurischi, vissuti durante il periodo del Cretacico superiore, circa 70 milioni di anni fa. Questa specie di dinosauri era tra le più evolute. La lunghezza media si aggirava intorno ai 12 metri, mentre l’altezza fino ai 5. Grazie a molti reperti fossili ben conservati, la ricostruzione della struttura del Tirannosaurus, è molto attendibile. Avevano un cranio di dimensioni enormi, era lungo circa 1 metro, mentre il cervello era ridotto. Nella grande bocca c’erano più di 50 denti ricurvi all’indietro, taglienti, seghettati e lunghi fino a 18 centimetri. A differenza di tutti gli altri carnivori, nel Tirannosaurus, i denti cambiavano forma in base alla posizione all’interno della bocca. Le zampe posteriori erano molto sviluppate ma molto corte e sorreggevano il peso del corpo, mentre per quelle anteriori si ipotizzò che servissero per mantenere il partner durante l’atto sessuale. Questi dinosauri erano molto lenti e avevano una coda relativamente corta e massiccia, che serviva per bilanciare il corpo dell’animale durante i movimenti. Le zampe inferiori terminavano con piedi a 3 dita da cui spuntavano artigli mortali. Data la loro mole si ipotizza che questi carnivori, per attaccare la preda, ricorressero all’agguato. Si muovevano comunque a grandi balzi per questo vengono considerati discretamente agili. Si ipotizza che i Tirannosauridi si cibassero di prede già cacciate da altri cannibali. D’altronde nelle praterie del Cretacico il rapporto tra erbivori e carnivori era di 19 a 1, quindi non erano costretti a cacciare le loro prede. Tra i carnivori il Tirannosaurus era uno dei più grandi.

Titanosauridi

Pur avendo rinvenuto reperti in quasi ogni parte della terra, questi sono incompleti a tal punto da non permettere agli studiosi di effettuare una ricostruzione molto attendibile. Quadrupedi, erbivori e provenienti dalla famiglia dei Saurischi, erano dei dinosauri giganti e vissero nel periodo del Cretacico, fra 130 e 65 milioni di anni fa. Purtroppo per quanto riguarda le dimensioni, l’incompletezza dei fossili non permette una sicura determinazione. Confrontandoli con altri dinosauri simili, si suppone che fossero lunghi circa 21 metri e pesassero intorno alle 25 tonnellate. Il collo molto lungo e robusto terminava con un cranio non molto sviluppato, mentre i denti avevano una forma cilindrica. Le zampe posteriori erano più lunghe di quelle anteriori e si pensa assomigliassero a quelle dei camarasauridi. La pelle era certamente dura e rivestita da tubercoli. Fortunatamente in Spagna e in Francia vennero rinvenuti numerose uova fossili. Il diametro di quest’ultime era di circa 3 metri e contenevano all’incirca 3 litri. Vivevano sulla terraferma popolando paludi, ed umide foreste. Si suppone che la coda e il riunirsi in gruppi fossero le loro uniche armi di difesa dai carnivori.