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La Badia Presenta:

Borgo di S.Giovanni Decollato

Cenni storici

PREMESSA

Con questi brevi cenni storici riguardanti il nostro Borgo e la chiesa di S. Giovanni Decollato ho voluto dare un modesto contributo a mantenere vivo il ricordo di quanto i nostri antenati, con molta fatica, visto che le disponibilità economiche nei tempi passati erano di molto inferiori alle attuali, hanno costruito e tramandato fino a noi.

Ho raccolto questi dati con la speranza che la conoscenza della storia della borgata unisca ancor di più i suoi abitanti e li invogli a mantenere vive le antiche tradizioni e a rendere sempre più viva la festa del rione

Massimo Chiapusso, Febbraio 1999

Alla Badia dei "Quaranta del Drapò"

Nei dintorni dell’anno mille Rivara aveva certamente un aspetto diverso da quello attuale. Il torrente Viana aveva un corso completamente diverso e, invece di scendere come oggi verso Pertusio e quindi ai confini con Busano, il suo letto correva praticamente nel bel mezzo dell’attuale paese. Questa situazione faceva sì che la collina ove sorge il castello fosse in una posizione di difesa molto agevole, favorita dagli elementi naturali quali il Viana da due lati ed una scarpata alquanto ripida sul lato verso Pertusio; su di essa cominciò a sorgere il primitivo borgo di Rivara posto a sud-est del castello, tra il castello stesso e la borgata Mantello, nel luogo denominato ville vecchie. Il nostro borgo, quindi, è sicuramente il più antico di Rivara.

Le acque del torrente Viana scorrevano ove oggi sorge Rivara verso S. Bernardino poco prima del quale c’era un ponticello che permetteva di accedere alla chiesa parrocchiale, di qui il nome di "Pianca"; il torrente, infine, dopo aver costeggiato la zona della Braia passava per le Vianelle, nella zona oggi anche detta Prati Nuovi, per proseguire la sua corsa verso il Malone.

Quando Viana cambiò il suo corso, all’incirca verso l’anno 800, si iniziò a costruire l’attuale centro abitato di Rivara, situato in posizione migliore e più assolata, iniziò pure la decadenza e l’abbandono dell’antico borgo.

Si può credere con certezza che la prima parrocchia di Rivara sorgesse dove tuttora sorge la chiesa di S. Giovanni Decollato già alcuni secoli prima dell’anno 1000.

In data 10 agosto 1277 si ha la donazione di due giornate di terreno a S. Giovanni di Rivara, fatta dal conte Corrado.

La giurisdizione spirituale della parrocchia di S. Giovanni in Rivara era, verso il 1000, molto estesa; da lei, ancora nel 1364 dipendeva la popolazione di Forno. Fu infatti redatto in quell’anno in data 10 Aprile, lo strumento di scorporazione di Forno dalla parrocchia di Rivara; in precedenza, quasi sicuramente facevano parte della parrocchia di Rivara anche le popolazioni di Busano, Camagna e Levone.

L’attuale chiesa di S. Giovanni Decollato non ha quasi nulla in comune con la vecchia parrocchiale se non alcuni tratti di muri di fondamenta. Nel corso dei secoli è più volte rovinata e altrettante volte fu ricostruita e rimaneggiata. Già poco tempo dopo che la parrocchiale fu trasferita nella chiesa di Santa Maria, in seguito intitolata a S. Giovanni Battista, nel nuovo borgo di Rivara, la Chiesa di S. Giovanni Decollato, ormai antica e cadente, in pochi anni andò completamente in rovina.

Nel 1418 venne in Piemonte a predicare S. Bernardino. Il santo francescano visitò alcuni paesi del Canavese tra cui anche Rivara. In quel tempo era parrocchia in Rivara l’antica chiesa di S. Giovanni ed in quel luogo, ed anche in aperta campagna, il sant’uomo predicò ai rivaresi che accorsero numerosissimi ad ascoltarlo. Quando la parrocchiale venne trasferita nella chiesa di S. Maria , presso il nuovo borgo di Rivara che nel frattempo continuava ad espandersi, venne anche trasferito nella nuova chiesa il pulpito della vecchia parrocchiale dal quale aveva predicato il santo. Questo pulpito fu utilizzato fino al 1846 quando, per la sua antichità, divenne inservibile e quindi fu sostituito. Nei luoghi della predicazione del santo, sempre nel nostro borgo, venne edificata una cappella dedicata a S. Bernardino, ora di proprietà della famiglia Fessia, nella quale la piccola orchestra è stata costruita con i resti di quel famoso pulpito di cui si è parlato prima, recuperati dal Canonico Teologo Giacomo Gays con l’intenzione di conservarli come preziosa reliquia, il tutto ricordato con un’iscrizione sull’orchestra medesima.

La chiesa del nostro Borgo fu dedicata al martirio di S. Giovanni solo dopo il 1800, prima era denominata "Ecclesia S. Joannis extra terram Ripariae". Innanzi all’antichissima S. Giovanni stava un portico od atrio, sotto il quale solitamente si radunavano i maggiorenti del paese per trattare e decidere cose di particolare importanza; vi convenivano pure i notai per la stipula di atti di compera e vendita come dimostrato dal Cartario del G. Frola il quale riporta che nel 1345 un atto notarile si stipulava sub porticus S. Joannis.

Come altre volte nella sua millenaria storia, dopo il crollo della primitiva chiesa attorno al 1600, la nostra chiesa non tardò a risorgere dalle sue rovine, ma in dimensioni molto più piccole rispetto alle originali ed a quelle attuali. Il fabbricato, ai tempi della prima ricostruzione, occupava lo spazio che attualmente va dalla porta al gradino del presbiterio, il coro, il vecchio altare e la sacrestia sono state eretti nel 1815 grazie alle elemosine di tutto il paese.

Agli inizi dell’800 risale la fattura di un quadro raffigurante il martirio del santo presumibilmente a spese del rettore Don Venere, il quale abitava presso l’antica canonica. Il quadro risulta completamente in rovina agli inizi del ‘900 data a cui risalgono le memorie di Rivara, opera del Teologo Angelo Maria Rocca; l’attuale dipinto su tela, raffigurante il martirio di S. Giovanni Battista posto dietro l’altare, risale al 1927 ed è opera del pittore levonese Pollino.

La chiesa era alla fine dell’800, come lo è tuttora, di spettanza del comune il quale in quegli anni vendette l’annessa casa ed il giardino cintato che per secoli aveva servito da cimitero.

Durante il governo Napoleonico venne fatto divieto, ad opera del sotto-prefetto Marochetti, di seppellire i morti nel cimitero vicino alla parrocchiale, ormai in pieno centro abitato, e, quindi di tornare ad utilizzare il vecchio cimitero alle ville vecchie, quello appunto vicino alla nostra cappella. A seguito di questa ordinanza, con non poche difficoltà la comunità rivarese ottenne di formare il nuovo cimitero a S. Rocco che venne benedetto in data 22 agosto 1802.

La presente chiesa di S. Giovanni Decollato non possiede cose di valore, così dichiara sempre il Rocca nelle sue memorie, ed anche oggi, dopo altri periodi di decadenza, la chiesa è più che altro arredata con addobbi, quadri e banchi smessi da altre chiese rivaresi come l’Annunziata e la parrocchiale.

Il sommo pontefice Pio VI in data 22 aprile 1799 concedeva l’indulgenza plenaria in perpetuo a tutti i fedeli che, confessati e comunicati, visitano la chiesa il giorno della festa, 29 agosto, e nel triduo precedente.

Nel secolo scorso la festa del 29 agosto aveva uno straordinario concorso di popolo e si teneva in qualsiasi giorno fosse occorsa ed era rispettata da tutti nel paese quasi fosse di precetto. Si narra addirittura che un anno l’uva fosse straordinariamente matura alla fine di agosto e che in tutto il paese si fosse già iniziata la vendemmia che però fu da tutti sospesa per accorrere alle funzioni religiose in onore del martirio di S. Giovanni Battista. Dopo i Vespri era usanza godersi lo spettacolo di un grande falò che si incendiava innanzi a S. Bernardino.

La badia dei quaranta del drapò (tratto da: le gaie compagnie dei giovani del vecchio Piemonte di G. C. Pola Falletti di Vlla Falletto)

Nel 1797 Don Venere costituì un’Abadia Di San Giovanni Decollato composta di 40 capi di casa che comprarono la bandiera, ora a brandelli conservata in comune. In questa occasione andarono alle stampe questi sonetti:

Rinnovandosi solennemente – le festive memorie – della – Decollazione – Dell’inclito precursore di Cristo – S. Giovanni Battista – Dal popolo di Rivara l’anno 1798.

Sonetti
Estemporanei
Dedicati
Alla molto magnifica Comunità d’esso luogo proprietaria della Chiesa ad onore del Santo consacrata.


Nel cuor dell’uom, cui di ragione i rai,
ond’è distinto dalle belve, appanna
il fosco velo di passion tiranna,
vaghezza femminil, quanto può mai!
Promette Erode, e giura premj assai
A danzatrice, che co’ vezzi inganna,
chied’Ella il Teschio del Battista; ei danna
a morte ingiusta il Precursore ormai.
Stolto Re che facesti? …. Ecco già langue
l’inclito Eroe: già sull’infame disco …..
Ah! T’appressa, o crudel, mirane il sangue
Miralo, e trema. In sen d’Abramo l’Alma
di Lui lieta volò; ma l’error prisco
a te rinfaccia ancora la fredda salma.

* * *

Godi Rivara. Alfin nel Ciel ritorno
pur fa la bella rubiconda Aurora
nunzia di quello che da Te finora
tanto s’attese, avventuroso giorno.
Godi Rivara: eccheggiar s’oda intorno
il colle, il pian, la valle, e l’onda ognora:
viva l’Eroe, che in questo dì s’onora
di corona immortal le tempia adorno.
Godi, Rivara, il religioso esempio,
la viva fè; l’ardente zel conserva
degli avi tuoi, e va festosa al Tempio
ivi l’Immago, che s’estolle all’Ara
divota ammira, e in Essa un pegno osserva
del celeste favor. Godi Rivara.

In attestato d’ossequio

N. N. N.

(Torino dalla stamperia Mairesse)

Questa Badia, detta dei "quaranta del drapò" agiva come la preesistente Badia rivarese facendo collette per il Borgo per organizzare la festa in agosto nella ricorrenza della decollazione di S. Giovanni; festa introdotta tardi (abbiamo visto infatti che la chiesa fu dedicata al martirio di S. Giovanni solo all’inizio dell’800). Una lettera del Maire di Rivara al prefetto, in data 11 settembre 1811, accenna a disordini avvenuti nella festa della Decollazione di S. Giovanni .

Questa Badia ebbe vita breve (il nonno paterno del Pola ne fu l’ultimo priore); risorse verso il 1860 con l’aggiunta di corse sui carri, ancora in uso ai tempi in cui il Pola scrisse la sua opera in Favria a S. Isidoro, ma dopo qualche anno languì benchè vi prendesse parte l’elemento giovanile con priori e priore. Questa nuova Abbadia non ebbe più importanza nel contesto del comune di Rivara e divenne più che altro la festa del "cantone" solitario in cui sorge la chiesa di S. Giovanni Decollato, con due priori e due priore scelti fra i giovani.

Qui il Pola riferisce un avvenimento relativo alla Badia di S. Giovanni Decollato: il Vicario Generale di Torino Canonico Gonetti, il 30 luglio 1802 ( II Termidoro anno decimo) scriveva al Maire Gays per sapere se era il caso di permettere la festa di S. Giovanni Decollato, dati i contrasti con il rettore Don Venere. Risulta in fondo al quaderno di appunti dell’ avv. Gays, su S. Giovanni Decollato , che il maestro comunale Don Venere, in una visita ai beni della rettoria che spettava al comune, fatta dal Maire con un perito, fece insulti e minacce a mezzo di particolari raccolti ed eccitati da lui, distribuendo loro una botte di vino.

Queste notizie fanno pensare che la Badia dei quaranta del drapò, nata per festeggiare S. Giovanni Decollato, sia stata altresì una novità voluta da un partito ispirato dal maestro Don Venere, in odio al partito conservatore, forse meno entusiasta del nuovo regime Francese e napoleonico.

Presumibilmente anche per l’Abbadia dei quaranta del drapò l’elezione dell’Abbà e della Badessa avveniva durante un ballo.

Si ballava presumibilmente la nizzarda in uso già dal 1600 e dopo aver fatto la correnta il cavaliere che sollevava più in alto la sua dama, dopo avergli fatto fare una serie di salti più o meno lunga cingendo la dama ai fianchi, diveniva Abbà e la sua dama Badessa per l’anno venturo.

La festa perse d’interesse e verso fine ‘800 cadde nuovamente nell’oblio.

L’attuale registro dei conti del priorato di S. Giovanni Decollato inizia nell’anno 1907, anno in cui, ad opera dei possidenti della borgata, veniva ripristinata la festa del martirio del santo caduta in disuso negli anni precedenti. Veniva anche effettuata una colletta tra i sopracitati possidenti per sopperire alle prime spese da effettuarsi per la chiesa che fruttò £ 52,60.

Veniva fondata la nuova pia unione sotto il titolo di S. Giovanni Decollato retta dai primi priori Sig.ri Truffa Antonio e Giovanni e ne furono redatti gli statuti, riportati nelle prime pagine del detto quaderno, che qui riporto integralmente.

Quaderno di spettanza della nuova Pia Unione sotto il titolo di S. Giovanni Battista Decollato stabilita nella cappella della Borgata di S. Giovanni Battista, contenente il nuovo statuto e contenente le regole da osservarsi nel giorno della festa.

Scorso il tempo stabilito dalla Pia Unione sotto il titolo di S. Giovanni Battista Decollato canonicamente eretta con la benedizione della propria bandiera: il sig. Truffa Antonio fu Bernardo unitamente al sig. Truffa Giovanni fu Lorenzo ed alli altri proprietari della Borgata manifestarono il desiderio di ristabilire la Pia Unione di S. Giovanni Battista Decollato in modo puramente religioso, cosicchè fosse escluso ogni altro profano divertimento e ciò non diversamente dalla pratica osservata nelle due Borgate di S. Grato e di S. Gaetano.

Il Reverendo Sig. Pievano menò buona la domanda comunicatagli a condizione di formarne lo statuto come norma delle funzioni religiose.

I due nominati sig.ri Antonio e Giovanni Truffa d’accordo con tutti i possidenti della Borgata, a tale scopo fecero una colletta per le prime spese a farsi e ne presentarono il rendicontopromettendo l’osservanza dello statuto come segue:

  1. La Pia e religiosa festa di S. Giovanni Battista Decollato avrà luogo 29 di Agosto o la prima domenica di Settembre, se la festa del santo avesse luogo in giorno feriale si potrà cantare anche in detto giorno la Messa al mattino per cura di qualche privato come preparazione alla solennità a farsi. Alla vigilia di detta festa vi sarà, verso sera, il canto del Vestro e Benedizione del Santo Sacramento.
  2. Nel giorno della Festa, non più tardi alle ore dieci, si canterà Messa Solenne quando si abbiano i ministri o cantata non diversamente da quanto si pratica nelle altre Cappelle campestri della Parrocchia di Rivara.
  3. Se non mancheranno i mezzi, il Priore nominato avrà diritto di ordinare l’esposizione del Santissimo Sacramento dopo finita la Messa Cantata.
  4. Alle ore tre pomeridiane precise si canterà il Vespro a cui seguirà la benedizione del Santissimo Sacramento colla nomina dei Priori e Priore e per ultimo la Processione Solenne dalla Cappella alla Chiesa Parrocchiale ove si darà la Benedizione.
  5. Sarà dovere del Sig. Priore comunicare l’invito per la solenne Processione alle Venerande Compagnie del Paese, provvedendo pure i cantori per il canto della Messa.
  6. La scelta dei sig.ri Priori e Priore dovrà avere l’approvazione del parroco, i cui diritti parrocchiali non eccederanno mai £ dieci (10) compresa l’applicazione della Messa a bene dei proprietari della Borgata.
  7. Per le spese occorrenti si farà la colletta dell’elemosina nella stessa Cappella di S. Giovanni Battista nelle relative funzioni con incarico al Priore di ritirare le offerte ricevute e presentarne il rendiconto alla fine dell’anno a suo scaricamento. Le Priore assisteranno alle Funzioni colla massima devozione.
  8. Il Priore nominato promette di occuparsi dell’ordine necessario nel giorno della Festa e specialmente nella Processione a farsi del Santissimo Sacramento.
  9. L’addobbo ed il decoro della Cappella, priva dei richiesti arredi, si lascia a disposizione del sig. Priore.
  10. Alla morte di qualcuno della Borgata, il Priore potrà darne l’avviso col suono della campana di detta cappella, con invito alla recita del Santo Rosario.

Verbale di nomina dei primi priori nell’anno 1907.

Coll’elemosina dei proprietari appartenenti alla zona di S. Giovanni Decollato, il sig. Truffa Antonio coadiuvato dal sig. Truffa Giovanni e col consenso del molto Reverendo nostro Presidente, abbiamo fatto fronte alle spese occorse per le funzioni di detto Santo.

Nell’anno del Signore 1907 alli 30 Agosto, nella cappella di detto Santo, sotto la presidenza del molto Rev.do Don Giuseppe Tarizzo, diversi proprietari formarono un consorzio e diedero per iscritto quattro candidati affinchè venissero eletti a Priori e Priore pel successivo anno (1908) del tenore seguente 1° Basolo Paolo fu Antonio 2° Milano Pietro di Domenico Priore 1° Gays Maria di Domenico 2° Picco Maria di Giovanni e vengono investiti di tutti i diritti loro inerenti.

Seguono i conti dell’anno.

I verbali di nomina dei Priori, approvati dal parroco sono presenti fino al 1920, da quell’anno vengono solo riportati i nominativi dei priori per l’anno in corso, le spese e l’entrate della gestione.

Dai primi anni del secolo sino al 1911 risulta usanza lo sparo di mortaretti nel giorno della festa per il quale si richiedeva un regolare permesso in comune.

Nei primi anni dal ripristino della festa vengono fatte spese per l’acquisto di servizi da tavola e da cucina per la festa dell’Abbadia, vengono fatte costruire tavole, acquistate tende e funi per isolare lo spazio adibito a cucina, è notificata la spesa per l’affitto del prato dove si svolge la festa

I componenti dell’Abbadia festeggiavano, quindi, con un pranzo all’aperto nei pressi della Cappella la festa di S. Giovanni Decollato, quest’usanza proseguì sicuramente sino al 1920, dopo non si hanno più riscontri sul registro dei priori. Di tutta l’attrezzatura da cucina e dei servizi da tavola nonché delle tavole non resta altro che una tovaglia e dei tovaglioli custoditi in uno degli armadi della sacrestia, siglati S.G.D. in rosso (San Giovanni Decollato) ed i bauli che servivano a custodirli.

Sino al 1922, con la sola esclusione degli anni della prima guerra mondiale in cui la festa si riduce alla sola funzione religiosa, sopravvive l’usanza di effettuare due collette all’anno in favore della Pia Unione di S. Giovanni Decollato, una del grano ed una della meliga (granturco) che poi venivano venduti ed il ricavato utilizzato per il mantenimento della chiesa e per le funzioni religiose. Numerose, in quelle occasioni, erano anche le offerte in denaro.

Come abbiamo già visto, la Chiesetta di S. Giovanni Decollato risulta decisamente spoglia all’inizio del ’900 ed anche qui come d’uso in quasi tutte le chiese, sicuramente per migliorarne l’acustica (allora non esistevano impianti di amplificazione) e nel caso nostro anche per dare un poco di decoro all’ambiente, venivano rivestite le pareti con dei tendaggi. La Parrocchiale e altre chiesette rivaresi possedevano le loro tende mentre a S. Giovanni Decollato si affittavano. Per molti anni viene riportata la spesa relativa all’affitto e alla manodopera necessaria per la sistemazione dei tendaggi alle pareti ad opera del sig. Battaglia.

Alcuni anni dopo vengono affittate anche le tappezzerie (tende) della chiesa della Madonna di Viana per abbellire l’Altare.

Nel 1911 viene registrata come spesa una offerta ai portatori del baldacchino durante la processione, anni dopo si paga alla parrocchiale l’affitto dell’armonium per la cantoria ed il suo trasporto, proprio non si faceva nulla per niente in allora!

Dal 1922 fino al 1937 viene effettuata nella Borgata la colletta a favore di S. Giovanni Decollato.

Nel 1921 viene riparata e dipinta la facciata della chiesa, si ridipinge anche il portale, nel 1922 viene riportata la spesa per la tinteggiatura dell’interno della chiesa (pareti e zoccolo).

Nel 1927 vengono riparati il tetto e gli infissi, il tetto viene ricontrollato successivamente nel 1933.

Dal 1927 ad ogni anno viene eletto un solo priore.

Nel 1934 viene riparato l’altare della sacrestia e viene acquistata una pianeta da morto, segno che nella nostra chiesa venivano celebrati dei funerali.

Dal 1935 non viene più fatta la colletta per le case della Borgata. Con i soldi della cassa vengono riparati il tetto con la sostituzione di molte tegole e di diversi listelli rotti, viene ridipinto l’Altare maggiore in cemento e stucchi e viene foderato l’interno del tabernacolo.

Nel 1935 viene acquistato il calice in argento tuttora in uso, nel 1967 vengono acquistati l’ostensorio e la patena.

Dal 1940 la festa si riduce alla sola funzione religiosa, non vengono più eseguiti lavori di manutenzioni e pian piano, con il passare degli anni, la struttura della chiesa inizia a patire i danni dell’incuria. Nel 1967 i Priori Armella Carlo e Gianotti Filippo aprono una sottoscrizione in tutto il paese di Rivara per riuscire ad eseguire i lavori di manutenzione che sono ormai irrimandabili. Vengono restaurati i muri interni ed esterni, si riparano i cornicioni e si rifanno le decorazioni interne e della facciata, viene costruito il marciapiede in cemento davanti alla chiesa, si sostituiscono i vetri delle finestre, vengono dorate le cornici dei quadri della via crucis (provenienti dalla chiesa parrocchiale). Il pavimento, in piastrelle di cotto, viene verniciato per ridurre lo sfaldamento delle piastrelle dovuto all’umidità sottostante con il dannoso risultato di impedire la traspirazione e facendo di conseguenza aumentare l’umidità nei muri. La verniciatura del pavimento viene ripetuta nel 1973/74 ed infine nel 1979.

Nel 1973 viene fatto l’impianto elettrico di illuminazione nella chiesa; fino ad allora le funzioni venivano celebrate a lume di candela e la Messa serale della novena doveva avere un fascino tutto suo e , se si vuole, anche un tocco di lugubre visto che anche all’esterno non era ancora presente l’illuminazione pubblica. La chiesa viene dotata di un altare rivolto verso l’assemblea.

All’inizio degli anni ’80 si fatica a trovare i priori sicchè la festa torna in mano ai giovani del rione, sono priori Simonetto Mario e Benevenuta Paolo poco più che ventenni entrambi.

Nel 1987, con priori Gillone Ugo e Chiapusso Massimo, nasce l’idea di un profondo restauro della cappella i cui lavori sono in corso ancora oggi ad opera di molti volontari del rione che si sono impegnati per spostare arredi, sbancare per la costruzione del vespaio sotto il pavimento indispensabile per debellare l’umidità che rovinava i muri, scrostare le pareti per il rifacimento dell’intonaco. Grande impegno è stato profuso dai Sig.ri Basolo Franco e Raveraira Stefano nonché dalla famiglia Bruno per la posa del nuovo pavimento e il rifacimento dell’intonaco delle pareti.

Nel 1998 si rifà l’impianto elettrico e di illuminazione, vengono sostituite le finestre e, cosa importante, si tenta di rifondare la vecchia Abbadia di S. Giovanni Decollato con i principali compiti di portare a termine i lavori di manutenzione in modo da non lasciare cadere in rovina un così importante monumento storico di Rivara, di evitare l’alternarsi di periodi di fasto e di decadenza della nostra cappella di cui è costellata la sua storia e di rivitalizzare la festa della nostra borgata con il ritorno ad antiche tradizioni come la recita del Vespro con la solenne Benedizione Eucaristica (unica in Rivara) e con l’aggiunta di momenti di allegria che nel 1998 hanno visto la partecipazione alla festa della banda Rivarese e del gruppo I Quarelli che ha offerto alla gente della borgata una serata canora nella chiesa di S. Giovanni Decollato.

Un grosso ringraziamento va alla gente della borgata che con offerte cospicue durante le collette del 1997 e 1998 ha permesso la realizzazione dei lavori di restauro di questi ultimi anni.

Bibliografia:

  1. Bertolotti: Passeggiate nel Canavese (biblioteca di Rivara)
  1. M. Rocca: Memorie di Rivara

G. C. Pola Falletti di Villafalletto: Le gaie compagnie dei giovani del vecchio Piemonte

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