Centri di Ascolto del Vangelo 2001- 2002
Vangelo secondo Giovanni

alcune note per gli operatori
1° SCHEDA
2° SCHEDA
3° SCHEDA
4° SCHEDA
5° SCHEDA
6° SCHEDA
7° SCHEDA
PREGHIERE

Schede 

Introduzione.

La presenza dei C.d.A. crea una situazione provvidenziale nelle nostre comunità e vuole costituire uno stile permanente dell’azione pastorale. La prima cosa da curare è che questi C.d.A. continuino a crescere: la loro cura consente alle nostre parrocchie di evangelizzare tutti, tramite le convocazioni periodiche, gli incontri formativi e l’attività caritativa nel territorio, dando spessore evangelizzante e missionario alla pastorale ordinaria.

Una particolare attenzione va rivolta alla formazione degli operatori pastorali   (animatori, coordinatore, segretario) impegnati a sostenere il cammino del C.d.A.

Con loro è bene avere un incontro possibilmente mensile:

Per illuminarli sulle motivazioni che sostengono la scelta dei C.d.A.

Per ascoltare le loro difficoltà e cercare insieme piste di soluzione.

Per preparare gli incontri mensili.

Per verificare il cammino fatto e progettare il futuro.

Il parroco visita periodicamente, a rotazione, i C.d.A.: ascolta, incoraggia, illumina e prega con loro. Nelle liturgie comunitarie è bene ricordare la realtà dei C.d.A. (nell’omelia, nelle preghiere dei fedeli, ecc.) per rendere consapevole e partecipe tutta la comunità parrocchiale.

Il C.d.A. per sua natura:

Non è un gruppo di catechesi

Non è un gruppo biblico ( nel senso di “solo studio”)

Non è un gruppo di sola preghiera,

ma vuole essere un gruppo che vive la fraternità cristiana, alimentata dalla Parola di Dio per essere segno della carità di Cristo in mezzo ai fratelli.

Il Centro di Ascolto del Vangelo è il luogo dove promuovere, in un incontro tra le persone in stile di amicizia, un iniziale esercizio di confronto vita – Vangelo e di impegno per cambiare la realtà e qualche breve forma di preghiera comunitaria.

È il luogo per sensibilizzare le persone, anche lontane dalla vita della Chiesa, a vedere i fatti della vita alla luce della Parola di Dio.

 

Metodo per gli incontri nei piccoli gruppi

 

Partire dall’esperienza umana di gruppo:

constatare i fatti, gli avvenimenti, le situazioni, le esperienze in cui i partecipanti sono in qualche modo implicati;

analizzare la realtà o approfondirne il significato (contesto, motivazioni, aspirazioni, atteggiamenti);

identificarsi (rispecchiarsi) nel problema analizzato, da parte delle persone del gruppo.

Illuminare l’esperienza con la Parola di Dio:

consultare la Bibbia, che è centrata in Cristo, nei suoi comportamenti profondi, nel  suo mistero, nelle sue parole e azioni;

meditare e pregare.

Confrontare la vita con la Parola:

che ci chiama a conversione di quanto non corrisponde, nella nostra vita, al volere di Dio;

che ci sollecita a sviluppare quanto è conforme al volere di Dio.

Impegnarsi:

verso “l’uomo nuovo”;

linee di un’immagine di uomo rinnovato in Cristo; chiamata a rinnovamento interiore; incidenza storica dell’uomo nuovo; testimonianza peculiare del cristiano;

presa di coscienza, assunzione di responsabilità o impegno concreto, a livello personale e comunitario.

 

alcune note per gli operatori

 

Animatore del Centro di Ascolto

 

L’animatore ha il compito di guidare il C.d.A.

L’animatore non è:

uno che parla davanti agli altri che ascoltano

uno che insegna a chi non sa

uno che ammonisce e che rimprovera

uno che è e che sa più degli altri.

L’animatore è:

uno che guida la riunione

uno che fa parlare gli altri ordinatamente

uno che aiuta tutti a dire ciò che pensano

uno che aiuta a rispettare i tempi stabiliti per ognuna delle parti dell’incontro (5 minuti per l’introduzione; 15-20 per la prima parte; 15-20 per la seconda parte; 10 per la terza parte; 5 per la conclusione).

 

Suggerimenti per l’Animatore dei Centri di Ascolto:

prima dell’incontro legge con attenzione la scheda di lavoro.

Porta sempre con sé la Bibbia.

Arriva al luogo dell’incontro almeno 10 minuti prima degli altri.

Ascolta tutti con attenzione, assicurando che parlino uno alla volta e che siano ascoltati tutti; proteggere la libertà di ciascuno a tacere e a parlare, senza però che alcuno monopolizzi la parola.

Evita di lodare troppo intensamente qualche intervento e soprattutto di disprezzarne qualche altro.

Aiuta a dialogare e ad evitare polemiche, discussioni, “dibattiti a due”.

Senza irrigidirsi sulla precisione metodologica, ha cura che ogni parte dell’incontro sia toccata e approfondita, senza soffermarsi troppo a lungo sul primo punto rischiando di passare rapidamente sugli altri (occhio all’orologio).

 

Coordinatore del Centro di Ascolto

Il coordinatore ha il compito di “organizzare” il C.d.A., perché tutti partecipino e tutto funzioni bene.

Nei confronti delle famiglie che hanno aderito al Centro di Ascolto, ha cura di informarle per tempo della data, dell’ora e del luogo degli incontri.

Riunisce il gruppo e sollecita la partecipazione.

Cerca di risolvere le difficoltà logistiche (sedie, cartelloni, ecc.).

É il custode dell’armonia del gruppo, esprime entusiasmo, fiducia e ottimismo.

Accoglie tutti con calore, saluta e provvede alle presentazioni all’inizio del primo incontro.

Aiuta ognuno a sentirsi a proprio agio.

Al termine dell’incontro invita tutti alla serata successiva.

Se qualcuno non è intervenuto all’incontro, si informa con discrezione, mostrando comprensione  per i problemi che può avere avuto.

 

Segretario del Centro di Ascolto

Il Segretario del Centro di Ascolto:

Prima dell’incontro legge con attenzione la scheda di lavoro.

Arriva al luogo dell’incontro almeno 10 minuti prima degli altri.

Porta sempre con sé il block-notes per prendere appunti, una penna e il foglio-diario su cui scrivere l’incontro.

Ascolta con attenzione le persone che parlano.

Prende appunti sulle cose più interessanti che si dicono, scrivendo alcune frasi significative e le osservazioni che sono state fatte. Non deve preoccuparsi di scrivere completamente tutto ciò che viene detto.

Essendo a pieno titolo parte del C.d.A., può manifestare il suo pensiero.

Descrive il “clima” che si vive nel gruppo, se c’è dialogo tra le persone, se tutti hanno partecipato, ecc.

Farà una sintesi dei contenuti, facendosi aiutare dall’Animatore alla fine dell’incontro, per integrare gli appunti e compilare il foglio diario dell’incontro.

Annota le cose belle ma anche i dubbi, le domande e i quesiti che sono emersi nel gruppo. Il foglio sarà consegnato al più presto in parrocchia.

 

N.B.: i tre incaricati (Animatore, Coordinatore, Segretario) possono essere  anche svolti da due persone o da una sola. È preferibile, per quanto possibile, distribuire i compiti e coinvolgere più persone.


NOTE:

Le seguenti schede sono presentate in forma di “prima bozza”, di “traccia” da completare ed arricchire dalla Comunità parrocchiale o dal Centro di Ascolto in cui verrà usato.

Ciò che va “rispettato” è il metodo: metodo che aiuta a fare discernimento comunitario, a confrontare fede e vita per un impegno a migliorare la propria vita personale e comunitaria e l’ambiente in cui si vive a partire dalla illuminazione delle fede.

 

Per l’anno pastorale 2000-01 vengono proposte 7 schede per altrettanti incontri a cadenza mensile, oppure da svolgere nei tempi forti dell’anno liturgico. I temi sono tratti dal Vangelo di Giovanni; alcuni commenti ai testi biblici sono tratti dal volume di R. Gradara: “Io sono la via, la verità e la vita”.

 

Nel caso in cui si desideri effettuare un maggiore numero di incontri, si possono scegliere – seguendo lo stesso metodo qui suggerito - altri brani del vangelo di Giovanni, facendo riferimento al volume “Io sono la via, la verità e la vita”.


1° Scheda

 

RIPARTIAMO

Gv. 14, 1-6

 

Saluto e accoglienza

Introduzione:

Iniziamo un nuovo anno pastorale; abbiamo nel cuore tante aspettative e desideri…

La vita cristiana è un continuo cammino, un itinerario verso una crescita, è un pellegrinaggio.

Iniziamo questa esperienza del Centro di Ascolto per un di più, per un meglio per la nostra vita personale e per la crescita della comunità parrocchiale.

Invochiamo lo Spirito Santo che fa nuove le cose perché renda viva la nostra attesa, dia forte motivazione e slancio ai nostri primi passi.

 Preghiera: Sequenza allo Spirito Santo

Vieni, Santo Spirito                                                Senza la tua forza

manda a noi dal cielo                                             nulla è nell’uomo,

un raggio della tua luce.                                       nulla senza colpa.

 

            Vieni, padre dei poveri,                                        Lava ciò che è sordido,

            vieni, datore dei doni,                                           bagna ciò che è arido,

            vieni, luce dei cuori.                                          sana ciò che sanguina.

 

Consolatore perfetto;                                             Piega ciò che è rigido,

ospite dolce dell’anima,                                        scalda ciò che è gelido,

dolcissimo sollievo.                                             drizza ciò che è sviato.

 

            Nella fatica, riposo,                                                    Dona ai tuoi fedeli

            nella calura riparo,                                                    che solo in te confidano

            nel pianto, conforto.                                                i tuoi santi doni.

 

O luce beatissima,                                       Dona virtù e premio,

invadi nell’intimo                                                      dona morte santa,

il cuore dei tuoi fedeli                                          dona gioia eterna.

 

       Diamo voce alla nostra esperienza

Viviamo un tempo caratterizzato da un cambiamento accelerato, tutto diventa provvisorio. Anche la Chiesa è pellegrina e va verso forme nuove di pienezza. In questo contesto, cosa ci motiva, ci sprona a riprendere questo cammino?

Quali difficoltà sentiamo di dover superare?

       In ascolto della Parola

La Bibbia viene posta al centro del tavolo con un fiore e un lumino acceso.

L’animatore proclama ad alta voce: “Gesù, Tu sei via, verità, vita”.

L’assemblea risponde ripetendo l’acclamazione.

Lettura: Gv. 14, 1-6.

            “Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io. E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso: “Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?” Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”. Parola del Signore.

Commento:

Gesù è la Via perché la sua Parola è Verità e perché Lui ci ha amato fino a dare la vita per noi. Solo rimanendo in Lui portiamo frutto.

È Lui che guiderà i passi del nostro itinerario.

È Lui che sarà al centro dei nostri incontri, delle nostre preghiere, delle nostre riflessioni.

Lui sarà con noi e ci incoraggerà, come i discepoli: “ Non temete, io sono con voi”. “Non temere piccolo gregge”.

È Lui che ci fortificherà, spronerà la nostra volontà di amarci.

La sua Parola che dà vita sarà luce e pane per il cammino di questo anno.

Lo Spirito di Gesù non ci lascerà orfani, sarà il nostro Consolatore.

Silenzio.

Lettura personale, risonanze.

 

       Per un domani migliore

Animatore: stiamo ripartendo, mettiamo le premesse per fare bene questo cammino: cosa possiamo fare per fare bene questo itinerario; quali aiuti ci possiamo dare; cosa dovremo evitare?

Riflessione personale

Comunicazione nel gruppo.

 

Preghiera finale

Ripartiamo con gioia, il Signore è nostro custode, ci copre con la sua ombra, ci proteggerà da ogni male. Salmo 121 (120):

“Alzo gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto?

Il mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra.

Non lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode.

Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d’Israele.

Il Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta alla tua destra.

Di giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte.

Il Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita.

Il Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per sempre”.

 


2° Scheda

RINASCERE

Gv 3, 1-21

Saluto e accoglienza.

Introduzione:

Di fronte alla vita ci consideriamo o tanto perfetti da non dovere più cambiare o tanto limitati da non tentare più un superamento di noi stessi, guardiamo al nostro futuro come una cosa scontata o senza speranza.

La vita cristiana è un invito costante a rinascere, a diventare nuovi, a crescere, a superarsi, quindi a guardare al futuro con speranza.

Lo Spirito del Signore presente con noi, ci aiuti a guardare la pienezza della vita, di grazia, di santità a cui Dio ci chiama e ci dia il coraggio di vedere questo nostro tempo come un punto di partenza.

Preghiera allo Spirito Santo.

Siamo qui dinanzi a te, o Spirito Santo:

sentiamo il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti nel tuo nome;

vieni a noi, assistici, scendi nei nostri cuori: insegnaci tu ciò che dobbiamo fare,

mostraci tu il cammino da seguire, compi tu stesso quanto da noi richiedi.

Sii tu solo a suggerire e guidare le nostre decisioni, perché tu solo,

con Dio Padre e con il Figlio suo, hai un nome santo e glorioso: non permettere che sia lesa da noi la giustizia, tu che ami l’ordine e la pace;

non ci faccia sviare l’ignoranza, non ci renda parziali l’umana simpatia, non ci influenzino cariche o persone;

tienici stretti a Te col dono della grazia, perché siamo una sola cosa in Te e in nulla ci discostiamo dalla verità.

Fa’ che, riuniti nel tuo santo nome, sappiamo contemperare bontà e fermezza insieme, così da far tutto in armonia con Te, nell’attesa che, per il fedele compimento del dovere, ci siano dati in futuro i premi eterni. Amen.

 

Diamo voce alla nostra esperienza.

È tempo di una nuova primavera, tempo propizio per la semina evangelica, è un tempo di rinascita.

Siamo all’alba di una nuova epoca.

Quali sono i segni di rinascita che vediamo

nella nostra comunità parrocchiale?

nel nostro quartiere?

Cosa li ha provocati?

Quali i segni di stanchezza, di abitudinarietà… che ci chiedono un superamento?

Se non li superiamo, dove ci porteranno?

 

In ascolto della Parola

La Bibbia viene posta al centro del tavolo con un fiore e un lumino acceso.

L’animatore proclama: “Chi crede in Te, Signore Gesù, ha la vita eterna”.

L’assemblea risponde ripetendo l’acclamazione.

 

Lettura di Gv. 3, 1-21

C’era tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò da Gesù, di notte, e gli disse: “ Rabbì, sappiamo che sei un maestro venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non è con lui”.

Gli rispose Gesù: “ In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce dell’alto, non può vedere il regno di Dio”. Gli disse Nicodèmo: “Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?”. Gli rispose Gesù: “In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti meravigliare se ti ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove va: così è chiunque è nato dallo Spirito”.

Replicò Nicodèmo: “Come può accadere questo?” Gli rispose Gesù: “ Tu sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio dell’uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna”. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi per mezzo di Lui. Chi crede in Lui non è condannato; ma chi non crede è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce, perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le loro opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio.

Parola del Signore.

 

 

Commento:

Nicodèmo era un uomo colto e onesto, non ne poteva più di quello che stava capitando e aspettava con ansia qualcuno che portasse un po’ di tranquillità e fiducia.

Nicodèmo lo cercava con la trepidazione e sofferenza interiore che ogni scelta di vita comporta. Alla domanda di Nicodèmo Gesù risponde che bisogna rinascere di nuovo. Non si tratta di una rinascita fisica, ma riguarda la mentalità: vanno cambiati la testa e il cuore; solo chi è disposto a cambiare modo di pensare può capire il progetto di Dio. Con il cuore vecchio, quello radicato nei pregiudizi e pieno di paure non possono capire assolutamente che “Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio, l’unico Figlio, perché il mondo sia salvato per mezzo di Lui”. Il mondo che Dio ama siamo noi che nel Battesimo abbiamo ricevuto la dignità di figli di Dio. Dio ama la nostra vita e la vuole rendere più piena e abbondante. Per realizzare questo progetto Lui stesso si è messo in cerca dell’uomo, si è fatto dei nostri, solidale con noi; pienamente e totalmente. Questa è la grande e insperata, bella notizia che Gesù rivela a Nicodèmo e attraverso Lui a tutti noi.

 

Silenzio.

Lettura del testo – risonanze

 

Per un domani migliore.

Animatore: L’amore di Dio non è rassegnato; non gli vanno bene le cose come stanno; l’amore di Dio è esigente e liberante.

Ci chiediamo: Cosa possiamo fare per portare a compimento, a maturità quei germi di rinascita che abbiamo evidenziato?

Cosa fare per superare le nostre difficoltà?

Riflessione personale.

Comunicazione nel gruppo.

 

Preghiera finale

MARIA, DONNA IN CAMMINO.

Santa Maria, donna in cammino, come vorremmo somigliarti nelle nostre corse trafelate.

Donaci, ti preghiamo, il gusto della vita. Facci assaporare l’ebbrezza delle cose. Offri risposte materne alle domande di significato circa il nostro interminabile andare. Santa Maria, donna in cammino, fa’ che i nostri sentieri siano, come lo furono i tuoi, strumento di comunicazione con la gente, e non nastri isolanti entro cui assicuriamo la nostra aristocratica solitudine.

Prendici per mano e facci scorgere la presenza sacramentale di Dio sotto il filo dei giorni, negli accadimenti del tempo, nel volgere delle stagioni umane, nei tramonti delle onnipotenze terrene, nei crepuscoli mattinali di popoli nuovi, nelle attese di solidarietà che si colgono nell’aria.

Facci volgere gli occhi verso i monti da dove verrà l’aiuto. E allora sulle nostre strade fiorirà l’esultanza del “Magnificat”. Amen.


3° Scheda

 

LA GIOIA DEL PERDONO

Gv. 18, 15-18.25-27; Gv. 21, 15-17

 

Saluto e accoglienza

Introduzione

Non è facile perdonare. Quasi sempre rispondiamo al male con il male; la debolezza, i limiti, i peccati degli altri non sempre fanno emergere il meglio di noi come persone e come cristiani; mettiamo in moto i nostri dinamismi di difesa e distacco, di aggressività, di orgoglio.

L’incontro di oggi vuole mettere nel nostro cuore la gioia di sentirci perdonati e di perdonare. L’amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo prenda il sopravvento in noi e possa esprimersi nella gioia del perdono e del sentirsi perdonati.

Preghiera di S. Francesco: 

PREGHIERA SEMPLICE

O Signore, fa di me uno strumento della tua Pace.

Dove è odio, fa ch’io porti l’Amore.

Dove è offesa, ch’io porti il Perdono.

Dove è discordia, ch’io porti l’Unione.

Dove è dubbio, ch’io porti la Fede.

Dove è errore, ch’io porti la Verità.

Dove è disperazione, ch’io porti la Speranza.

Dove è tristezza, ch’io porti Gioia.

Dove sono le tenebre, ch’io porti la Luce.

O Maestro, fa ch’io non cerchi tanto:

Essere consolato, quanto consolare.

Essere compreso, quanto comprendere.

Essere amato, quanto amare.

            Poiché:

Si è: Dando, che si riceve:

perdonando che si è perdonati;

morendo, che si risuscita a Vita Eterna.

 

Diamo voce alla nostra esperienza.

    Stiamo vivendo un tempo che tenta di superare ciò che divide, ciò che è distante. Si parla con più decisione di curare armonia, pace fra i popoli.

    Anche la Chiesa, le diverse confessioni cristiane fanno passi di riconciliazione, di   richiesta di perdono, si muovono sulla strada dell’unità.

Ci chiediamo:

* nella realtà sociale ed ecclesiale che ti circonda vedi alcuni di questi segni? quali?

* Quali sono le realtà che richiedono passi di riconciliazione e di perdono a livello di vita sociale, di comunità parrocchiale, tra le nostre famiglie?

 

In ascolto della Parola.

La Bibbia viene posta al centro del tavolo con un lumino acceso ed un fiore.

L’animatore e il gruppo cantano: Alleluia; con un versetto di acclamazione alla Parola.

Lettura di Gv. 18,15-18. 25-27; 21,15-17

Intanto Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entro con Gesù nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote, tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. E la giovane portinaia disse a Pietro: “Forse anche tu sei dei discepoli di quest’uomo?”. Egli rispose: “Non lo sono”. Intanto i servi e le guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano; anche Pietro stava con loro e si scaldava.

Intanto Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: “Non sei anche tu dei suoi discepoli?”. Egli lo negò e disse: “Non lo sono”. Ma uno dei servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato l’orecchio, disse: “Non ti ho forse visto con lui nel giardino?”. Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò.

Quand’ebbero mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: Signore, tu sai tutto; tu sai che ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle”.

Parola del Signore.

 

Commento:

Pietro, pur avendo promesso fedeltà e dedizione, ha rinnegato Gesù per ben tre volte nel momento più drammatico della sua vita. Dopo queste esperienze Gesù lo incontra e non gli rinfaccia il tradimento, non mette il dito sulla piaga ma con la domanda posta tre volte “Mi ami?” mette Pietro in condizione di riconoscere e di esprimere la sua grande capacità di amare e di superare il rimorso, il senso di colpa e di essere capace di assumere e dare la vita per il ministero che Gesù gli affida quando gli dice “Pasci le mie pecorelle”.

Come Gesù ha perdonato Pietro, cosi perdona anche noi ogni volta che ci accostiamo al sacramento della riconciliazione e ci dona l’energia per esprimere la gioia di essere amati, perdonati e per fare sentire agli altri la stessa gioia e lo stesso amore.

Perdonare è quindi fare crescere l’altro, dargli fiducia farlo sentire bene e promuovere in lui le energie migliori che possiede, perché Figlio di Dio.

 

Silenzio – lettura personale del testo

Risonanze.

Per un domani migliore.

Se perdonare dà gioia cosa possiamo fare per educarci al perdono e per venire incontro alle realtà che richiedono perdono- riconciliazione a livello di vita sociale ed ecclesiale?

Come riscoprire il segno del perdono di Dio nel sacramento della riconciliazione?

Preghiera finale.

 

Maria, donna accogliente.

Santa Maria, donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i fratelli. Sperimentiamo tempi difficili, in cui il pericolo di essere defraudati dalla cattiveria della gente ci fa vivere tra porte blindate e sistemi di sicurezza.

Non ci fidiamo più l’uno dell’altro. Vediamo agguati dappertutto. Il sospetto è divenuto organico nei rapporti col prossimo.

Il terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di solidarietà che pure ci portiamo dentro.

E il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti.

Disperdi, ti preghiamo, le nostre diffidenze.


4° Scheda

IL PANE CHE DÀ VITA

Gv. 6, 1-13.48-51

 

Saluto e accoglienza

Introduzione:

Tante volte ci sentiamo affamati di valori, di affetto, di amore, di essere compresi, amati…

Ci sentiamo affamati ma a volte ci sfamiamo, ci nutriamo di cibi che non saziano, di cose illusorie, di appagamenti passeggeri…

Ci sarà qualche cosa che possa davvero saziare ogni desiderio, ogni aspettativa del cuore dell’uomo?

In questo incontro con l’aiuto dello Spirito del Signore chiediamo di scoprire il vero Pane che nutre e sazia.

Preghiera allo Spirito Santo

 

Vieni, o Santo Spirito,

illumina con la luce della verità il nostro cammino.

Donaci di confessare, con fede ardente, Gesù Cristo,

Signore e Redentore, morto e risorto per noi, Colui che sempre viene.

Egli è il Vangelo della carità di Dio per l’uomo,

della comunione fraterna e dell’amore senza confini.

Egli è il germoglio nuovo, fiorito nei solchi della storia.

Da lui solo può maturare il vero rinnovamento  della Chiesa e della società.

Vieni, o Santo Spirito, e rinnova la faccia della terra.

Vieni, o Santo Spirito, infiammaci con il fuoco del tuo amore,

perché con umiltà e coraggio sappiamo discernere il bene e il male,

presenti tra i figli della Chiesa e nell’intera società.

 

Diamo voce alla nostra esperienza.

Viviamo un tempo di incertezze; non ci sono punti sicuri a cui ancorare le scelte, che possono dare risposta alle aspettative, ai grandi desideri, al bisogno di trascendenza che c’è in ogni uomo.

Ci chiediamo:

Cosa cercano le persone, i giovani, le donne… del nostro paese, città ?

Come soddisfano questi desideri?

Cosa cerchiamo come comunità parrocchiale?

Quali sono i nostri punti di riferimento?

 

In ascolto della Parola

La Bibbia viene posta al centro del tavolo con un fiore, un pane e un lumino acceso

L’animatore proclama: “Tu sei il Pane che dà vita”

L’assemblea risponde ripetendo l’acclamazione.

Lettura di Gv. 6,1-13. 48-51

Dopo questi fatti, Gesù andò  all’altra riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e una gran folla lo seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una grande folla veniva da Lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare. Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:  “ C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù: “Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e, dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti e lo stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati, disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi di cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato.

Disse Gesù: “Io sono il pane della vita. I  vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti; questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo”.

Parola del Signore.

 

Commento:

Gesù vede la gente che ha fame, sente compassione e dà da mangiare. Non solo sazia la fame materiale, ma si presenta come il vero Pane che da’ vita.

Nel sacramento dell’Eucaristia, Gesù continua a offrirsi come fonte di vita divina, diventa risposta alle domande di vita, di amore, di trascendenza che salgono dal cuore dell’uomo. Innesta in noi la stessa vita divina che ci rende capaci di amarci come Lui ci ha amati e di amare gli altri con lo stesso amore.

Si fa cibo, nutrimento in un segno piccolo e povero perché chi lo cerca possa trovarlo e in Lui trovare il senso della vita.

 

Silenzio – lettura personale – risonanze.

 

Per un domani migliore.

L’Eucaristia è nutrimento della vita cristiana, è il pane che ci nutre nel nostro cammino di figli e fratelli.

Come possiamo dare più spazio al pane della Parola e dell’Eucarestia nella nostra vita personale e parrocchiale?

Come fare perché “il pane” che ci nutre ci renda capaci di sfamare la vera fame dei poveri, dei bisognosi?

 

Preghiera finale.

 

Santa  Maria, donna del pane, facci capire che il pane non è tutto. Che i conti in banca non bastano a renderci contenti. Che la tavola piena di vivande non sazia, se il cuore è vuoto di verità. Che se manca la pace dell’anima, anche i cibi più raffinati sono privi di sapore. Perciò, quando ci vedi brancolare insoddisfatti attorno alle nostre dispense stracolme di beni, muoviti a compassione di noi, placa il nostro bisogno di felicità e torna a deporre nella mangiatoia, come quella notte facesti a Betlem, il pane vivo disceso dal cielo. Perché solo chi mangia di quel pane non avrà più fame in eterno.


5° Scheda

IL CORAGGIO DI SERVIRE

Gv. 10, 1-18

 

Saluto e accoglienza

Introduzione:

Tutti noi nella comunità parrocchiale stiamo prestando un servizio; però non sempre abbiamo motivazioni chiare di questo servizio. A volte lo facciamo perché qualcuno ce l’ha chiesto, per dovere, per senso di responsabilità…

Oggi vogliamo scoprire la gioia di servire che nasce soprattutto dalla consapevolezza di stare collaborando alla realizzazione del Regno di Dio.

Chiediamo allo Spirito del Signore che ci renda servitori gioiosi del suo Regno.

Preghiera: “Lo Spirito del Signore”

Ant.     Lo Spirito del Signore è su di me;

            Lo Spirito del Signore mi ha consacrato;

            Lo Spirito del Signore, Egli mi manda

            per annunziare la pace, la gioia.

 

Lo Spirito del Signore mi ha scelto

per annunziare la buona novella ai poveri;

esulto di gioia in Dio mio Salvatore.

 

            Lo Spirito del Signore mi ha scelto

            Per annunziare la grazia che libera gli uomini;

            esulto di gioia in Dio mio Salvatore.

 

Lo Spirito del Signore mi ha scelto

per dare conforto a tutti i cuori afflitti;

esulto di gioia in Dio mio Salvatore.

 

            Lo Spirito del Signore mi ha scelto

            per dar sollievo ai poveri che sono nel pianto;

            esulto di gioia in Dio mio Salvatore.

 

Lo Spirito del Signore mi ha scelto

per celebrare il suo amore fra i popoli;

esulto di gioia in Dio mio Salvatore.

 

Ant. Lo Spirito del Signore…

 

Diamo voce alla nostra esperienza

Nella nostra società le relazioni sono tante volte segnate dal desiderio, anche inconscio, di prevalere sull’altro, di dominare, di dirigere…

Ci chiediamo:

Quali sono i segni che indicano dominio, prevalenza sull’altro?

Nelle nostre relazioni?

In famiglia?

Nella comunità parrocchiale?

Qual è la causa di tutto questo?

Come giudichiamo lo stile del servizio nella nostra comunità cristiana?

 

In ascolto della Parola.

La Bibbia viene posta al centro del tavolo con un fiore ed un cero asceso.

L’animatore proclama: “Tu sei il buon pastore e offri la vita per noi”.

L’assemblea ripete l’acclamazione.

Lettura di Gv. 10, 1-18

“In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le pecore una per una e le conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le pecore, cammina innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la voce. Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei”. Questa similitudine disse loro Gesù; ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico; io sono la porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest’ovile; anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie, ma la offro da me stesso, poiché ho potere di offrirla e il potere di riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”.

Parola del Signore.

 

Commento:  

Il Vangelo ci presenta Gesù che offre la sua vita per la salvezza di tutti, noi compresi, qui riuniti. Gesù ama il suo gregge, conosce le sue pecore, le chiama per nome, le conduce al pascolo, desidera per loro la vita in abbondanza, le difende dai lupi rapaci, dai ladri e briganti, le ama tanto. Così si fa servo del gregge e compie il ministero affidatogli dal Padre con totale dedizione e con l’unico desiderio che si faccia un solo ovile con un solo pastore.

Come Gesù ha dato la sua vita liberamente, cosi anche noi, segnati dallo stesso Spirito, siamo chiamati a fare della nostra vita un servizio coraggioso ai fratelli.

Silenzio

Lettura del brano – risonanze.

 

Per un domani migliore.

Illuminati e incoraggiati dall’ esempio di Gesù che si fa servo e offre la vita per il bene di tutti.

Ci chiediamo:

Cosa migliorare nel nostro servizio?

A quale conversione il Signore ci chiama?

Quale apertura e impegno c’è nella nostra parrocchia e nelle nostre famiglie di fronte alla vocazione (anche sacerdotale o consacrata) dei giovani?

 

D) Preghiera finale:   Maria, donna del servizio.

 

            Santa Maria, serva della Parola, fa’ che il vangelo diventi la norma ispiratrice di ogni nostra scelta quotidiana. Preservaci dalla tentazione di praticare sconti sulle sue esigenti richieste. Rendici capaci di obbedienze gaudiose. E metti, finalmente, le ali ai nostri piedi perché alla Parola possiamo rendere il servizio missionario dell’annuncio, fino agli estremi confini della terra.

            Santa Maria, serva del mondo, che subito dopo esserti dichiarata ancella di Dio sei corsa a farti ancella di Elisabetta, conferisci ai nostri passi la fretta premurosa con cui tu raggiungesti la città di Giuda, simbolo di quel mondo di fronte al quale la Chiesa è chiamata a cingersi il grembiule. Restituisci cadenze di gratuità al nostro servizio così spesso contaminato dalle scorie dell’asservimento. E fa’ che le ombre del potere non si allunghino mai sui nostri offertori.

Tu che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e non con gli spot pubblicitari del protagonismo. Rendici consapevoli che, sotto le mentite spoglie degli affaticati e degli oppressi, si nasconde il Re.

Apri il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché possiamo essere pronti a intuirne le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di speranza.

            Gli occhi che avesti tu, quel giorno. A Cana di Galilea.


6° Scheda

LA GIOIA DI ESSERE INSIEME

Gv. 17, 20-26

 

Saluto e accoglienza.

Introduzione

Da tempo ci incontriamo in questo gruppo. Stiamo sperimentando la gioia di ascoltare la Parola di riflettere insieme, di dialogare, di condividere l’amicizia. Tutto questo ancora deve crescere, deve maturare, deve conoscere forme nuove perché Gesù ha chiesto per noi di realizzare l’unità che c’è fra Lui e il Padre.

La meta è alta, da soli mai ci riusciremo; chiediamo la presenza dello Spirito perché ci doni di comprendere la portata, il senso di questo incontro.

Preghiera per invocare il dono dello Spirito Santo:

 

Signore Gesù, nell’Ultima cena, tu ci hai detto che la santità è essere “uno”, essere comunione in Te con i fratelli; ci hai dato un solo comandamento, come distintivo dei tuoi discepoli “Amatevi come io vi ho amato”; ci hai dato anche la capacità per questo: ci hai promesso – e dalla croce mandato – il Tuo Spirito, l’Amore che ti unisce al Padre. Noi abbiamo vanificato anche la stessa parola “amore”.

Mandaci ancora il tuo Spirito Santo e santificatore, perché ci faccia Uno “come Tu e il Padre siete Uno”. Te lo chiediamo per mezzo di Maria, la “piena di grazia”, colei che, perciò, è “la Beata fra le donne”. Amen.

 

Diamo voce alla nostra esperienza:

Anche nel mondo di oggi ci sono tentativi di superamento di divisioni, di steccati; si parla di globalizzazione; è facile che si trovino insieme persone di diverse culture…

Ci chiediamo:

La gente del nostro quartiere come manifesta il desiderio di unità, di stare insieme?

Cosa  rende difficile il nostro stare insieme come comunità parrocchiale?

 

In ascolto della Parola.

La Bibbia viene messa al centro del tavolo con un fiore e un lumino asceso.

Si prende una sedia vuota e si pensa alle persone con le quali si ha difficoltà a stare insieme.

L’animatore proclama: “Signore Gesù, in Te siamo una sola cosa”.

L’assemblea ripete l’acclamazione

 

Lettura di Gv. 17, 20-26

Così pregò Gesù: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una cosa sola. Come Tu, Padre, sei in me e io in Te, siano anch’essi in noi una cosa sola, perché il mondo creda che Tu mi hai mandato.

E la gloria che Tu hai dato a Me, Io l’ho data a loro, perché siano come noi una cosa sola. Io in loro e Tu in Me, perché siano perfetti nell’unità e il mondo sappia che Tu mi hai mandato e li hai amati come hai amato Me.

Padre, voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché Tu mi hai amato prima della creazione del mondo.

Padre giusto, il mondo non Ti ha conosciuto, ma io Ti ho conosciuto; questi sanno che Tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in essi e io in loro”.

Parola del Signore.

 

Commento:

Gesù ci ha comandato di amarci e ha chiesto al Padre l’unità come un dono che per noi diventa anche un impegno.

Ci presenta l’unità come una meta da raggiungere. L’unità a cui siamo chiamati è la perfezione della carità alla quale arriviamo amandoci: come Lui amò noi stessi, amando Lui negli altri, amandoci come Lui ci ama.

Questo non è un fardello pesante ma è il prezzo che ci rende liberi, ci rende gioiosi, ci fa comunità.

     Silenzio.

     Rilettura personale del testo

     Risonanze

 

Per un domani migliore

Il fondamento del nostro stare insieme è la presenza di Gesù che ci dice di amarci gli uni gli altri e chiede al Padre il dono dell’unità. Non è sufficiente la nostra sola buona volontà.

 

Ci chiediamo:

Cosa possiamo fare per rendere più radicato nell’amore e gioioso il nostro stare insieme?

 

D) Preghiera finale:

   Maria donna della comunione.

 

Santa Maria, donna conviviale, alimenta nelle nostre comunità ecclesiali lo spasimo di comunione. Per questo Gesù le ha inventate: perché, come tante particole eucaristiche disseminate sulla terra, esse abbiano a introdurre nel mondo, quasi con una rete capillare di pubblicità, gli stimoli e la nostalgia della comunione trinitaria.

            Aiutale a superare le divisioni interne. Intervieni quando nel loro grembo serpeggia il demone della discordia. Spegni i focolai delle frazioni. Ricomponi le reciproche contese. Stempera le loro rivalità. Fermale quando decidono di mettersi in proprio, trascurando la convergenza su progetti comuni. Convincile profondamente, insomma, che, essendo le comunità cristiane come punti–vendita periferici di quei beni di comunione che maturano in pienezza solo nella Casa trinitaria, ogni volta che frantumano la solidarietà, vanno contro gli interessi della Ditta.

            Santa Maria, donna conviviale, guarda alle nostre famiglie in difficoltà. Vittime degli uragani prodotti dai tempi moderni, tante hanno fatto naufragio. Molte, in crisi profonda di comunicazione, stanno andando alla deriva. Ebbene, se ti accorgi che la tua immagine pende su di un talamo nuziale che non dice più nulla, staccati da quella parete divenuta ormai fredda e riconvoca alla tua tavola lui e lei. E una volta che si saranno poggiati sulle tue spalle, ricomponi gli antichi amori, ridesta i sogni di un tempo, riaccendi le speranze perdute, e fa’ capire che si può ancora ricominciare daccapo.

            Ti preghiamo, infine, per tutti i popoli della terra, lacerati dall’odio e divisi dagli interessi. Ridesta in loro la nostalgia dell’unica mensa, così che, distrutte le ingordigie e spenti i rumori di guerra, mangino affratellati insieme pani di giustizia. Pur diversi per lingua, razza e cultura, sedendo attorno a Te, torneranno a vivere in pace. E i tuoi occhi di Madre, sperimentando qui in terra quella convivialità delle differenze che caratterizza in cielo la comunione trinitaria, brilleranno finalmente di gioia.


7° scheda

INCONTRO DI VERIFICA DI FINE ANNO

con tutti i Centri di Ascolto del Vangelo della Parrocchia

 

                                                Verificare per ripartire

 

Che cosa:

I Centri di Ascolto del Vangelo verificano il cammino compiuto mettendo in evidenza i frutti del cammino, i problemi incontrati e fanno proposte per il prossimo anno.

 

Perché:

     Ogni cammino richiede di per sé una verifica.

È un momento di azione di grazia, di richiesta di perdono e di ascolto per trovare le vie del cammino futuro.

Ci abilitiamo ad acquisire lo stile della verifica.

Come:

Saluto, accoglienza, senso dell’incontro.

Verificare per ripartire.

Genesi 12,1-4. La verifica è orientata a mettere in risalto l’esodo, da dove siamo arrivati dobbiamo ripartire per un di più, un meglio.

 

Il Signore disse ad Abram: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò.

Farò di te un grande popolo e ti benedirò. Renderò grande il tuo nome e diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le famiglie della terra”.

Allora Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot. Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.      

 

I gruppi mettono in evidenza:

I risultati ottenuti.

I problemi incontrati e come hanno tentato di risolverli.

Suggerimenti per il futuro.

 

Comunicazione in assemblea:

Dopo la comunicazione dei risultati positivi si fa un canto di lode.

Dopo la comunicazione dei problemi si canta un kyrie ogni tre interventi.

“Questo è il campo dove Dio chiede di intervenire, di impegnarci”.

 

Dopo la comunicazione dei suggerimenti si proclama con commento: Fil. 3, 7-14

 

Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede.

E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dei morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai arrivato alla perfezione: solo mi sforzo di correre per conquistarlo, perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io non ritengo ancora di essere giunto, questo soltanto so: dimentico del passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù.

Parola di Dio

 

Momento di silenzio.

Preghiere spontanee.

Conclusione.

Momento di festa.


PREGHIERE

  Spirito di verità.

Spirito di verità.

Luce sul mio cammino.                  

Di ogni scoperta di fede               

ti ringrazio.                                        

Rendi il mio servizio della fede   

fecondo, e porta tutti coloro            

che mi sono affidati                                   

nella piena verità.                        

                                                           

Consolida i miei passi                 

Gesù, Salvatore, abbi pietà di me.    

Illumina tu i miei occhi,                

che io trovi la strada verso di te.  

Consolida i miei passi,

che io non esca di strada.

Apri tu la mia bocca,

che io parli di te.

Tu vuoi che io ami i miei simili. 

Fa che io li serva

di modo che trovino la loro salvezza

e giungano alla tua gloria.                       

 

Ho sentito il battito del tuo cuore

Ti ho trovato in tanti posti, Signore.

Ho sentito il battito del tuo cuore

Nella quiete perfetta dei campi,

nel tabernacolo oscuro di una cattedrale vuota

nell’unità di cuore e di mente

di un’assemblea di persone che ti amano.

Ti ho trovato nella gioia,

dove ti cerco e spesso ti trovo.

Ma sempre ti trovo nella sofferenza.

La sofferenza è il rintocco della campana

che chiama la sposa di Dio alla preghiera.

(Madre Teresa di Calcutta)

 

In un momento di onestà           

Signore, quando credo

che il mio cuore sia straripante d’amore

e mi accorgo, in un momento di onestà,

di amare me stesso nella Persona amata,

liberami da me stesso.

 

Preghiera della sera      

Ti adoro, mio Dio, e ti amo con

tutto il cuore.

Ti ringrazio di avermi creato,

fatto cristiano e conservato

in questo giorno.                       

Perdonami il male oggi commesso,  

e se qualche bene ho compiuto,      

accettalo.

Custodiscimi nel riposo e liberami

dai pericoli.

La tua grazia sia sempre con me e       

con tutti i mie cari. Amen.

 

Beati loro!

Beati quelli che sono poveri di fronte a Dio: 

Dio darà loro il suo regno.

Beati quelli che sono nella tristezza:       

Dio li consolerà.

Beati quelli che non sono violenti:

Dio darà loro la terra promessa.

Beati quelli che desiderano ardentemente

quello che Dio vuole:

Dio esaudirà i loro desideri.

Beati quelli che hanno compassione degli altri:

Dio avrà compassione di loro.

Beati quelli che sono puri di cuore:

essi vedranno Dio.

Beati quelli che diffondono la pace:

Dio li accoglierà

come suoi figli.

Beati quelli che sono perseguitati per aver fatto la

volontà di Dio: Dio darà loro il suo regno.

Beati siete voi quando vi insultano e vi perseguitano,

quando dicono falsità e calunnie contro di voi perché

avete creduto in me. Siate lieti e contenti, perché Io vi

ho preparato in cielo una grande ricompensa.

 

Atto di carità

Mio Dio, ti amo con tutto il cuore e sopra ogni cosa,

perché sei bene infinito e nostra eterna felicità;

e per amore tuo amo il prossimo come me stesso

e perdono le offese ricevute.   

Signore, che io ami sempre più. Amen.

 

Insegnami l’amore

Signore, insegnami a non parlare

come un bronzo risonante

o come cembalo squillante,

ma con amore.

Rendimi capace di comprendere

e dammi la fede che muove le montagne,

ma con amore.

Insegnami quell’amore che è 

sempre paziente e sempre gentile;

mai geloso, presuntuoso, egoista

o permaloso;

l’amore che prova gioia nella verità,

sempre pronto a perdonare,

a credere, a sperare e a sopportare.

Infine, quando tutte le cose finite

si dissolveranno e tutto sarà chiaro,

che io possa essere stato il debole

ma costante riflesso

del tuo amore perfetto

            (Madre Teresa di Calcutta)

 

Cercarti e trovarti

Tu sei buono, Signore, con l’anima

che ti cerca……

e cosa sei per l’anima che ti trova!

Che cosa strana!

Nessuno ti può cercare

se non t’avesse già trovato.

Tu ti lasci trovare perché ti si possa

cercare e vuoi essere cercato

per lasciarti trovare.

            (San Bernardo)

 

Vieni nel mio cuore

O Spirito Santo, vieni nel mio cuore.

La tua potenza lo attiri a te, o Dio vero!

Accordagli la carità insieme al timore.

O Cristo, custodiscimi

da ogni cattivo pensiero.

Con il tuo dolcissimo amore riscaldami e

abbracciami e ogni pena mi sembrerà lieve.

O mio santo Padre, aiutami ora e

per tutta la mia vita.

 

La gloria di Dio 

I cieli narrano la gloria di Dio,

E l’opera delle sue mani annunzia il firmamento.

Il giorno al giorno ne affida il messaggio

e la notte alla notte ne trasmette notizia.

Non è linguaggio e non sono parole

di cui non si oda il suono.

Per tutta la terra si diffonde la loro voce

e ai confini del mondo la loro Parola.

Là pose una tenda per il sole

che esce come sposo dalla stanza nuziale,

esulta come prode che percorre la via.

La legge del Signore è perfetta,

rinfranca l’anima;

La testimonianza del Signore è verace,

rende saggio il semplice.

Gli ordini del Signore sono giusti,

fanno gioire il cuore;

i comandi del Signore sono limpidi,

danno luce agli occhi.

(Salmo 18, 1-9)