Centri di
Ascolto del Vangelo 2001- 2002
Schede Introduzione. La presenza dei
C.d.A. crea una situazione provvidenziale nelle nostre comunità e vuole
costituire uno stile permanente dell’azione pastorale. La prima cosa
da curare è che questi C.d.A. continuino a crescere: la loro cura
consente alle nostre parrocchie di evangelizzare tutti, tramite le
convocazioni periodiche, gli incontri formativi e l’attività
caritativa nel territorio, dando spessore evangelizzante e missionario
alla pastorale ordinaria. Una particolare
attenzione va rivolta alla formazione degli operatori pastorali
(animatori, coordinatore, segretario) impegnati a sostenere il
cammino del C.d.A. Con loro è bene
avere un incontro possibilmente mensile: Per illuminarli
sulle motivazioni che sostengono la scelta dei C.d.A. Per ascoltare le
loro difficoltà e cercare insieme piste di soluzione. Per preparare gli
incontri mensili. Per verificare il
cammino fatto e progettare il futuro. Il parroco visita
periodicamente, a rotazione, i C.d.A.: ascolta, incoraggia, illumina e
prega con loro. Nelle liturgie comunitarie è bene ricordare la realtà
dei C.d.A. (nell’omelia, nelle preghiere dei fedeli, ecc.) per rendere
consapevole e partecipe tutta la comunità parrocchiale. Il C.d.A. per sua
natura: Non è un gruppo
di catechesi Non è un gruppo
biblico ( nel senso di “solo studio”) Non è un gruppo
di sola preghiera, ma vuole essere un
gruppo che vive la fraternità cristiana, alimentata dalla Parola di Dio
per essere segno della carità di Cristo in mezzo ai fratelli. Il Centro di
Ascolto del Vangelo è il luogo dove promuovere, in un incontro tra le
persone in stile di amicizia, un iniziale esercizio di confronto vita
– Vangelo e di impegno per cambiare la realtà e qualche breve forma
di preghiera comunitaria. È il luogo per
sensibilizzare le persone, anche lontane dalla vita della Chiesa, a
vedere i fatti della vita alla luce della Parola di Dio. Metodo per gli
incontri nei piccoli gruppi Partire
dall’esperienza umana di gruppo: constatare
i fatti, gli avvenimenti, le situazioni, le esperienze in cui i
partecipanti sono in qualche modo implicati; analizzare
la realtà o approfondirne il significato (contesto, motivazioni,
aspirazioni, atteggiamenti); identificarsi
(rispecchiarsi) nel problema analizzato, da parte delle persone del
gruppo. Illuminare
l’esperienza con la Parola di Dio: consultare
la Bibbia, che è centrata in Cristo, nei suoi comportamenti profondi,
nel suo mistero, nelle sue
parole e azioni; meditare
e pregare. Confrontare la
vita con la Parola: che
ci chiama a conversione di quanto non corrisponde, nella nostra vita, al
volere di Dio; che
ci sollecita a sviluppare quanto è conforme al volere di Dio. Impegnarsi: verso
“l’uomo nuovo”; linee
di un’immagine di uomo rinnovato in Cristo; chiamata a rinnovamento
interiore; incidenza storica dell’uomo nuovo; testimonianza peculiare
del cristiano; presa
di coscienza, assunzione di responsabilità o impegno concreto, a
livello personale e comunitario. Animatore del
Centro di Ascolto L’animatore ha
il compito di guidare il C.d.A. L’animatore
non è: uno che parla
davanti agli altri che ascoltano uno che insegna a
chi non sa uno che ammonisce
e che rimprovera uno che è e che
sa più degli altri. L’animatore
è: uno che guida la
riunione uno che fa parlare
gli altri ordinatamente uno che aiuta
tutti a dire ciò che pensano uno che aiuta a
rispettare i tempi stabiliti per ognuna delle parti dell’incontro (5
minuti per l’introduzione; 15-20 per la prima parte; 15-20 per la
seconda parte; 10 per la terza parte; 5 per la conclusione). Suggerimenti
per l’Animatore dei Centri di Ascolto: prima
dell’incontro legge con attenzione la scheda di lavoro. Porta sempre con sé
la Bibbia. Arriva al luogo
dell’incontro almeno 10 minuti prima degli altri. Ascolta tutti con
attenzione, assicurando che parlino uno alla volta e che siano ascoltati
tutti; proteggere la libertà di ciascuno a tacere e a parlare, senza
però che alcuno monopolizzi la parola. Evita di lodare
troppo intensamente qualche intervento e soprattutto di disprezzarne
qualche altro. Aiuta a dialogare
e ad evitare polemiche, discussioni, “dibattiti a due”. Senza irrigidirsi
sulla precisione metodologica, ha cura che ogni parte dell’incontro
sia toccata e approfondita, senza soffermarsi troppo a lungo sul primo
punto rischiando di passare rapidamente sugli altri (occhio
all’orologio). Coordinatore
del Centro di Ascolto Il coordinatore ha
il compito di “organizzare” il C.d.A., perché tutti partecipino e
tutto funzioni bene. Nei confronti
delle famiglie che hanno aderito al Centro di Ascolto, ha cura di
informarle per tempo della data, dell’ora e del luogo degli incontri. Riunisce il gruppo
e sollecita la partecipazione. Cerca di risolvere
le difficoltà logistiche (sedie, cartelloni, ecc.). É il custode
dell’armonia del gruppo, esprime entusiasmo, fiducia e ottimismo. Accoglie tutti con
calore, saluta e provvede alle presentazioni all’inizio del primo
incontro. Aiuta ognuno a
sentirsi a proprio agio. Al termine
dell’incontro invita tutti alla serata successiva. Se qualcuno non è
intervenuto all’incontro, si informa con discrezione, mostrando
comprensione per i problemi
che può avere avuto. Segretario del
Centro di Ascolto Il Segretario del
Centro di Ascolto: Prima
dell’incontro legge con attenzione la scheda di lavoro. Arriva al luogo
dell’incontro almeno 10 minuti prima degli altri. Porta sempre con sé
il block-notes per prendere appunti, una penna e il foglio-diario su cui
scrivere l’incontro. Ascolta con
attenzione le persone che parlano. Prende appunti
sulle cose più interessanti che si dicono, scrivendo alcune frasi
significative e le osservazioni che sono state fatte. Non deve
preoccuparsi di scrivere completamente tutto ciò che viene detto. Essendo a pieno
titolo parte del C.d.A., può manifestare il suo pensiero. Descrive il
“clima” che si vive nel gruppo, se c’è dialogo tra le persone, se
tutti hanno partecipato, ecc. Farà una sintesi
dei contenuti, facendosi aiutare dall’Animatore alla fine
dell’incontro, per integrare gli appunti e compilare il foglio diario
dell’incontro. Annota le cose
belle ma anche i dubbi, le domande e i quesiti che sono emersi nel
gruppo. Il foglio sarà consegnato al più presto in parrocchia. N.B.: i tre
incaricati (Animatore, Coordinatore, Segretario) possono essere
anche svolti da due persone o da una sola. È preferibile, per
quanto possibile, distribuire i compiti e coinvolgere più persone. NOTE: Le seguenti schede
sono presentate in forma di “prima
bozza”, di “traccia”
da completare ed arricchire dalla Comunità parrocchiale o dal Centro di
Ascolto in cui verrà usato. Ciò che va “rispettato”
è il metodo: metodo che aiuta a fare discernimento comunitario, a
confrontare fede e vita per un impegno a migliorare la propria vita
personale e comunitaria e l’ambiente in cui si vive a partire dalla
illuminazione delle fede. Per l’anno
pastorale 2000-01 vengono proposte 7 schede per altrettanti incontri a
cadenza mensile, oppure da svolgere nei tempi forti dell’anno
liturgico. I temi sono tratti dal Vangelo di Giovanni; alcuni commenti
ai testi biblici sono tratti dal volume di R. Gradara: “Io
sono la via, la verità e la vita”. Nel
caso in cui si desideri effettuare un maggiore numero di incontri, si
possono scegliere – seguendo lo stesso metodo qui suggerito - altri
brani del vangelo di Giovanni, facendo riferimento al volume “Io
sono la via, la verità e la vita”. RIPARTIAMO Gv. 14, 1-6 Saluto e
accoglienza Introduzione: Iniziamo un nuovo
anno pastorale; abbiamo nel cuore tante aspettative e desideri… La vita cristiana
è un continuo cammino, un itinerario verso una crescita, è un
pellegrinaggio. Iniziamo questa
esperienza del Centro di Ascolto per un di più, per un meglio per la
nostra vita personale e per la crescita della comunità parrocchiale. Invochiamo lo
Spirito Santo che fa nuove le cose perché renda viva la nostra attesa,
dia forte motivazione e slancio ai nostri primi passi. Preghiera:
Sequenza allo Spirito Santo Vieni, Santo
Spirito
Senza la tua forza manda
a noi dal cielo
nulla è nell’uomo, un
raggio della tua luce.
nulla senza colpa.
Vieni, padre dei poveri,
Lava ciò
che è sordido,
vieni, datore dei doni,
bagna
ciò che è arido,
vieni, luce dei cuori.
sana ciò
che sanguina. Consolatore
perfetto;
Piega ciò che è rigido, ospite
dolce dell’anima,
scalda ciò che è gelido, dolcissimo
sollievo.
drizza ciò che è sviato.
Nella fatica, riposo,
Dona ai
tuoi fedeli
nella calura riparo,
che
solo in te confidano
nel pianto, conforto.
i tuoi
santi doni. O
luce beatissima,
Dona virtù e premio, invadi
nell’intimo
dona morte santa, il
cuore dei tuoi fedeli
dona gioia eterna.
Diamo voce alla nostra esperienza Viviamo un tempo
caratterizzato da un cambiamento accelerato, tutto diventa provvisorio.
Anche la Chiesa è pellegrina e va verso forme nuove di pienezza. In
questo contesto, cosa ci motiva, ci sprona a riprendere questo cammino? Quali difficoltà
sentiamo di dover superare?
In ascolto della Parola La Bibbia viene
posta al centro del tavolo con un fiore e un lumino acceso. L’animatore
proclama ad alta voce: “Gesù,
Tu sei via, verità, vita”. L’assemblea
risponde ripetendo l’acclamazione. Lettura: Gv. 14,
1-6.
“Non sia turbato il
vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa
del Padre mio vi sono molti posti. Se no, ve l’avrei detto. Io vado a
prepararvi un posto; quando sarò andato e vi avrò preparato un posto,
ritornerò e vi prenderò con me, perché siate anche voi dove sono io.
E del luogo dove io vado, voi conoscete la via”. Gli disse Tommaso:
“Signore, non sappiamo dove vai e come possiamo conoscere la via?”
Gli disse Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene
al Padre se non per mezzo di me”. Parola del Signore.
Commento: Gesù è la Via
perché la sua Parola è Verità e perché Lui ci ha amato fino a dare
la vita per noi. Solo rimanendo in Lui portiamo frutto. È Lui che guiderà
i passi del nostro itinerario. È Lui che sarà
al centro dei nostri incontri, delle nostre preghiere, delle nostre
riflessioni. Lui sarà con noi
e ci incoraggerà, come i discepoli: “ Non temete, io sono con voi”.
“Non temere piccolo gregge”. È Lui che ci
fortificherà, spronerà la nostra volontà di amarci. La sua Parola che
dà vita sarà luce e pane per il cammino di questo anno. Lo Spirito di Gesù
non ci lascerà orfani, sarà il nostro Consolatore. Silenzio. Lettura personale,
risonanze.
Per un domani migliore Animatore: stiamo
ripartendo, mettiamo le premesse per fare bene questo cammino: cosa
possiamo fare per fare bene questo itinerario; quali aiuti ci possiamo
dare; cosa dovremo evitare? Riflessione
personale Comunicazione nel
gruppo. Preghiera
finale Ripartiamo con
gioia, il Signore è nostro custode, ci copre con la sua ombra, ci
proteggerà da ogni male. Salmo 121 (120): “Alzo
gli occhi verso i monti: da dove mi verrà l’aiuto? Il
mio aiuto viene dal Signore, che ha fatto cielo e terra. Non
lascerà vacillare il tuo piede, non si addormenterà il tuo custode. Non
si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d’Israele. Il
Signore è il tuo custode, il Signore è come ombra che ti copre, e sta
alla tua destra. Di
giorno non ti colpirà il sole, né la luna di notte. Il
Signore ti proteggerà da ogni male, egli proteggerà la tua vita. Il
Signore veglierà su di te, quando esci e quando entri, da ora e per
sempre”. RINASCERE Gv 3, 1-21 Saluto e
accoglienza. Introduzione: Di fronte alla
vita ci consideriamo o tanto perfetti da non dovere più cambiare o
tanto limitati da non tentare più un superamento di noi stessi,
guardiamo al nostro futuro come una cosa scontata o senza speranza. La vita cristiana
è un invito costante a rinascere, a diventare nuovi, a crescere, a
superarsi, quindi a guardare al futuro con speranza. Lo Spirito del
Signore presente con noi, ci aiuti a guardare la pienezza della vita, di
grazia, di santità a cui Dio ci chiama e ci dia il coraggio di vedere
questo nostro tempo come un punto di partenza. Preghiera allo
Spirito Santo. Siamo
qui dinanzi a te, o Spirito Santo: sentiamo
il peso delle nostre debolezze, ma siamo tutti riuniti nel tuo nome; vieni
a noi, assistici, scendi nei nostri cuori: insegnaci tu ciò che
dobbiamo fare, mostraci
tu il cammino da seguire, compi tu stesso quanto da noi richiedi. Sii
tu solo a suggerire e guidare le nostre decisioni, perché tu solo, con
Dio Padre e con il Figlio suo, hai un nome santo e glorioso: non
permettere che sia lesa da noi la giustizia, tu che ami l’ordine e la
pace; non
ci faccia sviare l’ignoranza, non ci renda parziali l’umana
simpatia, non ci influenzino cariche o persone; tienici
stretti a Te col dono della grazia, perché siamo una sola cosa in Te e
in nulla ci discostiamo dalla verità. Fa’
che, riuniti nel tuo santo nome, sappiamo contemperare bontà e fermezza
insieme, così da far tutto in armonia con Te, nell’attesa che, per il
fedele compimento del dovere, ci siano dati in futuro i premi eterni.
Amen. Diamo voce alla
nostra esperienza. È tempo di una
nuova primavera, tempo propizio per la semina evangelica, è un tempo di
rinascita. Siamo all’alba
di una nuova epoca. Quali sono i segni
di rinascita che vediamo nella nostra
comunità parrocchiale? nel nostro
quartiere? Cosa li ha
provocati? Quali i segni di
stanchezza, di abitudinarietà… che ci chiedono un superamento? Se non li
superiamo, dove ci porteranno? In ascolto della
Parola La Bibbia viene
posta al centro del tavolo con un fiore e un lumino acceso. L’animatore
proclama: “Chi crede in Te,
Signore Gesù, ha la vita eterna”. L’assemblea
risponde ripetendo l’acclamazione. Lettura di Gv. 3,
1-21 C’era
tra i farisei un uomo chiamato Nicodèmo, un capo dei Giudei. Egli andò
da Gesù, di notte, e gli disse: “ Rabbì, sappiamo che sei un maestro
venuto da Dio; nessuno infatti può fare i segni che tu fai, se Dio non
è con lui”. Gli
rispose Gesù: “ In verità, in verità ti dico, se uno non rinasce
dell’alto, non può vedere il regno di Dio”. Gli disse Nicodèmo:
“Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può forse entrare una
seconda volta nel grembo di sua madre e rinascere?”. Gli rispose Gesù:
“In verità, in verità ti dico, se uno non nasce da acqua e da
Spirito, non può entrare nel regno di Dio. Quel che è nato dalla carne
è carne e quel che è nato dallo Spirito è Spirito. Non ti
meravigliare se ti ho detto: dovete rinascere dall’alto. Il vento
soffia dove vuole e ne senti la voce, ma non sai di dove viene e dove
va: così è chiunque è nato dallo Spirito”. Replicò
Nicodèmo: “Come può accadere questo?” Gli rispose Gesù: “ Tu
sei maestro in Israele e non sai queste cose? In verità, in verità ti
dico, noi parliamo di quel che sappiamo e testimoniamo quel che abbiamo
veduto; ma voi non accogliete la nostra testimonianza. Se vi ho parlato
di cose della terra e non credete, come crederete se vi parlerò di cose
del cielo? Eppure nessuno è mai salito al cielo, fuorché il Figlio
dell’uomo che è disceso dal cielo. E come Mosè innalzò il serpente
nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo,
perché chiunque crede in Lui abbia la vita eterna”. Dio infatti ha
tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito, perché chiunque
crede in Lui non muoia, ma abbia la vita eterna. Dio non ha mandato il
Figlio nel mondo per giudicare il mondo, ma perché il mondo si salvi
per mezzo di Lui. Chi crede in Lui non è condannato; ma chi non crede
è già stato condannato, perché non ha creduto nel nome
dell’unigenito Figlio di Dio. E il giudizio è questo: la luce è
venuta nel mondo, ma gli uomini hanno preferito le tenebre alla luce,
perché le loro opere erano malvagie. Chiunque infatti fa il male, odia
la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le loro opere.
Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che
le sue opere sono state fatte in Dio. Parola del
Signore. Commento: Nicodèmo era un
uomo colto e onesto, non ne poteva più di quello che stava capitando e
aspettava con ansia qualcuno che portasse un po’ di tranquillità e
fiducia. Nicodèmo lo
cercava con la trepidazione e sofferenza interiore che ogni scelta di
vita comporta. Alla domanda di Nicodèmo Gesù risponde che bisogna
rinascere di nuovo. Non si tratta di una rinascita fisica, ma riguarda
la mentalità: vanno cambiati la testa e il cuore; solo chi è disposto
a cambiare modo di pensare può capire il progetto di Dio. Con il cuore
vecchio, quello radicato nei pregiudizi e pieno di paure non possono
capire assolutamente che “Dio
ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio, l’unico Figlio, perché
il mondo sia salvato per mezzo di Lui”. Il mondo che Dio ama siamo
noi che nel Battesimo abbiamo ricevuto la dignità di figli
di Dio. Dio ama la nostra vita e la vuole rendere più piena e
abbondante. Per realizzare questo progetto Lui stesso si è messo in
cerca dell’uomo, si è fatto dei nostri, solidale con noi; pienamente
e totalmente. Questa è la grande e insperata, bella notizia che Gesù
rivela a Nicodèmo e attraverso Lui a tutti noi. Silenzio. Lettura del testo
– risonanze Per un domani
migliore. Animatore:
L’amore di Dio non è rassegnato; non gli vanno bene le cose come
stanno; l’amore di Dio è esigente e liberante. Ci chiediamo: Cosa
possiamo fare per portare a compimento, a maturità quei germi di
rinascita che abbiamo evidenziato? Cosa fare per
superare le nostre difficoltà? Riflessione
personale. Comunicazione nel
gruppo. Preghiera
finale MARIA,
DONNA IN CAMMINO. Santa
Maria, donna in cammino, come vorremmo somigliarti nelle nostre corse
trafelate. Donaci,
ti preghiamo, il gusto della vita. Facci assaporare l’ebbrezza delle
cose. Offri risposte materne alle domande di significato circa il nostro
interminabile andare. Santa Maria, donna in cammino, fa’ che i nostri
sentieri siano, come lo furono i tuoi, strumento di comunicazione con la
gente, e non nastri isolanti entro cui assicuriamo la nostra
aristocratica solitudine. Prendici
per mano e facci scorgere la presenza sacramentale di Dio sotto il filo
dei giorni, negli accadimenti del tempo, nel volgere delle stagioni
umane, nei tramonti delle onnipotenze terrene, nei crepuscoli mattinali
di popoli nuovi, nelle attese di solidarietà che si colgono
nell’aria. Facci
volgere gli occhi verso i monti da dove verrà l’aiuto. E allora sulle
nostre strade fiorirà l’esultanza del “Magnificat”. Amen. LA GIOIA DEL
PERDONO Gv. 18,
15-18.25-27; Gv. 21, 15-17 Saluto e
accoglienza Introduzione Non è facile
perdonare. Quasi sempre rispondiamo al male con il male; la debolezza, i
limiti, i peccati degli altri non sempre fanno emergere il meglio di noi
come persone e come cristiani; mettiamo in moto i nostri dinamismi di
difesa e distacco, di aggressività, di orgoglio. L’incontro di
oggi vuole mettere nel nostro cuore la gioia di sentirci perdonati e di
perdonare. L’amore di Dio che è stato riversato nei nostri cuori per
mezzo dello Spirito Santo prenda il sopravvento in noi e possa
esprimersi nella gioia del perdono e del sentirsi perdonati. Preghiera di S.
Francesco: PREGHIERA SEMPLICE O
Signore, fa di me uno strumento della tua Pace. Dove
è odio, fa ch’io porti l’Amore. Dove
è offesa, ch’io porti il Perdono. Dove
è discordia, ch’io porti l’Unione. Dove
è dubbio, ch’io porti la Fede. Dove
è errore, ch’io porti la Verità. Dove
è disperazione, ch’io porti la Speranza. Dove
è tristezza, ch’io porti Gioia. Dove
sono le tenebre, ch’io porti la Luce. O
Maestro, fa ch’io non cerchi tanto: Essere
consolato, quanto consolare. Essere
compreso, quanto comprendere. Essere
amato, quanto amare.
Poiché: Si
è: Dando, che si riceve: perdonando
che si è perdonati; morendo,
che si risuscita a Vita Eterna.
Diamo voce alla
nostra esperienza.
Stiamo vivendo un tempo che tenta di superare ciò che divide, ciò
che è distante. Si parla con più decisione di curare armonia, pace fra
i popoli.
Anche la Chiesa, le diverse confessioni cristiane fanno passi di
riconciliazione, di richiesta
di perdono, si muovono sulla strada dell’unità. Ci chiediamo: * nella realtà
sociale ed ecclesiale che ti circonda vedi alcuni di questi segni?
quali? * Quali sono le
realtà che richiedono passi di riconciliazione e di perdono a livello
di vita sociale, di comunità parrocchiale, tra le nostre famiglie? In ascolto della
Parola. La Bibbia viene
posta al centro del tavolo con un lumino acceso ed un fiore. L’animatore e il
gruppo cantano: Alleluia; con un versetto di acclamazione alla Parola. Lettura di Gv.
18,15-18. 25-27; 21,15-17 Intanto
Simon Pietro seguiva Gesù insieme con un altro discepolo. Questo
discepolo era conosciuto dal sommo sacerdote e perciò entro con Gesù
nel cortile del sommo sacerdote; Pietro invece si fermò fuori, vicino
alla porta. Allora quell’altro discepolo, noto al sommo sacerdote,
tornò fuori, parlò alla portinaia e fece entrare anche Pietro. E la
giovane portinaia disse a Pietro: “Forse anche tu sei dei discepoli di
quest’uomo?”. Egli rispose: “Non lo sono”. Intanto i servi e le
guardie avevano acceso un fuoco, perché faceva freddo, e si scaldavano;
anche Pietro stava con loro e si scaldava. Intanto
Simon Pietro stava là a scaldarsi. Gli dissero: “Non sei anche tu dei
suoi discepoli?”. Egli lo negò e disse: “Non lo sono”. Ma uno dei
servi del sommo sacerdote, parente di quello a cui Pietro aveva tagliato
l’orecchio, disse: “Non ti ho forse visto con lui nel giardino?”.
Pietro negò di nuovo, e subito un gallo cantò. Quand’ebbero
mangiato, Gesù disse a Simon Pietro: “Simone di Giovanni, mi vuoi
bene tu più di costoro?”. Gli rispose: “Certo, Signore, tu lo sai
che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci i miei agnelli”. Gli disse
di nuovo: “Simone di Giovanni, mi vuoi bene?”. Gli rispose:
“Certo, Signore, tu lo sai che ti voglio bene”. Gli disse: “Pasci
le mie pecorelle”. Gli disse per la terza volta: “Simone di Giovanni
mi vuoi bene?”. Pietro rimase addolorato che per la terza volta gli
dicesse: Mi vuoi bene?, e gli disse: Signore, tu sai tutto; tu sai che
ti voglio bene”. Gli rispose Gesù: “Pasci le mie pecorelle”. Parola del
Signore. Commento: Pietro, pur avendo
promesso fedeltà e dedizione, ha rinnegato Gesù per ben tre volte nel
momento più drammatico della sua vita. Dopo queste esperienze Gesù lo
incontra e non gli rinfaccia il tradimento, non mette il dito sulla
piaga ma con la domanda posta tre volte “Mi
ami?” mette Pietro in condizione di riconoscere e di esprimere la
sua grande capacità di amare e di superare il rimorso, il senso di
colpa e di essere capace di assumere e dare la vita per il ministero che
Gesù gli affida quando gli dice “Pasci
le mie pecorelle”. Come Gesù ha
perdonato Pietro, cosi perdona anche noi ogni volta che ci accostiamo al
sacramento della riconciliazione e ci dona l’energia per esprimere la
gioia di essere amati, perdonati e per fare sentire agli altri la stessa
gioia e lo stesso amore. Perdonare è
quindi fare crescere l’altro, dargli fiducia farlo sentire bene e
promuovere in lui le energie migliori che possiede, perché Figlio di
Dio. Silenzio –
lettura personale del testo Risonanze. Per un domani
migliore. Se perdonare dà
gioia cosa possiamo fare per educarci al perdono e per venire incontro
alle realtà che richiedono perdono- riconciliazione a livello di vita
sociale ed ecclesiale? Come riscoprire il
segno del perdono di Dio nel sacramento della riconciliazione? Preghiera
finale. Maria, donna
accogliente. Santa
Maria, donna accogliente, rendici capaci di gesti ospitali verso i
fratelli. Sperimentiamo tempi difficili, in cui il pericolo di essere
defraudati dalla cattiveria della gente ci fa vivere tra porte blindate
e sistemi di sicurezza. Non
ci fidiamo più l’uno dell’altro. Vediamo agguati dappertutto. Il
sospetto è divenuto organico nei rapporti col prossimo. Il
terrore di essere ingannati ha preso il sopravvento sugli istinti di
solidarietà che pure ci portiamo dentro. E
il cuore se ne va a pezzi dietro i cancelli dei nostri recinti. Disperdi,
ti preghiamo, le nostre diffidenze. IL PANE CHE DÀ
VITA Gv. 6, 1-13.48-51 Saluto e
accoglienza Introduzione: Tante volte ci
sentiamo affamati di valori, di affetto, di amore, di essere compresi,
amati… Ci sentiamo
affamati ma a volte ci sfamiamo, ci nutriamo di cibi che non saziano, di
cose illusorie, di appagamenti passeggeri… Ci sarà qualche
cosa che possa davvero saziare ogni desiderio, ogni aspettativa del
cuore dell’uomo? In questo incontro
con l’aiuto dello Spirito del Signore chiediamo di scoprire il vero
Pane che nutre e sazia. Preghiera allo
Spirito Santo Vieni,
o Santo Spirito, illumina
con la luce della verità il nostro cammino. Donaci
di confessare, con fede ardente, Gesù Cristo, Signore
e Redentore, morto e risorto per noi, Colui che sempre viene. Egli
è il Vangelo della carità di Dio per l’uomo, della
comunione fraterna e dell’amore senza confini. Egli
è il germoglio nuovo, fiorito nei solchi della storia. Da
lui solo può maturare il vero rinnovamento
della Chiesa e della società. Vieni,
o Santo Spirito, e rinnova la faccia della terra. Vieni,
o Santo Spirito, infiammaci con il fuoco del tuo amore, perché
con umiltà e coraggio sappiamo discernere il bene e il male, presenti
tra i figli della Chiesa e nell’intera società. Diamo voce alla
nostra esperienza. Viviamo un tempo
di incertezze; non ci sono punti sicuri a cui ancorare le scelte, che
possono dare risposta alle aspettative, ai grandi desideri, al bisogno
di trascendenza che c’è in ogni uomo. Ci chiediamo: Cosa cercano le
persone, i giovani, le donne… del nostro paese, città ? Come soddisfano
questi desideri? Cosa cerchiamo
come comunità parrocchiale? Quali sono i
nostri punti di riferimento? In ascolto della
Parola La Bibbia viene
posta al centro del tavolo con un fiore, un pane e un lumino acceso L’animatore
proclama: “Tu sei il Pane che dà
vita” L’assemblea
risponde ripetendo l’acclamazione. Lettura di Gv.
6,1-13. 48-51 Dopo
questi fatti, Gesù andò all’altra
riva del mare di Galilea, cioè di Tiberiade, e una gran folla lo
seguiva, vedendo i segni che faceva sugli infermi. Gesù salì sulla
montagna e là si pose a sedere con i suoi discepoli. Era vicina la
Pasqua, la festa dei Giudei. Alzati quindi gli occhi, Gesù vide che una
grande folla veniva da Lui e disse a Filippo: “Dove possiamo comprare
il pane perché costoro abbiano da mangiare?”. Diceva così per
metterlo alla prova; egli infatti sapeva bene quello che stava per fare.
Gli rispose Filippo: “Duecento denari di pane non sono sufficienti
neppure perché ognuno possa riceverne un pezzo”. Gli disse allora uno
dei discepoli, Andrea, fratello di Simon Pietro:
“ C’è qui un ragazzo che ha cinque pani d’orzo e due
pesci; ma che cos’è questo per tanta gente?”. Rispose Gesù:
“Fateli sedere”. C’era molta erba in quel luogo. Si sedettero
dunque ed erano circa cinquemila uomini. Allora Gesù prese i pani e,
dopo aver reso grazie, li distribuì a quelli che si erano seduti e lo
stesso fece dei pesci, finché ne vollero. E quando furono saziati,
disse ai discepoli: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada
perduto”. Li raccolsero e riempirono dodici canestri con i pezzi di
cinque pani d’orzo, avanzati a coloro che avevano mangiato. Disse
Gesù: “Io sono il pane della vita. I
vostri padri hanno mangiato la manna nel deserto e sono morti;
questo è il pane che discende dal cielo, perché chi ne mangia non
muoia. Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo
pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita
del mondo”. Parola del
Signore. Commento: Gesù vede la
gente che ha fame, sente compassione e dà da mangiare. Non solo sazia
la fame materiale, ma si presenta come il vero
Pane che da’ vita. Nel sacramento
dell’Eucaristia, Gesù continua a offrirsi come fonte di vita divina,
diventa risposta alle domande di vita, di amore, di trascendenza che
salgono dal cuore dell’uomo. Innesta in noi la stessa vita divina che
ci rende capaci di amarci come Lui ci ha amati e di amare gli altri con
lo stesso amore. Si fa cibo,
nutrimento in un segno piccolo e povero perché chi lo cerca possa
trovarlo e in Lui trovare il senso della vita. Silenzio –
lettura personale – risonanze. Per un domani
migliore. L’Eucaristia è
nutrimento della vita cristiana, è il pane che ci nutre nel nostro
cammino di figli e fratelli. Come possiamo dare
più spazio al pane della Parola e dell’Eucarestia nella nostra vita
personale e parrocchiale? Come fare perché “il
pane” che ci nutre ci renda capaci di sfamare la vera fame dei
poveri, dei bisognosi? Preghiera
finale. Santa
Maria, donna del pane, facci capire che il pane non è tutto. Che
i conti in banca non bastano a renderci contenti. Che la tavola piena di
vivande non sazia, se il cuore è vuoto di verità. Che se manca la pace
dell’anima, anche i cibi più raffinati sono privi di sapore. Perciò,
quando ci vedi brancolare insoddisfatti attorno alle nostre dispense
stracolme di beni, muoviti a compassione di noi, placa il nostro bisogno
di felicità e torna a deporre nella mangiatoia, come quella notte
facesti a Betlem, il pane vivo disceso dal cielo. Perché solo chi
mangia di quel pane non avrà più fame in eterno. IL CORAGGIO DI
SERVIRE Gv. 10, 1-18 Saluto e
accoglienza Introduzione: Tutti noi nella
comunità parrocchiale stiamo prestando un servizio; però non sempre
abbiamo motivazioni chiare di questo servizio. A volte lo facciamo perché
qualcuno ce l’ha chiesto, per dovere, per senso di responsabilità… Oggi vogliamo
scoprire la gioia di servire che nasce soprattutto dalla consapevolezza
di stare collaborando alla realizzazione del Regno di Dio. Chiediamo allo
Spirito del Signore che ci renda servitori gioiosi del suo Regno. Preghiera: “Lo
Spirito del Signore” Ant.
Lo Spirito del Signore è su di me;
Lo Spirito del Signore mi ha consacrato;
Lo Spirito del Signore, Egli mi manda
per annunziare la pace, la gioia. Lo
Spirito del Signore mi ha scelto per
annunziare la buona novella ai poveri; esulto
di gioia in Dio mio Salvatore.
Lo Spirito del Signore mi ha scelto
Per annunziare la grazia che libera gli uomini;
esulto di gioia in Dio mio Salvatore. Lo
Spirito del Signore mi ha scelto per
dare conforto a tutti i cuori afflitti; esulto
di gioia in Dio mio Salvatore.
Lo Spirito del Signore mi ha scelto
per dar sollievo ai poveri che sono nel pianto;
esulto di gioia in Dio mio Salvatore. Lo
Spirito del Signore mi ha scelto per
celebrare il suo amore fra i popoli; esulto
di gioia in Dio mio Salvatore. Ant.
Lo Spirito del Signore… Diamo voce alla
nostra esperienza Nella nostra
società le relazioni sono tante volte segnate dal desiderio, anche
inconscio, di prevalere sull’altro, di dominare, di dirigere… Ci chiediamo: Quali sono i segni
che indicano dominio, prevalenza sull’altro? Nelle nostre
relazioni? In famiglia? Nella comunità
parrocchiale? Qual è la causa
di tutto questo? Come giudichiamo
lo stile del servizio nella nostra comunità cristiana? In ascolto della
Parola. La Bibbia viene
posta al centro del tavolo con un fiore ed un cero asceso. L’animatore
proclama: “Tu sei il buon
pastore e offri la vita per noi”. L’assemblea
ripete l’acclamazione. Lettura di Gv. 10,
1-18 “In verità, in
verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma
vi sale da un'altra parte, è un ladro e un brigante. Chi invece entra
per la porta, è il pastore delle pecore. Il guardiano gli apre e le
pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le pecore una per una e le
conduce fuori. E quando ha condotto fuori tutte le pecore, cammina
innanzi a loro, e le pecore lo seguono, perché conoscono la voce. Un
estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non
conoscono la voce degli estranei”. Questa similitudine disse loro Gesù;
ma essi non capirono che cosa significava ciò che diceva loro. Allora
Gesù disse loro di nuovo: “In verità, in verità vi dico; io sono la
porta delle pecore. Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri
e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. Io sono la porta: se
uno entra attraverso di me, sarà salvo; entrerà e uscirà e troverà
pascolo. Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere;
io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io
sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il
mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non
appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo
le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle
pecore. Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore
conoscono me, come il Padre conosce me e io conosco il Padre; e offro la
vita per le pecore. E ho altre pecore che non sono di quest’ovile;
anche queste io devo condurre; ascolteranno la mia voce e diventeranno
un solo gregge e un solo pastore. Per questo il Padre mi ama: perché io
offro la mia vita, per poi riprenderla di nuovo. Nessuno me la toglie,
ma la offro da me stesso, poiché ho potere di offrirla e il potere di
riprenderla di nuovo. Questo comando ho ricevuto dal Padre mio”. Parola del
Signore. Commento:
Il Vangelo ci
presenta Gesù che offre la sua vita per la salvezza di tutti, noi
compresi, qui riuniti. Gesù ama il suo gregge, conosce le sue pecore,
le chiama per nome, le conduce al pascolo, desidera per loro la vita in
abbondanza, le difende dai lupi rapaci, dai ladri e briganti, le ama
tanto. Così si fa servo del gregge e compie il ministero affidatogli
dal Padre con totale dedizione e con l’unico desiderio che si faccia
un solo ovile con un solo pastore. Come Gesù ha dato
la sua vita liberamente, cosi anche noi, segnati dallo stesso Spirito,
siamo chiamati a fare della nostra vita un servizio coraggioso ai
fratelli. Silenzio Lettura del brano
– risonanze. Per un domani
migliore. Illuminati e
incoraggiati dall’ esempio di Gesù che si fa servo e offre la vita
per il bene di tutti. Ci chiediamo: Cosa migliorare
nel nostro servizio? A quale
conversione il Signore ci chiama? Quale apertura e
impegno c’è nella nostra parrocchia e nelle nostre famiglie di fronte
alla vocazione (anche sacerdotale o consacrata) dei giovani? D) Preghiera
finale: Maria, donna
del servizio.
Santa Maria, serva della Parola, fa’ che il vangelo diventi la
norma ispiratrice di ogni nostra scelta quotidiana. Preservaci dalla
tentazione di praticare sconti sulle sue esigenti richieste. Rendici
capaci di obbedienze gaudiose. E metti, finalmente, le ali ai nostri
piedi perché alla Parola possiamo rendere il servizio missionario
dell’annuncio, fino agli estremi confini della terra.
Santa Maria, serva del mondo, che subito dopo esserti dichiarata
ancella di Dio sei corsa a farti ancella di Elisabetta, conferisci ai
nostri passi la fretta premurosa con cui tu raggiungesti la città di
Giuda, simbolo di quel mondo di fronte al quale la Chiesa è chiamata a
cingersi il grembiule. Restituisci cadenze di gratuità al nostro
servizio così spesso contaminato dalle scorie dell’asservimento. E
fa’ che le ombre del potere non si allunghino mai sui nostri
offertori. Tu
che hai sperimentato le tribolazioni dei poveri, aiutaci a mettere a
loro disposizione la nostra vita, con i gesti discreti del silenzio e
non con gli spot pubblicitari del protagonismo. Rendici consapevoli che,
sotto le mentite spoglie degli affaticati e degli oppressi, si nasconde
il Re. Apri
il nostro cuore alle sofferenze dei fratelli. E perché possiamo essere
pronti a intuirne le necessità, donaci occhi gonfi di tenerezza e di
speranza.
Gli occhi che avesti tu, quel giorno. A Cana di Galilea. LA GIOIA DI
ESSERE INSIEME Gv. 17, 20-26 Saluto e
accoglienza. Introduzione Da tempo ci
incontriamo in questo gruppo. Stiamo sperimentando la gioia di ascoltare
la Parola di riflettere insieme, di dialogare, di condividere
l’amicizia. Tutto questo ancora deve crescere, deve maturare, deve
conoscere forme nuove perché Gesù ha chiesto per noi di realizzare
l’unità che c’è fra Lui e il Padre. La meta è alta,
da soli mai ci riusciremo; chiediamo la presenza dello Spirito perché
ci doni di comprendere la portata, il senso di questo incontro. Preghiera per
invocare il dono dello Spirito Santo: Signore Gesù,
nell’Ultima cena, tu ci hai detto che la santità è essere “uno”,
essere comunione in Te con i fratelli; ci hai dato un solo comandamento,
come distintivo dei tuoi discepoli “Amatevi come io vi ho amato”; ci
hai dato anche la capacità per questo: ci hai promesso – e dalla
croce mandato – il Tuo Spirito, l’Amore che ti unisce al Padre. Noi
abbiamo vanificato anche la stessa parola “amore”. Mandaci
ancora il tuo Spirito Santo e santificatore, perché ci faccia Uno
“come Tu e il Padre siete Uno”. Te lo chiediamo per mezzo di Maria,
la “piena di grazia”, colei che, perciò, è “la Beata fra le
donne”. Amen. Diamo voce alla
nostra esperienza: Anche nel mondo di
oggi ci sono tentativi di superamento di divisioni, di steccati; si
parla di globalizzazione; è facile che si trovino insieme persone di
diverse culture… Ci chiediamo: La gente del
nostro quartiere come manifesta il desiderio di unità, di stare
insieme? Cosa
rende difficile il nostro stare insieme come comunità
parrocchiale? In ascolto della
Parola. La Bibbia viene
messa al centro del tavolo con un fiore e un lumino asceso. Si prende una
sedia vuota e si pensa alle persone con le quali si ha difficoltà a
stare insieme. L’animatore
proclama: “Signore Gesù, in Te
siamo una sola cosa”. L’assemblea
ripete l’acclamazione Lettura di Gv. 17,
20-26 Così
pregò Gesù: “Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per
la loro parola crederanno in me; perché tutti siano una cosa sola. Come
Tu, Padre, sei in me e io in Te, siano anch’essi in noi una cosa sola,
perché il mondo creda che Tu mi hai mandato. E
la gloria che Tu hai dato a Me, Io l’ho data a loro, perché siano
come noi una cosa sola. Io in loro e Tu in Me, perché siano perfetti
nell’unità e il mondo sappia che Tu mi hai mandato e li hai amati
come hai amato Me. Padre,
voglio che anche quelli che mi hai dato siano con me dove sono io, perché
contemplino la mia gloria, quella che mi hai dato; poiché Tu mi hai
amato prima della creazione del mondo. Padre
giusto, il mondo non Ti ha conosciuto, ma io Ti ho conosciuto; questi
sanno che Tu mi hai mandato. E io ho fatto conoscere loro il tuo nome e
lo farò conoscere, perché l’amore con il quale mi hai amato sia in
essi e io in loro”. Parola del
Signore. Commento: Gesù ci ha
comandato di amarci e ha chiesto al Padre l’unità come un dono che
per noi diventa anche un impegno. Ci presenta
l’unità come una meta da raggiungere. L’unità a cui siamo chiamati
è la perfezione della carità alla quale arriviamo amandoci: come Lui
amò noi stessi, amando Lui negli altri, amandoci come Lui ci ama. Questo non è un
fardello pesante ma è il prezzo che ci rende liberi, ci rende gioiosi,
ci fa comunità.
Silenzio.
Rilettura personale del testo
Risonanze Per un domani
migliore Il fondamento del
nostro stare insieme è la presenza di Gesù che ci dice di amarci gli
uni gli altri e chiede al Padre il dono dell’unità. Non è
sufficiente la nostra sola buona volontà. Ci chiediamo: Cosa possiamo fare
per rendere più radicato nell’amore e gioioso il nostro stare
insieme? D) Preghiera
finale:
Maria donna della comunione. Santa
Maria, donna conviviale, alimenta nelle nostre comunità ecclesiali lo
spasimo di comunione. Per questo Gesù le ha inventate: perché, come
tante particole eucaristiche disseminate sulla terra, esse abbiano a
introdurre nel mondo, quasi con una rete capillare di pubblicità, gli
stimoli e la nostalgia della comunione trinitaria.
Aiutale a superare le divisioni interne. Intervieni quando nel
loro grembo serpeggia il demone della discordia. Spegni i focolai delle
frazioni. Ricomponi le reciproche contese. Stempera le loro rivalità.
Fermale quando decidono di mettersi in proprio, trascurando la
convergenza su progetti comuni. Convincile profondamente, insomma, che,
essendo le comunità cristiane come punti–vendita periferici di quei
beni di comunione che maturano in pienezza solo nella Casa trinitaria,
ogni volta che frantumano la solidarietà, vanno contro gli interessi
della Ditta.
Santa Maria, donna conviviale, guarda alle nostre famiglie in
difficoltà. Vittime degli uragani prodotti dai tempi moderni, tante
hanno fatto naufragio. Molte, in crisi profonda di comunicazione, stanno
andando alla deriva. Ebbene, se ti accorgi che la tua immagine pende su
di un talamo nuziale che non dice più nulla, staccati da quella parete
divenuta ormai fredda e riconvoca alla tua tavola lui e lei. E una volta
che si saranno poggiati sulle tue spalle, ricomponi gli antichi amori,
ridesta i sogni di un tempo, riaccendi le speranze perdute, e fa’
capire che si può ancora ricominciare daccapo.
Ti preghiamo, infine, per tutti i popoli della terra, lacerati
dall’odio e divisi dagli interessi. Ridesta in loro la nostalgia
dell’unica mensa, così che, distrutte le ingordigie e spenti i rumori
di guerra, mangino affratellati insieme pani di giustizia. Pur diversi
per lingua, razza e cultura, sedendo attorno a Te, torneranno a vivere
in pace. E i tuoi occhi di Madre, sperimentando qui in terra quella
convivialità delle differenze che caratterizza in cielo la comunione
trinitaria, brilleranno finalmente di gioia. INCONTRO DI
VERIFICA DI FINE ANNO con tutti i Centri
di Ascolto del Vangelo della Parrocchia
Verificare per ripartire Che cosa: I Centri di
Ascolto del Vangelo verificano il cammino compiuto mettendo in evidenza
i frutti del cammino, i problemi incontrati e fanno proposte per il
prossimo anno. Perché:
Ogni cammino richiede di per sé una verifica. È un momento di
azione di grazia, di richiesta di perdono e di ascolto per trovare le
vie del cammino futuro. Ci abilitiamo ad
acquisire lo stile della verifica. Come: Saluto,
accoglienza, senso dell’incontro. Verificare per
ripartire. Genesi 12,1-4. La
verifica è orientata a mettere in risalto l’esodo, da dove siamo
arrivati dobbiamo ripartire per un di più, un meglio. Il
Signore disse ad Abram: “Vattene dal tuo paese, dalla tua patria e
dalla casa di tuo padre, verso il paese che io ti indicherò. Farò
di te un grande popolo e ti benedirò. Renderò grande il tuo nome e
diventerai una benedizione. Benedirò coloro che ti benediranno e coloro
che ti malediranno maledirò e in te si diranno benedette tutte le
famiglie della terra”. Allora
Abram partì, come gli aveva ordinato il Signore, e con lui partì Lot.
Abram aveva settantacinque anni quando lasciò Carran.
I gruppi mettono
in evidenza: I risultati
ottenuti. I problemi
incontrati e come hanno tentato di risolverli. Suggerimenti per
il futuro. Comunicazione in
assemblea: Dopo la
comunicazione dei risultati positivi si fa un canto di lode. Dopo la
comunicazione dei problemi si canta un kyrie ogni tre interventi.
“Questo è il
campo dove Dio chiede di intervenire, di impegnarci”. Dopo la
comunicazione dei suggerimenti si proclama con commento: Fil. 3, 7-14 Ma quello che
poteva essere per me un guadagno, l’ho considerato una perdita a
motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla
sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale
ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al
fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia
giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in
Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede. E
questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua
risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli
conforme nella morte, con la speranza di giungere alla risurrezione dei
morti. Non però che io abbia già conquistato il premio o sia ormai
arrivato alla perfezione: solo mi sforzo di correre per conquistarlo,
perché anch’io sono stato conquistato da Gesù Cristo. Fratelli, io
non ritengo ancora di essere giunto, questo soltanto so: dimentico del
passato e proteso verso il futuro, corro verso la meta per arrivare al
premio che Dio ci chiama a ricevere lassù, in Cristo Gesù. Parola di Dio Momento di
silenzio. Preghiere
spontanee. Conclusione. Momento di festa.
Spirito di verità. Spirito di verità.
Luce sul mio
cammino.
Di ogni scoperta
di fede
ti ringrazio.
Rendi il mio
servizio della fede fecondo, e porta
tutti coloro
che mi sono
affidati
nella piena verità.
Consolida i miei
passi
Gesù, Salvatore,
abbi pietà di me.
Illumina tu i miei
occhi,
che io trovi la
strada verso di te. Consolida i miei
passi, che io non esca di
strada. Apri tu la mia
bocca, che io parli di
te. Tu vuoi che io ami
i miei simili. Fa che io li serva
di modo che
trovino la loro salvezza e giungano alla
tua gloria.
Ho sentito il
battito del tuo cuore Ti ho trovato in
tanti posti, Signore. Ho sentito il
battito del tuo cuore Nella quiete
perfetta dei campi, nel tabernacolo
oscuro di una cattedrale vuota nell’unità di
cuore e di mente di un’assemblea
di persone che ti amano. Ti ho trovato
nella gioia, dove ti cerco e
spesso ti trovo. Ma sempre ti trovo
nella sofferenza. La sofferenza è
il rintocco della campana che chiama la
sposa di Dio alla preghiera. (Madre
Teresa di Calcutta) In un momento di
onestà
Signore, quando
credo che il mio cuore
sia straripante d’amore e mi accorgo, in
un momento di onestà, di amare me stesso
nella Persona amata, liberami da me
stesso. Preghiera della
sera Ti adoro, mio Dio,
e ti amo con tutto il cuore. Ti ringrazio di
avermi creato, fatto cristiano e
conservato in questo giorno.
Perdonami il male
oggi commesso, e se qualche bene
ho compiuto,
accettalo. Custodiscimi nel
riposo e liberami dai pericoli. La tua grazia sia
sempre con me e
con tutti i mie
cari. Amen. Beati loro! Beati quelli che
sono poveri di fronte a Dio: Dio darà loro il
suo regno. Beati quelli che
sono nella tristezza:
Dio li consolerà. Beati quelli che
non sono violenti: Dio darà loro la
terra promessa. Beati quelli che
desiderano ardentemente quello che Dio
vuole: Dio esaudirà i
loro desideri. Beati quelli che
hanno compassione degli altri: Dio avrà
compassione di loro. Beati quelli che
sono puri di cuore: essi vedranno Dio. Beati quelli che
diffondono la pace: Dio li accoglierà come suoi figli. Beati quelli che
sono perseguitati per aver fatto la volontà di Dio:
Dio darà loro il suo regno. Beati siete voi
quando vi insultano e vi perseguitano, quando dicono
falsità e calunnie contro di voi perché avete creduto in
me. Siate lieti e contenti, perché Io vi ho preparato in
cielo una grande ricompensa. Atto di carità Mio Dio, ti amo
con tutto il cuore e sopra ogni cosa, perché sei bene
infinito e nostra eterna felicità; e per amore tuo
amo il prossimo come me stesso e perdono le
offese ricevute. Signore, che io
ami sempre più. Amen. Insegnami
l’amore Signore, insegnami
a non parlare come un bronzo
risonante o come cembalo
squillante, ma con amore. Rendimi capace di
comprendere e dammi la fede
che muove le montagne, ma con amore. Insegnami
quell’amore che è sempre paziente e
sempre gentile; mai geloso,
presuntuoso, egoista o permaloso; l’amore che
prova gioia nella verità, sempre pronto a
perdonare, a credere, a
sperare e a sopportare. Infine, quando
tutte le cose finite si dissolveranno e
tutto sarà chiaro, che io possa
essere stato il debole ma costante
riflesso del tuo amore
perfetto
(Madre Teresa di Calcutta)
Cercarti e
trovarti Tu sei buono,
Signore, con l’anima che ti cerca…… e cosa sei per
l’anima che ti trova! Che cosa strana! Nessuno ti può
cercare se non t’avesse
già trovato. Tu ti lasci
trovare perché ti si possa cercare e vuoi
essere cercato per lasciarti
trovare.
(San Bernardo) Vieni nel mio
cuore O Spirito Santo,
vieni nel mio cuore. La tua potenza lo
attiri a te, o Dio vero! Accordagli la
carità insieme al timore. O Cristo,
custodiscimi da ogni cattivo
pensiero. Con il tuo
dolcissimo amore riscaldami e abbracciami e ogni
pena mi sembrerà lieve. O mio santo Padre,
aiutami ora e per tutta la mia
vita. La gloria di Dio
I cieli narrano la
gloria di Dio, E l’opera delle
sue mani annunzia il firmamento. Il giorno al
giorno ne affida il messaggio e la notte alla
notte ne trasmette notizia. Non è linguaggio
e non sono parole di cui non si oda
il suono. Per tutta la terra
si diffonde la loro voce e ai confini del
mondo la loro Parola. Là pose una tenda
per il sole che esce come
sposo dalla stanza nuziale, esulta come prode
che percorre la via. La legge del
Signore è perfetta, rinfranca
l’anima; La testimonianza
del Signore è verace, rende saggio il
semplice. Gli ordini del
Signore sono giusti, fanno gioire il
cuore; i comandi del
Signore sono limpidi, danno luce agli
occhi. (Salmo 18, 1-9) |