LA FEDE CHE SALVA

Attraverso il sacramento della riconciliazione Roberto ha sperimentato la vicinanza del Signore. Storia della guarigione interiore e della depressione: dopo essere stati perdonati e aver perdonato, Gesù può tagliare i fili che ci legano all'odio.

Mi chiamo Roberto e di professione faccio il camionista. Il Signore mi ha guarito, più di un anno fa, dalla passione per l'astrologia e dal ricorso alla magia. A livello fisico soffrivo anche di artrosi da diversi mesi e, a livello psicologico, di depressione da otto anni. Quella sera che andai in chiesa non fu per la guarigione, anzi, neppure sapevo cosa avrei trovato. Gesù dice di cercare il regno di Dio e le altre cose verranno in sovrappiù; da parte mia, per tanti anni avevo cercato uno spirito buono, ma non sapevo che avrei trovato Gesù e lo Spirito Santo.

Da quel giorno fatidico sono guarito con le preghiere e la fede: quando lo Spirito Santo è sceso su di me è davvero morto l'uomo vecchio ed è nato l'uomo nuovo. Nei giorni successivi, oltre all'allegria ritrovata, non sentivo più i dolori dell'artrosi, ma non perché fosse andata via, solo che non ci facevo più caso. Leggevo la Bibbia e parlavo a Gesù. A lui rivolgevo sempre questa domanda: "Perché la preghiera, quella sera, è arrivata dritta al cuore e allo spirito e all'artrosi non è arrivata?". Pensavo che ci fosse un ostacolo.

Una sera, durante la preghiera, aprii la Bibbia e mi colpì una parola che diceva: "Nella misura in cui perdonerete, il Padre mio vi perdonerà". Meditai quella parola e chiesi allo Spirito di farmela capire. Allora, mi resi conto che era tanto tempo che non mi confessavo più. Io credevo che la confessione fosse una fregatura dei preti, ma Gesù mi ha fatto capire che, invece, è un incontro, faccia a faccia, col Padre celeste. Corsi subito alla Casa di Preghiera, dove trovai un prete con un bel sorriso, il quale sembrava che aspettasse proprio me. Lo pregai di confessarmi dicendogli che altrimenti non sarei guarito. Mi guardò incredulo, forse pensava che avevo combinato qualcosa di grosso. Non con le sole labbra, ma con tutto il cuore chiesi perdono per i miei peccati fin dal momento della

nascita; perdonai tutti quelli che mi avevano fatto dei male, con la promessa che se mi fossi ricordato di qualcuno avrei pregato per lui. Feci questo perché, essendo l'uomo tempio di Dio, non avrei più ospitato il peccato, ma il Dio trino e unico. Quella stessa sera, durante la messa, mentre pregavo sentii un caldo alla schiena e guarii. Anche l'odio può essere un idolo che distoglie la nostra mente dal pensiero di Gesù. Dopo aver perdonato, Gesù può tagliare quei fili invisibili che ci legano all'odio.

Riguardo alla depressione, mi resi conto che ormai prendevo le medicine meccanicamente. Una sera, tornando dall'incontro con i ragazzi del ministero del canto del gruppo, mi sedetti sul letto e pensai che Gesù sulla croce ha preso tutti i nostri peccati e anche tutte le nostre malattie. Allora gli chiesi di prendere anche la mia depressione. Quella sera non presi le pasticche perché pensai - se era vero che lui aveva preso su di sé il mio male, avrebbe "preso lui la medicina". Quella notte dormii poco, ma lodai molto il Signore e al mattino mi sentii riposato e forte come una roccia.

Tratta dalla rivista "Rinnovamento nello Spirito Santo" aprile 98

 

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