SATANISMO
E MUSICA ROCK
Carlo
Climati
Negli
ultimi anni i mezzi di comunicazione hanno dato spesso notizia dei rapporti
tra satanismo, esoterismo e musica moderna. Si é parlato di dischi che
spingono alla violenza, al suicidio, alla droga, all’adorazione del
diavolo. Ma qual é la reale dimensione di questo fenomeno? Esiste davvero
il “rock satanico”, o si tratta di una leggenda?
La
questione dev’essere affrontata con grande equilibrio. Di fronte al tema
del “rock satanico” esistono diversi atteggiamenti, che si possono
riassumere in due schieramenti opposti: gli “scettici” e i “catastrofisti”.
I
“catastrofisti” sono quelli che vedono il diavolo dappertutto.
Considerano il rock intrinsecamente satanico e vorrebbero cancellare ogni
forma di musica moderna.
Gli
“scettici”, invece, amano così tanto i loro idoli musicali da rifiutare
di metterli in discussione. Non accettano critiche e tendono a giustificare
ogni eccesso del rock con la scusa della “libertà d’espressione”.
Entrambi
gli schieramenti, pur trovandosi su fronti opposti, hanno qualcosa in
comune: la mancanza di approfondimento e di obiettività. Per questa
ragione, sono caduti spesso in bugiarde esagerazioni o in faziosi
riduzionismi.
Al
contrario, il fenomeno del rock satanico non dev’essere né gonfiato, né
sottovalutato. Dev’essere semplicemente analizzato alla luce dei fatti,
evitando di scadere in valutazioni superficiali ed estremiste.
Il
primo segnale
Il
primo, timido riferimento al mondo del satanismo compare sulla copertina di
uno dei dischi più famosi della storia del rock: “Sergeant Pepper’s
Lonely Hearts Club Band” dei Beatles (1967). Sulla copertina dell’album
compaiono tanti personaggi noti: Karl Marx, Stanlio e Ollio, Marlon Brando,
Bob Dylan ed altri.
Il
batterista Ringo Starr, all’epoca, dichiarò: “Abbiamo pensato di
raggruppare i volti delle persone che amiamo ed ammiriamo”. (1) E tra
questi, in alto a sinistra, spicca l’immagine di un uomo calvo. E’
l’occultista inglese Aleister Crowley (1875 - 1947), padre del satanismo
moderno ed ispiratore della maggior parte dei gruppi esoterici
contemporanei.
Il
motto di Crowley era “Fai ciò che vuoi”. Un invito a godersi la vita
senza limiti o regole morali, nella continua ricerca della soddisfazione
personale e del piacere egoistico. L’uomo, secondo, l’occultista
inglese, ha il diritto di mettersi al posto di Dio e di scegliere le leggi
della sua vita.
Negli
ambienti rock degli anni sessanta, in cui fioriva l’interesse per l’esoterismo,
Aleister Crowley era considerato un personaggio “di moda”. Era
apprezzato per la sua natura trasgressiva e per l’invito a rifiutare ogni
regola imposta dall’alto. Per questa ragione, probabilmente, i Beatles lo
inserirono sulla copertina del loro disco più famoso.
Un
tocco esoterico
Negli
anni settanta, il rock comincia ad assumere toni più accesi. Nasce l’hard
rock (rock duro), caratterizzato da suoni metallici, chitarre elettriche
distorte e voci potenti. Tra i pionieri del genere ci sono gli inglesi Led
Zeppelin, gruppo fondamentale nella storia dei rapporti tra musica e
satanismo.
Leader
dei Led Zeppelin é il chitarrista Jimmy Page, accanito sostenitore delle
dottrine di Aleister Crowley. Il suo interesse nei confronti
dell’occultista inglese é tale da spingerlo a collezionare tutti i suoi
oggetti personali: libri, manoscritti, cappelli, canne da passeggio, quadri
e perfino le tuniche utilizzate durante i rituali. Page vive, addirittura,
nella casa in cui Crowley abitava. Un antico cottage nei pressi del Loch
Ness.
I
Led Zeppelin sono il primo gruppo rock a fare uso di simboli satanici sulla
copertina di un disco. Nell’album “IV” del complesso troviamo,
infatti, un carattere magico che viene comunemente utilizzato per fare i
patti con il diavolo. (2)
Un
altro richiamo al satanismo é contenuto nell’album “III” del Led
Zeppelin. Vicino all’etichetta del disco, Jimmy Page fece incidere il
motto di Aleister Crowley: “Fai ciò che vuoi”. Ad un giornalista che
gli chiedeva spiegazioni su quella frase, la rock-star rispose in modo
evasivo: “L’idea é stata mia. La storia che c’é dietro é troppo
lunga da raccontare. Ma l’intenzione era quella di dare un piccolo tocco
esoterico. Speravo che nessuno la vedesse”. (3)
Il
satanismo esplicito
Negli
anni ottanta e novanta la corrente dell’hard rock si farà sempre più
dura, dando vita al filone dell’heavy metal (metallo pesante). Ed é
proprio in questo genere musicale che il satanismo diventa esplicito, con
una forte tendenza all’uso di tematiche esoteriche nei testi delle canzoni
e nelle immagini delle copertine.
Tra
i gruppi più rappresentativi ci sono i danesi Mercyful Fate. Una loro
canzone, “Don’t break the oath”, riproduce la formula di un vero e
proprio giuramento al diavolo: “Io bacerò il caprone e giuro di dedicarmi
mente, corpo ed anima, senza riserve, per promuovere i piani del nostro
signore Satana”.
Dello
stesso genere sono i Deicide, il cui leader, Glen Benton, é arrivato al
punto di farsi bruciare una croce rovesciata sulla fronte, mantenendo
perennemente l’ustione prodotta. La croce raffigurata al contrario, che
rappresenta l’Anticristo, é un tipico simbolo dei satanisti, che compare
su molte copertine di dischi rock.
Tra
i gruppi italiani spiccano i Death SS, guidati dal cantante Steve Sylvester.
In un loro disco, “Black Mass”, viene descritto nei minimi particolari
un rituale satanico celebrato alle undici di sera in una chiesa sconsacrata.
La canzone che dà il titolo all’album dice: “La gola del bambino sarà
tagliata, sopra il corpo di una strega. Mischia il suo sangue con il suo
seme ed unisciti all’Esercito Nero”.
Gli
oltraggi blasfemi
Particolarmente
sgradevoli sono le copertine di dischi che propongono immagini blasfeme ed
anticristiane. Il più colpito é certamente Gesù Cristo, che viene
raffigurato in tutti i modi: squartato (dai Mortuary e dai Deicide),
bucherellato (dai Messiah) o usato come fionda per lanciare un proiettile
(dai Celtic Frost).
L’immagine
più agghiacciante é quella di una copertina dei Torr, in cui Gesù viene
ritratto come un cadavere in decomposizione sulla croce. La scelta non é
casuale. Il disegno, infatti, sta a significare che Cristo non sarebbe
risorto.
Anche
gli stessi nomi dei complessi, a volte, hanno contenuto blasfemo. Ci sono,
ad esempio, i finlandesi Impaled Nazarene, che significa “il Nazareno
Impalato”. Ma anche i polacchi Christ Agony (Agonia di Cristo), i torinesi
Burn The Crucifix (Brucia il crocifisso)
e i newyorkesi Fallen Christ (Cristo decaduto).
Il
fatto incredibile é che questi gruppi, invece di essere censurati, godono
dell’appoggio di molti critici musicali. Il caso più clamoroso é quello
del giornalista Stefano Marzorati, curatore dell’Almanacco della paura del
fumetto Dylan Dog. Secondo Marzorati, al gruppo Impaled Nazarene “andrebbe
una nota di merito per aver scelto un nome così blasfemamente
suggestivo”. (4)
Musica
contro la vita
Tra
gli eccessi di certi gruppi rock non c’é soltanto l’adorazione del
diavolo. Argomenti ricorrenti, nei testi delle canzoni, sono anche
l’esaltazione del suicidio e dell’eutanasia.
Alcuni
cantanti invitano apertamente l’ascoltatore ad uccidersi, dicendogli che
la vita é triste, che il mondo fa schifo e che non vale la pena di restare
su questa Terra.
Un
esempio lampante di questa “musica contro la vita” lo troviamo nella
canzone “Suicide solution” (La soluzione del suicidio), di Ozzy Osbourne.
All’interno del brano si può trovare un messaggio seminascosto che invita
l’ascoltatore a spararsi con una pistola: “Ah, nessuno. Tu solo sai
realmente dove si trova. Tu ce l’hai. Perché? Prova! Prendi la pistola e
provala. Spara! Spara! Spara!”.
Sulla
copertina interna di un disco dei Christian Death troviamo la scritta in
francesce “L’invitation au suicide” (L’invito al suicidio). Mentre
il disco “Stained class” dei Judas Priest raffigura l’immagine di una
testa attraversata da un colpo di pistola.
All’eutanasia
é dedicato il disco “Youthanasia” dei Megadeth, ispirato alla vicenda
del “Dottor Morte” Jack Kevorkian, medico tristemente noto per aver
“aiutato” alcuni pazienti a farla finita. Secondo i Megadeth,
l’eutanasia non sarebbe altro che una metafora della vita. “Se si può
scegliere come vivere, perché non si può scegliere come morire?”, hanno
dichiarato in un’intervista. (5)
Un
ponte verso il satanismo
Negli
ultimi anni il rock satanico é diventato una vera e propria moda, che si
esprime attraverso le correnti musicali più estreme, i cui nomi parlano
chiaro: “death” (morte), “black” (nero), “grind” (frantumare,
stritolare), “doom” (rovina, tragico destino).
Alcuni
complessi “recitano” la parte dei satanisti come trovata pubblicitaria
per vendere dischi. Ma c’é anche chi fa sul serio, operando a stretto
contatto con le sette. Negli Stati Uniti, ad esempio, numerosi artisti rock
collaborano con la Chiesa di Satana. Fra questi ci sono King Diamond e gli
Acheron, che tendono a dipingere il satanismo come una sorta di “religione
alternativa”, rassicurante e non pericolosa.
Dal
semplice ascolto di un disco é possibile entrare in contatto con ambienti
esoterici. Come nel caso del complesso Psychic Tv, che ha fondato il
“Tempio della Gioventù Psichica”. Per aderire a questa setta, i fans
del gruppo devono prendere parte ad un disgustoso rituale di tipo
magico-sessuale.
Anche
le riviste rock rappresentano un punto di contatto con gli ambienti del
satanismo. Uno dei più noti mensili musicali italiani, “Flash”, ha
pubblicato l’indirizzo della Chiesa di Satana americana, descrivendola
come “l’associazione più seria ed affidabile a cui si possano rivolgere
gli amanti e i cultori delle teorie occulte”. L’articolo in questione
termina con un chiaro invito ai lettori: “Se pensate che vi possa aiutare
la conoscenza del satanismo, e se volete far parte di quella grande palestra
del pensiero che é la filosofia satanica, la Chiesa di Satana vi
aspetta”. (6)
Dal
rock alle profanazioni
L’idea
di una musica che può spingere alla pratica del satanismo, fino a qualche
tempo fa, era considerata una semplice ipotesi. Ma alcuni fatti di cronaca,
accaduti proprio in Italia, hanno dimostrato che i messaggi lanciati da
alcuni cantanti possono avere effetti devastanti. Soprattutto quando vengono
ricevuti da ragazzi psicologicamente fragili ed influenzabili.
Il
caso più noto é quello di un giovane satanista di La Spezia, protagonista
di “visite notturne” nei cimiteri, con profanazioni di tombe e furti di
teschi ed ossa. Il ragazzo, oggi completamente pentito, ha dichiarato: “Mi
dispiace per quello che ho fatto. Mi sono lasciato trascinare dalla musica
black metal, che seguo da più di dieci anni. In particolare i testi di
alcuni gruppi norvegesi e svedesi, tra cui i Mayhem, i Darkthrone e i Marduk.
Mi hanno condizionato a tal punto che ripetevo come un automa quello che
loro raccontavano nelle canzoni. (...) Quella musica, che ascoltavo anche
dieci ore al giorno, mi prendeva a tal punto che non mi rendevo conto della
gravità dei miei gesti”. (7)
La
procura di La Spezia, dopo la confessione del giovane, ha condotto una vasta
indagine denominata “Operazione Diablo”, in seguito alla quale si
ritrovano indagati nove giovani dai diciotto ai ventisette anni. Le accuse
vanno dal danneggiamento e violazione di sepolcro al furto aggravato di
arredi sacri. Daniele Murgia, ispettore della questura di La Spezia che ha
seguito l’operazione, ha dichiarato: “Il filo conduttore che legava
queste persone nel loro culto del male era la musica black metal. I loro
contatti avvenivano sia a livello epistolare, sia ai concerti di rock
satanico”. (8)
Violenza
e razzismo
In
Italia il rock satanico ha causato “soltanto” profanazioni di tombe e
furti nelle chiese. In Norvegia, purtroppo, il fenomeno ha avuto conseguenze
ben peggiori. I componenti di alcuni gruppi rock, riuniti nella corrente di
pensiero della “Black Metal Mafia”, hanno organizzato attentati
terroristici a chiese cattoliche, trasformando il loro odio musicale in veri
e propri atti di vandalismo.
In
questo clima rovente non sono mancati gli omicidi. Count Grishnackh,
cantante dei Burzum, é stato condannato a ventun anni di prigione per aver
ucciso un altro musicista, Oysten Aarseth, capo storico del complesso Mayhem
e suo (ex) grande amico. Stessa sorte é toccata a Bard G. Eithun,
batterista degli Emperor: quattordici anni di carcere per omicidio.
Per
comprendere lo spirito che caratterizzava la “Black Metal Mafia” é
sufficiente ascoltare alcune dichiarazioni di Count Grishnack: “Io sono
orgoglioso di essere un uomo bianco di razza ariana, con una figlia bianca
ariana che ha anche una madre della sua stessa razza. Sono fiero dei miei
occhi blu, dei miei capelli biondo scuro e della mia pelle bianca”. (8)
Dal
satanismo al razzismo, dunque, il passo é breve. Non a caso, molti gruppi
di rock satanico sono anche antisemiti ed attaccano le persone di colore.
Trey Azagtoth, chitarrista dei Morbid Angel, afferma senza mezzi termini di
“abbracciare lo spirito di Hitler”.
(9) Mentre gli italiani Deviate Ladies si dichiarano “cultori della
razza bianca unica e dominatrice”. (10)
I
messaggi nascosti
Un
altro fenomeno che ha destato molta curiosità, oltre al satanismo
esplicito, é quello dei “messaggi nascosti” nei dischi di famose
rock-star.
I
messaggi nascosti vengono registrati al contrario, in sala di incisione. E
si possono decifrare facendo girare il disco al rovescio. Ad esempio,
ascoltando al contrario la canzone dei Led Zeppelin “Stairway to heaven”
si otterrà una voce che dice: “Ecco il mio dolce Satana, la cui piccola
via non mi renderà triste, e della quale il potere é Satana. Egli darà il
progresso, dandoti il sei, sei, sei” (numero biblico dell’Anticristo).
Questo
tipo di tecnica si può ricondurre all’antica tradizione dei satanisti di
recitare preghiere cattoliche al contrario, durante le “messe nere”, per
dissacrarle e rivolgerle al diavolo.
In
linea con questo tipo di rituali é un disco del complesso Christian Death,
“Prayer”, in cui é stato registrato il Padre Nostro al contrario.
Ovviamente, trattandosi di una preghiera al demonio, sono state eliminate le
ultime due frasi: “Non ci indurre in tentazione, ma liberaci dal male”.
Satana, di sicuro, non le avrebbe gradite.
I
messaggi rovesciati rappresentano il tentativo di realizzare dei piccoli
rituali esoterici attraverso la musica. Non mancano, comunque, i gruppi rock
che li hanno utilizzati semplicemente come forma di scherzo o di
provocazione. Tra questi ci sono i Pink Floyd, che nell’album “The Wall”’
hanno inserito la frase: “Congratulazioni! Hai appena scoperto il
messaggio segreto. Per favore, manda la tua risposta ai vecchi Pink, presso
la buffa fattoria, Chalfont”.
Un
fenomeno in espansione
La
questione dei messaggi nascosti, da sempre, suscita molta curiosità, ma non
é l’aspetto più importante del problema. Ciò che desta maggiori
preoccupazioni é la corrente del rock satanico esplicito, attualmente in
grande espansione.
Negli
ultimi tempi, in Italia, sono sorti negozi specializzati in questo genere di
musica. Oltre ai comuni dischi, vendono libri di satanismo e magia nera.
E’ il caso del negozio “Demos” di Napoli, che ha nel suo catalogo
l’intera opera dell’occultista inglese Aleister Crowley.
Anche
la stampa musicale si sta adeguando. Un vero fenomeno editoriale é la
rivista italiana “Grind Zone”, specializzata in dischi satanici. Nata
come semplice esperimento, si é trasformata in un periodico a tutti gli
effetti, con tanto di edizioni in lingua spagnola e tedesca. Fioriscono,
poi, le cosiddette “fanzine”, riviste amatoriali che vengono distribuite
al di fuori del normale circuito delle edicole. Alcune di esse hanno
contenuti satanici, come “Mortualia’zine”, “Grief’zine” e “Koito’zine”.
La peggiore é certamente “Cancrena ‘zine”, che non risparmia ai suoi
lettori neppure le bestemmie.
Un
ulteriore mezzo di diffusione del rock satanico é Internet, che ospita
numerosi siti dedicati ai seguaci del diavolo. Perfino i razzisti Burzum, o
i blasfemi Marduk, hanno a disposizione una loro pagina sulla “rete delle
reti”.
Un
grande “spot” per il diavolo
Tutti
gli elementi elencati finora dimostrano in modo schiacciante come una parte
della musica moderna sia diventata, senza ombra di dubbio, un efficace mezzo
di diffusione del satanismo tra i giovani.
Fortunatamente
non tutto il rock propone messaggi negativi. Ma non si può negare che
qualcuno
abbia deciso di utilizzarlo per promuovere la non-cultura dell’occultismo,
della morte e della disperazione.
I
“venditori di Satana” sanno bene che, attraverso un disco, é possibile
raggiungere il cuore di milioni di giovani in tutto il mondo. Quale spot
pubblicitario potrebbe mai garantire una simile diffusione del proprio
“prodotto”?
Un’ulteriore,
clamorosa conferma di questa tesi é rappresentata dalla serie di
trasmissioni che il satanista Efrem Del Gatto ha condotto sull’emittente
televisiva laziale “Magic TV”, specializzata in programmi musicali (24
ore su 24).
Del
Gatto, fondatore di una confraternita luciferiana, é una delle figure più
note del satanismo italiano contemporaneo. Ed é significativo che, per
parlare in tv, abbia scelto un’emittente musicale. Chissà quanti ragazzi,
tra una canzone e l’altra, avranno abboccato al suo amo.
Note:
1) Regimbal Jean-Paul e collaboratori, “Il Rock’n’roll”, Edizioni Uomini Nuovi, Marchirolo (Varese), 1983.
2)
Bouisson Maurice, “Storia della magia”, SugarCo, Carnago (Varese), 1992.
3)
Aa.Vv. “Led Zeppelin”, Arcana, Milano, 1983.
4)
Marzorati Stefano, Dizionario dell’Horror rock, SugarCo, Carnago (Varese),
1993.
5)
“I Megadeth e l’eutanasia”, in “Tuttifrutti”, luglio 1994.
6)
Vitali Francesco, “E al di là dell’oceano?”, in “Flash”,
settembre 1994.
7)
Benedetti Massimo, “Il mio demonio era la musica black metal”, in “La
Nazione”, 26 agosto 1996.
8)
Colombo Andrea, “Altri nove satanisti sotto inchiesta”, in
“Avvenire”, 5 settembre 1996.
9)
Bianchini Maurizio, “E’ il rumore dell’inferno”, in
“L’Europeo”, 17 agosto 1994.
10)
“Deviate Ladies ideologia perversa”, in “Metal Shock”, 15 marzo
1995.
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