IL MINISTERO DELL'INSEGNAMENTO

NATURA E FINALITÀ' DEL MINISTERO

Il carisma dell'insegnamento e, di conseguenza, il ministero ad esso corrispondente non sono stati sufficientemente valutati finora, forse perché intimidiscono ancora molti o forse perché sono meno spettacolari e appariscenti di altri.

Tuttavia essi sono importantissimi per la comunità, perché contribuiscono in sommo grado alla sua crescita.

Negli Atti degli Apostoli la catechesi appare come il primo elemento costitutivo della comunità dei credenti: "Erano assidui nell'ascoltare l'insegnamento degli apostoli..." (At 2,42).

San Paolo ne sottolinea l'importanza in 1 Cor 14,26 e Col 3,16, mentre in 1 Cor 12,28 lo mette subito dopo il carisma dei profeti e degli apostoli.

IN CHE COSA CONSISTE QUESTO MINISTERO?

 1. Esso è il servizio della catechesi o istruzione svolto all'interno della comunità, durante le riunioni, ed ha come contenuto essenziale la Parola di Dio.
Nelle comunità primitive sono presenti tre forme di istruzione:

intervento occasionale di chi, nell'assemblea, si sente mosso dallo Spirito a comunicare ai fratelli un messaggio ricevuto dall'alto: es. la spiegazione di un testo biblico che si vuole condividere con i fratelli perché ne restino edificati.Confronta 1 Cor 14,26.
In questo caso, non si tratta di un carisma vero e proprio né di un ministero riconosciuto dalla comunità;

catechesi carismatica, fatta in forza di un carisma ricevuto dallo Spirito e riconosciuto dalla comunità. Confronta 1 Cor 12,29;

catechesi ufficiale, fatta dagli Apostoli, con la quale si spiegavano detti e fatti della vita di Cristo. E' la catechesi su cui sono sorti i Vangeli e di cui trattano in gran parte le lettere apostoliche del NT.
Di essa fa parte anche l'omelia, che fin dai tempi antichi il presidente dell'assemblea rivolgeva ai fedeli.

2. Il ministero dell'insegnamento che viene svolto nei gruppi di RnS coincide con la catechesi carismatica e si distingue dalle altre due forme di istruzione.
Esso consiste nel servizio del didàskalos di cui parla il NT e che in italiano viene reso con i termini di "maestro" (cfr. la Bibbia nella traduzione della CEI) o di "dottore" (termine preferito nel linguaggio della teologia). Confronta: At 13, ]; 1 Cor 12,28-29; Ef 4,1 l; Rm 12,7; Gc 3, 1.

Tale servizio viene esercitato a diversi livelli:
- della ricerca teologica;
- dell'istruzione biblica;
- della catechesi;
- della riflessione incipiente sulla fede.

3. Finalità. Come ogni servizio basato su un carisma, anche questo ha lo scopo di edificare la comunità. Esso pertanto non può ridursi a semplice trasmissione di conoscenze, né consiste in un arido indottrinamento, ma è insegnamento di una certa lunghezza e sistematicità, che mira ad illuminare l'intelligenza delle persone, in modo da portarle ad aderire liberamente e spontaneamente alle verità rivelate.

Esso favorisce, in coloro che ascoltano, una conoscenza esperienziale della Parola di Dio, portando a gustare la verità, a sentirla come vera per la propria vita, ad accoglierla ed assimilarla nel proprio vissuto quotidiano. Confronta Lc 11, 2 8.

4. E un ministero indispensabile per la crescita del gruppo in quanto, fondandosi sul carisma di sapienza, permette di dire al gruppo proprio quello che lo Spirito suggerisce per la situazione in cui esso si trova.

5.     Le diverse forme dell'insegnamento "carismatico

a. Particolarmente diffusa è quella dell'insegnamento breve, che lo Spirito suggerisce in momenti diversi degli incontri di gruppo:

- durante la preghiera comunitaria: per aiutare le persone a fissare l'attenzione su qualche verità o a compiere il passo necessario per il cammino.
Può succedere talvolta che il gruppo faccia resistenza all'azione dello Spirito o non comprenda in quale direzione si muova la preghiera. Il didàskalos, in questo caso, interviene per "spianare la strada", così da provocare l'adesione libera e spontanea alle verità rivelate (es. il Signore è Misericordia, Perdono ... ) e al cammino che esse suggeriscono (invito ad aprirsi al perdono ... );

- alla fine della preghiera comunitaria: in questo caso il carisma dell'insegnamento permette di sintetizzare quanto emerso nella preghiera, in modo che l'incontro non resti un'esperienza isolata, fine a se stessa.

Spesso, infatti, le persone partecipano all'incontro in modo emotivo, o superficiale da un punto di vista spirituale, oppure sono colpite soltanto da qualche aspetto della preghiera, a volte soltanto esteriore. Se si fermassero a questo, la loro crescita ne risentirebbe e di conseguenza ne risentirebbe la crescita dell'intera comunità. Il didàskalos ha il compito perciò di cogliere il filo conduttore della preghiera e di presentarlo in modo sistematico seppur breve, affinché le persone portino a casa l'insegnamento da meditare durante la settimana.

b. La seconda forma comprende gli insegnamenti di una certa durata e sistematicità che si fanno comunemente nei gruppi, durante le giornate di ritiro o nel corso delle convocazioni regionali e nazionali.

c. Insegnamenti scritti (libri, articoli per la Rivista del RnS o per il periodico per Animatori).

d. Interventi fatti durante i ritiri o le convocazioni, per sottolineare momenti salienti o per sintetizzare l'intera giornata, valorizzando i punti su cui il Signore orienta il cammino.

Spesso questi interventi sono svolti dal coordinatore del gruppo o della regione, ma non sempre si attribuisce ad essi l'importanza che dovrebbero avere. Per questo è opportuno affidarli a fratelli cui sia riconosciuto il carisma dell'insegnamento (che possono essere i coordinatori dei gruppi, ma non soltanto loro)

Questo servizio riveste una grande importanza per il cammino futuro del gruppo, in quanto ne traccia le linee portanti.
Esso richiede un ascolto attento di quanto il Signore dice nel corso dell'intera riunione, attraverso i carismi operanti nella comunità, e riflessione orientata a comprendere che cosa lo Spirito vuole operare e  che cosa bisogna fare per assecondare la sua azione.

COMPITI DELL'ANIMATORE

Da quanto detto finora, si intuisce facilmente quali siano i compiti di chi svolge questo ministero.

In generale, essi- consistono nel portare i fratelli ad impostare propria vita (azioni, idee, comportamenti) su scelte di sottomissione la Signoria di Cristo.

Lo specifico del "maestro" consiste nell'approfondire in modo sistematico il messaggio che lo Spirito rivolge al gruppo, così da rendere comprensibile all'intelligenza dei fratelli e provocare, di conseguenza la libera e spontanea adesione della fede.

Un esempio.
Il Signore invita alla lode, ma il gruppo stenta a rispondere. A volte queste situazioni durano parecchio tempo, senza che si riesca a smuoverle. Che cosa impedisce ai fratelli di lodare? Quali ostacoli, blocchi, condizionamenti impediscono di vedere la bontà, la bellezza, la potenza di Dio, così da proclamarla ad alta voce davanti a tutti? Sappiamo per esperienza che i richiami, gli Inviti più o meno insistenti non risolvono il problema. Che cosa fare allora?

In questi casi diventa determinante il carisma dell'insegnamen Grazie ad esso, l'animatore assume il compito di far chiarezza, nella luce dello Spirito, sull'intera situazione.

Un tale servizio comprende momenti diversi:

 DIFFICOLTÀ CHE SI INCONTRANO IN QUESTO SERVIZIO

 Sono di due tipi: interiori ed esteriori.

 a. Le prime riguardano prevalentemente le condizioni interiori che permettono di accogliere e di svolgere il ministero dell'insegnamento.

Per molti laici, la difficoltà più grande è costituita dalla scarsa preparazione dottrinale e dalla mancanza di metodo su come preparare e comunicare l'insegnamento.

In questo senso, la Chiesa sollecita ad aprirsi al dono sia a parole che attraverso l'organizzazione o la partecipazione a corsi di formazione.

b. Le difficoltà esterne dipendono soprattutto dai destinatari della catechesi: non sempre si riesce a raggiungerli in modo efficace e talvolta il loro atteggiamento riesce a "smontare" anche il catechista più preparato.

Come ottenere l'ascolto attento e disponibile?

Come favorire la disposizione dei cuori e delle menti ad accogliere il mistero spesso incomprensibile di Cristo?

Come incidere in mezzo al frastuono provocato da tanti messaggi che provocano nell'ascoltatore un torpore da cui è difficile strapparlo?

E' qui che interviene il carisma, dono da chiedere con insistenza e fiducia, sapendo che questo servizio è molto importante per la comunità e contribuisce alla sua crescita.

QUALITÀ' UMANE DELL'ANIMATORE

Questo dono si innesta su capacità umane fra le quali rivestono particolare importanza le seguenti:

 Ma le qualità più importanti che deve possedere chi è chiamato a svolgere il servizio dell'insegnamento in virtù di un carisma sono soprattutto queste:

 Il carisma dell'insegnamento

 Esso va compreso alla luce del NT.

1.  Il NT parla di un solo e unico Maestro: Gesù

a. Gesù è il modello a cui riferirsi: il solo Maestro.

 - Gesù insegna con autorità. La sua parola e il suo agire sono indissociabili. Invita alla sua sequela in modo radicale. Confronta Mc 1,22-27.

- Gesù è l'unico Maestro perché è la Parola definitiva del Padre.

- Diversamente da Gesù, ogni altro maestro accoglie la Parola e la approfondisce per trasmetterla ai fratelli.

b. Il carisma del maestro viene donato per annunciare il Maestro.

- Diversamente da Gesù, il maestro, prima di trasmettere la parola, deve accoglierla e approfondirla.

- Non ha discepoli propri, perché chiama alla sequela di Cristo.

2. Natura del carisma

E' possibile evidenziare alcuni aspetti:

In questo senso l'azione dello Spirito si manifesta attraverso alcuni elementi:

 3. Come esercitarlo in modo corretto

 C'è un solo modo: prestare attenzione alla guida dello Spirito.

Lo Spirito fa in modo che l'insegnamento non sia freddo, arido, nozionistico, intellettualistico, ma vi mette calore e freschezza.

Fa in modo che il discorso parli al cuore di chi ascolta e gli manifesti il Volto di Dio suscitando il desiderio di avvicinarsi a lui: cfr. At 2,37.

Dona una sensibilità particolare che rende attenti alle persone per cogliere i loro bisogni, le loro aspettative.

Una sensibilità che si trasforma in volontà di entrare nel cuore dell'altro per svelargli il segreto che può aiutarlo a vivere.

4. Come scoprire il carisma

La scoperta può essere occasionale, come ad esempio attraverso un'ispirazione dello Spirito a fare un'istruzione.
Il carisma però si esprime più lentamente di altri, perché c'è bisogno di tempo per riflettere sistematicamente sulla fede.

Qualche indicazione della sua presenza può manifestarsi nel cuore, sotto forma di intenzione a comunicare un'istruzione per edificare i fratelli e aiutarli ad aprirsi al Signore.

Perché il carisma possa operare occorre prendere coscienza della propria debolezza.
Questo spinge da una parte a studiare per acquisire una preparazione sempre più solida e sicura; dall'altra a confidare nell'iniziativa gratuita del Signore.

5. Come farlo crescere

La crescita del carisma passa per la strada del discepolato: occorre entrare sempre più profondamente nella logica di Gesù Maestro e imparare da lui, accogliendo progressivamente il suo modo di pensare e di insegnare.

Condividere i suoi sentimenti di apertura al Padre e all'uomo.

Lo studio è importante e necessario, ma non è l'elemento primario, principale. Fondamentale è crescere nella Vita nello Spirito, è il cammino di ascesi e di trasformazione in Cristo.

Lo Spirito sa che abbiamo bisogno di molti apporti e ci viene in aiuto, ci guida, a volte ci spinge, ci istruisce, ci insegna le cose da studiare, da capire, da dire...

Ma quello che ci dice ce lo dice sempre riferendosi alla realtà in cui siamo situati e in questo momento della Chiesa / del gruppo / della nostra storia / della storia dell'umanità/ della nostra situazione provvisoria.

Lo Spirito ci dice la Parola che ci è utile in questo momento, per farci camminare e perché facciamo camminare i nostri fratelli.

La catechesi carismatica, infatti, non è una lezione di teologia o di morale, ma un'esortazione rivolta alla comunità affinché viva la Parola di Dio nelle circostanze in cui si trova.

CONOSCENZE CHE L'ANIMATORE DEVE POSSEDERE

Accanto alla conoscenza esperienziale della fede, sono necessarie alcune competenze e abilità che si affinano con la crescita umana e spirituale.

Esse sono:

- l'attenzione agli ascoltatori;
- l'ascolto dello Spirito;
- capacità di esprimersi in modo semplice, chiaro, breve.

 ERRORI DA EVITARE:DI DOTTRINA E DI PRASSI

 l. Gli errori dottrinali più gravi sono:

- non presentare il mistero pasquale: lo si fa tutte le volte che, per non spaventare le persone o per altri motivi, si tende a eludere lo scandalo della croce;
- presentare contenuti in modo che non si colga la centralità di Cristo.

2. Gli errori di prassi sono i seguenti:

- trasmettere semplici nozioni, aride;
- non preoccuparsi di coloro che ascoltano, considerandoli come vasi in cui   travasare tutto quello che si è deciso di insegnare;
- usare un linguaggio complesso, difficile, inadeguato;
- usare espressioni, modi di comunicare... capaci di "scandalizzare";
- esposizione incerta, disordinata, confusa;
- insegnare per la propria gloria.

 COME SUPERARLI

 l. Quello del "didascalos" è un servizio impregnato di amore. Occorre pertanto crescere continuamente nella carità, fatta di benevolenza, di attenzione per l'altro, di sensibilità.

2.      Lasciarsi guidare dal carisma stesso: man mano che ci si apre ai fratelli, ai loro bisogni, alle loro aspettative e alle loro difficoltà, cresce nella persona la disponibilità a sostenere il peso dello studio per trovare le risposte alle situazioni che il Signore mette davanti e le forme più adatte per comunicarle.

3.     Servizio, generoso e disinteressato; disponibilità a donarsi allo Spirito per il bene dei fratelli e la gloria di Dio.

4. Preghiera continua: l'insegnamento, infatti, non è mai donato interamente in un solo momento, ma il Signore ne dona di solito un frammento dopo l'altro. Occorre accogliere con gratitudine ogni piccolo dono, aspettando con pazienza il resto. Nel frattempo, preghiera e riflessione, per comprendere e "rnacinare" quanto è stato insegnato prima di tutto a noi.

5. Verificare continuamente il nostro rapporto con la Chiesa. Sia per esaminare la nostra posizione nei confronti dell'insegnamento del Magistero, sia per guarire eventuali rapporti negativi con l'autorità, che potrebbero ostacolare un esercizio corretto del carisma.

Tratto da: Animatore per un progetto di vita - Maria Nives Zaccaria . Edizione RnS

 

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