LA GUARIGIONE INTERIORE

Don Luigi Settembre

1. Il disagio interiore nel nostro tempo

 Viviamo in un’ epoca di delusione di smarrimento nella quale è particolarmente sentita la necessità di operare a favore di coloro che soffrono per qualsiasi specie di malattia interiore.

In questo contesto torna vivo il problema di ciò che la religione in genere e il Cristianesimo in particolare possono fare per la guarigione interiore delle persone.

Questo problema non è passato indifferente alle esigenze a cui è chiamata a rispondere la Chiesa, ed è stato studiato soprattutto dai gruppi carismatici a motivo dell’importanza che essi danno alla preghiera di guarigione.

 2. Cos’è la malattia interiore  

Solitamente si definisce malattia interiore quello stato di disagio, blocco che impedisce il pieno sviluppo della vita che il Signore ci è venuto a portare disturbandone il rapporto di amore verso se stessi e verso i fratelli.

Di solito la malattia interiore si riflette nella psiche pur non essendo solo una malattia psichica.

La malattia interiore si definisce in rapporto a una sanità spirituale, caratteristica della vita eterna che ha inizio con la fede e il battesimo.

Quindi il rapporto fra peccato personale e malattia interiore corrisponde al rapporto fra peccato cosciente e volontario e peccato inconscio, cioè insito nella natura , fra peccato personale e peccato originale ( quel peccato di cui parla San Paolo , che grava sull’umanità).

La malattia interiore può perciò avere origine sia dalla costituzione originaria della persona che dalle pressioni di un ambiente che non è dominato dall’amore, ma piuttosto dalla freddezza e più ancora dall’aggressività e dalla distruttività.

In questo senso sono malattie interiori tutte quelle forme di insicurezza, di timore, di panico, i complessi di inferiorità, di colpa, di persecuzione,

la tendenza ad una tristezza e ad una depressione legate a un morboso ripiegamento su se stessi, i meccanismi di gelosia, di aggressività, di distruttività, l’infantilismo, la non accettazione di sé, i risentimenti e i rancori persistenti e così via.

La maggior parte delle condizioni oggettive che ci separano da Dio e dai fratelli sono inconsce e non direttamente volute, sono nella natura più che nella volontà dei singoli. ( S.Tommaso d’Aquino distingue nell’uomo la volontà dalla natura, la prima è libera , mentre la seconda è determinata ad unum; se volessimo cercare un corrispettivo delle malattie interiori nella Teologia di S. Tommaso potremmo trovarle in quelle che egli chiama le ferite “vulnera” derivate dal peccato originale).

 La redenzione operata dal Cristo, se è completa, non può fermarsi ad assolvere dalla colpa deliberata, ma deve procedere a toglierne la radice, sviluppando tutte le potenzialità che ci sono comunicate attraverso il Battesimo che ci immerge nel mistero della morte e della resurrezione di Gesù.

Non possiamo però ignorare che secoli di fiducia nella forza della ragione, della mediazione intellettuale hanno lasciato il loro segno anche nella Chiesa ed in particolar modo nella catechesi e nella morale cristiana.

I fenomeni di disagio interiori sono il segno più eloquente che dimostrano il fallimento di una impostazione di tale genere.

La psicologia e le varie forme di psicoanalisi e psicoterapia hanno ormai da tempo abbandonato la strada del puro razionalismo ed intellettualismo.

Si tratta di scavare nel profondo delle persone, delle famiglie e della società. L’eredità, i traumi della gestazione , della nascita , dell’infanzia, il non essere desiderati, accolti così come si è, le violenze dell’ambiente circostante , il tipo di educazione, a volte autoritaria  o coercitiva, repressiva  o troppo permissiva, possono fornire la spiegazione di una quantità considerevole di malattie interiori.

E’ importante vedere allora come il peccato personale e deliberato è collegato con la radice della malattia.

Per esempio l’orgoglio, il desiderio di primeggiare, possono sorgere da attitudini che sembrano ad esse contrarie, come ad esempio le insicurezze e le paure, le oppressioni, il complesso di inferiorità.

L’aggressività dei meccanismi di gelosia può sorgere da una profonda insicurezza. Tutti abbiamo sperimentato nella nostra vita come le delusioni che abbiamo provato riguardo a persone che pensavamo in un modo e poi erano diverse, hanno prodotto la tendenza alla sfiducia, al sospetto, al giudizio, alla durezza di cuore e a volte all’incapacità di comunicare e di amare.

La Bibbia ha un preciso e coerente insegnamento riguardante le malattie interiori, che avrebbe però bisogno di essere sviluppato alla luce delle scienze umane. Esattamente in Ebrei 2, 14 - 15 leggiamo: “ Poiché dunque i figli hanno in comune il sangue e la carne, anch’Egli ne è divenuto partecipe, per ridurre all’impotenza mediante la morte colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti a schiavitù per tutta la vita” .

Al fondo di tutte le malattie interiori c’è come un eco del peccato originale che risuona nell’inconscio, la condanna alla morte, al sostentamento e alla fecondità ottenuti con fatica e dolore :

 Genesi cap. 3, 16 - 19 allora alla donna disse:«Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà».All'uomo disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare, maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finche tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».

Il mondo in cui ci troviamo a vivere è dominato dal non-amore, dalla violenza. La misura della malattia interiore è data dall’incapacità di percepire che non c’è più nessuna condanna per coloro che sono in cristo Gesù :

(Romani cap. 8, 1-13)

Non c'è dunque più nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù. Poiché la legge dello Spirito che dà vita in Cristo Gesù ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte. Infatti ciò che era impossibile alla legge, perché la carne la rendeva impotente, Dio lo ha reso possibile: mandando il proprio Figlio in una carne simile a quella del peccato e in vista del peccato, egli ha condannato il peccato nella carne, perché la giustizia della legge si adempisse in noi, che non camminiamo secondo la carne ma secondo lo Spirito. Quelli infatti che vivono secondo la carne, pensano alle cose della carne; quelli invece che vivono secondo lo Spirito, alle cose dello Spirito. Ma i desideri della carne portano alla morte, mentre i desideri dello Spirito portano alla vita e alla pace. Infatti i desideri della carne sono in rivolta contro Dio, perché non si sottomettono alla sua legge e neanche lo potrebbero. Quelli che vivono secondo la carne non possono piacere a Dio. Voi però non siete sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in voi. Se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene. E se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto a causa del peccato, ma lo spirito è vita a causa della giustificazione. E se lo Spirito di colui che ha risuscitato Gesù dai morti abita in voi, colui che ha risuscitato Cristo dai morti darà la vita anche ai vostri corpi mortali per mezzo del suo Spirito che abita in voi. Così dunque fratelli, noi siamo debitori, ma non verso la carne per vivere secondo la carne; poiché se vivete secondo la carne, voi morirete; se invece con l'aiuto dello Spirito voi fate morire le opere del corpo, vivrete.

di sentirsi perciò riconciliati con il Padre, di sentire lo Spirito che grida dentro di noi: Abbà , Padre :

(Galati cap. 4, 6)

E che voi siete figli ne è prova il fatto che Dio ha mandato nei nostri cuori lo Spirito del suo Figlio che grida: Abbà, Padre!

 3 I principali sindromi di malattie interiori

Vediamo alcune sindromi di malattie interiori:

a) Il Timore della morte

E’ la percezione della fragilità della vita, di trovarci in un mondo che non custodisce la nostra vita, ma nel quale essa è continuamente esposta alla distruzione.

E’ ogni paura di rimanere indietro, di non riuscire a realizzarsi, di non farcela in questo mondo nel quale ognuno cerca di superare l’altro e l’uomo appare come un nemico.

La guarigione da questo timore comporta il sentire Cristo come resurrezione e vita:(Giovanni cap. 11,25 Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà) , che la morte non ha più potere , che la morte è trasformata in vita di Cristo in noi, che niente ci può più danneggiare se viviamo con Cristo :

 (Romani cap. 8, 28-30)Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio, che sono stati chiamati secondo il suo disegno. Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto li ha anche predestinati ad essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; quelli poi che ha predestinati li ha anche chiamati; quelli che ha chiamati li ha anche giustificati; quelli che ha giustificati li ha anche glorificati.

 b) Il Rapporto con il Padre

Spesso i rapporti relazionali con i genitori, gli insegnanti o comunque chi ricopre un ruolo di autorità, sono stati turbati da incomprensioni o da mentalità di dominio; questi provocano un’immagine distorta di Dio Padre. Ci impediscono di fare l’esperienza di essere amati da Dio.

Questo rapporto necessità di una guarigione in quanto l’amore che potremmo esercitare verso gli altri o verso Dio stesso potrà essere al massimo uno sforzo fatto per adempiere alla legge e non come conseguenza di un frutto dello Spirito:

(Galati cap. 5,22 Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé ) ;

(1Corinzi cap. 13, 1-3  e anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non avessi la carità, sono come un bronzo che risuona o un cembalo che tintinna.

E se avessi il dono della profezia e conoscessi tutti i misteri e tutta la scienza, e possedessi la pienezza della fede così da trasportare le montagne, ma non avessi la carità, non sono nulla.

E se anche distribuissi tutte le mie sostanze e dessi il mio corpo per esser bruciato, ma non avessi la carità, niente mi giova ) .

Questa malattia interiore è un vero complesso di orfanezza, una difficoltà a capire l’obbedienza nello spirito, che guarisce e libera.

Un sintomo di questa malattia è l’incapacità a vedere Dio come Padre e ad abbandonarsi a Lui così come ci appare dai Vangeli che faceva Gesù.

La guarigione interiore permetterà di ricevere lo spirito di figliolanza;

(Giovanni cap. 1,12- 13  A quanti però l'hanno accolto, ha dato potere di diventare figli di Dio: a quelli che credono nel suo nome, i quali non da sangue, né da volere di carne, né da volere di uomo, ma da Dio sono stati generati ) , di sentire e non soltanto di sapere che Dio è Padre. Da questa guarigione ne consegue un senso di sicurezza e soprattutto l’amore come riconoscenza al Padre e comunicazione gratuita di ciò che gratuitamente si è ricevuto: (Matteo cap. 10, 8  Guarite gli infermi, risuscitate i morti, sanate i lebbrosi, cacciate i demoni. Gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date )

 c) Il complesso di colpa

E’ l’atteggiamento di coloro che vedono Dio come giudice e quindi vi si rapportano obbedendo passivamente alla legge. Non si è capaci di percepire la gratuità del dono, la grazia, l’iniziativa di Dio che ci salva. Il complesso di colpa schiavizza la persona, tende a farla fissare sul male, la porta al massimo del pessimismo non solo verso se stessa ma in una forma più grave anche su gli altri.

Tante volte questa malattia interiore può essere scambiata con la contrizione del cuore, che è invece grazia di Dio liberante.

La guarigione interiore in questo caso consiste nel passaggio dal meccanismo di colpevolizzazione al dinamismo della salvezza.

 d) La non accettazione di sé e degli altri

La capacità di accettare se stessi e gli altri, le circostanze che viviamo è considerata uno dei segni più fondamentali di salute sia a livello psicologico che spirituale. Il contrario suppone un rifiuto di se ma soprattutto degli altri. Di solito le persone che si rifiutano di accettare gli altri come sono, nascondono un rifiuto di se stessi. Chi non accetta la realtà di sé e degli altri costruisce la vita su fantasmi, su cose ciò che non sono vere, illusioni.

La non accettazione di se deriva dall’idea di dover essere come ci vogliono gli altri. Per rispondere a questo falso dover - essere , la persona tende a mascherarsi, presentandosi nel modo in cui si crede accettata. Questa maschera può nel tempo diventare di ferro a tal punto da schiacciare la persona che non si ritrova più.

La guarigione comporta l’interiorizzazione della fiducia in Dio che ci ama così come siamo, che ci viene incontro, nel Cristo, fin nel profondo del nostro peccato e delle nostre debolezze, che non c’è bisogno di renderci degni di Lui prima di andare a Dio, ma è necessario accoglierlo nella nostra realtà affinché abbia inizio un autentico cammino di guarigione, di trasformazione, che non sia ingannevole e vano non tanto agli altri quanto a noi stessi.

 e) Rancori, risentimenti, non-perdono

Sono tra le barriere più dure che ci impediscono di ricevere lo Spirito Santo e la guarigione. Non basta desiderare di perdonare, perdonare a livello cosciente  questa è la cosa più importante.

Si richiede uno sforzo, un atto di volontà che rimuova dal profondo questi sentimenti.  Anche in questo caso spesso è la mancanza di perdono verso se stessi che ci impedisce di perdonare gli altri. Una persona cosciente del proprio peccato, che ha un cuore contrito, non ha difficoltà a comprendere il fratello che sbaglia, in quanto lo riconosce come se creatura ferita, debole.

La guarigione consiste nel fare esperienza della consegna totale del proprio e dell’altrui peccato alla pura misericordia di Dio.

 f) attaccamento alla propria malattia

La malattia psichica o quella fisica si percepisce come una difesa della natura di fronte a un ostacolo che l’inconscio percepisce come non superabile o almeno difficile da superare per la persona. E’ un meccanismo di difesa, utile nel caso che non esistesse la Redenzione .

Il ruolo di malato dispensa la persona dall’affrontare l’ostacolo, dal superarsi, dal prendersi le proprie responsabilità.

Ma Gesù vuole che siamo sani, che ci lasciamo guarire soprattutto interiormente. Contrariamente a quanto si pensa è più facile aiutare, in quanto è gratificante, che farsi aiutare, che lasciarsi lavare i piedi, che riconoscersi bisognosi di aiuto. Spesso si nasconde il bisogno di essere guariti o il non voler essere guariti nel pregare per la guarigione altrui, o semplicemente essere per gli altri, quasi che non si abbia più bisogno di salvezza, come se questa fosse arrivata una volta per sempre.

Si guarisce quando si percepisce nel profondo che tutti abbiamo bisogno di salvezza. Si tratta cioè di abbandonarsi nelle braccia del Padre, di Gesù, della Chiesa.

 4) L’azione dello Spirito Santo per la guarigione interiore

Innanzitutto penso che ogni comunità, ogni gruppo dovrebbe porsi più seriamente il problema di come svolgere il ministero della guarigione interiore.

Un’attività di ricerca per la guarigione interiore dovrebbe essere svolta per tutti indistintamente, dato che tutti abbiamo eredità di esperienze negative che hanno lasciato ferite nel nostro cuore, nel nostro essere e impediscono o rallentano il nostro cammino nella vita dello Spirito.

Inoltre bisogna avere un giusto concetto di redenzione operata da Cristo. Essa non è una semplice assoluzione di colpa, un non-vedere la colpa, un rivestimento o una giustificazione esteriore ( concezione luterana). La redenzione operata da Cristo agisce fino alle radici, toglie la forza, il pungiglione del peccato che pesa sull’umanità, guarendo non solo il singolo ma anche la comunità.

Gesù non ha detto predicate la morale del Vangelo, ma  annunciate la redenzione comprovandolo guarendo i malati, liberando, cacciando i demoni. La redenzione comporta quindi una continua e progressiva trasformazione delle persone e della comunità dei redenti. Mette la capacità di amare là dove non c’è. tende a renderci simili a Cristo :

(Galati cap. 2,20 Sono stato crocifisso con Cristo e non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me. Questa vita nella carne, io la vivo nella fede del Figlio di Dio, che mi ha amato e ha dato se stesso per me.)

(2Pietro cap. 1,3- 11 La sua potenza divina ci ha fatto dono di ogni bene per quanto riguarda la vita e la pietà, mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la sua gloria e potenza. Con queste ci ha donato i beni grandissimi e preziosi che erano stati promessi, perché diventaste per loro mezzo partecipi della natura divina, essendo sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza. Per questo mettete ogni impegno per aggiungere alla vostra fede la virtù, alla virtù la conoscenza, alla conoscenza la temperanza, alla temperanza la pazienza, alla pazienza la pietà, alla pietà l'amore fraterno, all'amore fraterno la carità. Se queste cose si trovano in abbondanza in voi, non vi lasceranno oziosi né senza frutto per la conoscenza del Signore nostro Gesù Cristo. Chi invece non ha queste cose è cieco e miope, dimentico di essere stato purificato dai suoi antichi peccati. Quindi, fratelli, cercate di render sempre più sicura la vostra vocazione e la vostra elezione. Se farete questo non inciamperete mai. Così infatti vi sarà ampiamente aperto l'ingresso nel regno eterno del Signore nostro e salvatore Gesù Cristo)

Un processo di guarigione interiore, per noi cristiani non può essere una semplice guarigione mondana, ma una guarigione finalizzata alla vita eterna. Questo differenzia colui che va dal mago da chi cerca una guarigione per mezzo dello Spirito Santo.

Il primo cerca di prendere dentro un proprio progetto di vita ;il secondo sa che per essere guariti è necessario anzitutto consegnarsi a Dio, consegnare la propria vita per essere presi dentro il suo progetto di amore e di salvezza.

 La mediazione della comunità - chiesa

Dove sono due o più riuniti nel nome di Cristo Gesù, in comunione con tutta la Chiesa, là c’è  Chiesa. La Chiesa è anzitutto, ci ricorda LG,1 , sacramento di Dio.

Comprendiamo bene allora che è di fondamentale importanza la mediazione della comunità - chiesa: a livello umano  in quanto non  ci può essere soluzione di problemi dell’uomo senza la comunità ; a livello soprannaturale, perchè come ci insegna il Concilio Vat. II, la Chiesa è madre che come Maria,  ri-genera, comunica la paternità e la maternità di Dio.

La capacità di guarigione della comunità-chiesa sta anzitutto nell’accogliere il fratello che è malato interiormente, accettandolo in maniera incondizionata  nella sua realtà. Egli deve essere amato così come è, e non immaginandolo a ciò che può fare o rendere una volta guarito ( questa è la mentalità di questo mondo che guarda solo a ciò che uno può produrre ), inoltre non va visto come un paziente che è mandato da Dio perchè possiamo così esercitare il ministero di guarigione.

La comunità non sottopone a diagnosi, o giudizio o condanna, nessuno

( cfr. Lc 6,36 ss.), ma  discerne, prende coscienza, e con progressiva discrezione, vivendo continuamente nella speranza , ama il fratello consapevole che sarà quell’amore a guarirlo.

In questo modo si aiuta il malato interiore a compiere il primo atto necessario : accettare se stesso ;  e non a sentirsi rifiutato o magari come colui che è al centro dell’attenzione e tutti guardano e pregano per lui, per la sua guarigione.

La Chiesa è mistero d’Incarnazione, con tutto ciò che questo significa, e a culmine c’è il carisma della compassione , del prendere cioè sulle proprie spalle , come Cristo suo capo , il male di chi ancora non riesce a credere e lodare Dio.

La com-passione è continuazione della Passione di Gesù. Quanto più una comunità è unita nello Spirito, nelle virtù teologali ( fede, speranza e carità ) e nella preghiera, tanto più cresce la sua potenza di guarigione.

 Il valore terapeutico dei Sacramenti

Purtroppo nella pratica pastorale e spirituale, a differenza della teologia biblica e della dogmatica, ancora non è tanto evidente il valore terapeutico dei sacramenti.

Riflettiamo solo su quelli dell’Eucarestia e della Riconciliazione , tralasciando quello dell’Unzione degli Infermi.

 * La Riconciliazione

Per quanto riguarda questo sacramento purtroppo permane ancora il vederlo solo come assoluzione dalla colpa , in senso giuridico, dei peccati deliberati. Le formule liturgiche purtroppo favoriscono ancora questa concezione. Esse hanno una concezione moralistica che non permette di vedere e scrutare l’uomo nel suo intimo, di penetrare dentro il suo essere più profondo.

Bisognerebbe mettere in evidenza la potenza del Sangue di Cristo che si sprigiona con questo Sacramento e che spezza il potere del peccato sull’uomo e sul mondo e che si estende anche allo sdradicamento dello stesso peccato, alle malattie interiori delle persone e della comunità.

Spesso si è fatto e si continua a fare riferimento al famoso “ ex opere operato “, al fatto cioè che il sacramento dà i suoi effetti a prescindere dalle condizioni in cui si trova e il ministro della riconciliazione e il riconciliante, ma non possiamo dimenticare quanto Giovanni XXIII ci ha lasciato detto : “Lo Spirito Santo agisce nella misura in cui noi lo lasciamo agire “; è necessaria una presa di coscienza dell’efficacia che questo Sacramento ha per la guarigione interiore, bisogna credere che al solo toccare il lembo del mantello possiamo essere guariti. da Gesù.

* L’Eucarestia

Il rispetto devozionale per l’Eucarestia, per il Corpo e Sangue del Signore , ha fatto passare in ombra il fatto che è un Sacramento che libera dal peccato; “ Ecco l’Agnello di Dio che toglie i paccati del mondo “ annuncia il sacerdote prima dell’amministrazione del sacramento.

L’aspetto medicinale dell’Eucarestia è implicito in tutto ciò che il Concilio Vat. II dice di essa: nutre per la vita eterna, edifica la Chiesa, la unisce, comunica e alimenta la carità, è pegno di speranza, ecc.

E’ necessario non solo un aumento della fede nell’efficacia medicinale di questo sacramento , ma anche un aumento di attenzione e di concentrazione all’incontro che si fa ricevendo l’Eucarestia. San Paolo in 1Cor.11 è chiaro, non usa mezzi termini : “  v.18 sento dire che, quando vi radunate in assemblea, vi sono divisioni tra voi , v. 20 ma sappiate che quando vi radunate così il vostro non è più un mangiare la cena del Signore, v.28 pertanto ciascuno esami se stesso e poi mangi di questo pane e beva di questo calice; v.29 perchè chi mangia di questo pane e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna. “ ed ecco il punto nodale che nel nostro contesto a noi interessa particolarmente:                   

v.30 E’ per questo che tra voi ci sono molti ammalati e infermi, e un buon numero sono morti “. Il frutto di guarigione che scaturisce dall’Eucarestia, per chi capisce seriamente i sacramenti, è integrazione di quello della riconciliazione.

 Liturgie liberanti

Purtroppo da molte liturgie i cristiani non escono liberati e guariti interiormente, ma più appesantiti di come sono entrati.

La Bibbia parla continuamente di gioia, di esultanza, di festività, di canto, di danza.

L’Effusione dello Spirito Santo, dopo la Pentecoste, provocava  normalmente esplosioni di lode, di fervore, di carismi. Non  è difficile dimostrare come la liturgia spesso si adegua alla cultura razionalista ed esteriorista, e come la morale del mondo strumentalizza il dono di Dio.

Molti pongono il problema che si potrebbe trattare di semplici emozioni del momento; ma solo chi ignora i recenti studi di psicologia e si ferma a una concezione scientista - positivista della cultura, sottovaluta il valore liberatorio delle emozioni. Ma lasciando perdere la psicologia, basterebbe conoscere la tradizione tutta la tradizione della Chiesa e l’esperienza dei mistici per comprendere l’importanza che hanno le emozioni per lasciare passare l’azione dello Spirito Santo.

Se è vero che bisogna stare attenti alle esagerazioni emozionaliste è anche vero che bisogna stare attenti anche a quelle razionaliste. Una liturgia razionalista produce gli stessi effetti negativi di una liturgia emozionalista.

Un altro elemento che non deve essere trascurato è quello della spontaneità. Questa deve sostituire la pigrizia del ripetitivo e del formulato, che non significa non avere rispetto delle norme liturgiche.

 Giusto concetto della liberazione dalle influenze di Satana

Molti pensano che la liberazione è necessaria solo quando vi sono possessioni demoniache, o che se si parla di liberazione si debba necessariamente avere a che fare con queste.

Ma la Parola di Dio ci dice che tutto ciò che è male : peccato, morte, tenebra, menzogna, inganno, tentazione, divisione, odio, violenza, dominio dell’uomo sull’uomo, complessi di colpa, paura e insicurezza; ha a che fare in maniera più o meno diretta o indiretta con satana. cfr. (Gv. 8,44; 12,31; 14,30; 16,11); ( 1Gv.2,19; 5,19; 3,8 ); ( Sap.2,24); ( Ebr.2,14);  ( Lc.22,53); ( 2Cor.11,14); (1Tes.3,5) ecc.

Il diritto alla preghiera di liberazione della Chiesa, che è il diritto a ricevere la comunicazione della paternità di Dio, è uno dei fondamentali bisogni che oggi non possiamo trascurare soprattutto nel modo in cui viviamo.

Il discernimento e la vita nuova nello Spirito

Tutti siamo chiamati alla santità, ci ricorda il Concilio Vat.II in LG,40. Il cammino verso la santità, non è un cammino verso il bizzochismo o la chiusura, ma è un cammino verso la vita, quella vera.

Il discernimento dello Spirito guarda alla vita, quella vera, all’azione dello Spirito Santo, ai suoi interventi nella nostra persona e al tempo stesso ci fa rendere conto di ciò che ci ostacola a rimuovere il male che è dentro di noi. ( Quando pregate chiedete lo Spirito che venga in vostro aiuto, perchè non sapete neanche cosa chiedere ).

Il cristiano non può fermarsi a dire : che male c’è in ciò che faccio ! Bisogna che si chieda cosa vuole Dio da me, da noi comunità, ecc. Questo è fondamentale per  la Chiesa:  Ef.2,19-20 “ voi siete concittadini dei Santi e familiari di Dio, edificati sopra il fondamento degli apostoli e dei profeti e avendo come pietra angolare lo stesso Cristo Gesù”. Lo stesso Spirito che ha risuscitato Cristo, realizza in noi la nuova creazione, ci fa nuove creature di Dio. Tutto questo si realizza nella guarigione interiore e nella crescita fino alla pienezza.

 Conclusione

Per essere liberati e guariti interiormente è necessario che liberiamo la nostra mente da ogni preconcetto, che togliamo da noi ogni razionalismo, dobbiamo fare nella nostra mente pulizia da ogni convinzione ed avere la certezza che Dio rivelandosi attraverso l’incarnazione di Gesù, è entrato nella storia dell’uomo per liberarlo e condurlo verso la vita vera, verso la luce, la comunicazione e la comunione con i fratelli. L’idolatria porta verso la schiavitù interiore e sociale, i blocchi, la solitudine, le fissazioni e le ossessioni, la morte.  Questo può accadere anche a coloro che si professano cristiani, se hanno un rapporto con Dio di tipo idolatrico.

                                                               

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