LA PREGHIERA 

L'IMPORTANZA DELLA PREGHIERA

Innanzi tutto vediamo brevemente alcune delle cose che Gesù ci ha detto sulla preghiera. Di per sé, quasi tutto il Vangelo è una lezione sulla preghiera. Vediamo, soprattutto nei racconti di guarigione (il centurione, il cieco di Gerico, la cananea, ecc.) che Gesù risponde sempre ad una richiesta fatta con fede : "Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera lo otterrete" (Mt 21,22). Ha insegnato a perdonare prima della preghiera : "quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi i vostri peccati" (Mc 11,25). Ha insegnato ad essere costanti nella preghiera :"Bisogna pregare sempre, senza scoraggiarsi mai" (Lc 18,1).

A causa della nostra debolezza ha consigliato la preghiera per far fronte alle difficoltà che incontriamo :"Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. Perché chi chiede riceve, chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi, tra voi, al figlio che chiede un pane darà una pietra ? O se gli chiede un pesce darà una serpe ? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano" (Mt 7, 7-11).

Ha anche insegnato che non bisogna rifugiarsi nella preghiera per sfuggire ai problemi :"Non chiunque dice :Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Mt 7,21). Gesù ha comandato di pregare per difenderci dal male :"Pregate per non entrare in tentazione" (Lc 22,40).

Vi sono situazioni in cui la forza dell’uomo e la sua buona volontà non bastano e c’è bisogno dell’aiuto di Dio, allora la preghiera è indispensabile. Nessun uomo è in grado di vivere la morale cristiana e soprattutto il comandamento dell’amore, con le proprie forze, per questo è indispensabile la preghiera, perché attraverso la preghiera Dio ci dona la Sua forza ;è Dio che ci rende capaci di amare pienamente.

Gesù ci ha dato un modello di preghiera :il Padre Nostro (Lc 11,1 ss.). Inoltre Gesù stesso passava molto tempo a pregare anche quando c’era molto da fare :"Al mattino si alzò quando ancora era buio e, uscito di casa, si ritirò in un luogo deserto e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle tracce e, trovatolo, gli dissero :tutti ti cercano !" (Mc 1,35-37). Vi sono molti passi nei Vangeli che parlano di Gesù che prega.

Riguardo all’importanza della preghiera è illuminante l’esperienza di Vittorio Albisetti, un laico, psicoanalista e psicoterapeuta di successo, con alle spalle centinaia di pazienti guariti :"Ho capito, in questi ultimi tempi della mia esistenza, che la preghiera guarisce, perché essa al contrario dell’introspezione, aiuta a uscire da sé. Se è autentica, la preghiera trasforma la personalità.[...] Ho iniziato a trasformare i miei studi in scuole di preghiera e comincio a vedere i primi risultati : il depresso che sta meglio, il dissociato che migliora, il drogato guarito, perché hanno imparato a pregare. La preghiera non è un optional, ma una necessità. Senza la preghiera non c’è significato, non c’è senso per noi creature umane.[...] Pregare frequentemente non è e non deve essere solo dei monaci, ma soprattutto di noi, uomini di azione, persone che lavorano, che hanno una professione."

Esiste nell’uomo un senso spirituale, di cui non si tratta nei libri di psicologia, ma di cui molti uomini hanno fatto esperienza, e di cui anche ognuno di noi può fare esperienza. Questo senso spirituale nella Bibbia è chiamato cuore. In italiano la parola cuore designa l’affettività, la sede dei sentimenti, invece in ebraico designa quella facoltà spirituale che ci permette di entrare in rapporto con Dio.

Ogni battezzato è dotato di questa facoltà, il cuore nuovo ; ma il cuore deve essere esercitato, allenato, educato, altrimenti, come per le facoltà corporali o intellettive, esso si atrofizza. Ebbene, per risvegliare e sviluppare il cuore nuovo ricevuto al Battesimo, il mezzo privilegiato è la preghiera.

Dice S. Gregorio Sinaita :"La preghiera è la manifestazione del Battesimo". Per mezzo del Battesimo, Cristo e lo Spirito Santo vengono a dimorare "nella cella più intima e segreta del nostro cuore". Tuttavia, per la stragrande maggioranza il Battesimo è qualcosa ricevuto nell’infanzia di cui non si ha alcun ricordo. Sebbene il Cristo e lo Spirito Santo non cessino neppure per un solo momento di operare dentro di noi, la maggior parte di noi rimane abitualmente insensibile ed inconsapevole di questa intima presenza e attività.

La vera preghiera, allora, significa la riscoperta e la manifestazione di questa grazia battesimale. Pregare è passare da uno stato in cui la grazia è presente nei nostri cuori segretamente ed inconsapevolmente, alla percezione intima e alla consapevolezza dell’attività dello Spirito in noi.

MOMENTO DI PREGHIERA

Chi desidera fare questa esperienza è necessario che ci metta impegno e costanza. La volta scorsa abbiamo detto che la meta è il gioioso colloquio con Dio. Ma da parte nostra è necessaria un po’ di fatica.

E’ necessario conoscere un po’ di teoria per conoscere la strada da percorrere, evitare gli ostacoli e superare le difficoltà. Questo, però non basta, bisogna sforzarsi di pregare, si può cominciare con poco, ma l’importante è cercare di pregare ogni giorno.

La scuola di preghiera, le verifiche, ed eventualmente qualche colloquio personale sono degli aiuti per questo cammino, che però dipende da noi. I momenti di preghiera che faremo ci serviranno da modello per la nostra preghiera personale. Questo modo di pregare col tempo ci diventerà familiare, e lo impareremo a partire dall’esperienza che faremo insieme ;dopo nella preghiera personale ognuno lo adatterà a modo suo.

SUGGERIMENTI PER LA PREGHIERA A CASA

PREGHIERA DI DOMANDA E DI INTERCESSIONE

"Chiedete e vi sarà dato; cercate e troverete; bussate e vi sarà aperto; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto. Chi tra di voi al figlio che gli chiede un pane darà una pietra? O se gli chiede un pesce, darà una serpe? Se voi dunque che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano!" (Mt. 7, 7-11.)

La preghiera di domanda consiste nel rivolgerci a Dio come ad un Padre, chiedendo ciò di cui abbiamo bisogno. Gesù ci invita ad avere piena fiducia nell’efficacia della preghiera. Questa fiducia è basata sull’amore paterno di Dio. Dio è nostro Padre, nel Battesimo noi siamo diventati realmente "figli di Dio". Se i genitori che sono "cattivi", danno cose buone ai figli, quanto più non lo farà il Padre celeste che è amore senza confini e l’origine di ogni amore !

Da questa certezza nasce la fiducia filiale che deve ispirare la nostra richiesta, la nostra ricerca, il nostro bussare al cuore di Dio. Così la convinzione di fede che Dio è nostro Padre è la condizione imprescindibile per pregare con fiducia ed insistenza.

D’altra parte noi siamo profondamente limitati e deboli e ci sono problemi o necessità che non possiamo risolvere da soli, pure con tutto lo sviluppo della scienza moderna. E’ essenziale, perciò, quell’atto di umiltà con cui riconosciamo di avere bisogno di Dio.

Abbiamo bisogno non solo delle cose materiali, ma molto di più di pace, gioia, amore e soprattutto della salvezza definitiva. (Leggi 1Re 3,5-14)

Nei Vangeli troviamo una dottrina completa sulla preghiera di domanda e di intercessione, intrecciata con fatti precisi che convalidano l’insegnamento di Cristo.

Possiamo raggruppare questi insegnamenti in sette punti. In questo incontro analizzeremo il primo punto.

1. Pregare con fede

"Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera lo otterrete" (Mt. 21,22).

Gesù insegna che la risposta di Dio è sicura di fronte alla preghiera piena di fede. La fede è una chiave della preghiera su cui Cristo insiste, perché è proprio quello che quasi sempre manca alla nostra preghiera. Noi chiediamo molto, ma con troppa poca fede. Chiedere senza fede è come voler spedire una lettera senza scrivere l’indirizzo.

La fede non solo è un elemento essenziale, ma anche il più difficile della nostra preghiera, a cui generalmente non diamo un grosso peso.

Per chiedere con fede non basta dire delle parole, non bastano pochi minuti. Ci vuole una riflessione di fondo, un’atmosfera di intimità con Dio ; ci vogliono convinzioni profonde su Dio e sulla nostra debolezza e impotenza ; ci vuole umiltà profonda.

La preghiera di domanda suppone la fede ; è alla portata di tutti, santi e peccatori, asceti e principianti. Se ci mettiamo un po’ di buona volontà, quello di crescere nella fede, è un cammino che possiamo percorrere tutti verificando se preghiamo veramente con fede.

Gesù dice : "Tutto". Tutto significa tutto. Non mette limiti al successo della preghiera. Ci insegna a chiedere il pane quotidiano ; ci mostra la potenza della preghiera di fronte alle malattie e di fronte a qualunque miseria morale. Anche un delinquente, se prega, si salva (cfr. "Il buon ladrone sulla croce", Lc. 23, 39-43).

Naturalmente nelle nostre necessità materiali non saremo mai sicuri dell’esaudimento della nostra preghiera anche se è fatta con fede.

Dio che ci ama, a volte non risponde, perché certe croci, in un modo che normalmente non siamo in grado di comprendere, ci sono necessarie per il nostro bene. L’ha fatto anche con Gesù quando al Getsemani ha chiesto di essere liberato dalla terribile morte di croce (Mt. 26, 39).

Ci sono, invece, settori delle nostre necessità in cui sappiamo con certezza che Dio ci vuole esaudire se preghiamo con fede : guarire dai mali dello spirito, da cattive abitudini, da negligenze gravi e radicate, dalla pigrizia, dall’egoismo, dall’orgoglio ; dai nostri peccati. Da queste cose che sono causa di sofferenza nel nostro cuore e nel rapporto con gli altri, il Padre celeste ci vuole guarire sempre, senza limiti.

Nel Vangelo di Marco troviamo un modo concreto per capire quando è che chiediamo veramente con fede : "Tutto quello che domandate nella preghiera, abbiate fede di averlo ottenuto e vi sarà accordato" (Mc. 11, 24).

In realtà non è facile ; si tratta di eliminare ogni dubbio.

Riportiamo un paio di testimonianze :

A) Catherine Khulman, americana, esperta in preghiere per la guarigione, afferma che per chiedere con fede una guarigione : "Non dovete guardare al vostro male, ma a Dio ! Alzate lo sguardo a Dio, non immergetelo nel vostro male ! Quasi sempre noi non abbiamo fede perché il centro della nostra attenzione, quando chiediamo, non è affatto Dio, ma il nostro problema. Se il problema per cui preghiamo diventa più importante di Dio, allora è quasi sicuro che la fede vacilla".

B) George Müller racconta questa storiella. "Un ragazzo camminava per una strada con un grosso bagaglio. Vide passare un carretto vuoto, si fece coraggio e chiese al conducente di salire. Il brav’uomo accettò. Dopo un po’ di strada il ragazzo pensò : il padrone del cavallo è stato così buono con me che io non voglio stancargli troppo il cavallo. Allora, senza scendere, si mise sulle spalle il grosso fagotto che aveva...

Spesso quando abbiamo affidato a Dio un problema, noi ci comportiamo scioccamente così ! Continuiamo a portare il peso del nostro fardello sulle spalle. No ! Un problema affidato a Dio non va più toccato, questa è fede ! Quando pregate comportatevi come se aveste già ottenuto quello che avete chiesto e vi sarà dato".

"Chiedete e vi sarà dato ; cercate e troverete ; bussate e vi sarà aperto ; perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova e a chi bussa sarà aperto" . (Mt. 7,7 - 8).

Alcuni affermano che non c’è bisogno di chiedere perché Dio conosce ciò di cui abbiamo bisogno. In realtà è Gesù stesso che ci insegna che dobbiamo chiedere apertamente se vogliamo ottenere.

E’ vero che Dio conosce ogni nostro bisogno, anzi li conosce meglio di noi stessi ; ma Dio non si impone all’uomo, lo lascia libero e chiede la sua collaborazione.

Per questo è importante chiedere con precisione :dobbiamo riconoscere ciò di cui abbiamo bisogno, impegnarci per ottenerlo, riconoscere che abbiamo bisogno del aiuto di Dio e chiederlo esplicitamente. Solo a questo punto Dio può operare nella nostra vita.

La volta scorsa abbiamo trattato il primo di una serie di sette punti in cui si possono raggruppare gli insegnamenti del Vangelo su questo tema. Il primo punto era "Pregare con fede" dove per fede non si intende "credere che Dio esiste", ma "fidarsi totalmente di Dio".

In questo incontro analizzeremo altri tre punti.

 

2) Pregare con costanza.

Lc. 11, 5 - 8.

La costanza è espressione di fede, di speranza, di amore. Di fede perché se siamo costanti nel pregare, generalmente, vuol dire che crediamo che Dio ci può esaudire. Di speranza perché se continuiamo tenacemente a chiedere vuol dire che speriamo che Dio risponderà. Di amore, perché solo l’amore ci dà forza di essere costanti.

Come è simboleggiato nel brano biblico, Dio qualche volta ritarda a rispondere. Questi ritardi di Dio sono molto importanti perché lasciano il tempo necessario perché i problemi maturino, e posiamo maturare noi riguardo ai problemi ; fanno crescere nell’umiltà e nell’abbandono in Dio ; ci fanno tirar fuori la nostra parte di collaborazione nelle cose che chiediamo ; ci allenano alla buona volontà, rafforzano la fede.

Non è Dio che a bisogno di insistenza, siamo noi che ne abbiamo bisogno, per guarire da ciò che impedisce a Dio di venirci incontro. Dobbiamo guarire dalla nostra superficialità nei problemi, dalla nostra mancanza di riflessione e dalla poca profondità della nostra fede. Molto spesso dobbiamo guarire dall’orgoglio : abbiamo bisogno di convincerci che siamo nulla senza Dio ; allora solo lo scontro con la nostra impotenza ci aiuta a guarire dall’orgoglio.

3) Chiedere al Padre nel nome di Gesù.

Gv. 16, 23 - 24. (vedi anche Gv. 15, 16 ; Gv. 14, 13 - 14 ; ecc.)

E’ una cosa importante e la Chiesa lo a sempre fatto ; tutte le preghiere liturgiche si rivolgono al Padre nel nome di Gesù. Cerchiamo ora di capire qual’è il significato esatto del pensiero di Gesù. Dall’esame dei testi biblici che trattano di questo tema si può dedurre che pregare nel nome di Gesù può avere questi significati : con la forza di Gesù, per comando di Gesù, per l’autorità di Gesù, nella persona di Gesù, inseriti in Gesù, rivestiti di Gesù, per la mediazione di Gesù.

Cerchiamo di approfondire ancora di più :

a) Perché siamo fratelli e figli.

Innanzitutto è necessario capire e vivere l’insegnamento di Cristo che Dio ci è veramente Padre, e che noi, per mezzo di Gesù, siamo veramente figli. Allora capiremo il bisogno di pregare uniti a Gesù, inseriti in Lui, nostro Fratello.

b) Quello che Cristo chiederebbe.

Pregare il Padre uniti, incorporati a Cristo, esige profondità di rapporto con Cristo e ciò fa già escludere ogni leggerezza e futilità dalla nostra richiesta. Uniti, incorporati a Cristo significa : avere la mentalità di Cristo, avere le visuali di Cristo, avere l’amicizia di Cristo e quindi chiedere quello che Cristo chiederebbe e chiedere come Cristo lo chiederebbe. Una conclusione da trarre è questa : per pregare il Padre nel nome di Gesù occorre tanta interiorità.

Un cristiano quando prega non è mai solo, ma è sempre unito a Cristo e, attraverso Cristo, a tutti gli uomini di buona volontà.

c) Perché la vostra gioia sia piena.

Cristo è molto interessato al problema della nostra gioia , al problema della felicita del uomo ; vuole effondere sulla terra una gioia piena.

Ciò che distrugge o insidia la nostra gioia è soprattutto il peccato, ma anche l’egoismo, l’orgoglio, la debolezza, le abitudini sbagliate. Pregando nel nome di Gesù saremo in grado di fare piazza pulita di tutte le miserie che rendano amara nel profondo la nostra vita.

La preghiera può tutto. Nella preghiera fatta come ci ha insegnato Cristo e insieme con Lui, non ci sono problemi insuperabili.

Questo perché, attraverso la sua resurrezione Cristo, ora è qui vivo e operante in tutti gli angoli della terra, in qualunque situazione umana sempre a disposizione del uomo, se l’uomo lo vuole.

d) Chiedere anche a Cristo

"Qualunque cosa chiederete nel mio nome, lo farò". (Gv. 14, 13).

In questo testo, "nel mio nome" significa : qualunque cosa chiederete a me, basandovi sulle mie promesse e ubbidendo a ciò che vi ho insegnato sulla preghiera, Io lo faro.

Chiedere a Cristo è come chiedere al Padre.

Se preghiamo come Gesù ci ha insegnato, abbiamo la certezza che risponderà. Questo insegnamento riguarda la fede : se preghiamo con fede, il Padre risponderà ; così se preghiamo Gesù con fede, anche lui risponderà sicuramente.

e) L’approvazione di Cristo.

Chiedere nel nome di Gesù significa anche che prima di presentare al Padre le nostre richieste, dobbiamo premunirci di avere l’approvazione di Cristo.

Ci sono richieste a cui difficilmente Cristo darebbe il suo consenso. Quando, in una richiesta al Padre, siamo sicuri del appoggio incondizionato di Cristo, allora dobbiamo partire con una fede che infrange le montagne. Abituiamoci ad esaminare le nostre preghiere : Cristo chiederebbe questo per me ? Con me ? Cristo approverebbe la mia preghiera ?

Questo significa pregare secondo il cuore di Cristo. Naturalmente tutto questo non ci dispensa dal nostro impegno. Cristo approva la nostra preghiera se anche noi ci impegniamo facendo la nostra parte.

4) Perdonare prima della preghiera.

"Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate" (Mc. 11, 25)

Abbiamo visto in questi incontri come non solo non è sbagliato rivolgersi a Dio per chiedere qualcosa, ma è Lui stesso a insistere affinché noi chiediamo ciò di cui abbiamo bisogno. Il chiedere ci fa crescere nella fede e nella fiducia. Ma la cosa più importante è che Dio ci ama e vuole che la nostra "gioia sia piena" ; e noi a causa del nostro peccato e della nostra debolezza abbiamo bisogno di Lui.

Per ciò che riguarda l’insegnamento del Vangelo su questo tema lo abbiamo diviso in sette punti. Abbiamo visto finora che bisogna pregare con fede (la cosa più importante), con costanza, chiedere al Padre nel nome di Gesù, perdonare prima della preghiera. Vediamo ora gli altri punti:

5) Pregare con gli altri e per gli altri.

"In verità vi dico: se due di voi, sopra la terra si accorderanno per domandare qualunque cosa, il Padre mio che è nel cieli ve la concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, Io sono in mezzo a loro" (Mt. 18, 19).

Gesù accetta che noi preghiamo per le nostre necessità personali anche da soli, ma ci avverte che è preferibile andare a Dio coi fratelli. Dobbiamo pregare con fede e con costanza, ma è necessario anche imparare a farci aiutare nella preghiera dai fratelli. Lo stesso Gesù nel Getsèmani a chiesto a Pietro, Giacomo e Giovanni che stessero con lui a pregare. (cfr. Mc. 14, 33-35)

La preghiera in gruppo ci aiuta, ci sostiene. Inoltre il gruppo ha una potenza particolare su Dio e il motivo è che nel gruppo unito, Gesù è presente in mezzo a loro.

"Padre, ... Io prego per loro, ... per coloro che mi hai dato, perché sono tuoi... custodisci nel tuo nome coloro che mi hai dato, perché siano una cosa sola, come Noi ... . Non prego solo per questi, ma anche per quelli che per la loro parola crederanno in Me" (Gv. 17)

"Simone, Simone, ecco, satana vi ha cercato per vagliarvi come il grano, ma Io ho pregato per te che non venga meno la tua fede e tu, una volta ravveduto, conferma i tuoi fratelli." (Lc. 22, 32)

Noi non siamo responsabili solo dei nostri atti personali, ma poiché viviamo in Cristo siamo responsabili di tutti i fratelli. Dobbiamo prendere a cuore i bisogni dei fratelli pregando per loro; è un grande atto di carità che ci purifica dal nostro egoismo.

Gesù ci insegna anche a pregare per i nostri nemici, per la salvezza e i bisogni del mondo, per i governanti che hanno in mano le sorti dell’ umanità.

6) Chiedere in ogni necessità.

"Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti" (Fil. 4, 6)

"Tutto quello che chiederete con fede nella preghiera, lo otterrete" (Mt. 21, 22)

Possiamo pregare Dio per qualunque problema, non solo per alcuni. Noi saremmo tentati di limitarci solo alle cose spirituali, ma Cristo non la pensa così. (Si ritrova spesso l’espressione "tutto" : Mc. 11, 24 ; Mt. 18, 19; Gv. 14, 13; Gv. 15, 7; Gv. 15, 16; ecc.)

E’ un errore pensare che Dio si interessa solo alle cose dell’anima.

"Dacci oggi il nostro pane quotidiano" (Mt. 6, 11)

"Se voi che siete cattivi sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele domandano" (Mt. 7, 11).

Gesù vuole risolvere i problemi fondamentali dell’uomo; dobbiamo imparare a far entrare Dio in ogni aspetto della nostra vita.

7) Chiedere lo Spirito.

"Quale Padre tra voi, se il figlio gli chiede un pesce, gli darà al posto del pesce una serpe ? O se gli chiede un uovo, gli darà un scorpione ? Se dunque voi, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro celeste darà lo Spirito Santo a coloro che glielo chiedono !" (Lc. 11, 11-13)

Cristo ci insegna che la cosa più importante da chiedere, il più grande di tutti i beni, è lo Spirito Santo.

Noi abbiamo già ricevuto lo Spirito Santo nel Battesimo e nella Cresima; ma molto spesso non agisce veramente in noi. Generalmente non c’è differenza fra i cristiani e gli altri uomini: viviamo come tutti gli altri, parliamo come tutti gli altri, pensiamo come tutti gli altri; la nostra vita non è molto segnata dalla presenza dello Spirito.

Allora implorare dal Padre lo Spirito significa aprirci allo Spirito che già vive in noi, lasciarsi guidare dallo Spirito, lasciare che agisca in noi profondamente cosi che possa a poco a poco illuminare i nostri pensieri, suggerirci le cose da dire, guidare le nostre azioni. Diverremo in questo modo persone "spirituali", cioè che vivono mosse dallo Spirito, e non più dal nostro egoismo.

a) Noi i padroni.

Siamo noi i responsabili del dono di Dio. Abbiamo potere di aprirci all’azione dello Spirito in noi o di chiuderci a Lui, di rifiutarlo.

E’ Dio che ci a voluti così, suoi veri figli, e come tali liberi di scegliere Dio, o di non sceglierlo.

Il mezzo per dire sì allo Spirito è la preghiera. Perciò possiamo ottenere questo immenso dono a qualunque età, in qualsiasi situazione ci troviamo, qualunque errore abbiamo commesso. Dipende dalla nostra preghiera.

b) Avere tutto.

Possedendo lo Spirito possediamo tutto, perché possediamo Dio. Abbiamo bisogno di carità ? Lo Spirito è la carità infinita personificata. Dovremmo chiedere più amore alla preghiera ? Lo Spirito è il Maestro della preghiera.

Chiedere lo Spirito è la preghiera più profonda che possiamo rivolgere al Padre.

c) Quando ? Come ? Dove ?

La preghiera è possibile in qualsiasi momento, in qualunque luogo, e non ha bisogno di formule.

Lo Spirito ci aiuta a decidere nei momenti gravi della vita; ci sostiene nelle tentazioni; ci consola nella tristezza e nella sofferenza; ci dà la forza di riprenderci nel peccato.

Se un fratello ha bisogno di noi, solo lo Spirito sa ciò che è meglio per lui, allora prima di rispondere consultiamo lo Spirito, invochiamolo, mettiamoci in sintonia con la Sua volontà. Basta invocarlo e lo Spirito è accanto a noi per aiutarci.

d) Per chi ?

Molto spesso altri fratelli hanno bisogno del nostro aiuto; invocando su di loro lo Spirito Santo diamo loro veramente aiuto.

Quando non riusciamo ad aiutare una persona in altri modi, imploriamo su di lei lo Spirito.

Se un nostro amico è su una strada sbagliata, spesso non serve riempirlo di prediche; imploriamo su di lui lo Spirito.

Imploriamo lo Spirito anche su chi ha importanti responsabilità: il Papa, i Vescovi, il Parroco, i politici, ecc.

Insegnamento tratto dai Frati Minori Conventuali di Longiano

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