Vis Polemica

Lettera aperta alla Presidente della Regione Piemonte
Mercedes Bresso

Di Aldo Sottofattori



 

Gentile Presidente Bresso,

ho letto la sua intervista del 23/8 concessa al quotidiano La Stampa. L’articolo è così ricco di spunti che non posso esimermi dal riflettere su alcune delle sue argomentazioni.

La prima osservazione che mi viene da fare è quella riguardante la relazione tra il fenomeno dell’abbandono degli anziani e quello degli animali di affezione da Lei così ben individuata. Che non si tratti di una incertezza linguistica, ma di un concetto ben marcato e sentito è testimoniato da ulteriori dichiarazioni in linea quando dice che la violenza gratuita non si manifesta solo contro gli animali, ma anche contro altri soggetti deboli, oppure quando paragona il disprezzo verso gli animali con quello rivolto ai migranti. Non è poco in un’epoca in cui da più parti si sente ripetere che chi ama gli animali disprezza l’umanità o tende a mettere in concorrenza gli animali umani con quelli non umani, come se la natura, su questo pianeta, non avesse previsto la presenza di entrambi.

Ciò detto, i complimenti finiscono qui. Ci sono altri aspetti sui quali mi permetta di esprimere il dissenso nel confronto delle sue dichiarazioni.

Certi commentatori della notizia, si sono chiesti come sia possibile che chi ha dato l’autorizzazione allo sterminio di ALTRI animali (ungulati) possa ergersi a giudice di quelle pur ignobili persone che abbandonano un cane o un gatto. Ma nell’ambiente animalista più avveduto si nota che chi possiede come Lei una cultura zoofila non è in contraddizione se si ciba di carne o consente stermini di massa e poi offre la sua immagine come “sponsor d’eccezione” contro l’abbandono di cani e gatti. A me pare che questo ragionamento fili abbastanza. Quindi non le porrò di fronte le sue responsabilità sulla morte degli ungulati o sulle Sue scelte alimentari perché connaturate alla Sua natura zoofila. E neanche ai finanziamenti regionali (12 milioni) per il sostegno del consumo della carne stanziati anche con le tasse dei vegetariani: fatto, se mi permette, ancora più grave perché trascina persone che hanno fatto una scelta etica nel finanziamento di attività che nel loro intimo giudicano criminali.

Molto più semplicemente, annoto la leggerezza con cui si permette di utilizzare il termine “animalista” per gettare discredito su una categoria di persone animate da tratti affatto diversi da quelli che lei dipinge. Le persone che diventano animaliste e di condeguenza vegetariane (ma sarebbe meglio dire vegane) e che giustamente inorridiscono se il contadino tira il collo alla gallina, non acquisiscono miti buonisti, ma semmai una visione dei diritti del vivente che chi legalizza il sollazzo fucilatorio di sadici giocatori sulla vita altrui non potrà mai comprendere. In genere queste persone sono abbastanza documentate sulle esigenze degli animali, cercano comunque di NON averne sempreché non ritengano di dover alleggerire la vita di qualche ospite dei canili e di certo non li trattano come pupazzi, come lei sostiene.

Il secondo aspetto fortemente irritante è legato alla visione antropologica assai dubbia che Lei veicola nell’intervista. I motivi dei maltrattamenti risalirebbero al fatto che le persone sono cattive dentro. Sono persone che disprezzano la vita degli altri. I giovani, vivrebbero a metà tra il reale e l’irreale. I maltrattamenti sono prodotti da gente che ha perso la testa, va fuori di testa. Ben si comprende come questa visione delle cose scarichi completamente la responsabilità sul soggetto che commette l’atto e assolva le istituzioni pubbliche, private e la cultura di una società in pieno disfacimento in cui diventa persino problematico individuare le risorse umane per una rinascita morale.

In tempi lontani appartenevamo allo stesso partito, un partito che assegnava alla creazione di istituzioni giuste e illuminate la possibilità di liberare l’uomo dalle sue ombre più buie. Oggi invece i personaggi più in vista di quell’antico partito, riciclati in una “cultura nuova”, non riescono a concludere altro che l’uomo è cattivo dentro. Un bel progresso, non c’è che dire.

Distinti saluti

Aldo Sottofattori




Data: 25/08/09

torna a: vis polemica

index