Vis Polemica

La Chiesa è specista...

A.S.




In quel gioco di rimandi incrociati che è internet mi è giunta una e-mail da parte di un’amica che riportava la critica di un prete, tale don Scattolon, che nei giorni precedenti aveva protestato contro i cani nelle famiglie. L’e-mail diceva

...le eccessive cure che verrebbero riservate ai cani, in particolare contro coloro che, appena sposati, “comprano” cani ma non figli, che spendono “più per il proprio cane che per la carità cristiana”. Il sacerdote ricorda infatti come nella Bibbia il miglior amico dell’uomo compaia in 36 citazioni, di cui 32 sono di chiaro disprezzo (anche nel Vangelo) e come venga trattato bene solo in Tobia oltre che nel Genesi, denunciando quella che sarebbe un’overdose di superficialità e consumismo, molto diffusa tra i fedeli. “Si troveranno i soldi per il canile zonale prima che per una casa per i fratelli terzomondiali? Se sì, giuro che suonerò campane a morto, per un buon tempo, perchè sarà morta la fraternità umana. Diceva Gesù: ‘Non date le cose sante ai cani, date loro le briciole’”, afferma il sacerdote. Gli animalisti dell’area si mobilitano per protestare, minacciando di entrare chiesa coi loro “amici”. Ma don Scattolon prosegue: “io i sacramenti a loro non li posso dare. Ci sarà un perchè!”

Non passa molto tempo e la Lav veneziana emette a sua volta un comunicato di protesta contro il prete. Gli argomenti preferiti sono le solite frasi stucchevoli estratte in queste occasioni dal repertorio del peggior animalettismo: manifestazioni di stupore, speranza che don Scattolon riveda le sue posizioni, insegnamenti di cosa la Chiesa dovrebbe fare e dire, sottolineatura del linguaggio violento e discriminatorio, addirittura specista, cioè razzista verso le altre specie, indebite affermazioni su cosa dovrebbe essere il decalogo del buon cristiano.

Esaurita questa prima fase di ammaestramenti cristiani subentra la seconda, quella di difesa delle persone che si incontrano grazie alla conduzione del cane a far pipì nel parco che intavolano interessanti discussioni su quali croccantini siano meglio, socializzando con i propri simili (fondamentale importanza in una società civile, la socializzazione). Non manca poi la solita ritrita affermazione che la compassione e l’empatia per gli animali generano compassione ed empatia per gli esseri umani.

Infine la perla:

In questi giorni infatti, sia a Mestre che a Venezia, in occasione della giornata del 4 ottobre dedicata a S.Francesco, verrà celebrata in alcune Chiese la benedizione degli animali. Di qui l’invito al parroco Scattolon a provvedere di conseguenza.

Questa bella serie di osservazioni, non appare certo per la prima volta. Direi che è una costante di quella fetta di animalismo zoofilo che non aspetta altro che dichiarazioni simili per mostrarsi utili alla causa. Non sa il male che fa.

Per prima cosa: non penso che gli animalisti debbano dire o insegnare alla Chiesa ciò che questa deve fare. Che essa sia una manifestazione dell’amore universale è fatto contraddetto dalla sua storia. Ma anche volendo considerare la storia come una deviazione provvisoria dal dettato evangelico, rimane il fatto che il cristianesimo è terribilmente specista. Gli animalettisti se lo devono ficcare in testa una volta per tutte. Il dettato biblico, nei confronti degli animali, è quanto di più sanguinario esista e se dal Vecchio ci spostiamo al Nuovo Testamento ritroveremo tutte le conferme che occorrono. Se Cristo è figlio di Dio e espressione della sua volontà, beh, vuol dire che in Dio c’è il disprezzo per una buona parte della sua creazione. Se Cristo ha natura semplicemente umana, vuol dire che si trova allineato alle tendenze culturali del suo tempo: quale rispetto credete che ci sia verso gli animali in una società pastorale! Non c’è da sorprendersi se il prete cita, presumibilmente, la storia della madre cananea riportata in Matteo 15,21-28. La risposta “padana” di Gesù potrà non essere davvero padana se vale l’interpretazione arrampicatasuglispecchi che la Chiesa fornisce (chissà perche anche gli Dei, come i politici, non devono parlare chiaro e devono essere interpretati anzichè essere compresi letteralmente), in ogni caso la giratina della frittatina vale per la madre cananea, ma il disprezzo per il cane[1] non può essere offuscato da nessuna interpretazione. Inutile insistere. Il prete ha dalla sua parte la dottrina.

E allora chi sviluppa cultura antispecista, (forse questo non è obiettivo della LAV?... mah...), di fronte a casi come questi farebbe bene a sottolineare l’incompatibilita’ della Chiesa con un progetto di amore veramente universale e additarla alle persone dotate di compassione come uno degli ostacoli da superare anzichè un’istituzione da blandire o da ricondurre sulla retta via.

Già, “blandire”. Difatti c’è la Chiesa buona, ci mancherebbe. E difatti il comunicato LAV conclude con la benedizione degli animali nella giornata di S.Francesco in altre chiese ben più tolleranti. Peccato che l’estensore del comunicato non comprenda esattamente la natura di questa benedizione. Anche gli olivi vengono benedetti a Pasqua. Anche i bovini destinati al macello in certe circostanze sono benedetti. Non c’è nulla di compassionevole in queste benedizioni, sono atti il cui beneficio si trasferisce pari pari al “padrone”. Non mi sembra che i preti vadano a benedire i canili...

Per quanto riguarda quei parrocchiani che si sono sentiti offesi dalle parole del prete, anzichè sostenerli, occorrerebbe che la LAV li consigliasse a cambiare riferimento. Di religioni ce ne sono in giro. Basta solo scegliere. Oppure, rielaborando testi sacri e apocrifi, potrebbero trovare un kit per una religione “fai da te” consona con l’amore per i cani.

Qui si potrebbe concludere. Ma siccome spesso anche gli avversari dicono cose giuste frammiste a quelle sbagliate, vale la pena di capire se il prete non abbia detto involontariamente qualcosa di sensato dal punto di vista antispecista. La sua tirata contro il canile non è condivisibile. I cani randagi sono esseri sensibili, sono una produzione di scarto di abominevoli comportamenti umani e dunque, poichè la specie umana si è resa responsabile di questi abbandoni, deve provvedere (dovrebbe provvedere in modi ben diversi che con l'offesa del canile!). Ciò detto, la sua critica all’overdose di superficialità e consumismo non fa una piega. Che ci siano persone che comprano animali alimentando un commercio che anche gli animalisti giudicano disdicevole è assurdo. Che vengano spesi 10 miliardi all’anno in un’industria odiosa con un colossale indotto (pure lui odioso) è assurdo. Che per far mangiare i cani si debbano uccidere altri animali, è assurdo. Che gli umani per socializzare debbano servirsi dei pet è assurdo. Che parlino di croccantini, beh, può capitare, ma non lo considererei il massimo in fatto di socializzazione.

Francamente: se questi sono gli argomenti della LAV c’è da chiedersi quale sia l’utilità di questa associazione.


[1] Nel passo si dice: “non è bene prendere il pane dei figlioli [i giudei] e gettarlo ai cagnolini [quelli che giudei non erano]”. Però... appare strano che Gesù abbia detto “cagnolini”. Non avrà detto “cani”? Non sarà questa una traduzione edulcorata per attenuare un termine troppo duro verso la cananea? Mi piacerebbe leggere l'originale greco...




Data: 01/10/08

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