Vis Polemica

Cattiva coscienza e doppia morale

di
G. Sadar




Il clamore suscitato dalle immagini dell’agonia di un povero cane, sottoposto dagli uomini di Al Qaeda a mortali esalazioni di gas Sarin, è l’ennesima testimonianza di una cattiva coscienza. Quella che usa il dolore gli animali a comando per suscitare emozioni forti e raggiungere obiettivi mediatici. Dimenticando, o probabilmente no, che almeno in questa pratica, gli uomini di Bin Laden sono perfettamente allineati agli eserciti di tutto il mondo “civile”, da sempre impegnati a usare animali per sperimentazioni a scopo bellico.

La Lega Antivivisezione parla di “cani, scimmie, maiali, galline, agnelli, capre, conigli, delfini, leoni marini, pappagalli, topi, ecc., sono costretti a sacrificare la loro vita alla ‘guerra’ che si conduce nei laboratori”. E porta dati e cifre molto precise.

Partiamo dall’Italia. Dove, sino al 1989, il Centro Centefichis di Civitavecchia, facente capo al Ministero della Difesa, ha effettuato test per accertare requisiti tecnici di prodotti ed equipaggiamenti e per “verificare” antidoti e profilattici per la difesa nucleare, biologica e chimica. Ciò significa che conigli e porcellini d’India sono stati utilizzati per anni in test di tossicità acuta. Recentemente inoltre è stato annunciato del Centro veterinario militare di Grosseto un piano di addestramento di 2.000 cani come anti-mine da utilizzare nelle operazioni del contingente italiano in Bosnia e Kosovo.

Dall’Italia agli Stati Uniti, dove solo nel 1990 (dato ufficiale de “The Antivivisection Magazine”) sono stati usati 250mila animali per testare effetti di esplosioni, infezioni, shock elettrici. Gli animali più utilizzati, i furetti. I luoghi, noti: “The School of Aerospace Medicine” a Brooks, “The Armstrong Aerospace Medical Research Laboratori” di Dayton, “The Naval Aeromedical Research” a Pensacola, Florida, “The Army Aeromedical Research Center” a Ozark, Alabama. Con pratiche da cui forse anche Bin Laden avrebbe da imparare. Come quella testimoniata dal dottor Donald Barnes, che lavorava presso la base aerea di San Antonio dal 1957 al 1983: quattromila primati non umani uccisi da radiazioni nucleari. Si possono poi ricordare, ancora nel 1990, i 141 delfini – già utilizzati in Viet Nam – per annullare incursioni nemiche e trasportare esplosivi.

Passiamo ora in Europa, base inglese di Port Down, dove vengono condotti test di gas nervini su scimmie, di cianuro-idrogeno su cani. Sempre in Gran Bretagna, l’Home Office ha “confessato” che dal 1981 al 1983 sono stati condotti 40.100 esperimenti su animali a scopo bellico. Fra i quali, alcuni per metter a punto attacchi, e sistemi di difesa, proprio con il gas Sarin. Freddi dati dicono che scimmie rhesus sono state utilizzate per investigare gli effetti dei gas Sarin e Tabun, e che gli animali sono sopravissuti da 2 a 169 minuti. Le stesse scimmie rhesus hanno resistito da 1 a 11 minuti (fonte Injury, volume 14/82) all’esposizione al gas nervino.

Nella “civilissima” Svezia, poi, sino a pochi anni fa, presso il centro di Karlsborgl la scuola veterinaria dell’esercito anestetizzava gli animali per utilizzarli per prove di tiro. Maiali utilizzati anche in Israele, secondo il quotidiano “Haaretz”, per testare gli effetti dei missili Scud. Mentre i palestinesi hanno utilizzato in passato cani e asini come kamikaze esplosivi. Per non parlare dei 200mila cani-bomba addestrati nell’esercito di Hitler, delle decine di migliaia allevati allo stesso scopo negli Stati Uniti e dai sovietici.

E ancora in Unione Sovietica, sull’isola di Vozrozdenie nel mare d’Aral, l’industria bellica ha lavorato a tecniche di difesa chimica e batteriologica, sperimentando su conigli, cavie, topi, cavalli, pecore, asini e babbuini un ceppo batteriologico della peste resistente agli antibiotici, e poi gli effetti del vaiolo, del tifo, del botulino, del morbo Ebola e dell’encefalite equina. Na parlò il “Corriere della Sera” nel 1999, e la “Stampa” descrisse, sempre in Unione Sovietica, un test su scimmie incatenate su paletti esposte a nuvole tossiche, che le uccidevano dopo tremende sofferenze.

Con Bin Laden di mezzo, i media italiani hanno parlato di “immagini sconvolgenti”. Sarebbe bello che per una volta opinione pubblica, animalisti del lunedì e parte dei media, provassero a combattere i propri vuoti di memoria con un po’ di serietà.

Giuliano Sadar




Data: 20/08/02

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