Contributi esterni

Fallimenti di fronte alla Storia?

A cura del c.
Mucca103



 

Il Coordinamento Mucca103, nato recentemente sull’onda dello scandalo della BSE, costituisce la novità più importante tra le ultime iniziative in campo animalista. Non solo per la coraggiosa serie di manifestazioni di protesta portate nelle piazze di Roma, Milano, Bologna, Modena, Torino, ma anche per la cura nella gestione di un sito monotematico, ma, proprio per questo, dettagliato come pochi altri.

Da questo sito abbiamo estratto un documento dallo stile  particolare che proponiamo ai lettori di R.A.

 

II caso che ormai tiene banco in tutto il mondo, il caso di "uomo pazzo", sta mostrando una serie impressionante di fallimenti rispetto all'essenza che l'essere umano si attribuisce sin da tempi remoti.

La distruzione di cicli naturali e l'arrogante linearizzazione dei processi industriali è il primo fallimento. Nella sua ingiustificata mania di potenza, l'essere umano ha pensato di accelerare la produzione di ogni cosa, anche della vita di esseri senzienti, non tenendo assolutamente conto di vincoli inevitabili e non certo rimovibili dalla sua stupida boria. Cosicche', trascurando il naturale rapporto che deve sussistere tra erbivori e risorse vegetali, sta impoverendo il territorio e lo sta sovraccaricando di liquami e produzioni organiche che introducono effetti non voluti e sicuramente gravi sul piano dell'impatto ambientale e della stessa salute.

Certi personaggi della compagine governativa, che dovrebbero autodimissionarsi per la propria nullità di azione prima dell'inizio della vicenda, non si accorgono di questa ovvia verità e vorrebbero esportare ancora di più i "gusti tipici italiani nel mondo", con un aumento della produzione e della densità degli animali nel territorio. Certo, nella logica che assecondi gli "agricoltori onesti", quelli con 10 o 20 capi, perchè sono più numerosi di quelli che ne possiedono migliaia e dunque costituiscono un bacino di voti più interessante.

Il crollo del "rendimento" delle sue pratiche artificiali costituisce il secondo fallimento. L' "animale-macchina" non si sottrae a questa logica perdente. Se prima occorreva un chilo di proteine vegetali per fare un etto di proteine animali, ora il rapporto sara' ancora minore perché l'idiota - lui, il padrone del cosmo - si è reso conto con un certo ritardo dell'impossibilità di trasformare in cannibali gli erbivori.

Così deve fare uscire dal ciclo "sostanze nobili" - crani, ossa, budella, zoccoli maciullati da meccanismi progettati dalla sua mente ormai ottenebrata - che rischiano di essere invase dall'infame prione. Ma Lui non si dà per vinto! Deve usare quella roba, quella materia; deve inserirla in un altro ciclo. Ed ecco l'idea: le farine diventeranno combustibile alternativo per la produzione di cemento. Splendida l'idea. Così si fa passare un fallimento - l'ingombrante presenza di cadaveri - in un vantaggio per la comunità: la disponibilità di combustibile gratis. Chissà se gli ideatori penseranno, perfezionando il metodo, di liberarsi un giorno dall'egoismo degli emiri con cadaveri di bovini.

Il terzo fallimento è costituito dalla perdita della capacità di apprendimento della specie "HOMO". Egli insegue sempre i problemi a posteriori. Si è reso conto che le farine hanno generato un mostro solo dopo che il danno è stato fatto. Del resto ha compreso il pericolo delle centrali nucleari dopo l'esplosione di alcune di esse. Scopre tardi che il territorio maltrattato si vendica con alluvioni. Si ferma un attimo a riflettere? Nemmeno per sogno! Va avanti senza pensare. All'autocritica c'è sempre tempo. Così le farine, vietate per i bovini, vengono somministrate ad altri animali. Se si scopriranno altre patologie, gli istituti di ricerca, gli scienziati avranno modo di studiare altre belle cose e i politici e i funzionari, di darsi da fare per il bene di quell'aggregato che da popolo si è progressivamente trasformato in "gente".

Il crollo della natura etica di questa specie di "Bestia trionfante" è, infine, il quarto fallimento, il più impressionante. Anziché considerare l'oscena violenza perpetrata verso enti deboli e indifesi e tentare di porre un rimedio tardivo all'infinito dolore suscitato; anziché chiedere perdono a esseri che, pur essendo senza etica, mostrano ogni giorno di essere più perfetti di noi; anziché farsi sommergere dal dubbio di avere imboccato una strada senza sbocchi, egli da sfogo a tutta la sua malata fantasia creativa per trovare soluzioni perverse al problema.

Come?

Lui, l' "uomo pazzo", cerca vittime alternative che siano in grado di sopportare la nostra violenza senza vendicarsi con il prione. Così proliferano polli privati del becco, maiali privati dei denti. Tutti violentati per non ferirsi dentro le orrende prigioni in cui sono costretti e poi sgozzati con lame automatiche nelle catene di smontaggio. Così aumenta la richiesta di maiali, cavalli, bufali, struzzi, serpenti tra la felicità dei produttori e dei commercianti che vendono carni alternative. Gli stessi che domani piangeranno e pretenderanno il sostegno dello Stato - loro, i primi a percepirne l'ingombro quando devono versare le tasse - se le vendite declineranno.

Lui, l'"uomo pazzo", impiega un linguaggio mortuario che desensibilizzi le coscienze e ponga divieti alla riflessione: "farine animali", "smaltimento", "carne raccolta meccanicamente dalle ossa", "trattamento ad alte temperature", "rimozione della colonna vertebrale", "distruzione di rifiuti, mucche pazze comprese"; tutte espressioni che dovrebbero far inorridire e vengono ripetute fino a produrre la progressiva morte dell'anima e della compassione. Nessun cenno di pietà per animali verso i quali la tortura è portata agli estremi dell'immaginabile.

Lui, l'"uomo pazzo", diffonde nelle nuove generazioni una cultura mortifera, con i metodi raffinati della trasmissione culturale attraverso la TV, la scuola, le mense, le abitudini. E non manca di ricorrere delle borse di studio riservate a bambini e ragazzi, chiamati "ad esprimere le loro sensazioni attraverso un libero componimento poetico, narrativo, pittorico o artistico in genere" sul consumo alternativo della carne di bufala.

Che dire? Più di 100 anni fa una frase è stata dedicata ai martiri di un'umanità che poteva evolversi in una direzione diversa da quella che poi è stata imposta dagli sviluppi di un capitalismo corrotto e imperante. Oggi la vogliamo riproporre per il popolo dei senza parola:

“... i suoi sterminatori, la storia li ha già inchiodati a quella gogna eterna dalla quale non riusciranno a riscattarli tutte le preghiere dei loro preti”.

Ma se così non fosse, se la storia non dovesse fare i conti definitivamente con queste brutture, sia pure un giorno lontano, allora vorrebbe dire che essa stessa, la "Storia", sarà stata il contenitore della più orribile creazione di tutto l'universo.




Data: 02/07/01

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