Bloc Notes

Autolesionismo

di
A. S.




La Provincia di Torino sponsorizza la prima edizione del trofeo di pesca "1° Gran Premio di pesca alla trota in torrente". L’informazione raggiunge le orecchie di qualche animalista torinese della LAV e subito, come spesso accade in questi casi, scatta la protesta. Si provvede quindi a impostare una lettera-tipo da inviare agli interessati (Marco Balagna e Antonio Saitta) e la si spedisce a una mailing-list con l’invito a “farsi sentire” presso la provincia. Fin qui niente di strano. Purtroppo si insiste in iniziative dal senso incerto indirizzate a personaggi che ragionano con una logica estranea a quella degli animalisti. Occorrerà, prima o poi prendere atto che queste iniziative, pur replicate in migliaia di occasioni, non hanno mai portato a sostanziali risultati. Tuttavia la questione da sottolineare non è questa. In un mondo specista trovare la via giusta è cosa difficilissima e dunque, anche una petizione di questo genere può mantenere in alcuni attivisti la sensazione importante di essere attento e vigile a quanto accade nella società.

Invece è interessante rilevare il contenuto della protesta. Il testo è costituito da una prima parte in cui si illustrano le abitudini della trota a cui sono fatti seguire concetti semplici, ma essenziali:

E´ risaputo e dimostrato che gli animali sono essere senzienti che provano  dolore, paura e disperazione quando non hanno più scampo. Ciò premesso trovo  perciò deprecabile premiare il miglior "insidiatore" di trote (leggi anche  feritore e uccisore) che tra l´altro potrebbe essere anche un bambino, in  quanto la partecipazione è aperta anche a minorenni (nati nel1995 e  successivi), con grande ed evidente valenza diseducativa. Ancora più  deprecabile è il fatto che sia una pubblica istituzione, come la Provincia  di Torino, a sostenere simili iniziative.

Se la protesta finisse con queste righe sarebbe chiara nella trasmissione dei concetti. Invece no. Come al solito rispuntano fuori i micidiali “argomenti indiretti”, quei concetti che pretendono di infinocchiare l’interlocutore specista e finiscono sempre per tradursi in un inevitabile boomerang

a che cosa serve l'Assessorato Provinciale alla Tutela della Fauna e della Flora se, anziché  tutelare la fauna e la biodiversità, dà la benedizione della Provincia ad attività in contrasto con la stessa tutela della fauna?

A questo punto è troppo facile per l’assessore Balagna fare quello che tutti i politici sono abituati a fare, ovvero a sfruttare lo slittamento dell’interlocutore per dirigere il discorso altrove. Così, gli esseri senzienti spariscono dal discorso; spariscono i minorenni, sparisce il loro inaridimento etico edificato con pratiche violente, sparisce la diseducazione sostanziale dell’iniziativa. Dalla risposta dell’assessore sparisce tutto questo, e cosa rimane? Rimane una discorso sulla funzione dell’assessorato, sulla protezione della diversità biologica da esso esercitata, sulla “tutela” della fauna (v. sotto). Bisogna dire che la risposta non fa una grinza e l’animalista se ne va con le pive nel sacco.

Altro sarebbe stato se il discorso, condotto sul piano etico, si fosse fermato a quel livello. E’ vero: i politici (attuali) hanno sempre modo di uscirne perché la loro è una funzione sociale basata sull’uso del dribbling verbale di cui sono grandi maestri. Mai una volta che rispondano a tono, se messi in difficoltà. L’assessore Balagna non avrà mica deficit mentali! Avrà ben capito dove andava a parare la petizione! Ma ha lasciato perdere una dozzina di righe per concentrarsi sulle ultime tre. E allora la domanda diventa: ma perchè bisogna facilitare il compito dell’amministratore di turno spostando sempre il discorso sugli argomenti indiretti? Da dove scaturisce questo masochismo animalista?

Fermo restando che se le petizioni fossero sostituite con sonore proteste, forse certi personaggi capirebbero meglio la lezione. Ma questo è un discorso che porterebbe lontano…

 

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La risposta dell’assessore Balagna

15 Aprile 2010 18:35
Tutela fauna e flora: Balagna: “I pescatori sono importanti alleati della provincia nella tutela delle specie ittiche"

Negli ultimi giorni alla Provincia di Torino sono pervenute alcune e-mail di protesta in merito all’organizzazione del “Trofeo di Pesca alla Trota”, che prenderà il via domenica 18 aprile presso la Zona Turistica di Pesca di Fornolosa a Locana. Le missive contengono tutte il medesimo testo e pongono l’accento sui rischi che la manifestazione potrebbe comportare in termini di tutela della biodiversità delle popolazioni ittiche locali, a causa per il consistente prelievo di trote.

“La pesca dilettantistica e coloro che la praticano hanno un’importante funzione di vigilanza e di presidio del territorio e dei suoi corpi idrici. – osserva l’Assessore Provinciale alla Tutela della Fauna e della Flora, Marco Balagna – Non crediamo che vi sia un contrasto così evidente tra l’organizzazione di un Trofeo di pesca e la salvaguardia dei beni faunistico-ambientali. Ci pare veramente ingeneroso etichettare il mondo della pesca e i pescatori quali principali elementi di compromissione del patrimonio ittico provinciale”.

Nel dettaglio, rispetto alle preoccupazioni espresse dai cittadini che hanno inviato le e-mail, l’Assessore Balagna ed i responsabili del Servizio Tutela Fauna e Flora intendono avanzare una serie di precisazioni:

         - La Provincia di Torino è stata probabilmente la prima in Italia a mettere in atto una politica di salvaguardia della biodiversità ittica realizzando, oltre 20 anni fa in tutte le sue valli centri ittiogenici per la riproduzione di salmonidi (Trote Fario e Marmorate) in purezza genetica. Alcuni incubatoi di valle si occupano ora anche di produrre novellame di altre specie ittiche indigene (Lucci e Temoli) che hanno subito preoccupanti decrementi, non certo per le azioni di pesca, ma a causa della compromissione degli habitat naturali che le ospitano

         - Le prove del Trofeo si svolgono all’interno delle Zone Turistiche di Pesca, dove si catturano solo Trote adulte immesse artificialmente. Le Zone Turistiche sono state istituite in applicazione del Piano Ittico Provinciale, approvato agli inizi del decennio.

         - I pescatori, oltre a gestire gli incubatoi ittici, hanno dimostrato di essere attenti osservatori delle condizioni reali dei torrenti e dei fiumi. Dalle loro associazioni è venuto lo stimolo a Legambiente per la pubblicazione di “Fiumi senza acqua”. Dai pescatori provengono gran parte delle segnalazioni di inquinamento, di mancato rilascio del deflusso minimo prescritto per le opere di derivazione idrica (DMV) e di interventi effettuati durante lavori in alveo che compromettono gli ecosistemi acquatici

         - L’esercizio della pesca genera economia sia in forma diretta (attrezzature, vestiario, etc.) che indiretta (esercizi commerciali, agenzie turistiche, etc.). Le Zone Turistiche di Pesca provinciali sono inoltre importanti elementi economici e di promozione delle valli alpine, come dimostrano i confortanti risultati ottenuti nel corso degli ultimi anni

         - Con il pagamento della tassa annuale prevista dalla normativa, gli oltre 20.000 pescatori muniti della licenza in provincia di Torino sostengono anche iniziative volte alla tutela delle portate idriche superficiali, a fronte delle innumerevoli domande di captazione che provengono dai più svariati settori.




Data: 16/04/10

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