Bloc Notes

Debolezza come problema

A cura del
Collettivo




Si è conclusa, nella prima serata di venerdì 24/01/03, la manifestazione nazionale indetta dal Coordinamento NoRBM per protestare contro l'uso parascientifico di pratiche vivisettorie nell'azienda Marxer RBM di Colleretto Giacosa.

La manifestazione ha visto alcune centinaia di militanti da tutta Italia ed è ben riuscita. Molti i gruppi partecipanti con i simboli dei vari comitati e delle associazioni che accorrono sempre in occasioni come queste.

Alcuni relatori, riscuotendo il caldo sostegno dei presenti, si sono succeduti davanti alle porte dell'RBM che, per l'occasione, erano protette da un dispiegamento colossale di forza pubblica. Particolarmente applauditi sono stati Marina Berati, la quale ha promesso all'RBM (che era deserta pur essendo un giorno lavorativo!) un'insistente azione di protesta a tempo indeterminato, e Massimo Tettamanti che, con la consueta passione, ha sintetizzato ai presenti le modalità necessarie da attuare per vincere nella lunga distanza una battaglia di inaudite difficoltà.

Insomma una giornata che ha suscitato speranze, se si considera la disponibilità di molti attivisti ad accorrere in posti lontani da quelli nei quali normalmente operano, spesso anche contro le indicazioni delle associazioni di riferimento.

Detto questo, non si può nascondere un sottile senso di disagio. Si ricava l'impressione che il movimento, per quanto animato da nobilissime intenzioni, non sia adeguato alla dimensione del problema che si pone con tanta passione. E come altre esperienze ci hanno insegnato, immaginiamo il riflusso e il disimpegno che potrebbero derivare se, alla lunga, non si ottenessero risultati anche minimi. In altri termini abbiamo il timore che l'attuale momento favorevole, marcato anche da altri eventi nazionali, si possa spegnere per attendere una fase successiva. Ciò che su questo terreno deve essere temuto di più, è il rischio di cominciare sempre da zero in un contesto in cui la violenza assassina delle pratiche vivisezioniste non accenna a diminuire.

Non suoni questa come una critica a coloro che in questo momento, con le grandi associazioni che spesso si defilano se addirittura non ostacolano, svolgono una azione di grande valore etico non risparmiando energie, risorse e partecipazione. La nostra solidarietà e il nostro sostegno sono fuori discussione.

Invitiamo piuttosto il movimento animalista più determinato e combattivo a considerare con molta serenità le difficoltà e soprattutto la debolezza che ancora lo caratterizza partendo da questa come problema da risolvere. Di ricette non ne abbiamo. Sappiamo soltanto che tutti insieme si devono gettare le basi per superare delle difficoltà strutturali permanendo le quali il lavoro attuale potrebbe facilmente dissolversi con grave danno per il futuro delle nostre battaglie.




Data: 25/01/03

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