Bloc Notes

“Lunghi cortei, vedute corte”

A cura del
Collettivo





La manifestazione, promossa da LAV, Anpana, Associazione cinofila di Mantova con adesioni di altre associazioni, è ampiamente riuscita ricevendo anche l’attenzione dei media locali. Come è noto, la manifestazione è stata indetta sull’onda dell’emozione per il cagnolino Aronne, ucciso ferocemente da animali umani con una pentola di acqua bollente.

Una prima osservazione: il fatto preso a riferimento non costituisce un evento raro, ma, nelle sue innumerevoli varianti, è la sorte naturale per migliaia di “animali di affezione” in Italia. Il fatto che le associazioni si siano mosse in questa occasione sembra confermare che esse agiscano più per effetto di eventi mediatici che per strategie proprie.

E’ anche vero che nella società dell’informazione gli eventi mediatici devono essere sfruttati per il loro notevole impatto sull'opinione pubblica. E sia!

Tuttavia possiamo chiederci se certe manifestazioni (le quali, come tante che hanno preceduto e altre che seguiranno, passano senza lasciare traccia alcuna) non debbano essere sostituite, o per lo meno affiancate, da iniziative in grado di dare maggiore risalto a quei diritti che vengono continuamente evocati in modo strascicato e poco convinto. Vogliamo dire che non si possono chiedere diritti fondamentali per qualcuno che ne è privato e poi, graziosamente, di fronte al muro sordo del Potere, chiudere la questione fino al successivo evento mediatico che induce a un’altra comparsata e così via all’infinito.

E qui entriamo nel vivo della contraddizione. La richiesta ufficiale degli organizzatori era un aggravamento delle sanzioni previste dall’art.727cp. Nobile richiesta sulla quale siamo perfettamente d’accordo. Infatti gli anni hanno dimostrato che la modifica del '93 non ha poi comportato sostanziali miglioramenti.

Detto questo, il 727cp è, almeno in rapporto agli animali di affezione, un articolo che deve essere coordinato con la legge che ne regola, come affermato dal Legislatore, la “promozione e la tutela”.

Purtroppo la legge relativa (l.n.281/91) si è mostrata un flato nell’acqua, non riuscendo a evitare una “produzione” smisurata di animali che non possono essere assorbiti per alcuna ragione da una società troppo disinteressata e distante. Ciò comporterà, per il prossimo futuro, un monte di sofferenza nelle campagne, sulle strade, nei cortili, nei canili esattamente uguale al passato; a ciò non potremo certo rispondere con un corteo al giorno. E nessun corteo di 1000 o foss’anche di 10.000 persone potrà evitare quello che è scolpito in una legge assurda e distorta il cui unico aspetto positivo, peraltro ampiamente disatteso nella pratica, è quel divieto di abbattimento che qualche protezionista, in un momento di lucida pazzia, ha individuato come causa di un aumento di malessere animale.

Dunque, anche se venisse instaurata la ghigliottina per chi violenta gli animali, essa non potrebbe evitare un maltrattamento implicato dalla inadeguatezza della attuale normativa di protezione.

A nulla serve dunque reclamare giustizia, se, nello stesso tempo, si concorda con un impianto di legge che è fatto apposta per creare situazioni di non governo o, peggio, di aggravio della situazione generale. A dispetto dei pii desideri, i casi pietosi aumenteranno sempre più e la causa sarà da ascrivere, prima ancora che a un Legislatore distratto, a strani amici degli animali che, avendo avuto un infimo ruolo nella elaborazione della legge 281/91, si intestardiscono nel difenderla al di là di ogni logica ragionevolezza.

Una conclusione? L’unico tentativo di affrontare in modo sistematico il problema, tentativo sul quale abbiamo richiamato l’attenzione di tanti “corteisti” invitandoli a una collaborazione unitaria e progettuale, rimane bellamente ignorata. Triste, ma vero!

Arrivederci dunque al prossimo corteo.





Data: 10/02/02

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