ASSOCIAZIONE INDIPENDENTE RINASCERE

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Commento del 07/04/2001 sulla situazione politico-amministrativa Raccujese

a cura di Giuseppe Barone

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07/04/2001 "Il nuovo Metodo e la Nuova Prospettiva".

   Altri sei mesi sono trascorsi tra feste natalizie, "carnevali", maschere e balli.

   Tutto "vecchio" al Comune di Raccuja.

    Niente piano regolatore generale (mentre del piano artigianale, ormai, neanche ci si ricorda più), nessun finanziamento, nessuna opera completata, nessun piano di sviluppo turistico, di recupero del centro storico e di sistemazione della viabilità (che era scarsa ed è diventata penosa).

    Insomma: nessuna nuova prospettiva (buono "Nuova Prospettiva" come nome della lista per le prossime elezioni del 2002?).

    Ma, d'altro canto, da dove dovrebbe arrivare la spinta propulsiva? Dagli assenteisti percepenti? Da chi ha solo problemi di edicole? Da chi non si rende conto, come nel passato, del danno che sta contribuendo a fare? Da chi si rende conto del danno e continua a consumare, inutilmente, la suola delle scarpe, pienamente ripagata con l'indennità? Da chi non fa altro che alimentare litigi per problemi personali risalenti a 30 anni fa? Da chi partecipa alle riunioni senza conoscere gli argomenti da discutere?

    La risposta che ci viene data è: dai nuovi Comandanti!

    Come a Roma, anche a Raccuja ci sono i nuovi Comandanti.

    E' una razza eletta che ritiene di dover decidere tutto senza tener conto della base.

   Tre, quattro cavoli, spuntati come l'ultim'ora di televideo, i quali pensano di poter decidere il futuro di questo disastrato paese senza dover rendere conto a nessuno, emulando i "tavoli nazionali".

    Evidentemente, cinquant'anni di storia e d'esperienza, a Raccuja, non sono serviti a nulla!

    Gli scioperi di massa, i cortei, le assemblee, la consulta, le continue riunioni con la gente, i Consigli Comunali partecipati, evidentemente, per codesti signori, sono cose vecchie e superate.

    La politica (o, come la intendono loro, la gestione del potere) oggi è compito di pochi e gli altri debbono sottostare!

    Ma perché? Si ha paura del confronto? Non si vuole mollare la poltrona? Si vuole, a tutti i costi, gestire il potere per poi decidere gli accordi e le candidature? C'è da spartire qualcosa? C'è da dover raccontare fuori paese che <a Raccuja comando io>? Qual'è la molla che scatta nel cervello dei nuovi oligarchi?

    Ce lo chiediamo ma non possiamo starci a pensare più di tanto e perdere tempo! Di fatto, per fortuna, sono Comandanti senza truppa e senza idee!!!

    Il nostro compito è molto serio: dare al Paese di Raccuja una "Nuova Prospettiva" con nuove idee che possono venire solo da donne e uomini nuovi (non è un fatto anagrafico ma di mentalità), con un entusiasmo libero da personalismi ma carico della voglia di diventare protagonisti della rinascita di un paese che, dalla malattia, è passato al coma profondo e quasi irreversibile.

    E il programma quale deve essere?

    La storia insegna che negli ultimi vent'anni i programmi, in larga parte, restano carta straccia.

    E allora? Più che di un programma in cui si scrivono nomi di strade e viottoli, fesserie sul turismo, sull'agricoltura e sull'artigianato, bisogna dotarsi di un Metodo e di Regole.

    Infatti, non si può realizzare un progetto serio senza seguire una metodologia e lo dimostrano gli ultimi vent'anni di storia Raccujese.

    Troppo spesso si sono sacrificate scelte corrette per interessi di parte, ad esempio:

1) si è perso tempo nel realizzare le nuove case popolari, durante l'amministrazione 1992-1997, perché il sito scelto non piaceva a qualcuno e, così, non avviati i lavori, è stato molto facile per l'amministrazione oggi in carica, far perdere la possibilità di mutuo;

2) non si approva, con le dovute modifiche, il piano regolatore generale e il Sindaco non lo porta avanti - tant'è che è stato nominato il commissario ad acta - forse perché non piace a qualcuno;

3) non si sono utilizzati i fondi Fesr per acquistare un terreno ad uso turistico ma si sono spalmati su una serie di opere alcune delle quali, ancora oggi, incompiute;

4) non si è potuto mettere ordine negli uffici comunali, né prima né ora, per non litigare con chi (ce ne sono diversi, "amici" politici e nemici) ritiene di doversi recare al comune solo per prendersi lo stipendio, usare a fini personali il telefono e il fotocopiatore e discutere di politica senza produrre niente di niente per l'Ente che gli eroga lo stipendio e per i cittadini che pagano le tasse;

5) non si intendono pagare gli espropri se non agli amici (ma vedremo come andrà a finire).

    L'elenco potrebbe riempire le prossime cinque pagine Web ma non è il caso.

    E' il concetto che deve passare: il metodo da seguire deve essere quello di fare gli interessi della comunità senza anteporre privilegi di amici, parenti e personale politico di bassa lega.

    Solo se cambia il metodo si raggiungono i risultati e, quindi, c'è bisogno di una classe dirigente che adotti in pieno il nuovo metodo e rispetti le regole, libera da ogni condizionamento e ipocrisia.

    E' implicita, poi, l'esigenza di un raccordo con la gente che vive i problemi e con l'amministrazione Regionale, Nazionale ed Europea che finanzia i progetti finalizzati allo sviluppo economico.

  Tutto questo oggi manca. Lavoriamo, assieme, per costruirlo.

 

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