ASSOCIAZIONE INDIPENDENTE RINASCERE

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documenti d'archivio


La crisi

 

La crisi amministrativa che investe il nostro paese nasce dal mancato chiarimento di talune questioni, sorte alcuni mesi fa, cui non è stata data una risposta.

Il programma e soprattutto le regole che la coalizione “Uniti per il Risveglio di Raccuja” si é autonomamente imposta, dovevano assicurare una gestione collegiale nell’esclusivo interesse dei cittadini, dovevano scongiurare la pratica del clientelismo e del favoritismo, dovevano garantire la cosa pubblica dagli interessi di partito o di famiglia ed evitare persecuzioni contro chicchessìa.

Il mancato rispetto di alcune delle predette norme ha determinato inutili perdite di tempo e la crisi in atto.

Si sono verificati e si continuano a verificare episodi che vanno in tutt’altra direzione rispetto a quella proposta.

Da parte di qualcuno o qualcuna vengono portati avanti solo interessi di parte e di famiglie o azioni di tutela nei confronti dei protetti.

Inoltre, manca la necessaria riservatezza su questioni importanti che, ancora sul nascere, diventano, appositamente storpiate, di dominio pubblico.

I numerosi finanziamenti acquisiti dall’amministrazione comunale risultano insufficienti ad arginare la continua ed esasperante canea nei confronti dell’esecutivo.

La mancanza di senso del bene comune, da parte di qualche cittadino, completa un quadro complessivamente negativo cui sta andando incontro, oltre all’amministrazione comunale, l’intero paese.

L’Amministrazione comunale, intesa nel complesso, maggioranza e minoranza, ha fin qui lavorato, ma non tutta, ha dovuto affrontare numerose problematiche, ma non con l’aiuto di tutti, ha ancora tante emergenze, ma non tutti hanno collaborato e collaborano per la loro risoluzione.

Prevale, troppo spesso, il “tanto peggio, tanto meglio” nell’animo di chi intende portare avanti il motto: “leviti tu chi mi mettu iò”.

La disorganizzazione e, a volte, la scarsa competenza in alcuni uffici comunali, completano un quadro a tinte fosche.

L’impegno profuso da chi vuole attuare il programma amministrativo, rischia di venire vanificato col pericolo che prenda il sopravvento il pessimismo o la rassegnazione.

Non è questo ciò che avevano chiesto i cittadini, con entusiasmo, tre anni fa.

I cittadini, sia quelli che hanno votato per la maggioranza, sia quelli che hanno votato per la minoranza, avevano chiesto la realizzazione di alcune opere infrastrutturali negate al nostro paese dall’incapacità e dalla litigiosità di precedenti amministrazioni comunali andate in fumo.

La maggioranza degli elettori aveva puntato su una coalizione ove si fondono esperienze, intelligenze e capacità.

         Chiaramente una coalizione eterogenea per potere andare avanti deve trovare continuamente un punto di equilibrio, sennò fallisce.

         Una coalizione eterogenea deve esser coordinata tenendo conto delle singole specificità e senza consentire a nessuno prevaricazioni o azioni che non rispettino gli accordi presi.

         Una coalizione eterogenea ha bisogno sempre e comunque del lavoro di ciascuno senza rallentamenti e senza fughe in avanti.

         Tutto ciò è cominciato a mancare e, nell’ultimo periodo, la situazione è peggiorata.

         Di chi è la responsabilità? Un po’ di tutti, ma a ciascuno il suo.

         Sta ai cittadini, in base alle informazioni di cui dispongono, giudicare, e sta ai protagonisti fornire elementi utili al giudizio.

         Si ritiene di poter affermare che se tanto è stato fatto nel campo dei beni culturali, del turismo, delle politiche giovanili, dei lavori pubblici in generale, ben poco o niente è stato pensato e realizzato riguardo ai servizi sociali ed alla solidarietà verso i più deboli.

         In questo senso, l’unica solidarietà si è vista profondere verso inguaribili guastatori la cui connotazione rivela un profondo disprezzo, e non da ora, nei confronti di chi lavora ed in particolare di chi lavora negli interessi della comunità.

         Senza entrare nei dettagli, si ritiene di dover consigliare a chi porta avanti questo privato programma amministrativo, di abbandonare la cosa pubblica rendendo finalmente giustizia ai cittadini ed all’ente.

         Non c’è cosa peggiore di essere a corto di idee e di spendere quelle poche che si hanno, o di cui si viene intrisi, per speculazioni personali o di alcuni.

         Il futuro dell’amministrazione comunale passa attraverso un ricambio, ma passa anche attraverso una radicale riorganizzazione degli uffici comunali mettendo in conto anche nuove assunzioni o eventuali mobilità.

         Un possibile nuovo corso dell’amministrazione comunale passa anche attraverso il ristabilirsi di rapporti di reciproca stima e fiducia tra il sindaco, la giunta ed il consiglio comunale.  

         Questi tre presupposti, in ordine di esposizione, sono imprescindibili per il rilancio dell’attività amministrativa che, a dire il vero, non si é mai fermata del tutto tant’è, recentemente, si è ottenuto il finanziamento di importanti opere quali il completamento del rifugio di Buculica, la realizzazione dei sentieri naturalistici, della strada Batiola - Fossochiodo ed il rientro, tanto atteso, nel Parco dei Nebrodi.

         Ma come si fa a mettere in atto i tre punti?

Il primo, buon senso vorrebbe risolversi da solo o per mano del Sindaco, il quale ha il potere per farlo ma anche l’obbligo di tenere fede agli impegni assunti con i candidati e con gli elettori col cosiddetto decalogo.

Il secondo punto va affidato agli specialisti come si fa quando si ha una malattia seria.

Il terzo punto va affidato al senso di responsabilità di ciascuno di noi.

 

         Raccuja, lì 21 Marzo 2008

 

                                                                                                                                                                            Giuseppe Barone

                                                                                                                                                                          Pres. Ass. Rinascere

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