Antonio Montanari Gli Agli, esuli da Firenze, a Rimini e Meleto | |
1. INTRODUZIONE. Queste pagine fanno parte di un progetto editoriale per il web. A breve seguiranno le parti su Adimari ed Agolanti. NOTE [1] C. CLEMENTINI, Raccolto istorico, I, Simbeni, Rimini 1617, p. 522; L. TONINI, Rimini nel secolo XIII, Storia civile e sacra,III, Rimini 1862 (ed. an. Rimini 1971), p. 191. [2] G. PETROCCHI, Vita di Dante, Bari 1983, p. 82. In C. GHIRARDACCI, Istoria di Bologna, I, Bologna, Rossi, 1596, p. 416 si parla di ottobre. M. A. ZANOTTI, Genealogie di famiglie riminesi, I, SC-Ms. 187, Biblioteca A. Gambalunga di Rimini [BGR], c. 2, colloca nel 1260 (anno della sconfitta fiorentina a Montaperti), la venuta di questa famiglia, seguendo G. VILLANI, Cronica, VI, LXXIX. [3] Il legato in Romagna è aiutato da Malatestino Malatesti, podestà di Rimini, la cui famiglia offre appoggio al cardinale sperando di averne in cambio il controllo di Cesena. Dove Malatestino è stato podestà nel 1292, 1294 e 1295. Suo fratello Paolo nel 1282 era stato inviato a Firenze da papa Martino IV come nuovo capitano del popolo e conservatore della pace. Il primo febbraio 1283 Paolo aveva però rinunciato all'incarico. Malatesta da Verucchio, padre di Malatestino e di Paolo, si è impadronito di Rimini il 13 dicembre 1295, cacciando i Parcitadi che erano funzionari imperiali. [4] CLEMENTINI, Raccolto istorico, II, Simbeni, Rimini 1617, p. 75. [5] R. ADIMARI, Sito riminese, Bozzòli, Brescia 1616, II, p. 75. [6] CLEMENTINI, Raccolto istorico, II cit., p. 495. [7] R. COPIOLI, Gli Agolanti e i Malatesti, e la Tomba Bianca di Riccione, ne Gli Agolanti e il Castello di Riccione a cura di R. COPIOLI, Rimini 2003, p. 36. [8] Essi a Firenze gestivano fiorenti attività economiche. Le loro case e torri dettero il nome alla via ed alla piazza che poi fu chiamata «de' Ricci». Nel corso del 1300, gli Agli rimasti o tornati in Firenze cambiarono cognome, divenendo «Scalogni». Questa famiglia, «per più titoli benemerita della patria, si ridusse di Popolo nel 1378», come era successo agli Adimari nel 1349: cfr. l'Appendice (con testi settecenteschi di G. LAMI) al Discorso intorno al modo di far gli alberi delle famiglie nobili fiorentine (1576) di V. BORGHINI (1515-1580), II ed. Firenze 1821, p. 31 (I ed. Modesto Giunti, Firenze 1602). Come si legge in A. ADEMOLLO, Marietta de' Ricci, Firenze 1841, p. 108, gli Agli edificarono in Firenze il convento e la chiesa di San Domenico sul colle di Fiesole. [9] Questa lapide del 1620 (per il testo integrale cfr. infra) è trascritta in D. PAOLUCCI, Famiglie riminesi, SC-Ms. 189, BGR, ad vocem. Era apposta in una domus costruita a Meleto dai fratelli Agli, che ricorderemo infra. La lapide è in minima parte trascritta in C. CURRADI, Ricerca sui rapporti fra Malatesti e Agolanti nel secolo XIII, «Studi Romagnoli XLII» (1991), Cesena 1995, p. 157 (e ne Gli Agolanti e il Castello di Riccione cit., p. 214) con la precisazione che fu «poi trasferita dagli Agli nel loro palazzo di Via Soardi» a Rimini e recuperata «cinque anni or sono dal conte Giorgio Bianchini». La collocazione a Rimini è del 1801, come risulta da altra lapide anch'essa un tempo collocata nel palazzo di via Soardi, distrutto dagli eventi bellici del secondo conflitto mondiale (agosto 1944: cfr. B. GHIGI, La tragedia della guerra a Rimini, Rimini 1994, passim; L. SILVESTRINI, Dalla eroica resistenza del popolo riminese al conferimento della medaglia d'oro al valor civile al gonfalone della città, Rimini 1965, p. 21). Il palazzo Soardi sorgeva fra il corso d'Augusto ed il vicolo Levizzani, a sinistra della omonima strada procedendo dal corso stesso verso la chiesa di Sant'Agostino, come risulta da una pianta di Rimini pubblicata nel 1769: cfr. G. GOBBI-P. SICA, Rimini, Bari 1982, pp. 108-109. [10] In VILLANI, Cronica cit., VI, LXXIX, anche per gli Agli si parla di 1260. [11] N. MACHIAVELLI, Istorie fiorentine, II, 4, Milano 1962, pp. 143-144. [12] Cfr. G. BENCIVENNI, Epoche di storia fiorentina fino al 1292, in Memorie due lette nella Società degli amatori della storia patria, Firenze 1803, p. 158. [13] Nel XIV sec., cfr. PAOLUCCI, Famiglie riminesi cit., c. 71r. [14] Cronaca riminese cit., in L. A. MURATORI, Rerum italicarum scriptores, tomo XV, Società Palatina, Milano 1729, col. 946 E. [15] L. TONINI, Rimini nella Signoria de' Malatesti, V, 1, Rimini 1980 (ed. an. Rimini 1971), pp. 144-145, 335-336, 341. [16] L. TONINI, Rimini dopo il Mille, a cura di P. G. PASINI, Rimini 1975, p. 152. [17] J. AMMANNATI, Commentari, Minuziano, Milano 1506, pp. 409-411. [18] Dal ms. «di Claudio Paci in Gambalunga» in TONINI, Rimini nella Signoria de' Malatesti, V, 1 cit., pp. 334-335. [19] L. TONINI, Rimini nella Signoria de' Malatesti, IV, 1, Rimini 1880 (ed. an. Rimini 1971), p. 443. [20] A. VASINA, Romagna medievale, Ravenna 1970, pp. 276-277: sia Sigismondo sia Isotta «si rifacevano ad una vecchia disposizione degli statuti» cittadini. [21] MACHIAVELLI, Istorie fiorentine cit., II, 4, p. 144. [22] Dove non diversamente indicato, la fonte è ZANOTTI, Genealogie di famiglie riminesi cit. [23] Al nome della famiglia romana di Angelo Cesi, fratello di Federico fondatore dell'Accademia dei Lincei, è legata la sorte della biblioteca malatestiana di San Francesco a Rimini, secondo Federico Sartoni (1730-1786) il quale sostenne che i frati vendettero la loro libreria a quella famiglia, come riferisce TONINI, Rimini dopo il Mille cit, p. 94: cfr. il ms. gambalunghiano SC-Ms.1136, F. C. SARTONI, Copia di uno zibaldone mss. che era in Casa Sartoni ed ora posseduto dal N. U. Signor Domenico Mattioli, contenente memorie ed avvertimenti per la storia di Rimini, cc. 49-50. [24] Il nome di Alessandro appare nella cit. lapide del 1620 che data al 1246 l'arrivo degli Agli a Meleto: «IN DEPR[AEDATIO]NE GUELF[OR]UM EXP[UL]SA E FLOR[ENTI]A NOBILIS FAM[ILI]A DE ALLYS A. D. MCCXLVI. MALASP[IN]A VIL[IC]US HIS[STON]I FLO[RENT]I. PROF[U]GA MELETU[M] SESE RECEPIT. UBI SUAD[ENT]E COELI SALUB[RITATE] BONIS SIBI E[M]PTIS GE[S]TIS PROPAG[A]TA I[N]DE IN PATRIC[I]OS ARIM[INENS]ES ADS[E]RTA ALE[XANDE]R IO[ANNI]S AND[RE]AE F[ILIUS] GENIO SIBI ET AMIC[I]S DOMUM HA[N]C A FUND[AMENT]IS EREX[I]T A[NNO] D[OMINI] MDCXX». [25] In una genealogia dei Vanzi (cfr. AP 731, Diplomi, patenti, certificati, Archivio storico comunale, Archivio di Stato di Rimini [ASRn]), Giovanni Vanzi risulta sposato con Ottavia Marchesi. In ZANOTTI, Genealogie di famiglie riminesi cit., la moglie risulta invece Cassandra Agli. Sull'ascendenza di Giovanni e Francesco Vanzi, cfr. infra. [26] La sesta arca del Tempio malatestiano è onoraria in ricordo del vescovo Sebastiano Vanzi, sepolto ad Orvieto, dove morì nel 1571. [27] La congregazione, fondata nel 1404 da Lorenzo Giustiniani (1381-1455), poi patriarca di Venezia, è sciolta da Clemente IX nel 1668. Tra questa data ed il 1625 si pone una «lite» intercorsa fra la Municipalità di Rimini ed il monastero di San Giuliano (affidato alla congregazione nel 1496) circa la fiera che si svolgeva nell'omonimo borgo. In occasione di essa i monaci volevano affittare alcune stanze di loro proprietà. La Municipalità si oppone, non ritenendole «opportune ad abitazione di onorati mercatanti», in quanto ridotte dal monastero «a stalle d'animali, et a postriboli di femmine di mondo»: cfr. Informationi sopra le giurisdizioni della Fiera, e del Capitano del Porto della Città di Rimino, AP 626, ASCRn, c. 1v. [28] Nel secondo nome si richiama una gloria locale, il beato Amato Ronconi, francescano del terzo ordine, vissuto nel XIII secolo. [29] ZANOTTI, Genealogie di famiglie riminesi, II, cit., sub Garampi. [30] TONINI, Rimini dal 1500 al 1800, VI, 1 cit., p. 517. [31] Notizie da Registro di Stato Civile Comune di Rimini, 5797, Pubblicazioni di Matrimonio, ASRn, n. 31, cc. 14v/15v. [32] Cfr. Contado 2, Meleto, ASRn. [33] Gaetano discende da uno dei due rami della famiglia Vanzi generati da Francesco di Ottaviano, e che fanno capo rispettivamente a Giuliano (+1566) ed a Lodovico (+1584). Da Giuliano derivano in successione Giambattista, Nicola, Sebastiano, Niccola ed il Gaetano padre di Anna che sposa nel 1833 Arrigone Agli. Un fratello di Anna Vanzi è Luigi. Da Lodovico Vanzi (+1584) sono generati Francesco (che sposa Giulia Agli), Giovanni (marito di Cassandra Agli) ed Alessandro. Il ramo di Alessandro comprende suo figlio Vincenzo ed il figlio di costui, Ignazio Vanzi (1667-1715), bibliotecario gambalunghiana dal 1711 alla scomparsa. Da un figlio di Ignazio, Giovanni Antonio (+1760), nasce Giuseppe che genera Giorgio (nato nel 1760). Giorgio ha dal figlio Pietro e dalla di lui moglie Colomba Mazzocchi la nipote Maddalena la quale sposa Gaetano Nozzoli a cui dà Romolo (1876-1966). Il quale da Lucia Meldini (1881-1966) genera lo scrittore Guido Nozzoli (1918-2000) e Maddalena Nozzoli (1904-1998) andata in moglie a Valfredo Montanari (1901-1974), dai quali nel 1942 è nato chi scrive. I dati della genealogia Vanzi sono elaborati su documenti dell'ASR, appartenenti ad atti pubblici e fondi notarili che, per questioni di spazio, non possiamo citare analiticamente. [34] Cfr. Notaio Ricci, 1860, vol. 5000, ASRn, ad indicem. Alessandro Agli «possidente e patrizio riminese» figlio di Arrigone e di Anna Vanzi, nel 1860 entra in rapporto d'affari con il medico e possidente Francesco Bianchini fu Carlo, che gli affida per quattro anni un capitale di mille scudi da far fruttare: cfr. Notaio Ricci, 1860, vol. 5000, ASRn, cit. cc. 133-134. Nello stesso 1860 un altro Bianchini, Eugenio fu Gaetano, sposa il 2 febbraio 1860 Lavinia Facchinetti. Eugenio è detto cugino di Luigi Lazzari nelle Schede Gambetti. In realtà è un nipote, essendo figlio di Gaetano Bianchini e di Francesca Lazzari sorella di Luigi. Questo Luigi nel 1850 ha adottato Eugenio Bianchini che così ha assunto il cognome Lazzari. Questo ramo dei Lazzari però non è quello riminese di cui si parla nelle nostre pagine. Infatti l'omonimo Luigi (cfr. infra nel testo) che sposa Amalia Agli, nasce nel 1835. In tale data il Luigi Lazzari che adotta Eugenio Bianchini è già adulto; infatti nel 1841 risulta fra i fondatori della Cassa di Risparmio di Rimini: cfr. S. CECCARELLI, La villa dei cavalli a Vergiano di Rimini, Rimini 1997, p. 46 nota 33. Nelle Schede Gambetti è registrato anche un Sebastiano Bianchini medico dentista (sub 1855). [35] Attraverso questo matrimonio gli Agli s'imparentano con la famiglia Pani. Infatti Luigi Pani sposa Francesca sorella di Amalia Sotta moglie di Carlo Agli. Una figlia di Luigi Pani, Marianna, prende come marito un Francolini. Cfr. P. G. PASINI, Vicende del patrimonio artistico riminese nell'Ottocento e Novecento, in Storia di Rimini, III, Rimini 1978, p. 150. Sul ruolo politico svolto nel XIX sec. da Luigi Pani, cfr. G. C. MENGOZZI, Figure e vicende del Risorgimento, in Storia di Rimini, I, Rimini 1978, passim. Nel 1812 ben otto sacerdoti, arrestati assieme ad altre sei persone, organizzarono contro di lui una fallita congiura (ibidem, p. 67). [36] Nato a Rimini in via Vescovado 973, attuale via Al Tempio malatestiano, si laurea all'Università di Bologna il 3 luglio 1895 con una tesi intitolata Cura degli ascessi tubercolari (<www.archiviostorico.unibo.it>). [37] Nata a Rimini in via Zavaglia 1229. [38] Interessanti notizie al proposito sono in Immagini. Cent'anni di medicina nel Riminese, «Bollettino» dell'ordine dei medici della provincia di Rimini, VI, 2, 2005, passim. Altre informazioni si trovano in MONTANARI, Scienza e Carità, L'istituto San Giuseppe per l'Aiuto Materno e Infantile e l'ospedalino dei bambini di Rimini. Dalle origini al 1944, Rimini 1998, ad indicem. [38a] Ringrazio la dottoressa Antonella Lazzari Agli per la collaborazione a queste ricerche. [39] Cfr. AP 872, Atti del Consiglio Generale, 1703-1724, c. 174, ASRn. [40] Diamante, come scrive il cronista Ernesto Capobelli «per isfuggir anche la soggezione del padre, che se gli era resa stucchevole a maggior segno, per consiglio del Conte Nicola Martinelli suo amante, s'appigliò» alla «risoluzione» di nascondersi in convento (16 ottobre 1763). Cfr. E. CAPOBELLI, Commentarj, tomo IV, SC-Ms. 306, BGR, pp. 27-30. La vicenda di Diamante Garampi e Nicola Martinelli è ignorata da M. A. Zanotti. Sul tema, cfr. A. MONTANARI, «Contro il volere del padre». Diamante Garampi, il suo matrimonio, ed altre vicende riguardanti la condizione femminile nel secolo XVIII, «Studi Romagnoli» LII (2001), Stilgraf, Cesena 2004, pp. 905-966. [41] La biografia intellettuale di Nicola Martinelli è in MONTANARI, L'«opulenza superflua degli Ecclesiastici». Nobili, borghesi e clero in lotta per il «sopravanzo» della contribuzione del 1796. Documenti inediti della Municipalità di Rimini, per una storia sociale cittadina del XVIII secolo, «Studi Romagnoli» LI (2000), Cesena 2003, pp. 941-986. [42] Si trova in AP 731, Diplomi, patenti, certificati, ASRn. [43] C. TONINI, Rimini dal 1500 al 1800, VI, 2, Rimini 1888 (ed. an. Rimini 1995), p. 97. [44] TONINI, Rimini dal 1500 al 1800, VI, 1 cit., p. 801. [45] Il suo Capitolo sopra all'amicizia è ora leggibile in Wikipedia (<it.wikisource.org>). [46] G. M. MAZZUCHELLI, Scrittori d'Italia, I, Bossini, Brescia 1753, pp. 185-186. [47] Vespasiano di Bisticci (1421-1498), libraio e trascrittore di testi, compose 103 biografie «dei grandi uomini che aveva incontrato durante la vita», Le vite, a c. di A. GRECO, Firenze 1970: cfr. Gli autori. Dizionario bio-bigliografico, II, in Letteratura italiana, Torino 1991, p. 1808. [48] I mss. sono conservati nella Biblioteca apostolica vaticana: cfr. P. O. KRISTELLER, Iter italicum, accedunt alia itinera , London 1988, p. 323. [49] Cfr. il testo edito a cura di R. MARCEL, Paris 1956, in <bibliotecaitaliana.it>. [50] VESPASIANO DA BISTICCI, Vite di uomini illustri del secolo XV, Firenze 1859, pp. 207-208; A. D'ADDARIO, Agli, Antonio, DBI, I cit., pp. 400-401; C. L. STINGER, The Reinaissance in Roma, Roma 1998, pp. 171-173. [51] «MALASP[IN]A VIL[IC]US HIS[STON]I FLO[RENT]I» [52] L. TONINI, Rimini dal principio dell'era volgare al MCC, II, Rimini 1856 (ed. an. Rimini 1971), p. 527. doc. LII. [53]Ibidem, p. 530, bolla di Nicolò II. [54]Ibidem, p. 295. Come si è visto, ai benedettini subentra nel 1496 la congregazione di San Giorgio in Alga sino al 1668. Il nuovo titolare «diventa molto importante per la città, caricandosi di valenze politiche [ ] perché il monastero, attraverso concessioni papali, poteva sottrarsi al dominio vescovile, e il Comune, che voleva rendersi indipendente dal potere del vescovo, si affianca a questo santo facendone il protettore della città, in contrapposizione a San Gaudenzio, più legato al clero secolare» (O. PIOLANTI, Gli scavi archeologici nel complesso monastico di San Giuliano,Rimini 1998, p. 20). [55] Per il 1351, cfr. TONINI, Rimini nella Signoria de' Malatesti, IV, 1 cit., p. 135; e IV, 2, pp. 175-176: qui, per la rinnovazione del 1399, cfr. pp. 429-432. [56] TONINI, Rimini nella Signoria de' Malatesti, IV, 1 cit., p. 135. [57]Ibidem, p. 290. [58] Cfr. <www.valdaveto.net/documento_294.html>. [59] TONINI, Rimini dal principio dell'era volgare al MCC, II cit., pp. 308-309, 528; ID, Rimini nel secolo XIII, III cit., p. 111. [60] I documenti esaminati da Giuseppe Garampi sono riassunti in TONINI, Rimini nel secolo XIII,III cit., p. 294. [61] TONINI, Rimini nel secolo XIII, III cit., p. 289. [62]Ibidem, pp. 178, 190-191. [63] Vedi Statuto del 1351, TONINI, Rimini nella Signoria de' Malatesti, IV, 1 cit., p. 135. La fiera precedente, dedicata a San Gaudenzio, è attestata dal 1111 (ID., Rimini dal principio dell'era volgare al MCC, II cit., p. 347). [64] VASINA, Il mondo economico emiliano-romagnolo nel periodo delle signorie (secoli XIII-XVI), in Storia della Emilia Romagna, I, Bologna 1975, p. 695. [65] Sull'importanza dell'evento, cfr. G. FASOLI, Profilo storico dall'VIII al XV secolo, in Storia della Emilia Romagna, I, cit., p. 388. [66] Cfr. G. GIANI, Per la storia dell'arte della lana in Prato, in Archivio Storico Pratese, VIII, 3, pp. 97-113, Prato 1928, p. 110. Ringrazio per l'informazione bibliografica il dottor Gianluigi Galeotti della Biblioteca comunale A. Lazzerini di Prato. Antonio Montanari | |
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