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Il ritorno degli antenati

Data di pubblicazione: 31-08-2008

Presentazione: Attirati da una misteriosa sonda, Kirk, Spock e McCoy scendono su un pianeta abitato da alieni le cui tradizioni ricalcano un'antica cultura terrestre, come spesso accade nella serie classica. Una volta sulla superficie, la squadra di sbarco riceve un'accoglienza alterna. Tuttavia, la minaccia di una calamità naturale fa decisamente pendere il piatto della bilancia verso una situazione di pericolo da cui gli ufficiali dell'Enterprise dovranno riuscire a liberarsi.



1. La sonda

"Capitano!"
"Sì, signor Sulu."
"Rilevo un oggetto su una rotta di intercettazione. Raggio 90.000 km."
"Lo metta sullo schermo."
L'immagine di un piccolo cilindro metallico si materializzò dinanzi agli ufficiali dell'Enterprise.
"È una tecnologia sconosciuta" constatò Sulu. "Sembrerebbe una piccola sonda, o piuttosto una boa spaziale."
"Esegua una scansione" gli ordinò Kirk.
"Un momento," li interruppe Uhura "ricevo un segnale dall'oggetto. Si tratta di una trasmissione, una sequenza di cifre ripetute. Il resto del messaggio è incomprensibile."
"Lo inserisca sull'audio, tenente" le chiese incuriosito il capitano.
Uhura schiacciò un pulsante e, dopo una breve scarica di statica, si udì una voce, appena leggermente metallica, recitare: "378.2... 378.2... 378.2... distanza... anni... 378.2... 378.2... 378.2..."
Kirk, che aveva ascoltato il messaggio con l'orecchio proteso, nel sentire ripetere sempre gli stessi numeri, improvvisamente comprese. "È proprio..." cominciò a dire.
"Una rotta, capitano" completò in tono piatto Spock dalla sua postazione, ruotando leggermente il busto verso il centro della plancia.
"Andiamo a vedere di che si tratta" decise Kirk. "Signor Sulu, tracci la rotta. Avanti a velocità 7."
Sulu azionò i comandi. "A questa velocità," calcolò "raggiungeremo l'obiettivo in due ore e quaranta minuti."
"Due ore, trentanove minuti e cinquantotto secondi" lo corresse Spock.
Sulu si girò verso Chekov, seduto al timone accanto a lui, e gli lanciò un breve sguardo di intesa. Entrambi sorrisero.

2. Rotta verso Carina

Giornale di bordo
Data astrale: 4379.1
Durante il nostro viaggio di esplorazione della galassia, abbiamo captato il segnale di una sonda che indicava la rotta per la stella Eta, nel sistema Carina. Non sappiamo a chi appartiene la tecnologia che abbiamo incontrato e neppure cosa ci aspetta una volta giunti a destinazione, ma ci stiamo dirigendo verso la posizione segnalata per trovare una risposta alle nostre domande.

"Capitano, siamo sulle coordinate" lo informò Sulu.
"Analisi, signor Spock" chiese Kirk al suo ufficiale scienziato.
Spock puntò immediatamente i sensori, scrutando il sistema sottostante attraverso il visore. Al termine dell'esplorazione, si girò verso Kirk per fornirgli il resoconto delle sue osservazioni. "Il sistema è costituito da un sole e cinque pianeti" disse. "Il quarto è di classe M. L'atmosfera è composta da ossigeno e azoto, idonea alla vita umana."
"Registra forme di vita?" domandò Kirk.
"Rilevo numerose forme di vita superiore, ma a uno stadio ancora primitivo" rispose l'ufficiale. "Il pianeta presenta un basso livello di cultura tecnica, ma la popolazione sembra avere sviluppato un ordinamento sociale."
"Chi potrebbe avere avuto interesse a segnalare un pianeta privo di una civiltà organizzata?" si chiese Kirk ad alta voce. "Scendiamo sulla superficie" aggiunse subito dopo. "La squadra di sbarco sarà composta da me e da lei, signor Spock, oltre che dal dottor McCoy, naturalmente. Ci accompagneranno gli ufficiali della sicurezza Martell e Jonys. Ha detto che sono primitivi, Spock? Il signor Cortés, il nostro antropologo, sarà felice di unirsi a noi. Lo chiami."
Subito dopo avere dato l'ordine, il capitano premette il pulsante dell'interfono sulla sua poltrona. "Signor Scott," disse "tenga pronto il teletrasporto. La squadra di sbarco sta arrivando."
"Mi dispiace, capitano" rispose prontamente l'ingegnere. "Al momento, l'atmosfera del pianeta è attraversata da forti turbolenze che potrebbero causare campi distorsivi nei circuiti del teletrasporto e interferire con i sistemi di rimaterializzazione sulla superficie."
"È così, capitano" confermò Spock che aveva ripreso a osservare il sistema attraverso il visore, dopo avere contattato i componenti della squadra di sbarco. "La stella è instabile ed emette un materiale che costituisce una specie di piccola nebulosa intorno a essa e interferisce con l'atmosfera del pianeta."
"Allora scenderemo sulla superficie, usando i sistemi tradizionali" disse Kirk, modificando rapidamente i suoi piani. "Al dottor McCoy non dispiacerà affatto."
"Ci puoi scommettere, Jim!" esclamò McCoy, facendo il suo ingresso in plancia.
Kirk lo salutò con un cenno del capo e si accinse a dare le sue disposizioni all'equipaggio, prima di partire per la missione. "Mantenga l'orbita standard, signor Sulu" disse all'ufficiale timoniere. "Signor Scott. Prenda lei il comando" aggiunse, chiamando ancora una volta l'ingegnere.
Kirk, Spock e McCoy lasciarono la plancia per entrare nel turboascensore. Una volta all'interno, afferrarono saldamente le impugnature. "Livello numero uno" disse il capitano, appena la porta si fu richiusa. Era il livello su cui si trovava il ponte dell'hangar dove li attendeva una capsula pronta al decollo.
Quando i tre arrivarono, gli altri componenti della squadra di sbarco erano già seduti ai loro posti, all'interno del veicolo. Prima di mettersi ai comandi assieme a Spock, Kirk lanciò un'occhiata ammirata all'ufficiale Jonys, una brunetta molto attraente nella sua corta uniforme rossa. McCoy prese posto accanto a Cortés, dietro i due ufficiali della sicurezza.

3. Paradiso terrestre

Appena sbarcati sul pianeta, i componenti della squadra si dispersero, cominciando ad analizzare l'ambiente circostante con i tricorder.
Erano scesi in una piccola radura, sulla cima di un'isoletta montagnosa, coperta da una fitta vegetazione di tipo pluviale con grandi alberi e un sottobosco ricco di felci e orchidee selvatiche. Dal punto in cui erano atterrati, potevano scorgere le numerose e verdeggianti isolette circostanti, una delle quali vulcanica, e un oceano blu cobalto.
"Sembra di essere nel Sud Pacifico!" esclamò incantato McCoy. "Un vero paradiso!"
"Accertiamoci che non ci sia anche il serpente" consigliò prudentemente Kirk.
In quel momento, Spock, che si era allontanato di qualche passo, richiamò la loro attenzione.
"Capitano," disse "rilevo segni di vita a cento metri di distanza. "
Quasi contemporaneamente alle sue parole, un gruppo di indigeni dalla pelle scura, vestiti solamente di corti gonnellini fatti di foglie secche, sbucò dalla vegetazione. Gli ufficiali dell'Enterprise li osservarono incuriositi: gli indigeni portavano buffi copricapi conici, fatti anch'essi di foglie, e grossi gioielli d'osso al collo, sulle braccia e sulle gambe.
Gli indigeni avanzavano verso di loro, correndo e strepitando. "State in guardia," fu l'avvertimento di Kirk al resto della squadra "sono esseri primitivi! Siate pronti a fare fuoco con i raggi soporiferi. Non desidero che sia fatto loro alcun male."
Martell, tuttavia, vedendoli avvicinare urlando, puntò d'istinto il phaser in quella direzione. Subito, si sentì un sibilo fendere l'aria e un oggetto, scagliato a grande velocità da uno degli indigeni, colpì l'ufficiale alla testa. Martell si accasciò al suolo. McCoy si chinò immediatamente su di lui, con il tricorder in mano, mentre il resto della squadra si disponeva in cerchio intorno a loro, con i phaser in pugno, per difendersi dall'assalto.
Inaspettatamente, quando stavano quasi per raggiungerli, gli indigeni si bloccarono, cominciando a gesticolare e a farfugliare incomprensibili litanie. Di fronte a quello strano comportamento, Kirk fece cenno ai suoi di abbassare le armi, poi lanciò un'occhiata interrogativa al dottore, ancora chino, all'interno del cerchio, sull'ufficiale Martell. McCoy guardò con aria sconsolata i dati del tricorder medico. "È morto, Jim" disse, rispondendo alla muta domanda del capitano.
Gli indigeni di fronte a loro, intanto, avevano cominciato a ruotare le teste, oppure a oscillare da un lato all'altro, mantenendosi fermi sulle gambe. Tutti i componenti della squadra di sbarco li osservavano con crescente stupore, tranne Spock che, dopo avere raccolto da terra l'oggetto di legno ricurvo che aveva colpito Martell, aveva preso a studiarlo con grande attenzione. "Interessante" disse alla fine del suo esame. "È un boomerang, capitano, progettato per il non ritorno. Gli aborigeni australiani ne costruivano di simili per la caccia e per il combattimento. Era chiamato boomerang di guerra..."
"Sì, sì, signor Spock, lo vedo" lo interruppe bruscamente Kirk che continuava sempre a tenere d'occhio gli indigeni. "Che ne pensa, signor Cortés?" chiese. "È lei l'esperto."
"Sembrano in trance, signore" rispose l'uomo. "Il loro comportamento ricorda un culto estatico diffusosi tra le popolazioni melanesiane più di un centinaio di anni fa. Era chiamato il culto del cargo e si era sviluppato a seguito dell'arrivo degli occidentali. Da allora, gli aborigeni ritenevano che i loro antenati sarebbero tornati a visitarli a bordo di una nave, o di un velivolo, portando con sé un carico di beni preziosi. Gli abitanti di questo pianeta potrebbero avere maturato convinzioni simili dopo l'incontro con una specie tecnologicamente più avanzata, probabilmente la stessa che ha lasciato la sonda. E ora, capitano," concluse Cortés "hanno visto noi arrivare a bordo di una capsula."
"Ci sta dicendo che ci credono i loro antenati?" chiese Spock, traendo la logica conclusione dal lungo discorso di Cortés.
"Sì, signore" ribatté l'ufficiale. "È ragionevole supporlo."
"Perché mai avrebbero colpito Martell, allora?" si stupì il capitano.
"Il culto terrestre comportava sentimenti ambivalenti" cominciò a spiegare Cortés. "Gli occidentali avevano portato con sé anche i fucili che dovevano sembrare assai temibili a quelle culture primitive. Anche questi indigeni devono averci visto come una minaccia, all'inizio: Martell impugnava un'arma per loro sconosciuta e la capsula era a malapena visibile dalla loro posizione iniziale perché nascosta dagli alberi."
"Come dovremmo comportarci, ora?" chiese ancora Kirk.
Cortés non ebbe modo di rispondere perché fu distratto dalla vista di un uomo che, dopo essere sbucato dal folto della vegetazione, stava superando il gruppo degli indigeni oscillanti e avanzando rapidamente verso di loro. Sulle orecchie portava due mezze noci di cocco da cui spuntavano sottili bastoncini di legno.
"Cos'è quella roba che ha in testa?" bisbigliò Kirk a Cortés.
"Somiglia alle cuffie ricetrasmittenti" gli rispose altrettanto a bassa voce l'ufficiale. "Gli abitanti di questo pianeta sembrano attratti dalle tecnologie tanto quanto lo erano gli aborigeni dell'antico culto terrestre che cercavano di favorire il ritorno degli antenati, imitando quelle che gli occidentali avevano portato con sé. Arrivarono persino a costruire false piste di atterraggio..."
La dissertazione di Cortés fu interrotta dall'arrivo dell'uomo con le cuffie. "Sono tornati" esclamò questi in tono solenne, parandosi dinanzi a loro e guardandoli dritto negli occhi. "Gli antenati sono di nuovo tra noi!"
La folla si riscosse immediatamente dall'estasi, lanciando un urlo collettivo di giubilo.
"A quanto pare aveva ragione" disse Kirk a Cortés che accennò un sorriso di ringraziamento.
Alcuni indigeni si avvicinarono a Kirk e ai suoi e cominciarono a toccare i loro abiti e gli oggetti che avevano in mano. Altri si diressero a passi svelti verso il veicolo. "Capitano, temo che resterà ben poco della capsula se non li ferma subito" lo avvertì Spock che aveva ascoltato le parole di Cortés senza perderne neppure una.
Rendendosi conto che il pericolo era tutt'altro che remoto, Kirk assunse un'aria estremamente dignitosa. "Figli," disse, cercando di guadagnare la loro attenzione "gli antenati sono tornati e hanno portato con sé i doni che saranno presto distribuiti. Prima, però, desideriamo fare ritorno alle case che un tempo erano nostre."
Con queste parole, riuscì a ristabilire un certo ordine e gli indigeni acconsentirono ad accompagnarli al villaggio, cosa che fecero, urlando e saltellando lungo tutto il tragitto.

4. La dea del fuoco

La notizia del loro arrivo li aveva preceduti e quando Kirk e gli altri raggiunsero il villaggio trovarono gli abitanti in festa. Furono condotti al luogo di riunione e invitati a mangiare il cibo a base di noci di cocco, patate dolci e banane cotte alla fiamma. Assieme al cibo, fu servito loro un liquido inebriante ottenuto da radici e foglie di una pianta simile alla kava. Spock, da buon vulcaniano, rifiutò di assaggiarlo, ma Kirk e McCoy non si fecero pregare. "Non potrà farci più male dello scotch di Scotty!" esclamò il dottore. Kirk assentì e levò in alto, in segno di brindisi, il guscio di noce di cocco che conteneva la bevanda.
Nel frattempo, la giovane addetta alla sicurezza Sondra Jonys se ne stava seduta in silenzio in mezzo agli altri ufficiali, intimidita com'era dagli sguardi degli uomini del villaggio, ma anche da quelli delle donne che le si avvicinavano per lisciare la stoffa del suo abito e toccarle i capelli, raccolti in un'elaborata acconciatura. A loro, che indossavano solo gonnellini e collane, al pari degli uomini, l'abbigliamento della ragazza doveva apparire alquanto insolito.
Al termine del banchetto, un indigeno imponente, dal corpo ricoperto di tatuaggi di uccelli e pesci, si levò in piedi. Sul suo petto spiccava il disegno di quello che sembrava essere un grosso squalo.
"È il nostro capo, Ka-nui-lani" disse a Kirk l'uomo con le cuffie che non si era mai allontanato dal suo fianco.
Il capo villaggio batté tre volte a terra il bastone che portava in mano per richiamare l'attenzione del suo popolo, quindi cominciò a parlare. "I divini antenati si sono ridestati dal sogno" disse con voce stentorea "e sono tornati tra noi, portando il sacro cargo dell'abbondanza. Ora, è il momento che ci consegnino i doni tanto attesi."
"Siamo nei guai, Jim," disse McCoy "a meno che lei non abbia portato con sé specchietti e perline."
"Che cosa suggerisce, signor Cortés?" chiese il capitano.
"Si aspettano abiti e tecnologie" rispose l'ufficiale.
Kirk si alzò e si sfilò la maglietta, rimanendo a torso nudo. "Ka-nui-lani," disse, consegnandola al capo "ricevi questo dono dagli antenati. Altri ne arriveranno presto."
Il capo afferrò la maglia con fare rapace e la indossò. "Ancora" chiese in tono perentorio, indicando gli altri indigeni con un ampio gesto del braccio. Kirk aprì il comunicatore, il cui suono attirò immediatamente la curiosità dei presenti. "Capitano Kirk a Enterprise" disse, contattando la sua nave, in orbita attorno al pianeta.
"Parla Scott."
La voce proveniente dal cielo destò un grande stupore tra la folla che si dispose ad ascoltare in silenzio la comunicazione tra l'antenato e colui che sicuramente era un dio.
"Signor Scott," chiese Kirk "pensa di riuscire a far funzionare il teletrasporto e inviare sulla superficie qualche abito e qualche piccolo oggetto tecnologico? È un'emergenza."
"Ci provo capitano. Se si tratta di oggetti, possiamo correre il rischio, ma non le assicuro che si materializzeranno intatti" replicò l'ingegnere.
Subito dopo, si udì il ronzio del teletrasporto e sulla superficie del pianeta apparvero alcune divise della flotta astrale e qualche vecchio radioregistratore.
"Grazie, Scotty. Come sempre lei riesce a fare miracoli. Qui Kirk, chiudo" disse il capitano. "Ecco i doni che aspettavate" aggiunse, rivolto a Ka-nui-lani.
Gli indigeni si precipitarono a raccoglierli, ma Ka-nui-lani sembrava più interessato allo strumento che permetteva di comunicare direttamente con gli dei e ordinò a Kirk di consegnarglielo. Il capitano rifiutò e Ka-nui-lani sollevò il braccio. Immediatamente, gli ufficiali dell'Enterprise furono circondati da numerosi indigeni che impugnavano i terribili boomerang di guerra. A Kirk e ai suoi non restò che cedere i comunicatori, rallegrandosi comunque del fatto che, almeno per il momento, nessuno sembrava interessato ai loro phaser, né ai tricorder o agli altri oggetti che portavano con sé.
La tensione sembrava superata, quando all'improvviso si udì un forte rombo. Gli sguardi di tutti gli indigeni si volsero in direzione del vulcano. Kirk invece si girò verso Spock con aria interrogativa.
"È solo una scossa di assestamento, capitano. Non ci sono pericoli imminenti, il vulcano è inattivo" disse l'ufficiale che aveva approfittato dello spavento provocato dal rumore per puntare il tricorder in direzione dell'isoletta vulcanica.
Gli indigeni sembravano tuttavia terrorizzati e Ka-nui-lani riprese la parola. "La dea del fuoco che brucia in continuazione e della terra senza colore è adirata. La sua vendetta è potente e esploderà in fiamme abbaglianti, boati e tumulti che ridesteranno la dea sottomarina e la faranno risalire dagli abissi come un'onda gigante."
"Si riferisce agli tsunami causati dai terremoti che seguono le eruzioni vulcaniche" spiegò pedantemente Cortés ai compagni.
"Gli antenati ci aiuteranno a compiacerla" stava proseguendo intanto Ka-nui-lani. "Conduceteli al luogo della separazione affinché tornino ai sogni e intercedano per noi presso gli dei, ma lasciate qui l'anziano. La sua potenza è superiore a quella degli altri e servirà a placare la dea e a infonderci la forza necessaria."
Senza che potessero opporvisi, McCoy fu separato dai suoi amici che furono accompagnati all'imboccatura di una caverna e costretti a entrare. Prima di abbandonarli, quello con le cuffie porse furtivamente a Kirk una conchiglia bivalve.
"Per chiamare il dio" bisbigliò.
Kirk accettò il dono, pur sapendo che gli sarebbe servito a poco.
Gli indigeni sigillarono quindi la via d'uscita alle loro spalle con un grosso masso.
"Suggerimenti?" chiese il capitano ai suoi ufficiali, non appena si trovarono intrappolati nella caverna, illuminata soltanto dalla fioca luce che filtrava dal masso e dalle piccole torce che i quattro avevano estratto dagli zaini.
"Il luogo della separazione potrebbe coincidere con i luoghi del distacco delle culture aborigene terrestri, le fenditure del terreno che conducevano al regno dei morti" iniziò a spiegare Cortés. "La struttura del posto corrisponde. Se così fosse, non dovremmo avere problemi a trovare l'uscita. Dovremmo incontrare presto una serie di cunicoli che sfociano in mare."
"Da quella parte" disse infatti Spock, subito dopo avere effettuato la scansione con il tricorder.
La squadra si avviò compatta nella direzione indicata dal vulcaniano.
"Cosa pensa che faranno al dottore?" chiese Kirk a Cortés, mentre avanzavano a fatica negli stretti corridoi.
"Sono preoccupato," rispose l'ufficiale "le tradizioni degli aborigeni terrestri includevano riti sacrificali. Se questi indigeni pensano che la dea del fuoco è intenzionata a distruggere il villaggio, non esiteranno a offrirle la vita del dottore nel tentativo di placare la sua ira."
"Potremmo spiegare loro che il vulcano è inattivo e che non corrono pericoli" propose Spock.
"Temo che la sua logica non serva contro una cultura da età della pietra. Affrettiamoci!" li incitò il capitano.
Kirk e compagni avanzavano metro dopo metro nella caverna finché videro apparire una luce al fondo di essa. Si incamminarono in quella direzione e, come aveva anticipato Cortés, sbucarono su una stretta spiaggetta, lambita da onde impetuose.
Decisi a tornare nel luogo in cui avevano lasciato il dottore, cominciarono a inerpicarsi per un sentiero scosceso, guidati da Spock che seguitava a leggere i dati sul tricorder.
Arrivati al villaggio lo trovarono deserto: gli indigeni si erano spostati in una vicina raduna. Una volta che li ebbero raggiunti, si nascosero tra gli alberi. Da lì, videro che la maggior parte degli uomini era inginocchiata, con lo sguardo fisso a terra, mentre Ka-nui-lani, ritto di schiena davanti a loro, rinfocolava le fiamme all'interno di una piccola costruzione in terracotta che poggiava su un basamento di pietra. Il dottor McCoy era poco distante, seminascosto da una fila di indigeni che impugnavano i boomerang di guerra. Due uomini, posizionati ai suoi fianchi, lo tenevano fermo, stringendogli un braccio ciascuno.
Ka-nui-lani smise di armeggiare attorno al forno e si girò per arringare il suo popolo. "L'antenato sarà il nostro cibo, noi berremo il suo sangue e mangeremo la sua carne. In questo modo, il suo spirito antico e divino entrerà in noi e ci metterà in contatto con la dea, permettendoci di frenare il suo desiderio di vendetta. La cerimonia che sta per iniziare è interdetta ai vostri occhi. Chiunque, a cui non sia stato concesso il permesso, oserà sollevare lo sguardo," li ammonì "attirerà su di sé la punizione degli dei."
"Questo è proprio quello che ci serve" disse Kirk. "Avanti, liberiamo il dottore!"
I quattro uscirono allo scoperto. Immediatamente, gli indigeni che sorvegliavano McCoy iniziarono a lanciare loro contro i boomerang che furono prontamente disgregati dai phaser, mentre erano ancora in volo. Jonys e Cortés avanzavano, sicuri di riuscire a tenere a bada gli indigeni, ora che erano sprovvisti di armi. Kirk invece aveva raggiunto Ka-nui-lani e ingaggiato un corpo a corpo con il possente guerriero.
Nel vedere i suoi compagni avvicinarsi, McCoy aveva preso a divincolarsi, ma gli uomini che lo trattenevano sembravano decisi a non mollare la presa. Spock li aggirò e, toccando loro il collo con le mani, li addormentò all'istante. Il dottore era libero e Kirk nel frattempo aveva steso Ka-nui-lani con un ultimo pugno ben assestato.
In tutta quella concitazione, gli indigeni che si stavano preparando ad assistere alla cerimonia avevano mantenuto gli occhi bassi, come era stato loro ordinato, temendo di attirare su di sé l'attenzione degli dei che dovevano essere scesi sulla terra molto adirati, almeno a giudicare dai rumori che si sentivano intorno. Kirk e gli altri ne approfittarono per allontanarsi in gran fretta. Raggiunta la capsula, salirono a bordo e tornarono di corsa sull'Enterprise.

5. Sono un medico!

"Capitano," disse Spock "non sono riuscito a identificare la specie a cui appartiene la sonda che ci ha portato su Eta IV, ma ho ricostruito per intero il testo del messaggio. Diceva: rotta 378.2, ripeto 378.2, ripeto 378.2. Tenersi a distanza, sono cannibali. Rotta 378.2, ripeto 378.2, ripeto 378.2."
Kirk annuì. "Sappiamo che appartiene a qualcuno che ha voluto mettere in guardia gli altri esploratori stellari" commentò. "Rotta verso la posizione iniziale. Massima velocità. Troviamo quella sonda!" ordinò a Sulu. "Tenente," chiese quindi a Uhura "informi la flotta astrale e registri un nuovo messaggio da inserire nella sonda. Facciamo in modo che a nessun altro capiti la nostra stessa disavventura."
"Giusto, capitano" approvò Spock.
"Non le è piaciuto essere un dio?" gli chiese McCoy con finta ingenuità.
"Il compiacimento è un'emozione così... umana" rispose il vulcaniano con studiata indifferenza.
"Non lo dice solo perché gli indigeni l'hanno considerata una divinità minore?" continuò a punzecchiarlo il dottore.
"Riguardo ai nostri ruoli" ribatté impassibile Spock "non sono certo io quello che ha rischiato di finire al forno."
"Sono un medico, non un tacchino!" esclamò risentito McCoy, cercando con lo sguardo il sostegno del capitano.
"Non te la prendere, Bones!" lo consolò Kirk che era abituato a quelle scaramucce tra i suoi due ufficiali superiori. "In fondo, gli Etiani non hanno fatto altro che riconoscere la tua autorevolezza."
A quelle parole, il dottore fece un gesto di approvazione, come a indicare che giustizia era stata fatta. Spock, per tutta risposta, inarcò un sopracciglio.



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