ࡱ> bjbj .hh@@dd0`````;;;///////1N4</-`;;``/``/`B``/`/c,-`~9-$y//00+-^4^4,--4Q.(;vTDI;;;//;;;0````4;;;;;;;;;@ J: CONTROVERSO: lista non omologata Chi siamo Legge 133 e d.l. 180, movimento e altre esperienze Per una nuova idea di rappresentanza studentesca: strumenti di partecipazione assemblee e associazionismo universitario; strumenti di partecipazione; avere come diritto ci che la mafia da come favore Nuovi ordinamenti e didattica sostenibile: critiche e proposte Contribuzione studentesca, unidea corretta di merito, un reale diritto allo studio: la possibilit della fuga e l'opportunit di restare numero chiuso e barriere allaccesso; servizi allo studio; lopportunit della fuga e la possibilit di restare Statuto delle studentesse e degli studenti Il palazzo di vetro Trasporti mobilit sostenibile dentro e fuori il campus Rete permanente e solidale tra precari studenti e lavoratori PROGRAMMA ELETTORALE CONTROVERSO Il 16 ed il 17 giugno si svolgeranno, dopo quasi tre anni, le elezioni per il rinnovo della rappresentanza studentesca in seno a tutti gli organi di governo dell'Universit della Calabria. Si eleggeranno i rappresentanti dei Consigli dei Corsi di Laurea, dei Consigli di Facolt, del Consiglio dAmministrazione dAteneo, del Senato Accademico, del Comitato di Garanzia del Centro Residenziale, del Collegio dei Probiviri e del Comitato Sportivo Universitario (ricordiamo che il Consiglio dAmministrazione del Centro Residenziale stato soppresso, con una modifica di statuto, il 25 marzo di questo anno). Queste elezioni arrivano con quasi un anno di ritardo visto che il mandato dei rappresentanti degli studenti scadeva nellautunno del 2008. Si sarebbe dovuto votare, infatti, lo scorso novembre, solo che si preferito far slittare le elezioni di qualche mese posticipandole fino a giugno. I pi maliziosi pensano sia stata una scelta strategica del Rettore che, in collaborazione con gli stessi rappresentanti in carica, ha scelto di aspettare che il movimento studentesco nato proprio nello scorso autunno per contrastare la triade Tremonti-Gelmini-Berlusconi si sgonfiasse e gli studenti si riassopissero prima di tornare alle urne. Avevamo anche chiesto che queste elezioni si tenessero dopo lestate, visto che, in ogni caso, i rappresentanti eletti il prossimo 16 e 17 giugno, per regolamento, entreranno in carica dal 1 novembre. Questa proposta avrebbe potuto favorire anche e soprattutto la partecipazione al voto degli studenti che si immatricoleranno da settembre, che avrebbero cos potuto partecipare veramente allelezione di rappresentanti che, invece, resteranno in carica per i prossimi due anni senza che le matricole possano esprimere il proprio voto. Ma a settembre ci si troverebbe punto e da capo. Potrebbe esserci una nuova mobilitazione, e tanto valeva farle nel 2008 queste elezioni.! Sia chiaro che questo solo quello che pensano e dicono i pi maliziosi. C da dire, per, che, in effetti, il movimento da dicembre in poi ha avuto problemi al suo interno, e prima di ripartire dal basso e dalle periferie delle Facolt, con vari progetti paralleli, ha lavorato in silenzio. E per una parte di esso il lavoro di questi mesi stato anche quello di riorganizzarsi e far confluire le forze in un progetto politico-elettorale che si sta muovendo con determinazione rivendicando un nuovo concetto di rappresentanza ed un nuovo modo di vedere e vivere il Campus. Chi siamo Nasce cos la lista CONTRO-VERSO, che accoglie nelle sue fila le studentesse e gli studenti dellUnical che oggi avvertono la necessit di mettere a sistema le critiche e le proposte maturate nei mesi scorsi, che ci hanno visti protagonisti di una lotta propositiva contro chi vuole tagliare e dissolvere passo dopo passo il sapere sviluppato nelle universit pubbliche e quindi limitare il diritto ad istruirsi attraverso la legge 133 e il d.l. 180. Studentesse e studenti che conoscono bene le dinamiche sociali della nostra Regione, dove i poteri politici sono condizionati dalle logiche mafiose e clientelari e dove lo strato di collusione arriva fino al nostro Ateneo, dove lo studente si trova immerso totalmente, non solo nelle conseguenze del sistema del malaffare sulla societ, ma anche nellomert dilagante, nella mancanza di libert di informazione e di parola e ci lopprime, oppure entra anchegli nel sistema sotto-culturale della trasformazione del diritto in favore. Studentesse e studenti che credono che essere antifascisti oggi voglia dire innanzitutto essere antirazzisti, antisessisti e attaccati a pratiche riconoscibili e differenzianti, capaci di produrre gli anticorpi culturali alla violenza come unica sublimazione della rabbia. Essere sentitamente antifascisti oggi vuol dire anche costruire unimpermeabilit politica e culturale che sappia arrivare in tutti luoghi della formazione e nei luoghi del disagio sociale, nelle corde profonde della sensibilit delle nostre generazioni, mettendo in guardia chi non ha, o non ha ancora, gli strumenti, culturali appunto, per farlo da s. Nessun governo riuscir mai a convincerci che la lotta contro il neofascismo e i suoi retaggi questione superata e anacronistica. Per una nuova idea di rappresentanza studentesca: strumenti di partecipazione In una societ che sempre pi diffida della politica ci si deve confrontare con la crisi della partecipazione, con la sfiducia negli strumenti della democrazia. Di fronte a tale situazione che coinvolge qualunque livello, non ci si pu non interrogare davanti alle bassissime percentuali di affluenza delle nostre elezioni universitarie. Nellattuale sistema sceglie di votare una percentuale bassissima di studenti, spesso in maniera del tutto inconsapevole, o addirittura spinta da piccoli e grandi sistemi clientelari di liste che barattano voti con appuntamenti mondani. Si presentano alla competizione associazioni legate a partiti politici o ammanicate con il potere baronale, in cui i programmi politici sono spesso assenti dalla campagna elettorale, tutta basata sulla forza economica dei vari soggetti. Partire dai bisogni materiali degli studenti per trasformarli in diritti sociali da rivendicare, costruendo percorsi di mobilitazione e partecipazione diretta degli studenti alle decisioni: questo il senso del nostro fare rappresentanza sociale degli studenti. Per noi la rappresentanza un valore legato alla collettivizzazione dei problemi e delle rivendicazioni dei soggetti che rappresenta; uno strumento importante per le lotte che portiamo avanti, ma possibile, specialmente nei casi in cui si costruisce una forte mobilitazione studentesca, prescindere da essa. Data, infatti, la esigua percentuale degli studenti negli organi di governo, porterebbe automaticamente a continue sconfitte, senza una reale capacit di mobilitare gli studenti fuori dalle porte dei consigli di facolt o degli organi centrali. La riforma della rappresentanza deve passare per i seguenti punti: introduzione di istituti di democrazia diretta come il referendum studentesco. E necessario praticarlo come strumento di lotta e consultazione, fino a far inserire tale istituto allinterno degli statuti di ateneo. Possiamo ipotizzare una forma di consultazione che possa essere promossa dalla stessa Universit nelle sue varie articolazioni (centrali e periferiche), dai rappresentanti degli studenti e dagli studenti stessi mediante raccolte firme. Le consultazioni saranno possibili su temi inerenti la didattica, lorganizzazione dellateneo, delle facolt e dei singoli corsi, sul diritto allo studio e su ogni tema che coinvolge la vita universitaria. Gli studenti devono costantemente essere informati su ci che avviene negli organi attraverso assemblee pre-consiglio (di facolt, corso di laurea ecc.) nelle quali partecipare le decisioni con gli studenti per decidere una linea comune da portare negli organi. Fondamentali sono inoltre i resoconti delle sedute, specialmente per quanto concerne gli organi centrali, troppo spesso percepiti come distanti, ma nei quali vengono assunte decisioni che si ripercuotono direttamente sullintera popolazione studentesca. Il rappresentante diventer cos portavoce delle istanze reali degli studenti e non passivo esecutore di interessi nellombra come troppo spesso sembra accadere. aumentare il potere decisionale delle strutture periferiche corsi di laurea e dipartimenti allinterno per di regole chiare che garantiscano una uniformit nel trattamento e nelle decisioni adottate, in cui le decisioni partano da un percorso il pi condiviso possibile dagli studenti. Presenza degli studenti allinterno dei nuclei di valutazione, che la legge 370/99 istitu senza esplicitamente prevedere, n tantomeno negare, la presenza di rappresentanze studentesche allinterno di un organo cos importante. Non possiamo accettare che la valutazione della didattica e dei servizi dei nostri atenei venga effettuata senza la componente studentesca. Nuovi ordinamenti e didattica sostenibile: critiche e proposte Il sistema universitario italiano ha subito negli ultimi 15 anni molteplici riforme che hanno prodotto un'universit sicuramente non all'altezza della societ in cui viviamo. I governi che si sono succeduti, indipendentemente dal loro colore politico, hanno agito senza mai avere un disegno generale, calando dallalto continue riforme che hanno avuto come unico risultato la dequalificazione del titolo di studi e tantissimi problemi per gli studenti (avvicendandosi in continuazione nuovi e nuovissimi ordinamenti) senza un reale coinvolgimento di chi l'universit la vive ogni giorno. Non c' mai stato, in altre parole, un confronto con i soggetti in formazione. Luniversit italiana di oggi potrebbe essere paragonata ad una grande azienda di cui il laureato ne rappresenta l'output, il prodotto sfornato in serie; gli atenei sono esamifici a programmi unificati. Oggigiorno non si capaci di promuovere ed incentivare la sperimentazione socratica della didattica, attraverso cui l'individuo, esprimendo la sua personalit nello studio, riesca a contribuire attraverso il confronto con gli altri studenti, con docenti, dottorandi e ricercatori , alla costruzione e alla messa in comune dei saperi. Il processo di riforma inizia nel 1989 con la nascita del MURST (Ministero delluniversit per la ricerca scientifica e tecnologica). Fino al 1989 il sistema universitario italiano era un sistema centralizzato dove il Ministro dellistruzione dettava ci che doveva essere insegnato e ci che doveva essere amministrato. Col "MURST" comincia quel processo di privatizzazione degli atenei, per mezzo del quale i privati potranno essere parte attiva di in tutti i settori universitari (didattico, ricerca, servizi) con la stipula di convenzioni, contratti, la creazione di consorzi, nonch attraverso lelargizione di "contributi". Lart.6 della legge prevede, poi, per lUniversit lautonomia didattica, scientifica, organizzativa e finanziaria con la libert degli atenei di darsi anche statuti autonomi con semplice decreto del Rettore. Lautonomia amministrativa, per, avrebbe dovuto essere vincolata al raggiungimento di obiettivi di massima fissati dalle leggi dello Stato. Nel tempo unautonomia siffatta ha mostrato dei risvolti fallimentari, data la mancanza di un sistema di controlli perequativi e di indirizzi statali di massima. Questo ha comportato una frammentazione del sistema universitario e la conseguente perdita del suo ruolo pubblico. Lautonomia finanziaria ha generato la corsa da parte degli atenei a finanziamenti privati, minando il carattere pubblico dell'istruzione superiore e l'uniformit dei servizi offerti, creando cos atenei di serie A ed atenei di serie B. Il rettore inizia cos ad essere una specie di manager pi impegnato nel reperimento di fondi che nella valorizzazione dei corsi di laurea e della ricerca scientifica. Nel 1996 con la bozza Martinotti si va a consolidare lo stravolgimento gi avviato con la Ruberti: infatti con lautonomia didattica si ha un rafforzamento della correlazione tra ricerca e didattica universitaria; riduzione della durata dei corsi; costante monitoraggio della qualit didattica; curricula che facilitano il costante adeguamento dellofferta formativa ai processi sociali ed economici; introduzione di un sistema generalizzato di crediti didattici. Due gli obiettivi principali della bozza: larmonizzazione dei corsi di studio nel contesto europeo, cos da avere riconoscimento internazionale dei titoli di studio e la piena mobilit dei laureati in ambito comunitario. Con lautonomia le sedi universitarie, come fossero aziende sul mercato, dovranno contendersi gli studenti e i docenti in base alla qualit decantata delle offerte formative. Nel 1999 arriva la riforma Zecchino la quale prevede sostanziali cambiamenti: il percorso formativo viene spezzato in due con la previsione di una laurea di primo livello ed una specialistica cui si pu aggiungere facoltativamente il Master Universitario, rispettivamente di primo o secondo livello. Tale frammentazione rende sempre pi precario il futuro delle giovani generazioni le quali avendo concluso un triennio qualitativamente peggiore della vecchia laurea quinquennale avranno poche possibilit di riuscire ad accedere al mercato del lavoro; l'idea inoltre della specialistica completamente in controtendenza rispetto al mondo del lavoro, oggi sempre pi flessibile: in una societ in cui si obbligati alla flessibilit specializzarsi in determinati settori comporta l'esclusione del laureato da pi opportunit lavorative. L'idea del credito va assolutamente contestata non potendo il sapere essere invaso da criteri che s'ispirano alla razionalit economica, non essendo il sapere una merce scambiabile bens un bene immateriale da condividere, ed essendo inoltre impossibile stabilire criteri rigidi rispetto all'apprendimento, cosa del tutto soggettiva e quindi non oggettivabile. L'istituzione dei Cfu ha avuto la conseguenza disastrosa di cambiare completamente l'approccio dello studente rispetto alle materie: l'universit oggi vissuta come una continua corsa per il raggiungimento di un certo numero di CFU che daranno vita, indipendentemente dalla reale preparazione, a benefici prima ed al titolo di studio poi. La quantit ha preso il posto della qualit. Una raccolta punti degna dei migliori supermercati. Il 3+ 2 diventa quindi direttamente forma di controllo degli spazi e dei tempi di vita;il tempo viene disciplinato attraverso l' istituzione del cfu (ad ogni esame corrisponderanno dei CFU, ad ogni CFU corrisponderanno tot ore di studio - per convenzione 25 ore - date dalla somma della frequenza alle lezioni, presenza a seminari ed esercitazioni, studio individuale casalingo) intesa come l'unit di misura del tempo di studio(produzione intelletuale) che cerca di quantificare un qualcosa di per se inquantificabile come la produzione di conoscenza, che sfugge al tradizionale binomio tempo/lavoro. Paradossale ed emblematica la parallela emersione dei debiti formativi: il sistema dei crediti era stato immaginato per incentivare e facilitare la mobilit europea, ma ha avuto come conseguenza un freno nel nostro paese per la stessa mobilit nazionale. Tale sistema, peraltro, ha di fatto trasformato il diritto di frequenza in un vero e proprio obbligo, cui non possibile in alcun modo sottrarsi: gli studenti sono oggi costretti a muoversi attraverso le varie attivit didattiche al fine di ottenere il numero di crediti prescritto; il tutto senza poter in alcun modo incidere sui ritmi di studio e sulla programmazione didattica definita dalla facolt. Tale ossessione per la presenza fisica comporta poi spesso lesclusione dalla realt universitaria degli studenti lavoratori. Il 3+2 concepisce lo spazio solo come luogo di applicazione delle forme di disciplinamento della vita e non concepisce al suo interno nessuno spazio di produzione autonoma slegata dalla logica classica di trasmissione del sapere. Questa logica entra in contraddizione con il concetto stesso di universit che dovrebbe essere il luogo della produzione di sapere per eccellenza poich il sapere si produce e si riproduce solo attraverso un certo grado di creativit. Nonostante la riforma si sia rivelata un vero e proprio fallimento, continua ad essere presa oggi come base per proseguire il processo di riforma. Successiva alla Berlinguer-Zecchino la riforma ad Y, ad opera del Ministro Moratti. Applicata per ora solo nelle facolt di giurisprudenza, peraltro in maniera parziale, questa prevede che il proseguimento del percorso di studi sia scelto dopo il primo anno. Dopo un anno di base comune a tutte e due le lauree, si pu scegliere se proseguire verso il conseguimento di un titolo triennale o specialistico di durata quinquiennale. Ancora dunque una distinzioni tra laureati di serie A e di serie B. Tutte queste riforme, peraltro, hanno tutte aperto ampi margini a privatizzazioni, allo smantellamento dei servizi collettivi e a forme di collaborazione con aziende private estremamente preoccupanti, poich sorge il sospetto che potrebbe incidersi sulladeguamento dei programmi didattici e delle strutture organizzative sulla base di esigenze funzionali di produzione. La collaborazione poi con il mondo degli industriali ha visto lemanazione nel 2004 della Guida Confindustria, che ha accelerato ancor di pi sulla aziendalizzazione delle universit e sulla dismissione dellistruzione pubblica, prendendo ad esempio il modello americano della fondazione. A questo modello s'ispira la legge 133/08 che nello scorso autunno ha scatenato londa studentesca. Il processo di riforma dell'Universit pubblica messo in atto dal governo Berlusconi appena iniziato, come lo stesso governo afferma. La legge 133/08, contro la quale centinaia di migliaia di studenti, ricercatori, lavoratori e professori si stanno battendo, una legge che diabolicamente si inserisce sul dm 544/07 distruggendo la didattica, essenza stessa dell'universo accademico assieme alla ricerca, anch'essa privata della sua ragion d'essere in questo disegno volto alla svendita a privati della formazione pubblica superiore. La legge 133/08 formata, per quanto riguarda l'Universit pubblica, da tre nodi tematici: il blocco del turn-over (assunzione di nuovi docenti al pensionamento dei professori), il taglio dei finanziamenti pubblici agli Atenei e la possibilit di questi di trasformarsi in fondazioni di diritto privato . Alla serie di tagli sconsiderati al FFO si accompagna il blocco del turn-over, inizialmente del m20% per il triennio 2009-2011 e del 50% per il 2012 e 2013,e successivamente, dopo le proteste autunnali modificati dall'ex DL 180 (l1/2009) del 50%. Un blocco delle assunzioni che pregiudica in primo luogo tutti quei lavoratori precari del mondo accademico (contrattisti, assegnisti e dottorandi) che vedono allontanarsi se non scomparire la possibilit di una regolarizzazione nell'Universit ma anche gli stessi studenti, che vedranno svanire dapprima i corsi tenuti dai professori e, infine, gli stessi corsi di laurea. Infatti il dm 544/07 sancisce come requisito minimo per l'apertura di un corso di laurea la copertura di almeno il 50% delle cattedre delle materie caratterizzanti e di base da parte di professori di ruolo. Gi questo ha comportato l'accorpamento tra corsi e la chiusura di altri corsi di laurea: ma il blocco del turn-over decreta la definitiva morte della didattica negli Atenei pubblici. Se infatti molti corsi non hanno la possibilit di andare avanti se non con numeri esigui di professori di ruolo che possano assicurare l'apertura del detto corso, bloccando le assunzioni si avr nei prossimi anni la chiusura di decine di corsi di laurea per mancanza di docenti che ne garantiscano i requisiti minimi. Questo comporta, insieme al drastico ridimensionamento dei fondi, la progressiva estinzione dell'Ateneo, ed qui che si situa lessenza stessa della legge 133/08: la possibilit-necessit per l'Ateneo di trasformarsi in fondazione di diritto privato, ossia di divenire un'Universit Privata. Questa, pi che una possibilit, diventa una necessit per gli Atenei: se vorranno evitare la chiusura intimata dal perverso meccanismo di requisiti minimi, blocco del turn-over e finanziamenti pressoch inesistenti, l'unica strada da percorrere sar quella di privatizzarsi, diventando industria del sapere nel senso dispregiativo del termine. Contribuzione studentesca, unidea corretta di merito, un reale diritto allo studio: la possibilit della fuga e l'opportunit di restare Facile sentir parlare di merito quando si discute di Universit, pi difficile dare il giusto peso a questa parola ed evitare che nasconda in realt discriminazione e disparit di opportunit. Non si pu accettare che il diritto al sapere sia trattato come una merce e in quanto tale come qualcosa di cui si possa fare a meno, qualcosa che si possa negare a chi non pu permetterselo. Proprio quando la crisi economica mondiale mette in discussione le basi stesse di questo sistema, bisogna avere il coraggio di ripartire dallimprescindibilit del diritto allo studio come strumento di emancipazione sociale. Dobbiamo ricordare allItalia che questo che significa essere giovani: avere di fronte una vita da costruire, avere il tempo per cambiare tutto e ricominciare. Puntare sul sapere, sulla formazione non una tra le possibili scelte. lunica strada percorribile perch il nostro Paese, fermo da troppo tempo, ritrovi lenergia per ripartire e cambiare. Non tanto in riferimento ad un ascensore sociale che risulta bloccato da tempo, ovvero perch ciascuno possa attraverso listruzione migliorare la propria condizione economica e sociale, ma come unico modo per creare un futuro diverso, per credere nella possibilit di un futuro, per essere futuro. Non troppo tempo fa qualcuno scriveva che Non c nulla che sia ingiusto quanto fare parti uguali tra disuguali, quando si fa riferimento al concetto di merito non si pu prescindere dal fatto che trovarsi di fronte allo stesso cancelletto di partenza lunico modo per distinguere un diritto da un privilegio. LUniversit che vogliamo deve garantire che le diversit di partenza possano sciogliersi nellaccesso libero al sapere, ed il suo essere PUBBLICO deve fungere come vera garanzia del diritto allistruzione finalizzato allo sviluppo dellintera societ e non ad interessi mercificabili. Oggi pi che mai, i meccanismi di creazione e trasmissione del sapere modificano pi di ogni altra cosa la societ. Cercare di bloccare la libert di pensiero di questi luoghi tentando di asservirli alle logiche di mercato, soprattutto oggi con le nuove riforme, significa piegare la societ stessa a tali logiche, creando dei gap incolmabili e delle inaccettabili discriminanti sociali che vanno a penalizzare soprattutto le fasce pi deboli. Non pu esistere una societ libera senza un sapere libero. Non abbiamo semplicemente il diritto di studiare e ricercare in modo libero e critico ma ne abbiamo pi che altro il dovere, perch se davvero luniversit la sede istituzionale del rinnovamento sociale e culturali, aperta a tutte le classi sociali, allora non possiamo assolutamente permettere che altri la dirigano e la monopolizzino dallesterno. LUniversit deve essere luogo di formazione di soggettivit critiche, menti pensanti, individualit coscienti che siano in grado di creare e agire nella loro societ, non semplicemente un luogo di produzione seriale di automi programmati per un metafisico mondo del lavoro. Deve essere un luogo di conflitto generazionale in cui venga messa a valore la preparazione sopra qualsiasi forma di conservatorismo baronale. Un luogo in cui gli strumenti pratici per la produzione del sapere siano realmente a disposizione degli studenti, di qualsiasi estrazione sociale, e non concessi loro come un semplice surplus dietro una penosa trafila burocratica. Una struttura sociale in cui il potere politico ed amministrativo sia il pi diluito possibile, in cui nessuno si senta in diritto di sopraffare laltro solo perch ha la possibilit di mettere un timbro su un pezzo di carta. Vogliamo ununiversit che sia specchio di una societ ideale, non piramidale ma circolare e solo cos realmente democratica. Diritto allo studio: I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi pi alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso. quanto afferma l'art. 34 della nostra carta costituzionale, oggi pi che mai a rischio. A distanza di 61 anni dalla sua entrata in vigore, nel pieno vortice di una profonda crisi economica che quotidianamente mette in ginocchio migliaia di persone si rende sempre pi necessario farsi promotori di una applicazione sostanziale e non solo formale dell'art. 34. Nei periodi di crisi, nei quali il lavoro manca ed i redditi si riducono, investire nella conoscenza rappresenta un valore aggiunto e permette allo studente di ritrovarsi, al termine della crisi, con competenze maggiori pronto per immettersi nel mondo del lavoro. Lo abbiamo ribadito nello scorso autunno e continueremo a ribadirlo nei prossimi mesi: si esce dalla crisi attraverso la conoscenza. LUniversit della Calabria ha sempre svolto un ruolo fondamentale nel garantire il diritto allo studio nella nostra Regione. Purtroppo si osserva progressivamente il venir meno di questa prerogativa iniziale attraverso la sempre maggiore esternalizzazione dei servizi e conseguenti aumenti dei costi per gli studenti. In riferimento allultima modifica di Statuto dAteneo, ribadiamo la nostra netta contrariet a qualunque forma di politiche di governance che mirino allaccentramento dei poteri istituzionali dAteneo. Sottolineiamo qui la nostra forte e radicale opposizione a qualsiasi subdolo o latente tentativo di far degenerare il Centro Residenziale in una futura Fondazione dei servizi, in pieno accordo con le perplessit espresse pubblicamente in Senato Accademico dai Presidi di tutte le Facolt. Abbiamo bisogno di un sistema di formazione che dia la possibilit della fuga e l'opportunit di restare. In cui restare non sia un compromesso al ribasso ma una scelta che garantisca la qualit della didattica e dei servizi. Da questo punto di vista riteniamo estremamente inadeguata la l. 1/2009 (ex DL 180) che, risolve l'annoso problema della copertura delle borse di studio con un fondo integrativo di 135 milioni di euro (art. 3 comma 1, legge 1/2009) solo per il corrente anno accademico, non prevedendo un investimento a regime. Annualmente non si riescono a coprire totalmente le richieste di borsa di studio prevedendo il fastidioso status dell'idoneo non beneficiario di borsa. Riteniamo imprescindibile la copertura totale delle richieste di borsa di studio pervenute: necessario prevedere forme straordinarie di agevolazione per tutti quegli studenti che, causa la crisi, hanno visto il loro reddito familiare cambiare radicalmente a distanza di pochi mesi. Le certificazioni ISEE ed ISPEU, infatti, tengono conto solo della situazione economica aggiornata all'anno precedente di presentazione e non dei cambiamenti reddituali che avvengono nel corso dell'anno. La crisi, inoltre, ha contribuito a rendere atavici i requisiti di cui al DPCM 9 aprile del 2001. Nel corso di 8 anni il costo della vita notevolmente aumentato mentre i requisiti, inizialmente previsti per il solo triennio 2001-2003 son rimasti pressoch invariati. Diventa, quindi, una nostra prerogativa prevedere l' innalzamento dei requisiti ISEE una volta ottemperata la copertura totale delle richieste di borse di studio nelle attuali fasce ISEE. In un contesto in cui la copertura totale delle borse di studio non viene ancora realizzata, qualunque erogazione di contributi universitari appare indispensabile per coprire i costi legati all'istruzione. I contratti di collaborazione studentesca, di cui alla l. 390/91, diventano sempre pi una forma di diritto allo studio surrogatoria alla borsa di studio. I part-time rappresentano, inoltre, un importante strumento di riappropriazione degli spazi e concorre al corretto funzionamento di biblioteche, sale studio, isole didattiche, uffici e segreterie e vanno pertanto valorizzati ed incentivati, specie in un periodo in cui l'assunzione di personale all'interno degli Atenei diventa sempre pi complessa. Respingiamo con forza ogni forma di prestito d'onore. Neanche in caso di copertura totale delle borse di studio possiamo accettare che venga spacciato per strumento di sostegno al diritto allo studio un sistema che trasforma gli studenti in indebitati cronici. Non si pu pensare di difendere il diritto allo studio chiedendo agli studenti di creare un debito per la loro formazione! Tuttavia, le agevolazioni non devono limitarsi alla mera erogazione di un contributo economico, bens riteniamo necessario investire seriamente nelle residenze universitarie per studenti, per strutture a norma di legge e sicure. Attualmente la copertura del servizio di posti alloggio non soddisfa le continue richieste, sempre pi in crescita esponenziale causa il continuo aumento del costo degli affitti. Nella giungla degli affitti nasce, inoltre, l'esigenza di contrastare la speculazione edilizia e il mercato nero che oltre ad alimentare l'evasione fiscale non garantisce tutele per gli studenti affittuari, anello debole della catena. GESTIONE equa e trasparente SPAZI e FONDI SOCIALITA Il punto di forza pi evidente dellUniversit della Calabria senza dubbio il Campus. Partire da questa idea significa ribadire che lUniversit che vogliamo non solo uno spazio fisico o un luogo dove conquistare un pezzo di carta ma , e deve continuare ad essere, uno spazio sociale, un centro di aggregazione culturale. necessario, quindi, che lUniversit restituisca il giusto ruolo ai momenti di libero confronto tra docenti e studenti. Considerata la natura di Campus dellUniversit della Calabria, importante rivolgere tutto il nostro impegno alla promozione di una serie di attivit che portino, gli studenti alloggiati e non, a considerare lUniversit non solo come luogo per seguire corsi o sostenere esami, ma anche e soprattutto, come luogo da vivere e dove produrre e scambiare conoscenze e cultura. - Riappropriamoci degli spazi: Proponiamo il ripristino degli spazi abbandonati delle strutture Unical da mettere a disposizione di quanti, fra gruppi ed associazioni, ne abbiano bisogno nellespletamento di attivit socio-culturali. Basta contare il numero di teatri e anfiteatri intorno al ponte Bucci per rendersi conto della loro totale sotto-utilizzazione, chiediamo quindi che sia possibile a gruppi spontanei o associazioni di fatto e/o riconosciute sfruttare questi spazi a vantaggio della crescita socio-culturale del nostro Ateneo. Nellottica di migliorare la gestione per tagliare gli sprechi, iniziare a investire meglio gli spazi gi esistenti deve essere una scommessa da giocare immediatamente per mettere a frutto il grande potenziale espresso dagli studenti dellUnical. Rivendichiamo una migliore gestione delle strutture sia sportive che ricreative per consentirne una maggiore fruibilit. - Trasparenza e partecipazione La ripartizione annua dei fondi deve esser fatta con criteri oggettivi e di massima trasparenza di valutazione dei vari progetti presentati. Chiediamo, infatti, che venga indetto annualmente un bando che fissi chiaramente i criteri di valutazione in base ai quali i progetti avanzati verranno finanziati secondo principi di concreta fattibilit, raggiungimento degli obiettivi prefissati e rendicontazione finanziaria finale. necessario che sia predisposta una commissione terza che non comprenda rappresentanti delle stesse associazioni che presentano i progetti da giudicare, con il compito di monitorare la realizzazione dei progetti finanziati. STATE DIRITTI: per uno statuto dei diritti e dei doveri degli studenti e delle studentesse Quotidianamente noi studenti siamo vittime di soprusi, di piccole e grandi illegalit, discriminazioni, inefficienze che si perpetrano nelle facolt o nelle aule, agli sportelli di segreteria o nelle stanze dei dipartimenti, a lezione o durante lesame. A fronte dello strapotere dei docenti, gli studenti universitari non hanno mai potuto godere di diritti.Per questo vogliamo uno statuto, come strumento di tutela di tutte le studentesse e gli studenti:un corpo di norme poste a fondamento del vivere democratico allinterno della comunit universitaria, che riconosca allo studente un ruolo centrale. Pensiamo che gli studenti siano portatori di diritti inviolabili, che listruzione sia un diritto inalienabile, di tutti, senza distinzione di sesso, razza religione, condizione sociale; che luniversit debba essere pubblica e di libero accesso. Gi in alcune universit italiane sono state adottate misure di tutela dei diritti con lapprovazione e ladozione di un preciso Codice Etico e con listituzione di uno Statuto dei diritti e dei doveri delle studentesse e degli Studenti. La lista CONTROVERSO propone agli organi preposti dellUniversit della Calabria di adoperarsi affinch in tempi brevi la nostra proposta di Statuto - che verr presentata al pi presto in forma di bozza, garantendo cos unampia e partecipata discussione studentesca in merito - venga esaminata ed approvata. Riportiamo qui alcuni punti/articoli importanti: - Gli studenti sono portatori di diritti riconosciuti e inalienabili, in quanto cittadini della comunit universitaria senza distinzione di sesso, etnia, opinione religiosa o politica, condizione sociale e orientamento sessuale. - La Commissione di Garanzia dirime i possibili conflitti tra le parti ed interviene in caso di abusi dellamministrazione. 8.Gli studenti hanno ildiritto di partecipare attivamente e pienamente alla vita della comunit universitaria., di partecipare, negli organi competenti, alla valutazione del sistema formativoe alle decisioni riguardanti lorganizzazione della didattica. - Nella definizione delle linee di indirizzo e nellattuazione delle scelte sulle materie della didattica gli Atenei, le Facolt e i corsi di studio devono istituire commissioni paritetiche tra docenti e studenti. - Gli studenti disabili hanno diritto a partecipare attivamente e pienamente a tutte le fasi della vita universitaria. In particolare lAteneo deve farsi carico di fornire tutti gli strumenti e i supporti che rendano possibile lattuazione di tale principio. - LUniversit deve istituire un ufficio per laccoglienza ed il supporto linguistico a tutti gli studenti stranieri iscritti e deve inoltre garantire loro un tutor che favorisca la rimozione di possibili ostacoli nel percorso di studi. - Gli studenti hanno diritto ad unavalutazione imparziale tramite prove desame trasparenti e coerenti con il programma, gli obiettivi formativi e le modalit di svolgimento dei corsi. - Gli studenti hanno diritto ad essere esaminati da una commissione composta da almeno 3 componenti presieduta da un docente. Hanno altresdiritto ad essere esaminati dal docente titolare del corso. - Gli studenti hanno diritto ad almenootto appelli ordinari lanno, per insegnamento, distanziati luno dallaltro da almeno quindici giorni- fatto salvo il caso in cui gli appelli sino pi di tre nelle sessioni ordinarie e pi di due nelle sessioni straordinarie-, e con lagaranzia della non sovrapposizione degli appelli di esami relativi allo stesso periodo didattico e allo stesso anno di corso. - Le Commissioni Paritetiche competenti in materia di didattica garantiscono la proporzionalit diretta tra numero di esami da sostenere e numero di appelli previsti, tenuto conto delle limitazioni di cui al precedente comma. - Il calendario annuale degli appelli, articolato e scandito temporalmente al fine di evitare concentrazioni delle prove desame e sovrapposizioni degli esami obbligatori,deve essere reso noto entro il mese di ottobre, per ogni anno accademico. Non consentito anticipare alcuna data delle prove, siano esse in forma orale o scritta.Previo consenso degli studenti consentito posticipare la data delle prove; qualora la comunicazione dello spostamento dellesame non pervenga a tutti gli interessati, nelle date originariamente fissate per gli esami, la Facolt, tramite opportuno accordo di reperibilit tra pi docenti, si impegna a garantire lo svolgimento delle prove agli studenti eventualmente presenti che ne facciano richiesta. - Gli studenti hanno diritto a sostenere la prova desame in ogni sessione ed in tutti gli appelli. - Per gli esami che prevedano obbligo di frequenza, di cui allarticolo 45 Titolo IV, nei casi di difficolt amministrative nellattestazione dellacquisizione della frequenza, tale attestazione pu avvenire attraverso autocertificazione dello studente. Gli studenti che entro i termini indicati non consegnano lo statino di prenotazione dellesame possono egualmente sostenere la prova desame nellappello cui si presentano. - Gli studenti hanno diritto di avvalersi liberamente delle verifiche in itinere, senza vincoli di frequenza, nei limiti posti dai regolamenti didattici di corso di studi.In ogni caso, le modalit di svolgimento dellesame non influiscono sulla valutazione finale. Gli esami si devono svolgere in condizioni adeguate a garantire una valutazione reale delle conoscenze dello studente esaminato. - La valutazione del profitto dello studente non deve essere in alcun modo effettuata sul rendimento di precedenti esami.A tal fine fattodivieto alla commissione desame di richiedere il libretto universitariodello studente prima della valutazione finale. E fattodivieto alla commissione di verificare il materiale didattico dello studente al momento dellesame,nel rispetto della volont dello studente. - Se lo studente non ritiene accettabile lesito dellesame ha diritto a ritirarsi senza conseguenze nel suo curriculum accademico: lesame in tal caso pu essere annotato come non concluso soltanto per fini statistici, garantendo lanonimato dello studente.E fatto divieto di verbalizzare eventuali bocciature sui registri o sul libretto dello studente, inoltre fatto divieto di non ammettere allappello successivo studenti bocciati in precedenza. - La guida dello studente deve essere pubblicata entro il 15 luglioe deve contenere: il calendario didattico, il programma dettagliato dei corsi, il nome e il recapito dei docenti, la composizione dei consigli didattici, la presentazione dei dipartimenti, la presentazione delle associazioni di rappresentanza studentesca presenti in facolt, biblioteche di facolt, aule informatiche, tabelle ministeriali e ogni altra informazione necessaria per permettere allo studente unadeguata compilazione del piano di studi. - Lorario delle lezioni, relativo allintero anno, deve essere pubblicato prima dellinizio delle lezioni. - Gli studenti hanno diritto ad unadeguata attivit di orientamento e tutorato.Lattivit di tutorato non pu sovrapporsi alle ore di lezione. - Gli studenti non impegnati a tempo pieno negli studi universitari e che siano impossibilitati a frequentare possono chiedere, con istanza scritta e motivata indirizzata alla segreteria studenti, che venga loro riconosciuta la condizione di studenti a tempo parziale senza incorrere in forme di discriminazione.Le Universit sono tenute ad istituire un regolamento di Ateneo che definisca la figura dello studente a tempo parziale. - Di fronte a comprovata impossibilit a partecipare agli appelli desame regolamentari, lo studente a tempo parzialeha diritto a concordare con il docente titolare data e orario desame consoni alle sue esigenze. - La Commissione di Garanzia composta da tre studenti e tre docenti esterni al CDA ed al Senato Accademico e da un presidente esterno allUniversit(che svolge funzioni di difensore Civico),questultimo nominato dal Senato Accademico e dal Consiglio di Amministrazione in seduta congiunta con maggioranza dei tre quarti dei votanti. Il re nudo Nellautunno scorso abbiamo avuto modo di impattare contro il sistema di potere che governa luniversit e i meccanismi decisionali che hanno portato allavvicendarsi di riforme, con lobiettivo di trascinare progressivamente il sistema universitario italiano verso una logica aziendalista e di mercato. La nostra opposizione agli ultimi provvedimenti di legge ha determinato una nuova curiosit verso quello che accade al sistema Universit, soprattutto nel nostro Ateneo. A fronte di una trasparenza di facciata abbiamo dovuto, nostro malgrado, constatare la difficolt, se non limpossibilit, di accedere ad atti che dovrebbero vedere la massima partecipazione della componente studentesca. Non ultima la decisione di sciogliere il consiglio di amministrazione del centro residenziale. Al di l delle valutazioni di merito sulla proposta di modifica dello statuto, per la quale abbiamo preso posizione nettamente contraria, quello che ci preme sottolineare adesso che, una volta approvata in Cda Unical, prima che fosse definitivamente votata dal Senato integrato, erano completamente disinformati persino alcuni membri del Cda del Centro Residenziale, di cui si decideva lo scioglimento. C qualcosa che non funziona se una decisione cos importante viene presa nel chiuso di una stanza e non si sente la necessit di avere la pi ampia partecipazione possibile. Questo problema si pu purtroppo evidenziare a tutti i livelli, quanti di noi sono stati informati del cambiamento di manifesto che pure ha travolto tutti i corsi di laurea? Quanti consigli di corso di laurea hanno pensato di coinvolgere gli studenti nella rimodulazione del percorso di studi? Eppure sono proprio gli studenti ad aver vissuto i problemi introdotti da anni di riforme improvvisate. Gli studenti non possono essere utenti passivi, spettatori senza telecomando dellUniversit, ma ne costituiscono la componente fondante. Non si pu neanche pensare di decretare trasformazioni essenziali del nostro ateneo senza comunicare e partecipare tali decisioni con gli studenti, tramite assemblee pubbliche e notizie tempestivamente pubblicate on-line. Una delle motivazioni principali per cui abbiamo deciso di dare vita a CONTRO-VERSO proprio questa esigenza di trasparenza. I rappresentanti degli studenti hanno come compito prioritario quello di essere tramite tra la burocrazia che governa lateneo e i diritti degli studenti. Attraverso la presenza negli organi collegiali ci proponiamo di avere accesso alle informazioni e di diventare mezzo di diffusione verso la collettivit universitaria perch le decisioni abbiano la maggiore cassa di risonanza possibile. Riteniamo necessario che diventino pubbliche le bozze approvate dal consiglio di amministrazione, soprattutto quando si tratta di modifiche allo Statuto, perch impensabile deliberare serenamente in Senato Accademico Integrato senza il coinvolgimento degli studenti. Attraverso assemblee e comunicazione, il nostro obiettivo riaprire la discussione allUNICAL. Vogliamo che il palazzo abbia anche metaforicamente le pareti di vetro. E ancora una volta ci accorgiamo che basta avere il coraggio o la voglia di parlare perch a tutti sia evidente che il re nudo. Trasporti e mobilit: verso un sistema di trasporto intermodale evidente che la situazione del trasporto pubblico fra Cosenza e lUniversit sia ormai insostenibile: mezzi affollati negli orari di punta, mancanza di organizzazione e di informazione, scarsit di autobus, corse poco frequenti, autisti che non effettuano le fermate previste, corse saltate arbitrariamente, assenza di corse notturne, assenza totale di forme di mobilit alternativa. Il numero di studenti crescente (nel 2015 si stima che la popolazione universitaria possa arrivare oltre 40.000 persone) la causa principale di un consistente afflusso giornaliero di veicoli (autovetture, autobus, motocicli e merci leggeri) con conseguenze per la vivibilit dellintera area universitaria, con soventi situazioni di paralisi in alcuni punti critici, ed effetti sulla qualit dellaria. Rivendichiamo il diritto alla mobilit quale elemento fondamentale per la libera e piena realizzazione di ogni individuo. A nostro avviso c bisogno di uninversione di rotta, non possiamo pi tollerare questi disservizi che incentivano lutilizzo delle auto e quindi la paralisi del traffico allinterno del Campus. Infatti, se il numero degli studenti in questi ultimi anni cresciuto esponenzialmente, non c stata una corrispondente evoluzione per i trasporti, a causa anche di un Piano Trasporti regionale fermo a circa 20 anni fa e rimasto bloccato in un cassetto dellAss.to regionale corrispondente. Rivendichiamo una maggiore attenzione per la salubrit del nostro campus. Da uno studio tecnico, si evince confrontando i valori di inquinamento da polveri sottili, nell area universitaria, con i limiti di normativa giornaliera di 50 mg/m3, che gli utenti dell Universit della Calabria sono sottoposti, in particolari fasce orarie, a picchi di concentrazione di PM10. necessario quindi cercare di ridurre il traffico che tende a far diventare luniversit una zona urbana, e disincentivare la scelta del mezzo di trasporto privato, aliquota pi gravosa in questo bilancio. Bisogna favorire la possibilit di utilizzo dei mezzi pubblici e di mezzi sostenibili agendo cos a monte e non a cura del problema. Per trovare una soluzione necessario un impegno concreto e coordinato di Universit e Regione. Per questo VOGLIAMO: una riorganizzazione delle corse, affinch abbiano una cadenza non superiore ai 30 minuti anche fuori dallorario di apertura delle mense; il ridimensionamento delle tariffe (almeno per i borsisti e per gli studenti disagiati il sevizio deve essere gratuito); una efficiente mobilit tra Universit e citt, anche negli orari notturni, in modo che gli studenti possano avere la possibilit di partecipare attivamente allevoluzione sociale e culturale di tutta larea urbana; un potenziamento del servizio di trasporto interno, attraverso nuovi bus navetta e percorsi estesi alle zone contigue alluniversit; modelli di mobilit alternativa, quali ad esempio la realizzazione del progetto della Metropolitana Leggera e lutilizzo di biciclette: a proposito, ci sarebbe da chiedere come mai siano apparse proprio adesso le rastrelliere per le biciclette fantasma acquistate tempo fa dallUnical Finalmente qualcosa ci fa pensare che le bici esistano ancora ma dove? Rete permanente e solidale tra precari studenti e lavoratori Oggi, nell'era della societ della conoscenza, fondamentale comprendere l'importanza di dare rappresentanza alle aspirazioni di un vasto mondo che quello che solo riduttivamente possiamo definire "scolastico ed universitario. In un mondo di soggetti in formazione necessario riunire tutte le esperienze, anche se estremamente dissimili, di impegno nei contesti di istruzione e ricerca. Nella societ della conoscenza rivendicare il Diritto di tutti e di tutte all'istruzione fino ai massimi gradi e la sua declinazione in diritti e tutele ha un valore generale. Tale rivendicazione non si riduce alla difesa di un diritto sociale da parte di chi vive nei luoghi di formazione, ma deve costituire un presupposto fondamentale del diritto universale della persona. Da tutto questo nasce la necessit di pensare e creare la Rete dei Soggetti in Formazione, unica realt in grado di rivendicare i diritti e di rappresentare i bisogni, non solo degli studenti ma anche di chi a un livello pi alto della sua formazione. Il campo d'azione entro cui la Rete deve muoversi deve essere un campo molto pi ampio, un campo che vada oltre le scuole e l'universit: la Rete deve muoversi per macrovertenze, per vertenze che partano da ci che unisce tutti i soggetti in formazione e cio l'accesso ai saperi e la precariet, pensando alla costruzione di una forza di conflitto permanente che pensi a coinvolgere i Dottorandi, i Precari Amministrativi e della Ricerca etc &'1Gd! , -  5 H g h   , - / P ijĝxxxxxxxqjqfZjh]?hP5CJ aJ hNW h]?hP h]?hYLh }^hCJaJh }^hx5CJaJh]?hx5CJ\aJhxhCJaJhxhxCJaJ hxhx5B*CJaJphhxCJaJh }^hu$CJaJh }^h5CJaJ h]?h@'h]?h@'5CJ,aJ,hNW5CJ,aJ,#&'d- l h   ! 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