Il Coautore

Mario Giovannini - Chitarre 2004

 

 

 

Domanda: allora, com'è nata questa singolare idea de "Il Coautore"?

Riccardo Zappa: lo spunto è nato perché volevo che il mio sito fosse realmente interattivo con i visitatori. Così ho chiesto che fosse preparato un programma in grado di raccogliere le preferenze dei partecipanti in merito ad una serie di note, opportunamente contrassegnate e udibili su una tastiera virtuale. Giacché questa sequenza di note altro non è che la scala di Re maggiore, sarei stato sicuro, in ogni caso, di ottenere una discreta coerenza compositiva. L’esperimento, all’inizio semiserio, si è alfine rivelato come un sorprendente modo compositivo, nonostante sia interamente affidato alla casualità. Tutto ciò, detto così, parrebbe assai semplicistico e quasi superficiale, soprattutto se riferito ai grandi moti interiori legati alla composizione. Ciò che, viceversa, è davvero stupefacente è la bellezza estetica della sequenza ottenuta [udibile sul sito ufficiale all’indirizzo www.riccardozappa.it/coautore/coautore2.html

Domanda: quanto riscontro hai avuto e, soprattutto, come hai lavorato per dare un senso a 75 note sparse?

Riccardo Zappa: il riscontro è stato fuori da ogni aspettativa. Abbiamo ricevuto una media di una nota ogni due giorni circa ed ora questa tendenza si sta ulteriormente incrementando. Debbo aggiungere che un simile risultato conferma, in pieno, la passione di coloro che seguono da sempre la mia attività e i miei esperimenti musicali. L’intervento, rispetto alla sequenza ottenuta, è stato pressoché inesistente: ho semplicemente riportato nell’ordine le note pervenute su un pentagramma, assegnando loro il valore di 1/4, ad eccezione di un unico passaggio dove ne ho raggruppate due nello spazio di due ottavi.

Domanda: è una mia impressione o negli ultimi anni hai un po' centellinato la tua produzione e le apparizioni dal vivo? Cosa è successo?

Riccardo Zappa: l’intero comparto musica ha subito una fortissima flessione, in tutto il mondo. In particolar modo la musica strumentale acustica è praticamente sparita dai canali televisivi e io, che ho conosciuto bene, agli inizi della mia camera, cosa significhi pubblicare un nuovo album e poterlo promuovere presso programmi televisivi importanti, non posso che concordare con te quando, come molti, ricevi l’impressione di una mia certa 'latitanza'. Proprio il mio sito ufficiale, ed anche una bellissima fan page dove e presente un forum http://digilander.libero.it/riccardozappa/ servono a compensare, per quanta possibile, questa carenza, ripristinando il contatto che deve esserci fra un autore ed il suo pubblico.

Domanda: dopo diciassette dischi e ventisei anni di attività da dove attingi motivazioni e ispirazione?

Riccardo Zappa: per me la composizione è qualcosa di fisiologico. Continuerei a suonare e a ricercare nuovi brani anche se fossi sicuro che nessuno li ascolterebbe. Aggiungo che una fortissima motivazione mi deriva soprattutto dalle lettere che giungono al mio sito. Questa corrispondenza, che è pure leggibile, in forma anonima, nella rubrica Parole amiche (visitabili dalla pagina "Attività" del mio sito ufficiale) è davvero sorprendente e a tratti commovente.

Domanda: Artisticamente, che punto senti di aver raggiunto? 

Riccardo Zappa: il bilancio della mia storia artistica è abbastanza soddisfacente. Spesso mi sorprendo, quando penso di aver pubblicato una serie di album new age una quindicina di anni prima che si parlasse di questo stile, quando la fusione fra culture musicali diverse era ancora da venire. Allo stesso modo, ricordo ancora una specie di commiserevole perplessità degli astanti (tipo:".. .vediamo adesso questo cosa vuol fare...") quando mi presentai in studio, era l’anno 1977, sostenendo di voler impiegare alcune registrazioni precedentemente effettuate in casa! Infine, mi piace che la mia strana vicenda musicale abbia prodotto anche dei numeri interessanti, nel senso che alcuni miei album sono finiti, ma per davvero, fra i più venduti nel periodo della loro pubblicazione.

Domanda: studi ancora?

Riccardo Zappa: certo, assieme ai miei allievi!

Domanda: un tratto distintivo della tua musica è sempre stato la mescolanza di influenze, spesso molto distanti tra loro: attraverso cosa l’hai maturata e filtrata?

Riccardo Zappa: ho avuto la grande fortuna di aver girato il mondo sin da piccolissimo. In particolare ricordo bene il soggiorno in Africa per cinque anni, poi in Francia, Grecia, Svizzera. Questa vocazione al "vagabondaggio" è continuata anche grazie a questa professione che mi ha offerto non solo l'opportunità di esibirmi in varie parti del mondo, ma soprattutto di partecipare ad esperienze estremamente ricche di significato, come ad esempio quando ho rappresentato l’Italia in un concerto contro l’embargo che ha raccolto in Iraq, nell’antica Babilonia, presso il tempio di Nabucodonosor, artisti provenienti da cinquantasei paesi. Oppure, ancora, il lungo tour fra gli atolli delle isole Maldive. La mediazione di tutte queste culture avviene in modo assai spontaneo, direi inconscio, durante la composizione. In credo mi sia stato di grande aiuto aver studiato la chitarra classica con Miguel Abloniz e contemporaneamente aver frequentato le peggiori cantine di Milano, svisando con una chitarraccia elettrica.

Domanda: Fai uso di accordature alternative?

Riccardo Zappa: no, assolutamente. La mia dodici corde e accordata un tono sotto per semplice praticità d’uso. Al massimo tengo, diciamo, un Re al basso che in effetti produce, chiaramente, un Do profondo.

Domanda: personalmente ritengo che questo sia un momento veramente eccezionale per la chitarra acustica, ci sono un sacco di ottimi musicisti in giro, posti dove suonare, e allo stesso tempo la qualità degli strumenti è eccellente, la ricerca sta facendo passi da gigante...

Riccardo Zappa: andiamo per ordine: credo che il momento veramente eccezionale per la chitarra acustica non sia ora, ma si sia verificato verso la metà degli anni ottanta. Quanto agli ottimi musicisti che ci sono in circolazione concordo pienamente e ho piacere che due fra i nostri migliori, Walter Lupi e Franco Morone, abbiano esordito pubblicando i loro rispettivi primi due album presso la  "Collana Strumento"che all’epoca dirigevo per la DDD/BMGAriola. La moderna liuteria chitarristica credo si stia evolvendo grazie alle intuizioni di giovani liutai che hanno compreso e sviluppato i grandi temi costruttivi dei marchi più blasonati. Per finire, debbo notare che nonostante il notevole e perdurante disinteresse dei comparti governativi preposti al sostegno di una certa musica, ho recentemente avuto il piacere di vedermi entusiasticamente sostenuto e promosso da un ente pubblico di tutt’altro ambito e precisamente dalla Soprintendenza ai Beni Storico-Artistici per l’Umbria in occasione della realizzazione del mio ultimo cd rom Thesaurus Harmonicus.

Domanda: ho avuto l'occasione di ascoltarti a Sarzana, lo scorso maggio, ed è stato un vero piacere. Come affronti la dimensione live 'a solo', con tutte le implicazioni che comporta? Cosa ne pensi delle nuove tecniche applicate alla chitarra acustica? Nel '78 sei stato forse il primo a suonare in tapping, hai aperto una strada...

Riccardo Zappa: all'ultima convention di Sarzana sono rimasto veramente stupito dalla nuova spettacolarità esecutiva, che al momento riscuote grande successo. Per quanto mi riguarda, però, ho superato da un pezzo ciò che viceversa mi caratterizzava agli inizi: ora mi interessa semplicemente poter avere un bel suono e basta, dopodiché la chitarra midi, l'eco ribattuto sul quale costruire dei loop, le varie tecniche di tapping, slapping e via elencando, francamente non mi entusiasmano più di tanto. Detto questo, ammiro assai gli esperimenti di Paolo Giordano perché, meglio di tutti, impiega nuove tecniche in modo opportuno, divertente, poetico ed anche ironico. La dimensione live, del resto, è effettivamente uno dei temi ricorrenti della mia didattica chitarristica, poiché tocca l'interiorità dell’esecutore piuttosto che la tecnica in se.

Domanda: Ci puoi anticipare qualcosa del disco che stai preparando?

Riccardo Zappa: attualmente ho pronti sei/sette brani inediti dei quali sono veramente soddisfatto. Non so ancora che destinazione avrà questo materiale, forse ne farò una registrazione dal vivo, magari con i miei grandi collaboratori di sempre, Walter Calloni e Rino Zurzolo, oppure un lavoro di studio interamente chitarristico. Certo è che ora necessito, per la pubblicazione di un nuovo album, di spunti e pretesti stimolanti che non si limitino ad una raccolta fine a se stessa, così come è stato per il mio ultimo Thesaurus Harmonicus. Si tratta infatti del primo cd rom mai realizzato, per quanta mi è dato di sapere, da un musicista acustico dedicate alla raccolta visuale dei grandi capolavori ospitati presso la Galleria Nazionale dell’Umbria (Perugino, Pinturicchio, Piero della Francesca per citarne alcuni) fatti egregiamente convivere in modo interattivo con la mia musica da Giulia Silvestrini e Paolo Funaro, già curatori del mio sito, e realizzatori del format "Il Coautore". L’album ovviamente è fruibile, oltre che attraverso il computer per quanto riguarda la sezione visuale, anche attraverso un normale lettore audio.

Domanda: possiamo a parlare un pò delle tue chitarre, in particolare, ovviamente, del tuo amore per le 12 corde?

Riccardo Zappa: di tutti i meravigliosi strumenti che sono passati nella mia rastrelliera, ora conservo, per l’uso quotidiano, una Martin J1240, una Ovation Collector 1987 ed una splendida chitarra di altissima liuteria, opera di Giuseppe Guagliardo. II mio amore per la 12 corde risale a diverso tempo addietro, quando scoprii che questo tipo di strumento mi dava in continuazione belle sorprese, soprattutto dal punto di vista compositivo. Ora, al confronto, imbracciando una sei corde, ricevo l'impressione di viaggiare col freno a mano tirato!

Domanda: per quanto riguarda effettistica, amplificazione e corde?

Riccardo Zappa: per l'effettistica impiego da anni un unico preset, opportunamente preparato, di un vecchio Alesis Quadraverb, poiché rispecchia in pieno il concetto di spazialità della mia musica. Evidentemente, questa riverberazione, vuoi usata assai breve, vuoi molto dilatata, mi colloca sempre in un 'ambiente' ideale, perfettamente piatto, sgombro da onde riflettenti che mi infastidiscono anche se prodotte da unità di riverbero pregiatissime. Quanto all’amplificazione, se possibile, chiedo sempre casse acustiche JBL, perché hanno una colorazione che stempera efficacemente quel briciolo di sonorità metallica prodotto dal pickup piezoelettrico. Le mie corde preferite sono le La Bella Acoustic Bronze 7GPS7XL .009 per la 12 corde e le 7GPS .012 per la 6 corde.

Domanda: ultima domanda di rito: vuoi dare qualche consiglio a un giovane chitarrista che vuole fare della musica la sua vita?

Riccardo Zappa: il consiglio è quello che spesso riferisco a tutti quei giovani musicisti che mi mandano i demo delle loro prime composizioni: "ragazzi, cercate di dare forza, poesia e rabbia alla vostra musica! Lasciate perdere i pattern presettati delle batterie elettroniche, non fatevi quantizzare le sequenze, non spianate la dinamica per far sentire a tutti i costi ciascuna nota, non correggete se qualche nota è venuta più rauca delle altre, cambiate spesso la tonalità, il metronomo, il suono e qualsiasi altra cosa che serva a produrre una pur piccola sorpresa!" ed ancora:" scegliete di collaborare con gli altri, con quelli bravi, che vi danno gli stimoli giusti; sentite tanta musica classica per fare rock duro e viceversa".