I coltivatori di perle

Franceso Rampichini - Chitarre 1991

 

 

 

Vuoi riassumere come nasce l'operazione Strumento? 

E' abbastanza semplice. La scintilla scoccò un bel giorno in cui venne da me Franco Morone con il progetto di un album. Lui s'era spostato dall'Abruzzo come si faceva nell'800, sai, quando i pittori si spostavano a gruppi. Cercava un appoggio per realizzare un progetto, e devo dire che il suo lavoro è cominciato nel mio studio di registrazione più come Morone che utilizza la Camera Incantata (lo studio di Zappa) in quanto studio specializzato in registrazioni di musica acustica. Quindi iniziò queste registrazioni e arrivammo al master. Alla fine mi chiese di aiutarlo o trovare una collocazione per il lavoro, e siccome a me piaceva, lo portai presso il mio editore, Roberto Galanti. Lui lo ascoltò, gli piacque e pensammo subito al discorso promozionale. Ovvero: cosa ne facciamo del nastro di un acustico? Da li a decidere di farne una collana prodotta da Riccardo Zappa, il passo è stato breve. Ed è stato un pomeriggio fortunato perchè ne è nata una cosa che al momento credo meriti di esistere. Stiamo raggiungendo risultati artistici pregevoli, e meglio ancora se, come pare, esiste un interesse di carattere commerciale. 

Avete gia dei riscontri in questo senso?

Certo, abbiamo delle risposte di mercato più che confortanti. In un breve lasso di tempo la collana ha triplicato le aspettative. Ovviamente con un progetto del genere ti poni dei traguardi piccoli. Anche sulla scorta della mia storia di musicista all'interno della DDD abbiamo dei resoconti di un certo tipo, che consentono, anno per anno, di continua re la mia attività, questo da quindici anni. Tenevamo quindi per buona l'esistenza di un mercato di cui ero il portabandiera, come autore e chitarrista più anziano e precursore quale sono stato. Come ti dicevo la collana è diventata vincente proprio in quanto tale. lo credo che se fossimo usciti a cani sciolti, a distanza di mesi uno dall'altro, non ci sarebbe poi stato il grandissimo seguito promozionale che è l'anima di queste iniziative. Abbiamo avuto un riscontro stampa notevole, settanta testate italiane hanno parlato della cosa, capisci: probabilmente solo la Fiat, quando esce un nuovo modello, può permettersi una cosa simile. Da un punto di vista commerciale questa è un'impresa che guadagnerà fette di mercato sempre più importanti, proporzionalmente al numero di album che stiamo immettendo sul mercato. Se è vero che usciamo con quattro titoli ogni sei mesi, fra tre anni saremo usciti con 20/25 titoli. A quel punto si avrà un quadro molto più obiettivo della situazione anche perchè l'utenza avrà modo come nell'editoria libraria di seguire una collana sapendo che lì troverà autori che fanno determinate cose. Un'altra cosa che cerchiamo di ottenere e una buona distribuzione: Francia, Germania e paesi nordici sono stati serviti, sempre attraverso la BMG Ariola. Quando hai raggiunto certi obiettivi sei più libero anche da un punto di vista artistico. Infatti una caratteristica della collana è che l'artista arriva con un suo progetto e lo realizza così, perchè probabilmente le cose che a me piacciono e alle quali io credo sono poi quelle giuste. Deve funzionare il lato artistico e necessariamente quello commerciale. 

Ad ogni vostro disco è accluso lo spartito di un brano: è un episodio isolato o ci sono progetti di pubblicazione e stampa? 

Stiamo correggendo in questi giorni le bozze, e presto uscirà per ciascun artista l'intero album trascritto. Nei supporti c'e invece un manoscritto. A noi non interessa tanto mettere la partitura affinchè qualcuno poi la esegua, ma come elemento in più per conoscere l'artista: anche vedere la calligrafia può essere interessante. C'è la mia più filiforme, quella più ricamata, l'altra più vicina alla cultura americana... 

All'inizio di questa avventura mi pare che ci fosse una dominante chitarristica, ora sembra che vogliate allargare ad altri strumenti e/o insiemi la produzione: Strumento nella tua idea originale nasce per la chitarra o hai pensato subito di ampliare questo orizzonte?

Da parte mia, anche a livello inconscio, di fronte a una proposta di chitarra ed una di flauto scelgo la prima. Però capisco che la musica non è fatta solo di chitarra, ed è uno stimolo in più per me e per la DDD cercare di dare uno spazio anche ad altri strumenti. Ora in studio c'è un ragazzo che sta preparando un album fatto con l'Atari che poi verrà contaminato da noi acustici. Abbiamo in ballo anche un'opera per organo liturgico registrato in una cattedrale...

Con musiche di repertorio o originali?

No, con musiche originali new age, cioè non musica sacra, ma musica d'ambiente. Sai, l'organo è collocato in una chiesa, quindi mai come in questo caso cade ad hoc la definizione... (ride).

Prevedi che la tua presenza attiva nei dischi degli artisti che produci proseguirà o il filo che sta cominciando a legare la tua chitarra a tutti questi album non è preventivato e si spezzerà?

No, io non ne posso fare a meno: se mi viene un'idea la faccio sentire, quello la ascolta, resta fulminato da come me la sente fare e me la fa fare (si sganascia dalle risate). Capisco di non essere modesto a dirlo, però anche con un duo che sto producendo adesso è successa questa cosa, ho suggerito magari come finire un pezzo e a loro è piaciuto. Con Rino Zurzolo invece c'è un inciso particolare: sai che Rino suona un'ottava sotto esattamente quello che suonerei io? Non ho bisogno di dire a Rino cosa deve fare su una struttura. 

lnfatti in questi quattro dischi la tua firma timbrica è inconfondibile, ma paradossalmente è proprio nel disco di Zurzolo che risulta meno evidente, lo stacco di carattere e meno netto. Come si comporta il produttore Zappa? 

Probabilmente la mia posizione serve ad aiutare chi è al primo album a tenerne le redini, cosa che non può far bene come se ne avesse fatti dieci: anche per i miei primi album era così. Io ho a mia volta un produttore per i miei dischi Alberto Martinelli col quale mi voglio confrontare, come con Roberto Galanti. Anche per Calogero è stato cos'ì. Lui è un altro che, come Lupi, in prima istanza è venuto da me con un materiale che a mio avviso era troppo... non ha mercato, guarda. 

Quali elementi ti hanno portato a questa considerazione di carattere squisitamente commerciale? 

Si, te lo spiego. E' un'immagine che ho ben chiara perchè l'ho vissuta sulla pelle dei miei brani. Come tu ben sai, e credo anche quelli che mi conoscono, non mi sono mai tirato indietro là dove dovevo partecipare a Domenica In o andare a Studio 105 a far l'intervista al mattino parlando del mio album. Probabilmente se sono arrivato oggi a fare certe cose è perchè ho cercato di non perdere dei treni. Ho detto bene, io faccio una cosa strumentale, e pur di sparare nel mucchio vado a Domenica In, ci vado anche più di una volta in un anno. E' lì c'e quello che bada bene aspetta di poter giocare al cruciverbone... Però attenzione, quando sei a Domenica In la cosa può passare. Quando sei a Radio Dj dove c'è un'audience di un certo tipo, e uno ti intervista mentre parte il tuo brano del quale conosci ogni nota e sai cosa sta arrivando ebbene se il brano ha certe caratteristiche quello te lo passa tutto, se il brano a un certo punto perde una certa linea magica che deve avere, quello lo sfuma e continua l'intervista... e tu t'incazzi, t'incazzi da matti. Perchè lui in quel momento sta lavorando così come hai fatto tu quando stavi registrando su un metro che è la sua professionalità, la stessa che tu hai impiegato quando componevi, registravi, decidevi dove doveva finire il pezzo. lo credo d'essermi fatto un quadro nel campo della musica strumentale abbastanza serio, attendibile, proprio sulla pelle dei miei brani. Ed è chiaro che nei confronti della collana ne tengo conto. Se io accompagno Calogero ad un'emittente che può non essere specializzata eppure devo andarci, altrimenti non faccio una collana, voglio che il mio artista sia intervistato, che il brano sia passato per intero e che piaccia. Altrimenti è una cosa che parte zoppa: questi si trovano a trasmetterla perchè era pattuito, e tu lo avverti sulla tua pelle. Perciò quando lavoro con un artista devo comunicargli questo bagaglio, perchè se ne terrà conto anche lui avrà modo di mettere bene a fuoco quello che sta facendo. 

Se ho ben capito ritieni che esistano caratteristiche in grado di salvare capra e cavoli dove la capra e l'artista o il suo operato e i cavoli il consenso riuscendo a mantenere intatti i contenuti pur modificando il contenitore?

Si, è proprio questo che intendo. 

Solo che in musica forma e sostanza sono difficilmente divisibili.

Sai, il mio album (Anthakarana Swami) contiene due brani dove c'e, al posto della batteria, o comunque insieme, il ciuff-ciuff del treno. Io non arrivo a progettare questa cosa perchè ho questa libidine. Quando nasce il pezzo non dico: questo deve funzionare come un treno. E' a posteriori che si tratta di ragionare sull'estetica. Allora dico: devo fare la ritmica di questo pezzo che fa cosi (canta): cosa ci metto? Lì arrivo a pensare al treno perchè sono sicuro che sarà un argomento per poterne parlare anche con chi di new age non ne sa niente. Ci sono sempre nei miei dischi quelle che io chiamo le trappole: in quello precedente avevamo una band di quattro fortissimi, c'era Zurzolo, Mark Harris, Ellade Bandini, Zappa. Quello prima ancora (Riccardo Zappa) ti parlo di cinque anni fa, epoca in cui uscì il fairlight era un album chitarra/fairlight: mi sono detto c'è uno strumento nuovo? Disco con strumento nuovo e chitarra, è un argomento in più. Allora ecco che il dj di 105, che un minuto prima magari ha passato l'ultimo di Spagna, ha qualcosa in più. Se fossi andato col materiale con cui si era presentato in origine Calogero, ad esempio, sarebbe stato d'una durezza pazzesca. A quel punto o non ci vai e scegli di rivolgerti in partenza a un pubblico diverso altrimenti se l'obiettivo è che la proposta raggiunga un'audience più grande è necessario sparare nel mucchio. Io ne tengo conto quando lavoro con l'artista. senza per questo prevaricare. Credo in buona fede di poter dire che nessun artista si è sentito prevaricato dalla mia operazione di produzione. 

Esiste quindi una soira di ZGF (Zappa Grow Factor...), che sviluppa nei tuoi artisti il senso di ciò che in quest'ottica tu ritieni proponibile. Alcuni dei musicisti che hanno registrato con te hanno detto di aver preso coscienza di questi meccanismi. Ma si attua anche una specie di metamorfosi del musicista e della sua opera: ho visto qualcuno cambiare atteggiamento radicalmente nei confronti della propria musica.

Si, ma va detto che questa operazione avviene ogni giorno nel mondo della canzone. Tutti sanno che i famosi "gatto & volpe" di cui parla Bennato esistono. Ogni artista ha una figura dietro che gli fa da portaspecchio, e che magari non è un musicista. Ma se è vero che questa figura è necessaria, non vedo perchè non debba esserci anche nella musica strumentale. La bravura del produttore credo sia quella di non prevaricare l'artista, ma di metterlo in grado di "giocare" meglio i suoi brani, attraverso la mediazione di uno che sappia già dove si vuole andare. 

Giusto Pio come s' inserisce in tutto ciò?

Più che altro credo che sia una soddisfazione per entrambi: da parte sua per il fatto di far parte di una collana con certi presupposti, e da parte nostra per il piacere di ricevere l'attenzione di un musicista che non è nato ieri e che sa molto bene il fatto suo. Credo ci sia uno spazio anche per il suo mondo, lontanissimo dal nostro acustico. Mi ha detto che ultimamente si è riavvicinato ai sintetizzatori perchè gli dava fastidio lo stridore dell'archetto sulle corde del violino... E' un uomo che si è costruito una grossa popolarità in tutta Europa. 

Una rapida definizione del termine "new age"?

(Ride. Riflette). Per fare un esempio, è stata la new age a far conoscere com'è un'arpa. Prima dell'avvento di questa cosa avevamo in mente uno stereotipo di questo strumento. Quando sono arrivato vicino all'arpa di Licia Consoli, il primo giorno di studio, ho detto: questa come la registro? Non ci volevo credere che l'arpa suonasse cosi. Lì mi sono accorto che avevo in mente uno stereotipo del suono dell'arpa. Ho scoperto ad esempio che l'arpa è lo strumento più faticoso in assoluto da suonare. Ci sono dei rumori di pedale incredibili, mentre suoni partono delle botte pazzesche. Ecco: la new age entra nello studio, fa sentire che cos'è. Questo è probabilmente ciò che la definisce meglio. Poi sai, prima della Windham Hill qualsiasi chitarra non era vera, e non era vera neanche l'arpa. non era vero niente, erano dei microfoni lì come se si dovesse registrare un'orchestra. La new age è mettere in grado di ascoltare in un certo modo gli strumenti e finalmente di poterne godere, al di la del lato estetico del brano, anche in termini timbrici.