Benedetto

San Benedetto Abate

Monastero Benedetto nacque nella piccola città di Norcia verso il 480 d.C. ed è considerato il patriarca del monachesimo occidentale perché ne fu il principale legislatore, riformatore e unificatore. Fu mandato dai genitori a Roma, però, temendo di pervertirsi a contatto dei cattivi esempi dei suoi condiscepoli, si ritirò in solitudine prima a Enfìde, paese della Sabina, e poi nella vicina Subiaco dove un monaco, Romano, lo rivestì dell'abito religioso.

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San Benedetto Patrono d'Europa

I monaci di Vicovaro, alla morte del loro abate, lo invitarono ad assumere la direzione della loro comunità. Non riuscì però a ricondurre questa comunità ad una vita più regolare, se ne ritornò nella solitudine ad una vita eremitica. Eresse dodici piccoli monasteri che con il passare del tempo andarono tutti distrutti, eccetto l'attuale monastero di Santa Scolastica.
A Subiaco incominciò a stendere la sua Regola in latino volgare, conforme alle esigenze spirituali e materiali dei laici che volevano darsi all'ascesi sotto la sua guida.

Benedetto si stabilì sul monte sovrastante la pianura della vallata del Liri; abbatté gli altari delle false divinità, tagliò i boschetti sacri e con assidua predicazione si diede alla conversione dei contadini rimasti ancora pagani. La fama di santità di S. Benedetto e di virtù dei suoi seguaci rese ben presto celebre il cenobio, che ricevette cospicue donazioni dal patrizio Tertullo e da Gesulfo. Sul monte fu un continuo accorrere di povera gente per chiedere al taumaturgo aiuto e protezione; di ecclesiastici per chiedere consiglio al santo; di potenti del secolo, per chiedere al veggente saggi ammaestramenti.

La Regola che disciplina la vita interna ed esterna della comunità monastica, fino al sec. XII tenne il campo senza contrasto. Essa propone al religioso un programma di vita basato sulla preghiera e il lavoro, la stabilità del luogo, la conversione dei costumi e l'ubbidienza sotto il governo patriarcale dell'abate.

Circa quaranta giorni dopo che S. Benedetto aveva visto l'anima della sorella volare al cielo sotto forma di colomba, comunicò a qualche discepolo il giorno della sua morte. Sei giorni prima fece scoperchiare la tomba, poi, colto da violenta febbre, il 21 marzo volle essere condotto nell'oratorio.

Dopo aver ricevuto l'Eucaristia, mentre pregava in piedi, rese lo spirito a Dio tra le braccia dei suoi discepoli. Il suo corpo fu deposto accanto a quello della sorella, nel sepolcro che si era fatto preparare sotto l'altare di S. Giovanni Battista.

San Benedetto fu in vari modi tentato dal diavolo e sempre ne uscì vittorioso. Esortava a segnarsi con la croce il cuore per essere liberati dalle suggestioni diaboliche.
Con questo segno di salvezza, San Benedetto si liberò dal veleno che alcuni cattivi monaci gli offrirono in un recipiente di vetro che conteneva la mortale bevanda. Benedetto alzo la mano e tracciò il segno della croce. Il santo segno ridusse in frantumi quel vaso di morte, come se al posto di una benedizione vi fosse stata scagliata una pietra. L'episodio, secondo il racconto di San Gregorio Magno, dovette ispirare le parole dell'esorcismo riferite alla bevada che è offerta dal maligno, così come la protezione attribuita al segno della croce.

San Benedetto fu un vero monaco. La sua opera fu il frutto di una sapienza ascetica nata dai Padri dei deserti orientali, e trasmessa all'Occidente attraverso un patrimonio di regole, racconti di pellegrinaggi, biografie e dissertazioni. Rinnegò i privilegi della sua origine patrizia per rifugiarsi nella selva di Subiaco per vivere da eremita. Lì, nel silenzio e nell'estasi maturò la sapienza profetica delle scritture, disprezzò il mondo e aumento a dismisura il desiderio bruciante di cercare e amare Dio.