Ostacoli politici e sociali

 

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Tra gli ostacoli si rilevano soprattutto quelli politici, sociali e psicologici. Nel campo politico le attuali grandi potenze praticano con convinzione una politica di egemonia linguistica, benché que­sta fatalmente sia destinata a regredire in proporzione alla inevita­bile caduta economica. In campo sociale i governanti temono che una lingua comune possa unire i cittadini; gli specialisti di qualsiasi lingua difendono Babele perché in essa prospera la loro professio­ne; e nei diversi paesi i gruppi prevalenti intellettuali, sindacali, sociali e anche religiosi sono contrari ad un comune mezzo di comunicazione che farebbe perdere loro gran parte deL potere e del prestigio. Sul campo psicologico si manifesta una, resistenza inconscia non superabile con argomenti razionali, proprio perché essa ha origine in fonti psichiche non razionali. Gli argomenti falsamente razionali ripetuti dagli avversari dell'Esperanto - artificialità, mancanza di naturalezza, logica rigida, mancanza di poesia, stra­nezza ecc. - nascondono appena la loro mancanza di obiettività perché non si può giudicare t'Esperanto obiettivamente prima di conoscerlo, almeno a livello elementare, ed è tale conoscènza che essi precisamente intendono impedire.

Tuttavia anche l'Esperanto presenta alcuni aspetti irrazio­nali, che in ogni caso non si trovano in alcune delle sue qualità linguistiche. In molti casi i motivi per impararlo non sono più razio­nali di quelli che sono a ciò contrari. L'idealismo che si irradia dalla "idea interna" ha effetti positivi sull'evoluzione dell'umanità, ma espri­me una risposta al problema linguistico tanto emozionale quanto razionale. Benché molti studiosi tendano a ridurre l'Esperanto ad una semplice lingua e a privarlo di tutte le implicazioni ideologiche o emozionali, esso non si separa del tutto dall'antico ideale su una umanità che voglia unirsi con la lingua e con il cuore. Malgrado la sua perfetta idoneità per una comunicazione neutrale obiettiva, o forse proprio per questo, esso sempre ancora simbolizza una intercomprensione mondiale ed una aspirazione ad un accordo generale. Mentre le lingue etniche hanno un significato di confusio­ne, di caos e di divisione dell'umanità e mentre le altre lingue pianificate a loro volta entrano nel campo di un babelismo artificiale per mancanza di un proprio ideale di coerenza, l'Esperanto costan­temente chiama all'unione mondiale per risolvere i problemi del mondo. Perfino se i diversi governi un giorno si accordassero per scegliere una comune lingua pianificata al di fuori dell'Esperanto, questo esisterà ancora fino a quando gli uomini sogneranno di fraternità e di pace.

Ora l'Esperanto è la lingua di una diffusione dinamica. Fiori­sce una cultura esperantista che nessuno potrà negare od annulla­re, anche se esso non fosse mai riconosciuto ufficialmente. Anche se scomparisse l'intero movimento esperantista, esso avrebbe vis­suto abbastanza a lungo per far sorgere una cultura autonoma degna di uno specifico studio: del resto questa supposizione è puramente formale perché, malgrado gli ostacoli qui menzionati, le attività evidenziate conducono ad un risultato sempre più grande ed assicurano una regolare e costante diffusione della lingua internazionale.

 

Programma Multimadiale ESPERANTO realizzato nell'anno scolastico 2000/2001 dagli studenti:
            Di Fazio Andrea e Maurelli Francesco                      nuvola.bianca@tiscalinet.it - fran.mau@infinito.it 
Per domande o commenti su questo programma fare riferimento a:
                                                   ROMA ESPERANTA JUNULARO
                                                          info_rej@hotmail.com
Aggiornato nel mese di giugno 2001.