Il primo periodo

 

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Oltre alle molte traduzioni effettuate da Zamenhof e da Antoni Grabowski, Vasili Devjatnin, Abraham kofman e kabe (Kazimierez Bein), la Fundamenta Krestomatio, compilata dallo stesso Zamenhof, definisce uno scopo essenzialmente normativo: "Presentando un rimedio puramente convenzionale di comunicazione, la lingua internazionale, analogamente ad ogni lingua nazionale, potrà bene raggiungere il suo scopo soltanto nel caso che tutti la usi­no in modo pienamente equivalente; e perché tutti possano usare la lingua in modo equivalente è necessario che esistano dei mo­delli che facciano da guida per tutti. Questa è la causa per la quale, cedendo alla richiesta di molti esperantisti, ho pubblica­to la Antologia Fondamentale, che potrà servire a tuffi come modello di stile nell'esperanto e salvare la lingua da un disfaci­mento distruttivo in diversi dialetti". Originala Verkaro pag. 42.

In questo periodo gli autori erano principalmente traduttori o teorici è propagandisti. Gli slavi tendevano alla grande libertà di stile e tra di loro apparivano i primi scrittori in senso proprio. Oltre il fratello di Zamenhof, Felix (1868-1933) va menzionato A. Grabowski (1857-1921), chimico polacco autore di parecchie opere scientifi­che, capace di tradurre da una trentina di lingue, il quale scambia­va con Zamenhof la prima conversazione in lingua internazionale. I suoi poemi Tagigo -Aurora-, Reveno de l' filo -Ritorno del figlio-, Sur unu kordo -Su una sola corda-, si annoverano tra le opere classiche delle antologie, ma la loro influenza è più linguistica che letteraria: con la sua traduzione di Pan Tadeusz (Adam Mickiewicz) e di Mazepa (Juliusz Slcwacki) egli è diventato il padre della lingua poetica.

Leo Belmont (1865-1941), giornalista polacco, pubblicò nel 1908 la raccolta di poemi Sonoj Esperanta] e molti saggi freschi e spiritosi. Vasili Devjatnin (1862-1938), insegnante di lingua latina e di letteratura russa, fu pioniere della letteratura di esperanto in Rus­sia; la sua raccolta di opere in quattro volumi contiene traduzioni da Pushkin e poemi e racconti originali; tra l'altro egli racconta il viag­gio fatto a piedi da Pangì a Kracovia nel 1912. Alexander Dambrauskas, chiamato Dombrowski (1860-1940), pastore cattoli­co lituano, pubblicò poemi religiosi nei quali l'ingenuità si esprime malgrado il pericolo di persecuzioni. Un ungherese emigrato, Paul de Lengyel (1868-1932), compose l'ampio Libro de l'humorajo e le memorie della sua non sempre divertente vita. L'insegnante russo Ivan Cirjaev (1877-1933) iniziò la Enciklopedio de esperanto, per la quale compilò più di duemila voci. Egli lasciò anche novelle e tradu­zioni. Stanislaw Schulhof (1864-1919), dentista ceco, è il primo poe­ta la cui lirica concorda perfettamente con la lingua internazionale. Petaloj -Petali- di Czeslaw Kozuowski e Unuaj agordoj -Primi accordi- di Stanislaw Braun e Stanislaw Karolczyk sono melanconici pezzi gio­vanili rimasti frammentari e senza seguito. Le tendenze francesi, pre­valentemente intellettuali e borghesi, hanno influito sull'organizza­zione del movimento più che sulla creazione letteraria. I matematici Charles Méray e Carlo Bourlet, il generale Ippolito Sébert, Louis Chevreux, chiamato Beaufront, il filosofo EmiI Boirac usarono la loro influenza e le loro vaste conoscenze a favore dell'esperantismo, che si espresse in Francia con due importanti pubblicazioni, La Revuo, del la prestigiosa editrice Hachette, redatta da Carlo Bourlet e Lingvo Internacia, redatta da Theofil Cart. Queste due riviste includono per la prima volta la disputa, che poi impegna l'intera storia successiva, tra le tendenze innovatrici, evolutive, inventive da una parte e l'orto­dossia e il fondamentalismo dall'altra parte.

Naturalmente in questo periodo fiorirono libri di studio, vo­cabolari e i primi saggi scientifici sulla lingua, tra i quali quelli dello svizzero René de Saussure (fratello del linguista Ferdinand). In campo letterario si devono citare i due romanzi di Henri Vallienne (1854-1909), Kasteìo de Prelongo -Il castello di Prelongo- e Cu li ? -Lui?-, perché essi rappresentano con vivace inventiva e con tecnica brillante da romanzo d'appendice un genere ancora non abbastan­za produttivo. Jeanne Flourens con lo pseudonimo di Roksano, difese con fervore da suffragetta la tesi che si dovessero usare soltanto parole del Fundamento e la illustrò con divertenti lavori teatrali. Tuttavia appartenne a Reinhold Schmidt il merito di com­porre il primo dramma in cinque atti, Gustav Vaza (1910). In quel periodo Edmond Privat (1889-1962) cominciò una lunga carriera variamente dedicata all'esperanto. Egli fu il primo biografo di Zamenhof e il primo storico del l'esperantismo. Delicato poeta fin da giovane con Tra l'silento -Nel silenzio- (1913) e drammaturgo mitolo­gico con più lirica che drammaticità in Ginevra, egli analizzò la efficacia espressiva della lingua nel libretto Esprimo de sentoj en esperanto -L'espressione dei sentimenti in esperanto-. Valente oratore egli, come Boirac in Francia, utilizzò la sua posizione nell'ambiente uni­versitario svizzero per diffondere l'esperanto.

 

Programma Multimadiale ESPERANTO realizzato nell'anno scolastico 2000/2001 dagli studenti:
            Di Fazio Andrea e Maurelli Francesco                      nuvola.bianca@tiscalinet.it - fran.mau@infinito.it 
Per domande o commenti su questo programma fare riferimento a:
                                                   ROMA ESPERANTA JUNULARO
                                                          info_rej@hotmail.com
Aggiornato nel mese di giugno 2001.