Fenomeno Letterario

 

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Nella storia della letteratura in esperanto si possono rileva­re tre tendenze più o meno collegate. Durante il primo periodo gli scrittori si preoccuparono principalmente della propaganda e cer­carono di provare che l'esperanto è una lingua avente le stesse qualità delle lingue etniche, capace di compiere le stesse funzioni. Quella fase di propaganda alimenta strettamente la tendenza speri­mentale della seconda fase, caratterizzata da esplorazione lingui­stica, elaborazione e applicazione pratica. Infine la lingua elaborata è stata pronta alla terza fase per esprimere un contenuto originale, sia collettivo, sia individuale. Le tre fasi si sovrappongono, ma si può affermare che gli attuali autori scelgono l'esperanto per motivi artistici. Sarebbe vano negare l'importanza di quella scelta e delle sue implicazioni letterarie. Ciò significa che l'esperanto funziona non soltanto per fini utilitari - del resto, quanto potrebbe essere utile una lingua internazionale soltanto utilitaria? - e non soltanto per la comunicazione scientifica e commerciale, benché la sua precisione la renda più facile. Dopo appena una esperienza centenaria è dimostrato che una lingua pianificata ha la capacità di esprimere tutte le cose degne di essere espresse, a condizione che abbia creato e fortificato la sua essenza morale. Per quanto riguarda l'arte e il bello l'artificialità non è legata alla struttura della lingua. Dopo aver considerato il risultato degli autori di esperanto ed il livello estetico delle loro produzioni, sarebbe assurdo dire che la letteratura in esperanto sia artificiale. 'Può l'esperanto dare crea­zioni artistiche e capolavori letterari? Io credo che l'esperanto po­trebbe un giorno produrre opere straordinarie destinate ad un pub­blico vasto e diversificato", ha dichiarato il famoso autore francese Geoges Duhamel in una intervista con Pierre Delaire (P. Delaire, L’esperanto Vivente, Orléans 1964 p. xv).

Ovviamente la qualità della letteratura in esperanto è di grado diverso. lì romanzo è un genere ancora non sviluppato pie­namente. Mancano anche autori di teatro, benché già esistano compagnie teatrali. Ma ci sono dei buoni romanzieri, poeti e autori di canzoni. Ancora non è nato uno Shakespeare o un Dante in esperanto, ma nessuna causa linguistica o artistica ostacolerebbe una tale eventualità. Del resto poche nazioni possono andar fiere per tali loro geni e molte delle attuali lingue, che si elevano fino al livello letterario, non hanno possibilità di mostrare risultati di tanto valore come la letteratura esperanto.

Esistono film documentari e pubblicitari in esperanto. I primi film episodici. sono stati prodotti da Mahé (Angoroj 1966) e Paramount (Incubus 1966).

E' da sottolineare che gli autori esperantisti hanno avuto un molo decisivo per il futuro della lingua. Essi hanno arricchito e perfezionato il tesoro lessicale e la grammatica fondamentale; han­no esplorato fino in fondo e sviluppato il suo potenziale: hanno elaborato una lingua capace di funzionare come le più elaborate lingue nazionali e idonea per superarle tutte mediante la sua quasi infinita capacità di adattamento. Come Zamenhof aveva previsto, i neologismi eliminano gli arcaismi, ma ciò dimostra che l'esperanto si evolve come tutte le creature vive secondo il loro proprio dinamismo. Quella vivacità di un progetto che avrebbe potuto restare senza vita come molti altri progetti, è nel campo linguistico un elemento di primo piano che non può essere ignorato.

In campo letterario tale fatto è importante perché dimostra che una lingua pianificata non è soltanto idonea alla comunicazio­ne culturale e artistica ma anche fonte creativa di arte e di cultura. Riguardo alla letteratura, l'esperanto si caratterizza con un tratto unico: benché non sia la lingua materna del compositore, tuttavia questi non la sente straniera. Per effetto dell'assenza di arbitrarietà necessitate (come forme irrazionali e frasi idiomatiche o regole non comprensibili), l'autore acquista perfettamente il pieno possesso della lingua e questo certamente garantisce la completa manifesta­zione spontanea in un linguaggio pienamente espressivo. L'artista in esperanto non è soltanto un artista perfettamente bilingue o un artista in una seconda lingua. Neppure si può confrontare, per esempio, con un poeta inglese che scrive poesie in giapponese. Passando dalla propria lingua all'esperanto egli non esce da un sistema familiare per entrare in un altro con regole ugualmente conosciute ma ugualmente tiranniche. Benché l'esperanto abbia le sue regole, queste sono poche e perciò non costringono rigida­mente l'espressione; inoltre esse sono sufficientemente elastiche per riprodurre il maggior numero possibile di strutture, come già abbiamo dimostrato. Questo significa che lo scrittore in esperanto deve invero osservare per esempio l'accusativo, ma le regole sull'accusativo danno possibilità di esprimere concetti quali emer­gono dalle strutture delle lingue nazionali di qualsiasi specie, in modo così facile e adeguato che per l'autore l'esperanto non dà l'impressione di lingua straniera ma sembra quasi un elemento che sorge e cresce dalla lingua materna e la completa. Questa specifi­ca qualità ha fatto avvicinare molti talenti alla lingua internazionale e verosimilmente attirerà sempre più numerosi artisti.

 

Programma Multimadiale ESPERANTO realizzato nell'anno scolastico 2000/2001 dagli studenti:
            Di Fazio Andrea e Maurelli Francesco                      nuvola.bianca@tiscalinet.it - fran.mau@infinito.it 
Per domande o commenti su questo programma fare riferimento a:
                                                   ROMA ESPERANTA JUNULARO
                                                          info_rej@hotmail.com
Aggiornato nel mese di giugno 2001.