Il
comitato denominato "Referente diritti umani per il Tibet"
nasce con l' obiettivo di promuovere la difesa della cultura
tibetana soprattutto testimoniando e denunciando il genocidio
della popolazione tibetana. S'ispira a principi quali la nonviolenza,
la democrazia, la tolleranza, la solidarietà, il dialogo,
il rispetto e la giustizia. Esso si propone come strumento
di iniziative culturali e politiche trasversali a partiti
e associazioni. Agisce in un ambito libero di confronto e
privo di ogni forma di condizionamento ideologico.
Il comitato ha la sede operativa a Bassano del Grappa presso
il Circolo Arcobaleno (via Angarano, 147).
Da tutte le parti del mondo i tibetani in esilio cominciano
a fare sentire in modo deciso la loro protesta per il Tibet,
invaso dalla Cina da più di quarant' anni e violentemente
tenuto sotto il dominio autoritario della Repubblica Popolare.
La mancanza di parola, pensiero e azione, la violazione di
questi ed altri diritti umani non sono le azioni più gravi
che il governo cinese permette in Tibet: i terribili lager
tipici dei governi totalitari massacrano la vita di molti
tibetani colpevoli di niente, magari aver cantato una lode
al Dalai Lama. Gli abusi di potere vanno dalle forme più primitive
di genocidio al terrorismo psicologico più sottile e alla
propaganda martellante. Il popolo e la sua cultura specifica
rischiano di scomparire.
Il mio piano di pace "Affinché sia possibile sviluppare una
comprensione e armonia maggiori tra cinesi e tibetani - i
primi definiscono ciò un rapporto d'unità con la madrepatria
- la cosa necessaria per fornire una solida base allo sviluppo
del reciproco rispetto è la smilitarizzazione, il che significa
limitare inizialmente il numero dei soldati cinesi fino al
ritiro totale. Ciò è fondamentale. Per mantenere la pace nella
regione è essenziale ridurre le forze militari sui due versanti
della catena Himalaiana. Per questa ragione una delle tesi
da me avanzate è che il Tibet sia finalmente una zona in cui
il criterio ispiratore sia la nonviolenza. Si sa che in Tibet
ci sono depositi di scorie nucleari e industrie che fabbricano
armi nucleari: una questione grave. Inoltre il paese subisce
una deforestazione estremamente dannosa per l' ambiente, Il
rispetto dei diritti umani e infine indispensabile".
(XIV Dalai Lama, premio Nobel per la pace)
Insieme
decideremo come attivarci per :
-
Sostenere il lavoro del Dalai Lama
- Promuovere
iniziative culturali riguardanti i tibetani
-
Promuovere le adozioni a distanza di bambini/e profughi
-
Contribuire a microprogetti di sviluppo
- Raccogliere
contributi per il centro di accoglienza per i nuovi rifugiati
a Dharamsala
- Diventare
sostenitore del nostro Comitato.
Cerchiamo
compagni di cordata per l' avventura della solidarietà con
un popolo massacrato. Organizza nella tua città tavole rotonde,
incontri di informazione con le autorità per stimolare alla
solidarietà e prospettare progetti di intervento, adozione
internazionale a distanza.
Referente
diritti umani per il Tibet
Luciano Fabris
Via G. Matteotti, 7 - 36055 Nove (VI)
Tel. 0424-592339 ab. Fax 0424-829285
E-mail: fabrisluciano@iol.it |
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