I CHELONI |
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LE UGHE GIGANTI! |
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Prima di iniziare a conoscere il mondo dei
Cheloni, occorre fare una
banale ma forse non a tutti nota distinzione: le Testuggini
sono i Cheloni terrestri, mentre il nome Tartaruga,
forse il più comunemente utilizzato per indicare questi animali,
è riservato alle specie dacqua. In queste pagine troverai
una descrizione generale delle testuggini, che, dora in
poi, chiameremo "ughe" (tartarUGHE) per
semplicità. |
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In questa sezione vengono brevemente esposte le
caratteristiche biologiche delle nostre ughe;
come non vi ho già detto che ne possiedo due anchio?
Guarda il
collegamento! Comunque iniziamo da
(be, senza
troppo mistero)
quello che li rende così unici e
bizzarri, la loro caratteristica principale: linfrangibile
corazza.
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Questa
dura corazza ossea è suddivisa in:
CARAPACE cioè la parte superiore e
PIASTRONE (parte inferiore); queste due parti sono unite tra loro
mediante una giunzione più o meno ossificata a seconda delle specie.
Il carapace è composto da circa 50 piastre ossee, mentre il piastrone
è formato da 11 lamine. Entrambi: carapace e piastrone sono
esternamente rivestiti dagli
SCUDI: larghe lamine cornee in numero vario. Il loro numero e la
loro disposizione variano a seconda della famiglia cui appartengono:
sono quindi validi elementi per il loro riconoscimento. L’apparato
scheletrico delle ughe è composto da uno scheletro esterno
(esoscheletro): carapace e piastrone e da uno scheletro interno (endoscheletro)
molto povero di cartilagini suddiviso in due parti. La prima
denominata assiale comprende cranio, vertebre e costole; la seconda di
nome appendicolare comprende gli arti. Come abbiamo certamente notato
tutte le nostre ughe sono "sdentate", le mascelle fungono così da
becco, sono infatti rivestite da una lamina cornea. La presenza della
corazza ha indubbiamente influenzato lo sviluppo della muscolatura:
molto potenti sono quelli per il movimento degli arti anteriori e del
collo.
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Nonostante
le ughe sono considerati gli
animali che vivono più a lungo (con esemplari che hanno superato
i 150 anni di età) la loro vita media in natura raramente
oltrepassa i 35 anni: questo è dovuto alle mille e più insidie
cui vanno incontro vivendo allo stato selvaggio. Tra le cause
principali: attacchi di predatori, forti piogge, malattie,
distruzione del loro habitat spesso a causa di incendi (magari
dolosi). È stato riscontrato invece che in allevamento, proprio
per "la maggiore qualità di vita" raggiungono anche i
100 anni. La crescita delle ughe è principalmente caratterizzata
dalla razza, in genere più sono piccole più crescono
velocemente e viceversa. Il termine della crescita coincide nella
maggior parte dei casi anche con lo sviluppo sessuale.
Solitamente il carapace non supera i 30 cm, ma anche qui non
mancano le eccezioni: alcuni esemplari di ughe marine hanno
superato i 2 metri di lunghezza per 600 Kg di peso: un autentico
sottomarino! Nel caso delle Testuggini (quindi di terra) e in
modo particolare quelle delle nostre zone, è possibile stimare letà
contando (partendo dal centro) i solchi concentrici su uno scudo
laterale del carapace.
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Come
in tutti i rettili, anche i cheloni hanno una circolazione detta "a
sangue freddo": infatti il cuore delle ughe, posto tra i polmoni e appoggiato nella parte
anteriore del piastrone, è formato da due atri e da un solo
ventricolo (questo comporta il mescolamento del sangue arterioso
con quello venoso). Nellatrio destro giunge il sangue
venoso, cioè proveniente dal corpo, che viene spinto nel
ventricolo e da li, nei polmoni dove cede l'anidride carbonica (CO2)
e si "carica" di ossigeno (O2). Ritorna quindi al
cuore dove passa prima nellatrio sinistro, da li nellunico
ventricolo e successivamente nel resto del corpo. Ricordiamoci
che anche le ughe sono animali esotermi: cioè non riescono a
mantenere la temperatura corporea indipendente da quella dellambiente.
Questo limita le loro attività alle stagioni più calde dellanno;
nei periodi più freddi sono solite rintanarsi in buche che esse
stesse scavano nel terreno, sprofondando nel sonno del letargo.
Con l'arrivo della stagione invernale, le giornate si accorciano
e la temperatura comincia a diminuire, le ughe sono pronte per
andare in letargo. Durante questo periodo una uga adulta perde al
mese circa l'1% del peso iniziale. In libertà, le ughe possono
anche rimanere in letargo appena 4 settimane. I fattori che ne
regolano la durata sono la latitudine, il clima, le riserve di
grasso, la dimensione, l'età e le condizioni di salute. Se la
temperatura dovesse rimanere sotto i 2°C per diverso tempo
sarebbe potenzialmente dannosa per il loro sistema nervoso e le
porterebbe alla morte. Una temperatura superiore agli 11°C
interromperebbe il letargo, che comunque non deve superare le 20
settimane. |
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Come
precedentemente detto, le nostre ughe
sono privi di denti e il becco corneo e la lingua sono di minimo
aiuto nellingerimento. Aiutato così anche dalle ghiandole
salivari il cibo ingerito giunge nello stomaco che risulta poco
differente dal primo tratto dellintestino. Questultimo
è suddiviso in due parti: grande e piccolo intestino. Queste
parti sono separate tra loro da valvole di nome pilorica e ileo-cecale.
Il passaggio del cibo dallo stomaco allintestino può
impiegare anche diverse ore: da questo si deduce le ughe hanno
una digestione molto lenta (casi limite: studi hanno riscontrato
che le grandi ughe di Aldabra impiegano fino a 240 ore, cioè 10
giorni!!!). Lintestino termina con la cloaca, lapertura
comune ai due apparati: quello digerente e quello riproduttivo.
Per quanto riguarda lalimentazione, a seconda della specie
possono essere erbivore, carnivore o onnivore. Tuttavia anche le
razze erbivore si possono nutrire di larve di insetti, chiocciole
, ma anche carogne e feci. Tutte le razze sono inoltre molto
ghiotti di frutta, verdura e fiori: qualunque sia la loro preda,
essa viene trattenuta con le zampe anteriori mentre con il becco
viene spezzata e successivamente ingoiata. Ricorda che le ughe
sono animali che bevono molto: può essere utile lasciare sempre
nel giardino un sottovaso colmo d'acqua. |
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Vista
e olfatto sono i due sensi principali di cui dispongono le ughe. La vista nonostante sia ben sviluppata
non è in grado di distinguere appieno i colori; test hanno
determinato che sono in grado di distinguere colori come il blu
dallarancio, dal verde e dal grigio. Olfatto e gusto sono
indispensabili per la ricerca di cibo, per riconoscere i
territori adatti alla nidificazione o per avvertire la presenza
di un altro animale. Un terzo senso: ludito è poco
sviluppato e permette loro di percepire solo suoni ad alta
frequenza (molto acuti); sono invece abilissimi a percepire la
minima vibrazione del terreno e a reagire di conseguenza. |
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A
seconda dell’ambiente e del clima il periodo di riprodurre varia da un
breve lasso di tempo a stagioni intere. Il periodo per le specie
abitanti i climi temperati è la tarda primavera ed è preceduto da riti
di corteggiamento spettacolari e apparentemente cruenti. Le uova non
troppo grandi (raramente oltrepassano i 7 cm) sono biancastre con il
guscio calcareo, plastico o resistente a seconda delle razze. Anche il
numero di uova deposte dipende dalla famiglia cui appartengono le ughe, dalle 3-4 della Testudo Hermanni alle 80 e passa di alcune
ughe marittime. La durata dellincubazione spazia dai 70-90
ai 200 giorni (in casi limite), questo è dovuto principalmente
alle diverse condizioni ambientali in cui nidificano. È stato
riscontrato che le condizioni climatiche, in modo particolare la
temperatura determinano il sesso dei nascituri.
Generalmente: 26 ÷ 29,5°C i nati sono tutti maschi, 30 ÷ 31,5°C
sono di sesso misto, 32 ÷ 34°C nascono tutte femmine. Per
temperature inferiori o superiori a tali limiti (che possono
variare da specie a specie), gli embrioni muoiono nelle uova. In
assenza di adeguata temperatura o di un posto idoneo per deporre
le uova, le femmine possono ritenerle. |
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Riconoscere
il sesso nelle ughe non è cosa immediata per esemplari piccoli; tra
gli adulti possiamo evidenziare le seguenti caratteristiche che
contraddistinguono i maschi dalle femmine:
- le dimensioni: le femmine sono in genere più grosse dei maschi
- la coda nel maschio è molto più grossa e robusta
- gli scudi sopracaudali sono ribordati verso il ventre
- il piastrone: nelle femmine è piatto mentre nei maschi è
leggermente concavo (questa forma "agevola" il maschio durante
l'accoppiamento )
...inoltre nei maschi il capo è più grosso ed il carapace meno
convesso.
Come dicevo prima tale distinzione risulta difficile negli individui
giovani, quindi non ancora sviluppati. In genere dopo 4-5 anni un
individuo cresciuto in cattività può essere ritenuto maturo. |
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Le ughe giganti: a sinistra quella
di Aldabra (Megachelys Gigantea) e a destra quella delle Galapagos
(Chelonidis Elephantopus). |
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