Nota
79 - 2007
Bifosfonati:
-
ac. alendronico
-
ac. risedronico
-
ac. ibandronico
-
ac. alendronico +
vitamina
D3
-
raloxifene
-
ranelato di stronzio
-
teriparatide
-
ormone
paratiroideo
La
prescrizione a carico del SSN è limitata alle seguenti
condizioni di rischio:
-
soggetti di età superiore a 50 anni in cui sia previsto
un trattamento > 3 mesi con dosi > 5 mg/die di prednisone o dosi
equivalenti di altri corticosteroidi
ac.
alendronico, ac. risedronico,
ac. alendronico + vitamina
D3.
-
soggetti con pregresse fratture osteoporotiche vertebrali o di
femore
-
soggetti di età superiore a 50 anni con valori di
T-score della BMD femorale o ultrasonografica del calcagno < - 4 (o < -5
per ultrasuoni falangi)
-
soggetti di età superiore a 50 anni con valori di
T-score della BMD femorale o ultrasonografica del calcagno < -3 (o < - 4
per ultrasuoni falangi) e con almeno uno dei seguenti fattori di rischio
aggiuntivi
-
storia familiare di fratture vertebrali
-
artrite reumatoide e altre connettiviti
-
pregressa frattura osteoporotica al polso
-
menopausa prima 45 anni di età
-
terapia cortisonica cronica
ac.
alendronico, ac. alendronico +
vitamina D3, ac. risedronico, ac. ibandronico, raloxifene,
ranelato
di stronzio.
-
soggetti che incorrono in una nuova frattura vertebrale moderata-severa o in una
frattura di
femore
in corso di trattamento con uno degli altri farmaci della nota 79
(alendronato,
risedronato,
raloxifene, ibandronato, ranelato di stronzio) da almeno un anno per una
pregressa frattura vertebrale moderata-severa. Soggetti, anche
se in precedenza mai trattati con gli altri farmaci della nota 79 (alendronato,
risedronato, raloxifene, ibandronato, ranelato di stronzio), che si presentano
con 3 o più fratture vertebrali severe (diminuzione di una delle altezze dei
corpi vertebrali > 50% rispetto alle equivalenti altezze di corpi vertebrali
adiacenti integri) o con 2 fratture vertebrali severe ed una frattura femorale
prossimale. La nota si applica su diagnosi e piano terapeutico, della
durata di 6 mesi prolungabile di ulteriori periodi di 6
mesi per non più di altre due volte (per un totale complessivo di 18 mesi), di
centri specializzati, Universitari o delle Aziende Sanitarie, individuate dalle
Regioni e dalle Province autonome di Trento e Bolzano.
teriparatide,
ormone paratiroideo
Prima
di avviare la terapia con i farmaci sopraindicati, in tutte le indicazioni è raccomandato un adeguato apporto di calcio e vitamina D,
ricorrendo, ove dieta ed esposizione solari siano inadeguati, a supplementi con
sali di calcio e vitamina D3 (e non ai suoi metaboliti idrossilati). La
prevenzione delle fratture osteoporotiche deve anche prevedere un adeguato
esercizio fisico, la sospensione del fumo e la
eliminazione di condizioni ambientali ed individuali favorenti i traumi.
Non deve essere dimenticato, infine, che tutti principi attivi non sono privi
di effetti collaterali per cui va attentamente valutato
il rapporto vantaggi e rischi terapeutici. Inoltre la loro associazione è
potenzialmente pericolosa e va pertanto evitata.
Per l'
applicazione della Nota 79 la valutazione della massa ossea con tecnica
DXA o ad ultrasuoni deve essere fatta presso strutture pubbliche o convenzionate
con il SSN.
La
prescrizione va fatta nel rispetto delle indicazioni e delle avvertenze della
scheda tecnica dei singoli
farmaci.
Background
Il
trattamento dell’osteoporosi deve essere finalizzato alla riduzione del rischio
di frattura. I provvedimenti non farmacologici (adeguato apporto di calcio e
vitamina D, attività fisica) o la eliminazione di
fattori di rischio modificabi (fumo, rischi ambientali di cadute) non hanno
controindicazioni e possono quindi essere raccomandati a
chiunque.
L’utilizzo
di farmaci è sempre associato a potenziali rischi per
cui il loro utilizzo deve essere riservato ai pazienti a rischio più
elevato di frattura, che sono poi gli unici per i quali esiste una adeguata
documentazione di efficacia.
L’utilizzo
di farmaci è anche condizionato dal rapporto tra vantaggi e svantaggi la cui
stima individuale è spesso complessa e deve tener conto di
aspetti di farmaco-economia. Ciò appare particolarmente rilevante per
l’utilizzo di teriparatide, da riservare ai pazienti più gravi e quindi a
maggior rischio di nuove fratture.
La
nota 79 prevede il trattamento farmacologico dell’osteoporosi a carico del SSN per pazienti con rischio di frattura sufficientemente
elevato da giustificare gli inevitabili rischi connessi a trattamenti di lungo
termine. I pazienti con pregresse fratture osteoporotiche sono quelli più a
rischio di ulteriori fratture (> 20% a 10 anni). Va
anche sottolineato che l’efficacia anti-fratturativa di
tutti i prodotti in nota è stata prevalentemente dimostrata in pazienti con una
storia pregressa di frattura vertebrale (studi FIT, VERT, BONE e SOTI). Una
condizione di rischio analoga è stata anche documentata per i pazienti
ultra-cinquatenni in trattamento cortisonico cronico. La documentazione di efficace nell’osteoporosi cortisonica per alcuni farmaci
giustifica l’estensione della Nota
In
altre condizioni (ad esempio bassa massa ossea) la definizione di una soglia
di intervento è complicata dall’interagire di più
fattori di rischio oltre che dalla minor documentazione di efficacia dei farmaci
disponibili. Dall’analisi di studi epidemiologici di grandi dimensioni, condotti
in Nord-Europa e negli USA, è stato possibile sviluppare algoritmi per una stima
del rischio di frattura a 10 anni, basata sulla valutazione densitometrica (DXA)
del femore o ultrasonografica delle falangi in combinazione con altri fattori di
rischio. Una ragionevole semplificazione dei suddetti algoritmi consente di
identificare due soglie densitometriche ossee a femore o falangi, al di sotto delle quali il rischio di frattura clinica
vertebrale a 10 anni sia > 10%: <-4.0 o -3.0 di T score, in relazione alla
presenza o meno di ulteriori importanti fattori di
rischio.
La
teriparatide per il suo profilo di sicurezza va riservato a pazienti con una osteoporosi severa e ad altissimo rischio di nuove
fratture da fragilità. Questo livello di rischio è identificato dalla presenza
di multiple fratture vertebrali severe o dalla comparsa di nuove fratture dopo
un congruo periodo di terapia con altri farmaci. La nota
prevede che un paziente può essere in nota 79 per teriparatide se ha una delle
seguenti condizioni: (a) 3 fratture vertebrali severe; (b) 2 fratture severe e
storia di una frattura femorale; (c) 2 fratture vertebrali moderate-severe se
una delle due fratture è insorta in corso di terapia con altri framaci della
Nota 79; 1 frattura moderata-severa e storia di frattura di femore se una delle
due fratture è insorta in corso di terapia con altri framaci della Nota
79. La definizione di severità di frattura è quella descritta da
Genant.
Evidenze
disponibili
Per
tutti i farmaci della Nota 79 è stata documentata l’
efficacia sul rischio di fratture vertebrali post-menopausali con percentuali di
riduzione del rischio comprese tra 30 e 60% e con un numero di donne da trattare
per 3 anni per evitare una frattura vertebrale (Number
Needed to Treat,
NNT), compresa fra 10 e 20, tra i soggetti a più elevato rischio. In soggetti a
minor rischio il NNT a 3 anni è superiore a 200. L’effetto sulle fratture di
femore manca del tutto o risulta da sub-analisi o è
marginale. Va ricordato che in soggetti anziani per la prevenzione delle
fratture di femore sono disponibili più solide documentazioni di efficacia con la correzione dell’apporto di vitamina D.
L’alendronato è disponibile in Nota 79 anche in
associazione con vitamina D. L’unico studio comparativo condotto con questa associazione in soggetti non vitamino D- carenti, non
dimostra alcun vantaggio rispetto alla formulazione
standard.
Nel
maschio l’'efficacia terapeutica è stata valutata in un trial
controllato
e randomizzato per il solo alendronato, al quale pertanto si riferisce la nota.
Il numero dei pazienti del trial
(N=
241) non era calcolato per valutare gli effetti del trattamento sulle fratture
osteoporotiche. L’efficacia per la prevenzione delle fratture è quindi in parte
surrogata dai dati sulla massa ossea.
In
soggetti in trattamento cortisonico effetti favorevoli dei bifosfonati sulla
densità minerale ossea sono stati rilevati in più trial
randomizzati.
L'efficacia per la prevenzione delle fratture vertebrali (ma non delle fratture non vertebrali) è stata dimostrata in
trial
randomizzati
per risedronato e l'alendronato. In questi e in altri studi, l'esposizione a
corticosteroidi in grado di aumentare in maniera clinicamente rilevante il
rischio di fratture osteoporotiche, è generalmente stimata in 7,5
mg/die o più di prednisone o equivalenti. È importante l'osservazione che gli
effetti favorevoli dei bifosfonati sulle fratture e sulla densità minerale ossea
sono più evidenti in uomini ultra-cinquantenni ed in donne in
post-menopausa.
Il
trattamento con teriparatide riduce il rischio di frattura vertebrale a valori
inferiori al 10% in 10 anni anche in soggettiad alto rischio. Il suo utilizzo è
limitato a questi ultimi pazienti per il suo ancora incerto profilo di sicurezza
(vedi sotto).
Tra
le forme severe di osteoporosi va inclusa anche
Particolari
avvertenze
Alendronato,
risedronato ed ibandronato appartengono alla classe dei
bifosfonati. I tre farmaci non sono privi di effetti
indesiderati. Tra questi il più comune è la comparsa o accentuazione di
esofagite particolarmente in persone con reflusso gastro-esofageo o alterata
motilità esofagea o che assumono FANS o che sono incapaci di seguire le
raccomandazioni del foglietto illustrativo (compressa presa a digiuno con
abbondante acqua, rimanenedo in posizione eretta o seduta per almeno trenta
minuti). Questo effetto collaterale è apparentemente meno frequente con le
formulazioni intermittenti (settimanale o mensile). La terapia con bisfofonati è
stata associata alla comparsa di osteonecrosi della
mandibola. Questo grave effetto collaterale è stato ossservato quasi
esclusivamente tra pazienti che assumono dosi elevate di bisfosfonati per via
venosa per il trattamento della ipercalcemia
neoplastica e delle metastasi ossee. Le osservazioni tra pazienti che assumono
le dosi indicate per l’osteoporosi rimangono
sporadiche.
Il
raloxifene è un modulatore dei recettori estrogenici. I suoi effetti sono
simil-estrogenico su osso (riduzione del
turnover)
e fegato (riduzione di colesterolo e lipoproteine LDL) e anti-estrogenici su
endometrio e mammella. Da studi specifici è emerso che raloxifene ha un effetto
neutro sul rischio cardio-vascolare, mentre si associa ad un significativo aumento del rischio di ictus e trombo-embolismo
venoso.
Il
meccanismo d’azione del ranelato di stronzio è per il momento sconosciuto. Va
ricordato che circa il 50-70% delle variazioni densitometriche sono legate ad un
artefatto: l’elevato peso atomico dello stronzio che si deposita nel tessuto
osseo.
La
teriparatide stimola la neoformazione di osso
soprattutto a livello della colonna. Il trattamento cronico provoca nei ratti la
comparsa di osteosarcomi. Ciò giustifica sia la
limitata durata dei trattamenti sia la necessità di limitare
la prescrivibilità a centri specialistici particolarmente
qualificati.