SCORIE NUCLEARI – ON. BLASI(F.I.): “CHE IL DECRETO AMMAZZA LUCANIA SIA RITIRATO”

di Gianfranco Blasi
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Il Disegno di legge, atto Camera dei Deputati, n. 4493, che reca la “Conversione in legge del decreto – legge 14 novembre 2003, n. 314, recante disposizioni urgenti per la raccolta, lo smaltimento e lo stoccaggio, in condizioni di massima sicurezza, dei rifiuti radioattivi”, indica nel Comune di Scanzano Jonico il luogo geografico preciso ove posizionare il sito unico nazionale per il controllo e lo stoccaggio centralizzato ed in sicurezza di questo pericolosissimo materiale.
Dopo uno studio attento ed analitico del Disegno di legge e della relazione che l’accompagna, purtroppo, si percepisce con chiarezza come risulti tecnicamente impossibile tenere in vita l’insieme coerente del decreto senza la individuazione del sito stesso. Tutto il disegno e l’insieme delle norme che lo reggono si fonda infatti sulla scelta di un luogo fisico preciso, sempre richiamato in ciascun articolo, quale è appunto, nel caso di specie, Scanzano Jonico.

Ho voluto specificare con evidente attenzione questa circostanza perché essa mi consente, per l’ultima volta, di chiedere al Governo non gia di modificare il decreto stesso, nella direzione cui il Consiglio dei Ministri pure era pervenuto Giovedì scorso, per altro dopo la forte protesta popolare e le diverse contestazioni formali. Quello che chiedo con forza e con tutta l’energia politica che conservo è invece il ritiro dello stesso provvedimento, per le note ragioni di profonda ingiustizia che determina e per la palese illegittimità formale evidenziata da molti qualificati giuristi.

Nessuno disconosce l’enormità del problema delle scorie radioattive, l’incoscienza e la irresponsabilità dei precedenti governi, che per decenni non hanno affrontato radicalmente la questione. Sarebbe dunque auspicabile tornare ad assumere una decisione collegiale, che realizzi una responsabile coesione istituzionale, proprio per riprendere la logica via del dialogo fra lo Stato e le regioni italiane. Ma, evidentemente, giungere alla scelta di Scanzano così rapidamente e traumaticamente è risultato essere, invece, un atto unilaterale, privo di consenso istituzionale e sociale, lontano dal determinarsi dopo aver studiato a fondo, con prudenza e con gli irrinunciabili criteri di scientificità le caratteristiche del sito individuato.

Il Governo, nella relazione introduttiva al decreto si richiama “a un principio etico nei riguardi delle future generazioni”, trascurando una analoga valutazione etica nei confronti di chi oggi vive e di chi domani vivrà nell’area del metapontino e nella fascia del golfo di Taranto. Non riusciamo davvero a comprendere come si possa rinunciare al principio costituzionale della universalità della cittadinanza e dell’appartenenza alla comunità nazionale. Non capiamo perchè un cittadino italiano della provincia di Matera, di Taranto e di Cosenza debba essere diverso, o considerato diverso dallo Stato, rispetto ad un qualunque altro cittadino del paese.

Dunque si giunga al ritiro immediato del decreto!
Qualora il Governo e la maggioranza dovessero perseverare nella scelta di continuare a sostenere questa per me errata proposta normativa, risulta evidente che ne trarrò le conseguenti determinazioni politiche.
Il Presidente Berlusconi che mi conosce sa che non lascerò soli i tanti lucani che votando per Forza Italia nel 2001 mi hanno letteralmente “consegnato” al Parlamento, perché è vivo in loro un profondo desiderio di cambiamento, non solo della società italiana, ma anche di quella lucana in particolare.

Non tradirò mai la mia comunità regionale, soprattutto in un momento drammatico come questo, ove desidero non disperdere il mio patrimonio di coerenza e di lealtà personale, oltre che la fierezza e la dignità che la Costituzione attribuisce all’alta funzione di Parlamentare.
Comunicherò nel prosieguo, al termine dell’iter parlamentare del decreto, la mia decisione, anche se non rinuncio a sperare in un ripensamento da parte del Governo.
Nel frattempo sarò in Parlamento per adempiere all’incarico, che mi onora, di relatore della Finanziaria e per combattere la battaglia in difesa dell’integrità territoriale della mia Basilicata.

22 novembre 2003
 
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