LE TERME DELLA DISCORDIA

di Maurizio Bolognetti
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Strana storia quelle delle terme la Calda di Latronico, paradigmatica di un modo di gestire il potere e gli interessi della collettività, che, ahimè, è duro a morire.

Basti pensare, che, dopo il completamento, sono dovuti passare anni prima che la Regione si decidesse a darle in gestione. Dal 1992, anno di apertura, al 1999, si sono susseguite una serie di intricate vicende, alla cui base c'è il comune denominatore costituito dalla volontà, da parte della regione e di alcuni amministratori locali, di voler utilizzare le Terme la Calda, non come volano per lo sviluppo di Latronico, ma come merce di scambio per favorire amici e amici degli amici e per usare la promessa di un lavoro come merce di scambio.

Insomma, la cara, vecchia, solita politica clientelare di cui alcuni amministratori locali e regionali non riescono a fare a meno.

Viste le premesse, dunque, non c'è da meravigliarsi se l'apertura degli impianti anziché segnare l'ascesa e l'affermarsi delle Terme di Latronico, coincide con un lungo calvario, che ha avuto come inevitabile corollario l'arrivo del Curatore Fallimentare .

Curatore fallimentare, a cui va dato atto di aver compiuto il miracolo di mantenere in vita le Terme nonostante il quotidiano sabotaggio compiuto dalla regione, che per bontà vogliamo da un lato attribuire ad incapacità e incompetenza, dall'altro ad una azione di lobbyng esercitata da amici di qualche esponente di via Anzio.

Tra l'altro, continuo a chiedermi come abbia fatto il curatore fallimentare a chiudere il bilancio con un attivo di circa 126.000 euro, mantenendo, cosa non secondaria, i vecchi livelli occupazionali, quando in sette anni, le precedenti gestioni hanno accumulato debiti per circa 6 miliardi di vecchie lire.

Ma del resto quando si parla di terme a Latronico sono in molti a porsi domande: per esempio, continuiamo a chiederci quale genio ha pensato di costruire stabilimento e alberghi con solai a terrazza a 700 metri sul livello del mare, soluzione che forse poteva andare bene per una località balneare.

Ancora, come mai non furono previste delle scale antincendio, che sono state, invece realizzate proprio dalla attuale gestione?

Perché da anni la regione non provvede a quegli interventi di manutenzione straordinaria, che sarebbero di sua competenza, ben sapendo che il centro termale sta cadendo a pezzi e che piove sia all'interno dello stabilimento che degli alberghi?

Perché le prestazioni del '98, '99 e 2000 non sono state ancore pagate?

Come mai si è arrivati a sostenere che alcune prestazioni, come le ventilazioni polmonari non erano convenzionate?

Non farebbe bene, chi di dovere, a leggere bene le carte e gli accordi, prima di incorrere in figuracce?

Perché la regione in tutti questi anni non ha speso una lira per pubblicizzare le terme?

Perché, ancora oggi, per riscaldare le strutture i gestori devono ricorrere al gasolio, quando grazie alla comunità europea si sarebbe potuto ottenere un finanziamento pari al 75% del costo per installlare pannelli solari?

Perché non si è mai pensato di istituire linee, che colleghino regolarmente i centri più popolosi della regione con gli stabilimenti termali?

Perché tutta l'utenza del materano viene inviata fuori regione?

Mi fermo qui per carità di patria e per non infierire troppo sull'armata brancaleone, interprete e protagonista di questa ultra ventennale sit-com, anzi telenovela.

Eppure, da qualche tempo il presidente Bubbico, il senatore Coviello e altri illustri esponenti del centro-sinistra sono tornati ad occuparsi e a preoccuparsi delle terme di Latronico, una preoccupazione che assomiglia in maniera sinistra a quella che il boia potrebbe avere per il condannato a morte.

Suggerirei ai sopra citati di preoccuparsi di meno e fare di più, anche perché ad oggi le loro morbose attenzioni hanno prodotto solo disastri.

L'ideale sarebbe vendere le terme a qualche serio imprenditore e consentire, a chi sta faticosamente lavorando per evitare il peggio, di gestire l'operazione con la serenità necessaria; magari, succede che le Terme La Calda inizino a decollare davvero.

21 ottobre 2002
 
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