SCORIE NUCLEARI – SCANZANO CONTRO CAORSO, SCANZANO CHIAMA CAORSO
NO AI BLOCCHI, NO A MANIFESTAZIONI ETNICHE, SI AD UNO SCIOPERO DELLA FAME PER LA LEGALITA’ E LA CONOSCENZA
DALLE ORE 24 SCIOPERO DELLA FAME AD OLTRANZA

di Maurizio Bolognetti
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Da una parte la manifestazione nazionale convocata a Scanzano, dall’altra la Manifestazione di Caorso. Da una parte qualcuno invoca la secessione, dall’altra qualcuno l’ha invocata in passato.
Da entrambe le parti, la Partito-sindacatocrazia, che mette il cappello sulle paure, la rabbia, le preoccupazioni degli italiani, su un tema delicato come il nucleare e lo stoccaggio delle scorie radioattive. I cittadini Lucani con i loro giusti e giustificati risentimenti, la rabbia e le preoccupazioni dettate, anche o soprattutto, dalle modalità con cui il decreto governativo è piovuto sulle loro teste. Preoccupazioni più che giustificate, nel Paese delle croniche emergenze e delle decisioni prese sull’onda di stati emotivi che spesso diventano confusionali.
I padani, altrettanto preoccupati dalla prospettiva di continuare a tenersi in casa i rifiuti nucleari.
In mezzo anni e anni di mancanza di dibattito, di conoscenza sulle scelte energetiche e sulla monnezza nucleare e non. Un Paese in cui lo smaltimento di certi rifiuti ha riempito campi e anfratti di discariche abusive gestite dalle ecomafie. Ambientalisti di varie tendenze che giocano con le paure della gente. Non è un caso che in queste ore, che rischiano di diventare ore di disperazione anziché di lotta e discussione, nessuno ponga al centro delle sue riflessioni il tema della conoscenza.
Mi piacerebbe che tutto questo, che questo scontro nord-sud, si trasformasse in altro; vorrei che tutti assieme ponessimo con forza la questione della legalità, del conoscere per deliberare.
Poco fa, ho chiesto ad alcuni amici, anche della stampa regionale, di provare a fare uno sforzo, ad immaginare quale messaggio potrebbe arrivare da questa Regione se, anziché bloccare le strade, esercitando una oggettiva violenza nei confronti di altri cittadini, 10mila o 100mila Lucani decidessero di avviare un Satiagraha, uno sciopero della fame, di quelli con i tre sbeffeggiati cappuccini(600 calorie), per chiedere il ripristino della legalità violata, per dire abbiamo sete di verità e di conoscenza, per dire vogliamo che ci tiriate fuori dall’ignoranza, per dire vogliamo un dibattito vero sul nostro futuro energetico e sulla monnezza, sul riciclaggio e sugli inceneritori, sull’eolico e sul nucleare, sul solare e sull’idroelettrico.
Per dire: “vogliamo meno Cogne e più discussione” su questioni che riguardano la nostra vita.
E cosa succederebbe, se a questo esercito nonviolento, pronto ad utilizzare il proprio corpo come “arma” e strumento di dialogo, si unissero anche i cittadini di Caorso.
Cosa succederebbe se tutti dicessero no agli abiti stretti di uno scontro che rischia di diventare etnico e all’interno del quale le ragioni di tutti e di ciascuno spariranno per dare spazio ad altro.
Ed è proprio per questo, che dalla mezzanotte di oggi, inizierò uno sciopero della fame, come detto, sciopero di dialogo, auspicando che in tanti vorranno aggiungersi, in queste ore, per chiedere, lo ripeto, legalità e conoscenza.
Per intanto, ribadisco l’invito al Governo a ritirare un Decreto, che per tempi e modalità, è stato una scelta, che per usare un eufemismo, potremmo definire infelice. Chiedo a tutti, ad iniziare dal Presidente della Regione Filippo Bubbico, all’amico Gianfranco Blasi, di unirsi a me, anche nella richiesta di porre fine ai blocchi.

22 novembre 2003
 
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