CONSIGLIERE NARDIELLO, CI RACCONTI DI QUANDO COSSUTTA INCONTRO’ MILOSEVIC

di Maurizio Bolognetti
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Ancora una volta le deliranti parole del consigliere Nardiello sull’Iraq manifestano un antiamericanismo di matrice ideologica duro a morire.
Gioverà ricordare al Consigliere, che in Iraq, fino a qualche tempo fa, vigeva la sovranità di Saddam Hussein e dei suoi accoliti, fatta di massacri, genocidi, mancato rispetto dei diritti umani. Certo, è comprensibile che il rappresentante di un partito, che annovera tra i suoi esponenti l’ottimo Cossutta, che qualche tempo fa, seguito o preceduto da Umberto Bossi, non esitò a far visita al dittatore serbo Slobodan Milosevic, si esprima in maniera così infelice.
Sarei curioso di conoscere l’opinione dell’ineffabile Nardiello sul soggiorno che il sovrano regime di Fidel Castro offre ai dissidenti politici nelle patrie galere dell’Avana. In Iraq non è in corso una occupazione, ma la ricostruzione di un Paese che ha vissuto gli orrori di una dittatura feroce e sanguinaria.
La guerra che c’è stata si sarebbe potuta evitare, se il mondo libero avesse con forza e convinzione sostenuto la proposta dell’esilio di Saddam.
Ma, ahimè, grazie alle spaccature, all’incapacità di comprendere la forza della proposta sottoscritta dalla maggioranza dei parlamentari italiani, grazie al pacifismo ideologico, non è stato possibile dare alla proposta avanzata dal leader radicale Pannella la forza necessaria.
Proposta sostenuta anche dalla spada di Damocle che pendeva sulla testa del saladino iracheno, costituita dalla forza delle armi. Si è preferito organizzare manifestazioni antiamericane, che si sono trasformate in un oggettivo sostegno a Saddam, anziché sostenere la sostanza politica della proposta Iraq Li-Be-Ro.
Evviva i pacifisti a babbo morto. Consigliere Nardiello, nella mia scala di valori democrazia, libertà e rispetto dei diritti umani hanno assoluta priorità rispetto a concetti come sovranità e autodeterminazione. Se solo riuscisse, caro Consigliere, a liberarsi dalla retorica e dalla demagogia, a non parlare sempre e solo dello “stato e gli stati imperialisti delle multinazionali”, credo potrebbe vivere da uomo libero e offrire un concreto contributo alla soluzione dei problemi.

12 dicembre 2003
 
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