DON VITO FORLENZA:"MEGLIO I BRIGATISTI RISPETTO A CHI SCEGLIE DI ABORTIRE"

di Maurizio Bolognetti
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LA PRECISAZIONE DI DON VITO FORLENZA
"MEGLIO I BRIGATISTI RISPETTO A CHI SCEGLIE DI ABORTIRE"

Nei giorni scorsi abbiamo pubblicato le interviste a Don Vito Forlenza e a Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali Lucani, in cui si chiedeva loro di chiarire la posizione della Chiesa e quella laica, relativamente a questioni come omosessualità, famiglia, aborto. Don Vito e Bolognetti si sono confrontati e lanciati appelli. Riceviamo, ora, e pubblichiamo una lettera che il sacerdote potentino ha scritto e indirizzato a Bolognetti, per precisare, in particolare, la sua posizione sull'aborto.

Lettera di Don Vito Forlenza
Un proverbio cinese dice: "quello perchè grida? si vede che ha torto". Vi ho visto per televisione Roma: No Vatican.
Ribadisco che l'aborto, sempre, è un delitto autorizzato dallo Stato. Meglio i Brigatisti almeno essi uccidono gli adulti.
All'Ospedale di Potenza c'è la fabbrica di angioletti. Sono andato un momento in Paradiso(!). Ma Gigi, Pasquale, Rocco, che fate qui? Noi volevamo nascere ma le mamme non hanno voluto e allora San Pietro ha pensato di fare il gruppo dei chierichetti.
Termino con un episodio che dovrebbe far meditare certi medici che non conoscono il giuramento d'Ippocrate.
Vennero da me due ragazzi, dopo aver fatto la fesseria dell'aborto, vollero che celebrassi una messa per il loro neonato. Ma queste cose gli abortisti non le sanno. Maurizio, prendi il Vangelo e leggilo ai tuoi bravi figlioletti.
Don Vito

DICHIARAZIONE DI MAURIZIO BOLOGNETTI SEGRETARIO RADICALI LUCANI


Le argomentazioni antiabortiste di Don Vito Forlenza sono capziose e pericolose. Militanti dei movimenti antiabortisti americani, in più occasioni, hanno attentato alla vita di medici che praticano l'aborto, in qualche caso, se la memoria non mi tradisce, hanno anche ucciso. Ma non c'è da meravigliarsi, visto che anche il nostro caro Don Vito definisce di fatto il dott. Rocco Lovanio Paradiso, uno dei pochi medici non obiettori della Basilicata, e il suo staff , una manica di criminali e assassini. Caro Don Vito, se proprio le sta a cuore la questione dell'aborto, dovrebbe preoccuparsi, come il sottoscritto, di avere una maggiore educazione sessuale e una capillare informazione sull'uso dei metodi contraccettivi, dalla pillola al profilattico. Invece no, tuonate contro le donne che praticano l'aborto, equiparandole a terroristi e, al tempo stesso, lanciate anatemi contro l'utilizzo degli anticoncenzionali, predicando come unico metodo lecito l'astinenza o se vuole la continenza.
Caro Don Vito, apprendo con sgomento che lei ritiene la donna che pratica l'aborto peggiore dei terroristi che massacrarono la scorta di Aldo Moro, giustiziando poi lo stesso leader democristiano, davvero uno strano metro di valutazione il suo.
Ma del resto, dal rappresentante di una Chiesa, che da un lato condannava il divorzio e dall'altro concedeva, a chi poteva "permetterselo", lo scioglimento del "sacro vincolo del matrimonio" attraverso la Sacra Rota, non c'era da aspettarsi altro.
E fortuna che la vendita delle indulgenze è finita, almeno in parte, già da tempo.
Potrei anch'io rigirarle l'accusa di terrorismo, rispetto al divieto della Santa Sede all'utilizzo di profilatticci in una Africa devastata dall'AIDS, ma non lo farò, ho troppo rispetto per lei e per la mia onestà intellettuale. Dimenticavo, l'AIDS è una punizione divina!
Caro Don Vito, torno a ripeterle, che una sana educazione sessuale, non gravata dai tabù di certo cattolicesimo, farebbe senz'altro bene alla salute mentale degli italiani e, probabilmente, determinerebbe un ulteriore calo degli aborti, cosa di già avvenuta dopo la legalizzazione dello stesso, fortemente voluta dai radicali, quale alternativa all'aborto clandestino e di massa, dei "cucchiai d'oro" e delle mammane.Temo, però, che una Chiesa che ancora oggi condanna l'onanismo difficilmente potrà avere un atteggiamento meno repressivo sulle questioni che riguardano la sessualità dell'uomo e, quindi, la vita e il piacere; ecco, se la smetteste di demonizzare il piacere, questo potrebbe essere un bel passo avanti.
Caro Don Vito, al di là delle tue parabole sull'aborto, vorrei dirti che quel "No Vatican" si riferiva ad un tema che ci sta particolarmente a cuore: la libertà di ricerca scientifica. E già Don Vito, perchè anche grazie al vostro potere e al vostro oscurantismo, in questo paese, quella libertà di ricerca, che potrebbe consentirci di trovare cure per malattie terribili o per malattie che ci siamo abituati a considerare naturali compagne di viaggio, è proibita. Caro Don Vito, quanti altri esseri umani dovranno morire tra indicibili sofferenze, in nome di una spaventosa concezione della vita? Una domanda ponevano i miei compagni in piazza Pio XII: "l'embrione è un essere umano, il malato no?".

Nel salutarla mi auguro di poter discutere con lei di tre scottanti argomenti che dovrebbero starle particolarmente a cuore: la pedofilia, l'omosessualità e il celibato tra la mura Vaticane.

17 agosto 2003
 
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