SCORIE NUCLEARI - LA COMMISSIONE EUROPEA RISPONDE ALL'INTERROGAZIONE DELL'EUROPARLAMENTARE MAURIZIO TURCO

di Maurizio Bolognetti
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A circa un mese di distanza dalla presentazione di una interrogazione urgente alla Commissione Europea sui fatti di Scanzano, la signora de Palacio risponde a nome della Commissione.
Gioverà ricordare quanto dichiarammo sabato 15 novembre, preannunciando la presentazione della sopra citata interrogazione.

NUCLEARE * LA DIRETTIVA EUROPEA SULLA SICUREZZA NUCLEARE NON E' RISPETTATA
NUCLEARE * LA DIRETTIVA EUROPEA SULLA SICUREZZA NUCLEARE NON E' RISPETTATA E LA SCELTA DI SCANZANO VA CONTRO GLI INVESTIMENTI EUROPEI FINALIZZATI ALLO SVILUPPO AGRITURISTICO DELLA REGIONE.


Dichiarazione di Maurizio Turco, Presidente dei deputati radicali al Parlamento europeo e Maurizio Bolognetti, segretario di Radicali Lucani :

"La decisione del Governo di fare della Basilicata la pattumiera nucleare d'Italia è del tutto singolare. Mentre l'UE investe soldi per lo sviluppo agrituristico della Regione, lo Stato li investe per distruggere quel tipo di sviluppo.

Non v'è dubbio che il problema delle scorie radioattive è problema serio, non a caso era una delle ragioni, insieme alla sicurezza degli impianti e alla mancanza di un piano energetico nazionale, che ci portarono a promuovere un referendum con il quale bloccammo lo sviluppo del nucleare * all'italiana.

Sul nucleare non si scherza non a caso c'è una direttiva europea (89/618/Eurotam del Consiglio, del 27 novembre 1989) concernente l'informazione della popolazione sui provvedimenti di protezione sanitaria applicabili e sul comportamento da adottare in caso di emergenza radioattiva.

Questa direttiva è stata recepita nel diritto italiano dal capo X ("Emergenza nucleare") del decreto legge n. 230 del 17 marzo 1995.

L'attuazione delle norme generali riguardanti l'informazione preventiva della popolazione è subordinata all'adozione di due decreti del ministro della Sanità (come previsto dagli articoli 133 e 134 del decreto legge n. 230 del 17 marzo 1995). Il primo dei due decreti mira a istituire una commissione permanente per l'informazione con il compito di predisporre le informazioni preventive e indicare le vie di comunicazione idonee alla loro diffusione; il secondo individua le autorità e gli enti che provedono alla diffusione delle informazioni preventive. Per quanto riguarda il caso specifico del quadro normativo per la pianificazione di emergenza applicabile alle operazioni di trasporto di materiale radioattivo, lo stesso decreto legge prevede, all'articolo 125, che i casi e le modalità di applicazione dei piani di emergenza vengano stabiliti con decreto.

Per farla breve devono essere ancora adottati i decreti di applicazione. Insomma non sono ancora disciplinate le misure relative alle operazioni di trasporto di materiale radioattivo.

Di sicuro c'è il tempo di adottare i decreti necessari per trasportare l'immondizia nucleare in Basilicata ma sempre all'italiana, senza progetti, senza studi sui costi e i benefici delle scelte.

Inoltre lunedi' depositeremo una interrogazione urgente alla Commissione europea per chiedere quali iniziative intenda prendere nei confronti della Repubblica Italiana per non avere ancora adottato i decreti sulla sicurezza nucleare e perché rispetti i progetti di sviluppo finanziati in Basilicata dall'UE e approvati * dal Governo italiano. Insomma siamo di fronte ad un altro capitolo della serie 'facciamoci riconoscere'."




RISPOSTA DELLA COMMISSIONE EUROPEA

P-3519/03IT
Risposta data dalla signora de Palacio
a nome della Commissione
(16 dicembre 2003)



Per quanto concerne la proposta di costruire un deposito per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi nel comune di Scanzano Jonico (Italia), la legislazione europea prevede una serie di procedure da attuare prima della concessione dell'autorizzazione.

La direttiva 85/337/CEE del Consiglio, del 27 giugno 1985, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati [1], modificata dalla direttiva 97/11/CE del Consiglio, del 3 marzo 1997 [2], prevede, tra l'altro, l'obbligo di effettuare una valutazione di impatto ambientale di tutti gli impianti destinati allo stoccaggio a lungo termine o all'eliminazione definitiva dei residui radioattivi o del combustibile nucleare irradiato.

La direttiva 2001/42/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 27 giugno 2001, concernente la valutazione degli effetti di determinati piani e programmi sull'ambiente [3] impone la valutazione, tra l'altro, di eventuali piani e programmi (elaborati da autorità pubbliche) relativi all'eliminazione dei rifiuti radioattivi. Gli Stati membri, tuttavia, hanno tempo fino al 21 luglio 2004 per recepire detta direttiva nella legislazione nazionale.


In entrambi i casi è prevista l'informazione del pubblico "che deve disporre tempestivamente di un'effettiva opportunità di esprimere in termini congrui il proprio parere" prima della concessione dell'autorizzazione. Nella procedura di autorizzazione, occorre tenere conto dei risultati delle consultazioni con le parti interessate. La valutazione deve riguardare gli impatti sugli "esseri umani, la fauna e la flora", “il suolo, l'acqua, il clima ed il paesaggio” e i “beni materiali ed il patrimonio culturale”, nonché le interrelazioni tra i suddetti fattori. Occorre prendere in considerazione anche le eventuali alternative e le misure di attenuazione. Tra gli impatti da valutare sono compresi anche gli effetti delle radiazioni.

Qualora venga concessa l'autorizzazione, saranno d'applicazione il trattato Euratom e la legislazione secondaria. Tutte le pratiche che riguardano i materiali radioattivi sono disciplinate dalla direttiva 96/29/Euratom del Consiglio, del 13 maggio 1996 che stabilisce le norme fondamentali di sicurezza relative alla protezione sanitaria della popolazione e dei lavoratori contro i pericoli derivanti dalle radiazioni ionizzanti [4]. Inoltre, l'articolo 37 del trattato Euratom prevede alcuni obblighi di informazione nel caso di smaltimento di residui radioattivi.



16 dicembre 2003
 
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