ALLA PROCURA DELLA REPUBBLICA DI POTENZA

OGGETTO: ESPOSTO DENUNCIA RELATIVO AL REATO D’INTERRUZIONE DI PUBBLICO SERVIZIO CONSUMATOSI NELLA GIORNATA DI VENERDI’ 7 MARZO 2003 PRESSO LO SCALO FERROVIARIO DI POTENZA INFERIORE.

di Maurizio Bolognetti
Torna a Comunicati

Egregio Procuratore,

in relazione al blocco ferroviario verificatosi alla stazione di Potenza Inferiore, nella giornata di venerdì 7 marzo 2003 e che ha visto la partecipazione di numerosi attivisti del Movimento No-Global, del Partito della Rifondazione Comunista, della CGIL e di altre associazioni pacifiste, con la presenza di esponenti di primo piano del mondo politico, sindacale e dell’associazionismo lucano, sporgo formale denuncia per il reato d’interruzione di pubblico servizio, consumatosi attraverso il blocco di un treno delle Ferrovie dello Stato.

Chiedo, in particolare, alla magistratura e agli inquirenti, ove quanto riportato e documentato dalla stampa regionale dovesse rispondere al vero, di procedere per il sopra citato reato o per il concorso nella consumazione dello stesso, nei confronti dell’Assessore regionale alla formazione Cataldo Collazzo, del segretario della CGIL Lucana Giannino Romaniello, del Segretario regionale del PRC Sardone e della Segretaria provinciale del PRC Angela Lombardi.

I quattro sopra citati, con la loro presenza e attiva partecipazione, hanno contribuito, da quanto risulta da numerosi servizi della stampa regionale, alla realizzazione del blocco ferroviario, commettendo il reato di interruzione di pubblico servizio, previsto dal nostro codice penale o concorrendo ad esso.

Il blocco, ha comportato un inevitabile riflesso sul traffico civile, con il ritardo di almeno un’ora del traffico ferroviario in transito sulla linea Potenza-Foggia e conseguente disagio per l’utenza.

Il reato consumatosi, come detto, è stato ottimamente documentato dalla stampa regionale, Nuova Basilicata, Il Quotidiano, La Gazzetta del Mezzogiorno, la Rai e l’Agenzia Ansa, che ha puntualmente riferito dei fatti, documentando in audio, in video e con servizi fotografici quanto accaduto.

In particolare, la Nuova Basilicata, nell’edizione del 8 marzo 2003, in un articolo a firma di Antonio Savino, riferiva della presenza sul posto dell’Assessore regionale alla Cultura e Formazione professionale della regione Basilicata Cataldo Collazzo, della presenza del Segretario regionale del PRC Nicola Sardone e di Antonio Califano rappresentante dei No – Global.

Nel servizio trasmesso dalla Rai, nella serata di venerdì 7 marzo 2003, si ha lo possibilità di vedere la segretaria provinciale del PRC Angela Lombardi.

La Gazzetta del Mezzogiorno, riporta nell’edizione dell’otto marzo, della presenza alla manifestazione stessa del segretario regionale della CGIL Giannino Romaniello.

Anche Il Quotidiano, sempre nell’edizione dell’8 marzo, pubblica un ampio resoconto della manifestazione, riferendo della presenza tra i Disobbedienti dell’assessore Collazzo, del Segretario del PRC Nicola Sardone e del Segretario regionale della CGIL Giannino Romaniello.

La stessa agenzia Ansa, riporta in uno dei due lanci, della presenza sul posto di Romaniello e Sardone.

La disobbedienza civile è una forma di lotta, che rischia di essere svilita da chi la pratica non assumendosi la responsabilità penale e politica o politica e penale del suo esercizio.

Chi si definisce disobbediente sa o dovrebbe sapere che bloccare un treno comporta la violazione di una legge dello Stato ed egli stesso dovrebbe autodenunciarsi per questo tipo di reato, anziché rivendicare l’impunità e lamentare persecuzioni in caso di denuncia da parte degli inquirenti.

Se la disobbedienza civile non implica questa assunzione di responsabilità, essa è un mero atto di teppismo con pretesa d’impunità.

I Radicali, per esempio, nelle loro azioni di disobbedienza, informano preventivamente la magistratura e le forze dell’ordine, invitando le stesse ad intervenire e ad applicare la legge, vedi disobbedienze civili sulla questione proibizionista.

L’On. Pannella, sta attualmente scontando 8 mesi di libertà vigilata per una delle sue disobbedienze civili. Molti altri dirigenti e militanti radicali hanno ricevuto condanne penali per le loro azioni di disobbedienza, inerenti questioni quali l’aborto, l’obiezione di coscienza, le droghe.

La Presidente di Radicali Italiani, Rita Bernardini, protagonista di innumerevoli azioni di disobbedienza civile, chiede regolarmente di essere arrestata e di ricevere lo stesso trattamento che la Iervolino-Vassalli riserva a tanti consumatori di droghe leggere. Disobbedire ad una legge ingiusta, illiberale, anticostituzionale e lesiva della Stato di Diritto come la Iervolino-Vassalli non ci spinge certo a chiedere l’impunità, anzi ne chiediamo l’applicazione anche nei nostri confronti, certo nella speranza che queste azioni facciano nascere un dibattito e la revisione delle stesse leggi contro le quali disobbediamo.

In questo paese, però, capita che su chi pratica sul serio la nonviolenza in una delle sue forme quali la disobbedienza civile, assumendosi la responsabilità politica e penale dei suoi atti, cada una coltre di silenzio e di censura.

E’, invece, sufficiente che un armata Brancaleone blocchi un treno, una strada o un aeroporto per avere fiumi di parole e dichiarazioni degli eroici manifestanti, che pur dichiarandosi disobbedienti si guardano bene dall’assumersi le responsabilità della forma di lotta adottata.

Allego al presente esposto denuncia il testo di due comunicati stampa da me diramati sulla vicenda.

Latronico, lì 09/03/2003

9 marzo 2003
 
Torna a Comunicati