IL DRAMMA DEL PROIBIZIONISMO

di Maurizio Bolognetti
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La triste vicenda riportata dai cronisti del Quotidiano sul dramma familiare vissuto dalla famiglia Santomauro, dovrebbe farci riflettere. La vicenda testimonia in maniera esemplare i danni prodotti dalle politiche proibizioniste. Se oggi si può morire per overdose da eroina a Irsina come a Matera, a Potenza come a Latronico, se tante famiglie possono vivere l’inferno della famiglia Santomauro, è proprio grazie al proibizionismo. Il monopolio criminale delle sostanze stupefacenti ha contribuito alla diffusione delle droghe. Il monopolio criminale della droga proibita, ma di fatto libera, ha dato a sostanze che potrebbero costare quanto l’insalata un enorme valore commerciale. E’ il proibizionismo ad aver trasformato un problema socio-sanitario in un problema di ordine pubblico, determinando un aumento della microcriminalità e l’arricchimento delle organizzazioni criminali a cui lo Stato a consegnato il monopolio delle sostanze stupefacenti. Sarò ripetitivo, ma torno a chiedermi e a chiedere se una storia centenaria o forse millenaria, fatta di tentativi di proibire l’uso e l’abuso di sostanze psicoattive, è servita a insegnarci qualcosa. Cosa ci ha insegnato, per esempio, il proibizionismo sugli alcolici? Il dramma della famiglia Santomauro e del giovane ventiquattrenne è un dramma da imputare soprattutto alle dinamiche create dal proibizionismo. Se Santomauro non avesse avuto la necessità di soddisfare la sua dipendenza, rivolgendosi al mercato illegale, ma avesse potuto contare sul sostegno dei SERT, con ogni probabilità la vicenda consumatasi tra le mura familiari e il dramma vissuto dai genitori non sarebbe stato quello dell’aggressione, delle minacce e dell’estorsione compiute da un ragazzo in preda a una crisi di astinenza. Riteniamo che una politica di riduzione del danno, come quella intrapresa dal Governo Aznar nella cattolicissima Spagna, sia di gran lunga più adeguata ad affrontare il problema droghe. L’approccio proibizionista, invece, non fa che accrescere in maniera esponenziale i problemi legati alla tossicodipendenza. Le War on drugs sono lì a testimoniare il secolare fallimento del proibizionismo. Così come il quotidiano impegno delle forze dell’ordine in Basilicata sul fronte droghe è solo il tentativo di svuotare il mare con il cucchiaino. Eliminata una banda di spacciatori c’è ne subito un’altra pronta a rimpiazzarla, troppo alto il guadagno anche di fronte al rischio di anni di galera. A questo va aggiunta l’assurda guerra contro gli oltre tre milioni di consumatori di cannabis, droga che come è noto è di gran lunga meno pericolosa dell’alcol.

Siamo certi, che con l’amico e compagno Pisani, numerose saranno le ragioni di lotta che ci vedranno uniti per una stagione riformatrice.

 

29 dicembre 2002
 
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