IL SENATORE COVIELLO E LA POLITICA CON LE SCARPE SPORCHE

di Maurizio Bolognetti
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Sono tra i fortunati che hanno avuto la possibilità di ascoltare l’intervento del Senatore Romualdo Coviello al Congresso Provinciale della Margherita e l’unica definizione adatta a descriverne i contenuti politici e programmatici è “vuoto pneumatico”.

Il senatur, molto evocativo, ha tentato di solleticare la vena romantico-nostalgica dei convenuti, ricordando la vecchia DC e tirando fuori frasi tipo: “il senatore Scardaccione si sporcava le scarpe nel fango e non aveva paura di parlare in dialetto”.

Un autentico istrione, un monumento all’antipolitica, capace di saturare con un mare di parole, prive di contenuto, l’aria del quartiere fieristico di Tito Scalo.

Mi chiedo come faccia la componente cattolico liberale, socialista, laica, riformatrice, libertaria, a non morire per asfissia, in uno schieramento che conta troppi cloni del buon Romualdo.

Agli amici Di Mauro, Rocco Orlando, Straziuso, ai tanti che, ne sono certo, sono antagonisti, in seno alla Margherita, della non-politica espressa da Coviello, l’invito sincero a liberarsi di questi dinosauri che affondano sul nascere ogni possibilità di crescita e di dialogo, preoccupati come sono di mantenere le loro piccole rendite di posizione.

All’assessore Gennaro Straziuso, un grazie, per aver voluto trattare nei giorni scorsi un tema politico importante, e non lunare: il dolore, la terapia del dolore.

C’è davvero bisogno di politici come Straziuso, uomini in grado di occuparsi di temi che toccano da vicino la nostra vita e la nostra morte, temi, ahimè, lontani anni luce, invece, dagli interessi e dai valori di Coviello, sempre più perso nei suoi giochi di potere.

11 novembre 2003
 
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