BASILICATA: COSTITUITO IL COMITATO

PER IL NO AL REFERENDUM SULL’ART. 18

di Bolognetti - Blasi
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In un incontro tenutosi tra l’On. Gianfranco Blasi e Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani e membro del Comitato Nazionale di Radicali Italiani, avente per oggetto il referendum promosso da Verdi, Prc e CGIL sull’articolo 18, si è convenuto di dover dar vita ad un comitato regionale per il No, che, partendo da una assoluta convergenza sul tema tra Radicali Lucani e Forza Italia, cerchi di creare un ampio fronte di lotta.

Il Comitato è espressione del Comitato Nazionale, costituito da Radicali Italiani il 7 agosto, di cui fa, tra l’altro, parte il prof.Giuliano Cazzola, che è anche membro del Comitato “governativo.”

La vera battaglia di civiltà, secondo Blasi e Bolognetti, consiste nell’impedire la vittoria dei Sì nell’imminente voto referendario.

E’, infatti, chiaro che un ulteriore allargamento dell’art.18 anche alle imprese al di sotto dei 15 dipendenti, comporterebbe solo un aumento della già altissima percentuale di lavoro

nero presente nel nostro Paese e una definitiva paralisi del mercato del lavoro, che già risente di una rigidità assolutamente estranea a molti Paesi europei, che, contrariamente a ciò che si vuol far credere, hanno tratto grande beneficio da politiche di flessibilità.

A giudizio dei due esponenti politici il danno che subirebbero le piccole e medie imprese, sia quelle di produzione che quelle commerciali e agricole, sarebbe incalcolabile e renderebbe meno competitivo il nostro sistema paese.

L’iniziativa promossa dai due esponenti politici ha raccolto in poche ore prestigiose adesioni di esponenti del mondo politico ed economico regionale.

Del costituendo comitato per il No fanno parte, ad oggi, oltre ai promotori Gianfranco Blasi, deputato di Forza Italia e Maurizio Bolognetti, Segretario di Radicali Lucani, Antonio Di Sanza Capogruppo Forza Italia alla Regione, Antonio Corbo, Consigliere Regionale Forza Italia, Ernesto Navazio, Sindaco di Melfi, Michele Vizziello, Coordinatore della CDL al comune di Matera, Michelangelo Cifarelli, Capogruppo Forza Italia al Comune di Matera e Marco Trotta, responsabile provinciale della Confcommercio di Potenza. Il comitato è aperto a tutte le forze sane della regione, che decideranno di prendervi parte e di mobilitarsi. I promotori hanno rivolto alla Confindustria, alla Confartigianato e alla Confesercenti, un invito a prendervi parte.

DICHIARAZIONE DI GIANFRANCO BLASI E MAURIZIO BOLOGNETTI

La coerente iniziativa di Rifondazione e dei Verdi, sposata dagli integralisti della CGIL, quelli che ormai convocano uno sciopero i giorni pari e un mezzo sciopero i giorni dispari, è una battaglia di retroguardia che va contro gli interessi dei lavoratori.

Naturalmente, quando parliamo di lavoratori, consideriamo anche coloro che un lavoro non ce l’hanno e che trarrebbero beneficio da politiche tese a dare flessibilità al mercato del lavoro stesso. Non potevamo aspettarci di meglio, da partiti che ritengono i lavori socialmente utili una grande conquista e un valido sistema per arginare l’endemica disoccupazione che affligge il meridione d’Italia ed anche la nostra regione. Niente di meglio, da quel fronte massimalista e vetero comunista, dallo zoccolo duro e puro che continua a proporre ricette dirigiste e manne assistenzialiste.

Niente di meglio, da chi si sente orfano dell’Italia irizzata e continua a proporre interventi pubblici e a difendere quella grande impresa italiana abituata a privatizzare i profitti e a collettivizzare le perdite.

Niente di meglio, da chi da decenni si riempie la bocca parlando di “Stato Sociale”, in un Paese che da a pochi “privilegiati” piccole garanzie, ma che lascia fuori da decenti forme di Welfare la totalità della forza lavoro.

Vogliamo ricordare al nostro caro Fausto e a mister sciopero generale, al secolo Cofferati, che l’Italia non ha mai avuto un ammortizzatore sociale ad accesso generalizzato, ma in compenso ha dilapidato decine di migliaia di miliardi in cassa integrazione straordinaria e sostenuto a vario titolo aziende decotte. Non potevano essere utilizzati meglio quei denari della collettività?

Vogliamo ricordare al fronte del Sì, che nelle media U.E. l’Italia è il Paese che spende di meno per i cosiddetti ammortizzatori sociali e il paese che spende di più per le pensioni.

E allora, di quale stato sociale stiamo parlando, quale futuro vogliamo garantire ai nostri figli? Le ricette da socialismo reale non ci piacciono, occorre invece ridisegnare il welfare e la spesa sociale, questa sì che sarebbe una battaglia di civiltà e di giustizia sociale.

Occorre anche un’ autentica formazione lavoro che ci faccia uscire fuori da certi carrozzoni parassitari, che vengono utilizzati a scopo meramente clientelare e che servono alle società di formazione, piuttosto che a chi ha bisogno di essere formato, vero Simonetti? vero Collazzo?

28 febbraio 2003
 
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