LETTERA APERTA A MONSIGNOR AGOSTINO SUPERBO

di Maurizio Bolognetti
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“Hok Moak Hrue No-el”


Monsignor Superbo,
come certamente saprà, l’etnia Montagnard è soggetta da almeno 30 anni ad una persecuzione che ha assunto i caratteri del genocidio.
Una repressione brutale, fatta di arresti, stupri, sterilizzazioni forzate.
L’approssimarsi del Natale per l’etnia Degar, prevalentemente di fede cristiana, non sarà un momento di gioia e di festa.

Ahimè, anche quest’anno i Degar proveranno sulla loro pelle la viltà di una persecuzione del loro credo, che negli ultimi due anni è diventata particolarmente feroce.
Monsignor Superbo, come sa, da sempre mi professo anticlericale, laddove l’essere anticlericale, gioverà ricordarlo, non significa essere antireligiosi.
Da liberale e da libertario, quale sono, mi batto e sempre mi batterò, affinché non siano mai represse le libertà. E la libertà di poter professare il proprio credo è un diritto inalienabile di ogni individuo, nella speranza, certo, che la religione non diventi strumento di potere e mezzo per imporre una visione etico/morale e che il crocifisso o il Corano non diventino un corpo contundente, con il quale colpire i “miscredenti”, ma veicolo per trasmettere un messaggio d’amore e di tolleranza, che sono altro rispetto all’integralismo e al fanatismo. Tanto per intenderci, posso avere sicuramente rispetto per chi si dice contrario al divorzio, ma non accetto che quella visione del matrimonio, della vita di coppia, diventi legge dello Stato. La religione non può e non deve essere religione di Stato. Così come in Vietnam l'ideologia comunista è religione di stato, che opprime le libertà, ad iniziare dalla libertà di culto(vedi cerimonie in cui il regime di Hanoi impone ai Degar l'abiura e il giuramento di fedeltà ad Ho Chi Min). Il Papa ha tutto il diritto di lanciare anatemi contro il divorzio, l'aborto, la libera ricerca, la fecondazione eterologa, ma quelle opinioni, quelle legittime opinioni non possono trasformarsi in leggi dello Stato, andando a limitare la libertà di scelta in coscienza, in scienza di cittadini, medici e ricercatori.
Vorrà convenire, Monsignor Superbo, che il rischio di una religione che diventi non strumento di Dio, ma del "demonio", è cosa sempre presente e da temere come la peste. A far da monito i secoli bui abitati da inquisizioni e inquisitori e un presente fatto di uomini bomba che si immolano in nome di Allah; tentativi di clericalizzare lo Stato e di abbatterne la laicità; partiti che si fanno Chiesa e Chiese che vestono i panni del partito; il tutto a detrimento della religione e della religiosità.

Ma tornando all’oggetto principale di questa mia missiva e cioè le sofferenze dei Montagnard, voglio chiederLe, anche quest’anno, di invitare tutte le Diocesi a ricordare il dramma dei Degar, anche dicendo“Hok Moak Hrue No-el”, che nel dialetto Rhade Montagnard significa “Buon Natale”.
Sicuro di una sua risposta positiva a questa mia richiesta, che formulo anche a nome della popolazione Montagnard, la ringrazio anticipatamente e le auguro un sereno e felice Natale, o se vuole “Hok Moak Hrue No-el”.
Con Sincero Affetto e Stima

22 dicembre 2003
 
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