CECENIA: IL SEGRETARIO REGIONALE DELLA CISL BASILICATA PREANNUNCIA LA SUA PARTECIPAZIONE ALLA MANIFESTAZIONE DEL 23 FEBBRAIO

NUOVE SOTTOSCRIZIONI IN CALCE ALL’APPELLO PER UNA AMMINISTRAZIONE PROVVISORIA DELL’ONU IN CECENIA.

SOTTOSCRIVONO: ALTOBELLO, ANTEZZA, FALOTICO, CHIRIACO, GIORDANO.

Il SEGRETARIO REGIONALE DELLA CISL NINO FALOTICO SARA’ IN PIAZZA COLONNA(PALAZZO CHIGI) IL 23 FEBBRAIO

di Maurizio Bolognetti
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Prosegue la campagna promossa da Radicali Lucani a sostegno dell’iniziativa nonviolenta dell’eurodeputato Olivier Dupuis. Nelle ultime ore, hanno sottoscritto l’appello per una amministrazione provvisoria dell’ONU in Cecenia e a sostegno del piano di pace elaborato dal legittimo Governo Ceceno: il capogruppo dei DS alla Regione Basilicata, Sabino Altobello, la vice presidente del Consiglio regionale Maria Antezza, il segretario regionale della CISL Basilicata, Nino Falotico, il Presidente nazionale del “Movimento Azzurro” Rocco Chiriaco, L’assessore al Bilancio del Comune di Latronico, Edmondo Giordano.

Intanto, il segretario regionale della CISL, Nino Falotico, preannuncia la sua presenza alla manifestazione che si terrà il 23 febbraio dalle ore 12.00 alle ore 14.00 a Roma in Piazza Colonna(fuori Palazzo Chigi), dove sarà ricordato il 60° anniversario della deportazione del popolo Ceceno ad opera di Stalin avvenuta il 23 febbraio del 1944.

Ci auguriamo che il Presidente Berlusconi sappia e voglia riflettere sulle atrocità che la storia ci tramanda, ma anche, anzi soprattutto, sulle atrocità di una storia contemporanea, compiute dall’”amico Putin” lontano dalle coste della Sardegna.

IL TESTO DEL VOLANTINO CHE I MILITANTI RADICALI DISTRIBUIRANNO DURANTE IL WEEK END

CECENIA: UN PIANO PER LA PACE E LA LIBERTA’.

Da dieci anni in Europa c’è una guerra. In Cecenia, una piccola regione del Caucaso, le truppe d’occupazione russe hanno causato la morte di 100.000 civili (un decimo della popolazione complessiva) e costretto altri 300.000 ceceni ad abbandonare le proprie case; la capitale, Grozny, non esiste più, è un cumulo di macerie. La Russia vieta alla Croce Rossa, alle organizzazioni umanitarie di entrare in Cecenia; il crimine deve avvenire senza testimoni. Il Museo dell’Olocausto di Washington ha inserito la Cecenia nella lista dei paesi in cui è in atto un genocidio.

Nel 1997, in Cecenia, si tennero libere elezioni, certificate da osservatori internazionali; fu eletto Presidente Aslan Maskhadov, che, da allora, ha dovuto combattere su due fronti: da una parte contro i soldati di Putin, che hanno ripreso una guerra di saccheggio e sterminio; dall’altro, contro gli estremisti islamici, che rifiutano qualsiasi tentativo di porre fine alla guerra. Le truppe militari e paramilitari di Mosca e le frange terroristiche cecene sono le due facce della stessa medaglia, e propongono soluzioni speculari, ugualmente intese a impedire che la fine della guerra coincida con l'affermazione dei diritti umani e delle libertà politiche. I terroristi del teatro moscovita e i paramilitari russi in Cecenia fanno lo stesso sporco mestiere. Maskhadov ha sempre chiesto al Presidente russo Vladimir Putin di sedersi attorno a un tavolo per avviare trattative di pace; Putin ha sempre rifiutato qualsiasi dialogo. Dopo l’11 settembre, approfittando della lotta al terrorismo, ha intensificato la repressione in Cecenia, dando ai suoi soldati la libertà di saccheggio: sono migliaia i ceceni rapiti e rilasciati solo dopo il pagamento di un riscatto. Intanto il Cremlino ha deposto il governo che la stessa Federazione Russa aveva riconosciuto, ha insediato al suo posto un governo fantoccio ed ha confermato l'esito dell'occupazione con un referendum-farsa celebrato sotto il controllo e il condizionamento delle truppe moscovite.

Recentemente, il legittimo governo ceceno ha presentato il seguente piano di pace: istituzione di un’amministrazione provvisoria delle Nazioni Unite, sulla base del disarmo dell’insieme delle forze cecene e del ritiro di tutte le forze militari e dell’amministrazione civile russe. Al termine di tale periodo di transizione, necessariamente lungo per consentire all’ONU di coordinare la ricostruzione dell’ordine civile, politico e materiale di un paese distrutto, i cittadini ceceni sopravvissuti eleggeranno il proprio parlamento e il proprio governo.

Il Partito Radicale Transnazionale ha lanciato un Appello al Segretario generale dell’ONU e ai Capi di Stato e di Governo dei paesi membri delle Nazioni Unite, a sostegno del piano di pace presentato dai ceceni; il primo firmatario dell’Appello è il filosofo francese André Glucksmann, che, a rischio della vita, si è recato in Cecenia per vedere con i propri occhi le atrocità compiute dall’ “amico Putin”, per usare le parole del premier italiano Berlusconi.

19 febbraio 2004
 
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