SI
ALLABORTO FARMACOLOGICO NELLOSPEDALE SAN CARLO |
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di S.B.
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I RADICALI LUCANI cercano risposte dalla Regione Basilicata in merito al ricorso allaborto farmacologico. E questo il senso della conferenza stampa svoltasi ieri mattina nellaula Sinni presso il palazzo del Consiglio Regionale in via Anzio. Durante lincontro, Maurizio Bolognetti segretario dei Radicali Lucani e membro del Comitato nazionale dei Radicali Italiani, ha illustrato la situazione a livello nazionale sullaborto farmacologico, rendendo noto che presso lospedale SantAnna di Torino questo tipo di esperimento è già stato adottato. La pacifica battaglia del gruppo dei Radicali Italiani dura da tempo, da quando un anno fa circa invio un atto di diffida a 20 Presidenti delle Regioni italiane, tra cui anche Bubbico, affinché laborto farmacologico venga autorizzato anche in Italia, come in altri Paesi del resto dEuropa, tra cui Gran Bretagna, Svezia e Spagna. In tale documento, viene reso noto che linterruzione volontaria di gravidanza è tuttora lintervento chirurgico in anestesia generale più comunemente praticato negli ospedali italiani. Attualmente in Italia lintervento chirurgico viene imposto indistintamente a tutte le donne che intendono interrompere una gravidanza entro il 90° giorno, senza offrire loro alcuna alternativa medica. Nellambito dellattività sanitaria italiana laborto medico in alternativa allaborto dovrebbe permettere nel tempo dei vantaggi tra i quali: aumentare le conoscenze dei nostri medici sui metodi e sui farmaci regolarmente in uso in Europa e nei Paesi confinanti, riconoscere pari dignità sanitaria allattività di IVG (interruzione volontaria di gravidanza), garantire un servizio pubblico più rispettoso della slute e della dignità della donna, riducendo le eventuali tentazioni di aborti clandestini ed il ricorso allemigrazione allestero per abortire più precocemente o per evitare lintervento chirurgico. Dopo aver inviato latto di diffida, Bolognetti fa sapere di aver avuto cordiali conversazioni telefoniche precedute da due lettere firmate dallo stesso segretario, con lassessore regionale alla Sanità Gennaro Straziuso e, con altri referenti dellazienda sanitaria locale, nelle quali non è stata ricevuta alcuna risposta in merito alla faccenda. Ora, i Radicali sono più che mai ansiosi di conoscere quale è latteggiamento della Regione Basilicata in merito allaborto farmacologico. Bolognetti ad un certo punto, snocciolo dei dati resi noti dal ministero della salute e, che riguardano anche la nostra regione. Nel 2000 in Basilicata, si sono avute 656 interruzioni volontarie, lanno successivo invece gli aborti risultano essere 645 con un calo del 1,7 per cento. La Basilicata sempre secondo quanto dichiarato dal ministero della Sanità, detiene il record nel rilevare che 47 sono i ginecologi che si dichiarano obiettori di coscienza. La classifica, in tal senso vede al secondo posto il Lazio e la Campania, mentre la nostra Regione si colloca al terzo posto nelle classifica degli anestesisti obiettori di coscienza e, al quarto posto invece nella classifica dei paramedici obiettori. Nel Sud Italia e, anche in Basilicata dal 1982 al 2001 il tasso di abortività rispetto a mille nati risulta essere tra il più basso in tutto il resto della penisola.
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12 gennaio2003 | ||
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