POTENZA - L'ex segretario della UIL di Basilicata Pinuccio Maggio (oggi
presidente dell'APOF di Potenza) non intendeva diffamare gli onorevoli
Pannella ed Emma Bonino quando, nel 1999, con una nota scritta, manifestò
perplessità sul fatto che erano stati recapitati a lui ed ai componenti
della sua famiglialettere nelle quali i radicali chiedevano sostegno alla
raccolta di firme per alcuni referendum. Lo precisa, in una nota, lo stesso
Maggio.
"La nota a mia firma del 25 agosto 1999, relativa ad una presa di
posizione su alcuni referendum promossi dal Partito Radicale - Lista Emma
Bonino - scrive Maggio - voleva esprimere, semplicemente, alcune considerazioni
su punti qualificanti della vita sociale e politica del Paese: punti che
naturalmente sostengo con forza ancora oggi. Mi rendo conto, però
che alcune affermazioni possono essere apparse marcate e sopra le righe,
ma mai e poi mai si è voluto, con la nota in questione, mettere
in discussione l'onorabilità di alcuno, nè tantomeno diffamarlo,
ma al contrario, affermare alcuni principi per me importanti ed ineludibili."
"In particolare - prosegue Maggio - non ho mai voluto accusare di
qualsiasi comportamento illecito gli onorevoli Pannella e Bonino, e le
espressioni usate volevano solo denunciare la possibilità di ottenere
legalmente, senza il consenso altrui, nominativi e indirizzi di cittadini
a cui indirizzare materiale di informazione politica. Il tono usato è
figlio di un clima che all'epoca dei fatti era divenuto con il contributo
di tutti, teso e per certi versi molto aspro, com'è proprio delle
campagne politiche e/o referendarie."
"Il sottoscritto, che nel '99 era segretario della UIL Basilicata,
impegno peraltro non più ricoperto - dice ancora Maggio - ha partecipato
al dibattito in quella veste: tuttavia l'intervento non ha mai inteso
travalicare i limiti di una polemica tutta politica e, giammai, personale.
Fatta questa premessa che ritengo basilare, non ho alcuna remora a chiedere
scusa nel caso la nota venisse ancora interpretata diffamante nei confronti
degli onorevoli Pannella e Bonino."
Dichiarazione di Maurizio Bolognetti - Membro del Comitato Nazionale di
Radicali Italiani
Vorrei ricordare a me stesso e all'amico Maggio, oggi Presidente dell'APOF(
Agenzia regionale orientamento e formazione), che all'epoca dei fatti
evocati, avemmo modo di invitare pubblicamente e ripetutamente i segretari
regionali Falotico (CISL), Romaniello(CGIL), e lo stesso Maggio (UIL),
ad un pubblico contraddittorio sui temi referendari inerenti la realtà
sindacale.
Inutile dire che la richiesta di confronto fu totalmente ignorata.
Niente di nuovo, visto che anche nell'ultima campagna sul sindacato, condotta
da Radicali Italiani e dal Giornale, gli ottimi segretari regionale di
CGIL, CISL e UIL hanno per l'ennesima volta evitato di incrociare direttamente
la spada con i radicali, preferendo in qualche caso contare sulle risposte
e gli insulti di movimenti che millantano seguiti oceanici.
Anche nel 1999, ahimè, ricordiamolo, parlavamo di disdette sindacali,
e visto che siamo testardamente legati alle nostre idee e alle nostre
convinzioni e che vorremmo tanto discutere da radicali con i nostri avversari,
continuiamo ad insistere, forti anche di un pronunciamento popolare.
In ogni caso, anche se non è più segretario regionale della
UIL, invito l'amico Maggio ad un pubblico contradditorio con il segretario
dei Radicali Italiani Daniele Capezzone e il sottoscritto.
Colgo l'occasione per augurare a Maggio, Falotico e Romaniello un Buon
Natale, auguri che evidentemente estendo a tutti i lavoratori, in primis
quelli che un lavoro non ce l'hanno e che difficilmente riusciranno a
trovarlo, anche grazie alle politiche del sindacato.
Auguri a tutti, ne abbiamo veramente bisogno.
ARTICOLO PUBBLICATO DALLA NUOVA BASILICATA IL 5 settembre 1999
REFEREDUM SI', IN DIFESA DEI LAVORATORI ITALIANI.
La stucchevole polemica della trimurti sindacale mai così coesa
e unita come quando c'è da difendere i suoi "diritti",
ci lascia attoniti.
Prima i toni diffamatori ora la gran cagnara e i lacchè in piazza
Mario Pagano. Questi difensori del welfare all'italiana vorrebbero farci
credere che grazie ai 300 miliardi di finanziamento pubblico ai patronati,
alle reiscrizioni automatiche, alle centinaia di distacchi sindacali,
ai Caf e ad un patrimonio immobiliare di centinaia di miliardi (elargito
dallo Stato nel 1977 con la liquidazione del patrimonio delle organizzazioni
sindacali del periodo fascista) difendono gli interessi dei lavoratori.
E se invece Romaniello, Falotico e l'ineffabile Pinuccio Maggio stessero
difendendo una struttura burocratica e parassitaria che con la sua forza
finanziaria e la sua capillare presenza territoriale è la più
potente holding italiana? Sì, perchè la sindacati spa è
un gigante economico(parastatale) in grado di "legittimare"
o "delegittimare" governi. Forse gli "amici" sindacalisti
farebbero bene a riconsiderare la forma sindacato e a renderla più
adeguata alle esigenze dei lavoratori. Riteniamo che socialismo e liberismo
possono felicemente convivere, e che sia ormai inevitabile rivedere la
forma sindacato e lo stato sociale.
Infine, per quanto riguarda, i due referendum sul sindacato chiedere l'abolizione
dell'iscrizione "automatica" e l'abolizione del finanziamento
pubblico ai patronati è sicuramente unamisura di civiltà
contro la sindacatocrazia.
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