AMBIENTE:RADICALI CHIEDONO A UE PROCEDURA PER VILLAGGI JONIO
POTENZA

di Redazione
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I parlamentari europei del Partito Radicale Maurizio
Turco e Marco Cappato e il segretario dei Radicali Lucani, Maurizio Bolognetti, hanno chiesto al commissario europeo per l' ambiente Margot Wallström l' apertura di una procedura d' infrazione per gli insediamenti turistici lunga la costa Jonica lucana. Secondo i radicali, ''gli insediamenti turistici stanno sorgendo su aree che, l'
Unione Europea ha riconosciuto come siti di interesse comunitario'' e ''la Regione Basilicata, per consentire gli insediamenti ha approvato una variante del piano paesistico che riduce l' area protetta''.
Inoltre, hanno scritto i radicali alla Wallstrom, ''in dieci anni gli
incendi hanno portato alla distruzione di 300 ettari di bosco'' e ''attualmente a causa dell'erosione della costa, delle precarie condizioni delle foci dei cinque fiumi, delle dune spianate, della massiccia cementificazione che ha portato a una crescente impermeabilizzazione del suolo vi e' gia' un alto rischio di esondazione''.

Alla Commissaria per l'ambiente
Margot Wallström
Fax: 02 2981899
Email: Margot.Wallstrom@cec.eu.int
Bruxelles 28 agosto 2003
Oggetto: Violazione da parte della Repubblica Italiana delle direttive 85/337/CEE, del 27 giugno 1985, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati, modificata dalla direttiva 97/11/CE del Consiglio del 3 marzo 1997; 79/409/CEE, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici; 92/43/CEE, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche.
I sottoscritti Maurizio TURCO, deputato europeo; Marco CAPPATO, deputato europeo; Maurizio BOLOGNETTI, segretario dell'Associazione Radicali Lucani, cittadini italiani domiciliati ai fini della presente denuncia presso Maurizio Turco, Parlamento Europeo, ASP 07h161 Rue Wiertz, 60 1047 Bruxelles;

Premesso che
- lungo i 40 km di costa jonica, che vanno da Policoro a Metaponto in provincia di Matera, è in corso la costruzione di un insediamento turistico per centomila posti letto e la costruzione di 4 porti turistici per 1650 posti barca;

- detta area è coperta da più di 3000 ettari di pineta, di fondamentale importanza per la protezione della fascia jonica lucana;

- detta pineta, è stata piantata negli anni sessanta dall’Ente per la Riforma Agraria per proteggere le coste dalle ricorrenti esondazioni dei cinque fiumi, Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni;
Considerato che

- gli insediamenti turistici stanno sorgendo su aree che, l'Unione Europea ha riconosciuto come Siti di interesse comunitario (Foce Bradano[1], Costa Jonica Foce Basento[2], Costa Jonica Foce Cavone[3], Costa Jonica Foce Agri[4]) e Zone di protezione speciale (Bosco Pantano di Policoro e Costa Jonica Foce Sinni[5]);

- la Regione Basilicata, per consentire i citati insediamenti turistici, ha approvato una variante del piano paesistico che riduce l’area protetta;

- in dieci anni gli incendi hanno portato alla distruzione di 300 ettari di bosco e attualmente - a causa dell'erosione della costa; delle precarie condizioni delle foci dei cinque fiumi; delle dune spianate, della massicia cementificazione che ha portato a una crescente impermeabilizzazione del suolo - vi è già un alto rischio di esondazione;

Considerato altresì che
- la tutela di tali aree é essenziale per la biodiversità, l'habitat e i luoghi di nidificazione della tartaruga marina (Caretta caretta) e della Lontra (Lutra lutra) e di altri animali di cui all'allegato II della direttiva 92/43/CEE[6] e per la presenza di diverse specie d'uccelli migranti incluse nell'allegato I della direttiva 79/409/CEE[7];

- nel 2002 in seguito alle denunce della LIPU[8] e del Comitato di Difesa della Costa Jonica alla Commissione[9] e il Ministero dell'Ambiente della Repubblica Italiana ha chiesto alla Regione Basilicata di acquisire la documentazione necessaria per evitare l'avvio di una procedura d'infrazione contro lo Stato Italiano per violazione delle suddette direttive;

- la realizzazione di tali infrastrutture, alcune in corso d'opera, deve essere preceduta, ai sensi delle norme vigenti, da Valutazioni d'Impatto Ambientale, mentre a tutt'oggi é stato presentato un solo studio VIA;

- nonostante la sentenza n.801/2002 del TAR della Basilicata, che accoglieva il ricorso della LIPU contro uno dei progetti d'insediamento, il Consiglio di Stato il 14.1.2003 ne sospendeva l'efficacia autorizzando la ripresa dei lavori anche in assenza delle Valutazioni d'Impatto Ambientale e delle Valutazioni d'incidenza, obbligatorie quest'ultime per le aree SIC e ZPS ricadenti all'interno della Rete Natura 2000;

- il Sito di Interesse Comunitario "Costa Jonica Foce Cavone[10]" e la Zona di Protezione Speciale) "Bosco Pantano di Policoro e Costa Jonica Foce Sinni[11]" sono interessate da progetti comunitari a tutela dell'ambiente: la prima da un'Iniziativa Comunitaria ENVIREG per il disinquinamento e il riassetto della costa alla foce del fiume Cavone, la seconda da un progetto LIFE Natura gestito da ENEA, Regione Lazio, Regione Basilicata;

Chiede di procedere urgentemente, per violazione delle seguenti direttive del Consiglio
- 85/337/CEE, del 27 giugno 1985, concernente la valutazione dell'impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati[12], modificata dalla direttiva 97/11/CE del Consiglio del 3 marzo 1997[13];

- 79/409/CEE, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici[14];

- 92/43/CEE, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche[15].
e di adottare tutte le misure necessarie a garantire il rispetto della normativa applicabile, compreso l’avvio di procedimenti di infrazione ai sensi dell’articolo 226 del trattato CE.

Visto che i lavori di distruzione delle zone SIC e ZPS sono in fase avanzata e il caso è da tempo all'attenzione e alla valutazione della Commissione Europea è innegabile che, qualora il ritardo non dovesse essere oggettivamente giustificato, la Commissione non solo verrebbe meno al suo mandato di "guardiana" dei Trattati ma avrebbe attivamente contribuito alla distruzione delle zone citate. Pertanto i sottoscrittori si riservano di intraprendere nelle sedi opportune tutte le azioni necessarie.

[1] SIC IT9220090
[2] SIC IT9220085
[3] SIC IT9220095
[4] SIC IT9220080
[5] ZPS IT9220065
[6] GU L 206 del 22.7.1992, pag. 7.
[7] GU L 103 del 25.4.1979, pag. 1.
[8] n.2002/4799, SG (2002) A/7425
[9] n.2002/4800, SG (2002) A/6930/2
[10] SIC IT9220095
[11] ZPS IT9220055
[12] GU L 175 del 5.7.1985.
[13] GU L 073 del 14.3.1997.
[14] GU L 103 del 25.4.1979.
[15] GU L 206 del 22.7.1992.

28 agosto 2003
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