AMBIENTE:RADICALI CHIEDONO A UE PROCEDURA PER VILLAGGI
JONIO |
||
di Redazione
|
||
Torna all'archivio | ||
I parlamentari europei del Partito Radicale Maurizio Alla Commissaria per l'ambiente Premesso che - detta area è coperta da più di 3000 ettari di pineta, di fondamentale importanza per la protezione della fascia jonica lucana; - detta pineta, è stata piantata negli anni sessanta dallEnte
per la Riforma Agraria per proteggere le coste dalle ricorrenti esondazioni
dei cinque fiumi, Bradano, Basento, Cavone, Agri e Sinni; - gli insediamenti turistici stanno sorgendo su aree che, l'Unione Europea ha riconosciuto come Siti di interesse comunitario (Foce Bradano[1], Costa Jonica Foce Basento[2], Costa Jonica Foce Cavone[3], Costa Jonica Foce Agri[4]) e Zone di protezione speciale (Bosco Pantano di Policoro e Costa Jonica Foce Sinni[5]); - la Regione Basilicata, per consentire i citati insediamenti turistici, ha approvato una variante del piano paesistico che riduce larea protetta; - in dieci anni gli incendi hanno portato alla distruzione di 300 ettari di bosco e attualmente - a causa dell'erosione della costa; delle precarie condizioni delle foci dei cinque fiumi; delle dune spianate, della massicia cementificazione che ha portato a una crescente impermeabilizzazione del suolo - vi è già un alto rischio di esondazione; Considerato altresì che - nel 2002 in seguito alle denunce della LIPU[8] e del Comitato di Difesa della Costa Jonica alla Commissione[9] e il Ministero dell'Ambiente della Repubblica Italiana ha chiesto alla Regione Basilicata di acquisire la documentazione necessaria per evitare l'avvio di una procedura d'infrazione contro lo Stato Italiano per violazione delle suddette direttive; - la realizzazione di tali infrastrutture, alcune in corso d'opera, deve essere preceduta, ai sensi delle norme vigenti, da Valutazioni d'Impatto Ambientale, mentre a tutt'oggi é stato presentato un solo studio VIA; - nonostante la sentenza n.801/2002 del TAR della Basilicata, che accoglieva il ricorso della LIPU contro uno dei progetti d'insediamento, il Consiglio di Stato il 14.1.2003 ne sospendeva l'efficacia autorizzando la ripresa dei lavori anche in assenza delle Valutazioni d'Impatto Ambientale e delle Valutazioni d'incidenza, obbligatorie quest'ultime per le aree SIC e ZPS ricadenti all'interno della Rete Natura 2000; - il Sito di Interesse Comunitario "Costa Jonica Foce Cavone[10]" e la Zona di Protezione Speciale) "Bosco Pantano di Policoro e Costa Jonica Foce Sinni[11]" sono interessate da progetti comunitari a tutela dell'ambiente: la prima da un'Iniziativa Comunitaria ENVIREG per il disinquinamento e il riassetto della costa alla foce del fiume Cavone, la seconda da un progetto LIFE Natura gestito da ENEA, Regione Lazio, Regione Basilicata; Chiede di procedere urgentemente, per violazione delle seguenti direttive
del Consiglio - 79/409/CEE, del 2 aprile 1979, concernente la conservazione degli uccelli selvatici[14]; - 92/43/CEE, del 21 maggio 1992, relativa alla conservazione degli habitat
naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche[15]. Visto che i lavori di distruzione delle zone SIC e ZPS sono in fase avanzata e il caso è da tempo all'attenzione e alla valutazione della Commissione Europea è innegabile che, qualora il ritardo non dovesse essere oggettivamente giustificato, la Commissione non solo verrebbe meno al suo mandato di "guardiana" dei Trattati ma avrebbe attivamente contribuito alla distruzione delle zone citate. Pertanto i sottoscrittori si riservano di intraprendere nelle sedi opportune tutte le azioni necessarie. [1] SIC IT9220090 |
||
28 agosto 2003 | ||
Torna all'archivio |