E' LA PILLOLA DELLA MORTE ?

IL NO ALLA SPERIMENTAZIONE DEL FARMACO ABORTIVO Ru486 DELLE ASSOCIAZIONI CATTOLICHE.

L'APPELLO E' STATO LANCIATO IERI A POTENZA DURANTE UNA CONFERENZA STAMPA.

di Mariangela Petruzzelli
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POTENZA: Un NO alla sperimentazione della pillola abortiva Ru486 giunge come monito e proposta dal Movimento per la Vita, da molte associazioni per la famiglia di ispirazione cattolica e dal mondo politico cristiano del capoluogo, che ieri mattina, alle ore 11.30, si sono riuniti nella sede dell'Associazione della stampa, di Via Mazzini, a Potenza per esprimere il proprio disappunto in presenza della stampa.

"Il nostro non è solo un no politico, ma soprattutto un no etico e civile", ha affermato Marcello Ricciuti, medico anestesista dell'ospedale San Carlo e Presidente del movimento per la vita di Potenza. La conferenza stampa, presieduta da Monsignor Agostino Superbo, Arcivescovo della diocesi potentina è stata organizzata per esprimere la non condivisione della proposta dei radicali di distribuire il farmaco abortivo presso l'ospedale San Carlo: la pillola Ru486 viene già distribuita a titolo sperimentale nell'ospedale Sant'Anna di Torino, adesso se ne propone l'uso anche nella città di Potenza. Il partito radicale della Regione Basilicata ha lanciato l'idea della sperimentazione della pillola, ora spetta al Comitato Etico dell'azienda ospedaliera San Carlo la definitiva approvazione della distribuzione del farmaco. Marcello Ricciuti ha esposto le motivazioni Etiche e scientifiche dell'opposizione del movimento per la vita all'uso della pillola: la ru486 è una sostanza chimica che contrasta il progesterone, ormone della gravidanza e la sua assunzione entro le 7 settimane ne provoca l'interruzione con la morte dell'embrione e la sua successiva espulsione; in tal modo la pillola provoca un "aborto medico o chimico", che si distingue dal tradizionale "Aborto chirurgico", praticato con un intervento di svuotamento dell?utero.

Si sostiene che con l'uso della Ru486 l'aborto sia meno traumatico per la donna in quanto la sottrae all'intervento chirurgico più complicato.

Il Movimento per la Vita si dissocia totalmente da tale posizione adducendo le seguenti ragioni: l'aborto con la Ru486 non è per niente un "aborto dolce" , in quanto la procedura con la quale avviene costringe la donna all'attesa di tre o quattro giorni prima della reale espulsione dell'embrione e provoca delicate complicanze e conseguenze di malessere fisico, sia durante che dopo la fase abortiva, che in alcuni casi può anche determinare la morte.

Inoltre l'aborto in pillole è fortemente lesivo per la donna dal punto di vista psicologico, ancor più di quello chirurgico, poiché ella coscienza, con lucida "memoria" dell'evento che non avviene in anestesia. "Il maggior pericolo della diffusione della pillola è rappresentato dal rischio di banalizzazione e di privatizzazione dell'aborto: con la Ru486 si potrebbe arrivare a pensare che l'aborto sia alla portata di tutti, senza il ricovero in ospedale, contravvenendo alla stessa legge sull'aborto, la 194/78, che nell'articolo 1 e nell'art. 3 sostiene che l'aborto non è un diritto, e che la vita va tutelata comunque sin dall'inizio e che si devono cercare pecorsi di dissuasione per le donne intenzionate ad abortire", ha sostenuto Ricciuti.

Salvatore Masi, responsabile dell'ufficio famiglie delle associazioni per la vita e familiari della diocesi di Potenza ha ricordato quanto sia importante che le famiglie, che hanno un fondamentale ruolo sociale educativo e civile, si preparino a gestire l'eventuale sperimentazione dell'uso della pillola: occorre che parta proprio dalle famiglie la diffusione di una nuova cultura della vita, perché sono in tanti a chiederlo, soprattutto i giovani.

Da qui il monito a tutte le famiglie, impreparate ad affrontare l'aborto, di condividere il problema con esperti, associazioni familiari, parrocchie e consultori.

Monsignor Agostino Superbo ha parlato dell'impegno morale ed etico dell'uomo politico che non può sostenere la proposta di diffusione della pillola: "la moralità e la politica vanno di pari passo: ogni uomo politico soprattutto quello d'ispirazione e credo cristiano, deve operare mettendo sempre al primo posto, anche nelle scelte politiche, il rispetto della persona umana.

Ogni individuo ha la libertà di scegliere sulla vita quando parliamo di relativismo etico, ma quando entriamo nel pluralismo etico dobbiamo propagandare da esseri umani con principi cristiani la sacralità della persona sin dal suo concepimento: l'opposizione all'aborto in pillole è una battaglia di civiltà, l'inciviltà è la mancanza di rispetto sacro per la vita.

Presenti all'incontro molte altre associazioni potentine: Associazione genitori con il suo Presidente Fernando Barbaro, l'Associazione delle famiglie affidatarie "Il Ponte", (Presidente: Pinuccio Palazzo), l'Associazione cooperatori adesioni famiglie della parrocchia Don Bosco, L'ADUM (Associazione difendere la vita con Maria di Don Marcello Corbisiero), l'ACIF (Associazione centro italiano femminile, Presidente: Caterina Labriola), il CLUMB ( Centro lucano metodo billings), il MO.I.GE. (Movimento italiano genitori lucano).

Rilevanti gli interventi della dottoressa Michela Urciuoli, Presidente del centro aiuto alla vita CLUMB di Potenza e dell'avvocatessa Giuditta La morte, Presidente del MOIGE lucano: la Urciuoli ha evidenziato quanto sia emergente e diffuso l'aborto in tutta la Basilicata e nel capoluogo: in media ogni settimana nella sola città di Potenza avvengono sei sette aborti, nella maggior parte dei casi le motivazioni che inducono le donne lucane all'aborto sono l'indigenza e i disagi economici, nonché scelte superficiali, quali ad esempio "non è il momento giusto per la mia carriera".

Giuditta La Morte ha sottolineato che consentire l'uso della Ru486 rischia di far venire meno l'intera portata della legge 194/78 che sancisce la necessità di far comprendere al meglio alla donna il significato dell'aborto, che di fatto dichiara che l'embrione è vita e che in quanto tale è meritevole di tutela, che si pone come obiettivi di azzerare gli aborti terapeutici, di ridurre quelli spontanei e di favorire la procreazione cosciente".

Ha concluso Superbo: "ci auguriamo che il protocollo di adozione della Ru486 non sia equiparato a quello di altri farmaci.

Non poniamo una censura ai politici regionali, ma solo delle indicazioni, facendo loro un richiamo al valore della vita, chiediamo solo un'apertura di orizzonte semplice e serena, ma certamente ferma.

2 febbraio 2003
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