Le argomentazioni antiabortiste di Don Vito Forlenza sono capziose e
pericolose. Militanti dei movimenti antiabortisti americani, in più
occasioni, hanno attentato alla vita di medici che praticano l'aborto,
in qualche caso, se la memoria non mi tradisce, hanno anche ucciso. Ma
non c'è da meravigliarsi, visto che anche il nostro caro Don Vito
definisce di fatto il dott. Rocco Lovanio Paradiso, uno dei pochi medici
non obiettori della Basilicata, e il suo staff , una manica di criminali
e assassini. Caro Don Vito, se proprio le sta a cuore la questione dell'aborto,
dovrebbe preoccuparsi, come il sottoscritto, di avere una maggiore educazione
sessuale e una capillare informazione sull'uso dei metodi contraccettivi,
dalla pillola al profilattico. Invece no, tuonate contro le donne che
praticano l'aborto, equiparandole a terroristi e, al tempo stesso, lanciate
anatemi contro l'utilizzo degli anticoncenzionali, predicando come unico
metodo lecito l'astinenza o se vuole la continenza.
Caro Don Vito, apprendo con sgomento che lei ritiene la donna che pratica
l'aborto peggiore dei terroristi che massacrarono la scorta di Aldo Moro,
giustiziando poi lo stesso leader democristiano, davvero uno strano metro
di valutazione il suo.
Ma del resto, dal rappresentante di una Chiesa, che da un lato condannava
il divorzio e dall'altro concedeva, a chi poteva "permetterselo",
lo scioglimento del "sacro vincolo del matrimonio" attraverso
la Sacra Rota, non c'era da aspettarsi altro.
E fortuna che la vendita delle indulgenze è finita, almeno in parte,
già da tempo.
Potrei anch'io rigirarle l'accusa di terrorismo, rispetto al divieto della
Santa Sede all'utilizzo di profilatticci in una Africa devastata dall'AIDS,
ma non lo farò, ho troppo rispetto per lei e per la mia onestà
intellettuale. Dimenticavo, l'AIDS è una punizione divina!
Caro Don Vito, torno a ripeterle, che una sana educazione sessuale, non
gravata dai tabù di certo cattolicesimo, farebbe senz'altro bene
alla salute mentale degli italiani e, probabilmente, determinerebbe un
ulteriore calo degli aborti, cosa di già avvenuta dopo la legalizzazione
dello stesso, fortemente voluta dai radicali, quale alternativa all'aborto
clandestino e di massa, dei "cucchiai d'oro" e delle mammane.Temo,
però, che una Chiesa che ancora oggi condanna l'onanismo difficilmente
potrà avere un atteggiamento meno repressivo sulle questioni che
riguardano la sessualità dell'uomo e, quindi, la vita e il piacere;
ecco, se la smetteste di demonizzare il piacere, questo potrebbe essere
un bel passo avanti.
Caro Don Vito, al di là delle tue parabole sull'aborto, vorrei
dirti che quel "No Vatican" si riferiva ad un tema che ci sta
particolarmente a cuore: la libertà di ricerca scientifica. E già
Don Vito, perchè anche grazie al vostro potere e al vostro oscurantismo,
in questo paese, quella libertà di ricerca, che potrebbe consentirci
di trovare cure per malattie terribili o per malattie che ci siamo abituati
a considerare naturali compagne di viaggio, è proibita. Caro Don
Vito, quanti altri esseri umani dovranno morire tra indicibili sofferenze,
in nome di una spaventosa concezione della vita? Una domanda ponevano
i miei compagni in piazza Pio XII: "l'embrione è un essere
umano, il malato no?".
Nel salutarla mi auguro di poter discutere con lei di tre scottanti argomenti
che dovrebbero starle particolarmente a cuore: la pedofilia, l'omosessualità
e il celibato tra la mura Vaticane.
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