IL SEGRETARIO DEI RADICALI LUCANI RISPONDE A DON VITO FORLENZA
UN DIALOGO DIFFICILE
LAICI E CATTOLICI ANCORA DIVISI SU MOLTI TEMI

di Marco Fasulo
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IL DIAVOLO e l'acqua santa. Non proporio sia perchè Maurizio Bolognetti non è neppure lontano parente di Satana, sia perchè don Vito Forlenza, pur essendo una delle colonne del clero potentino e un sacerdote di indiscutibile levatura sociale e spirituale, per il suo piglio e per la sua schiettezza è tutto tranne che "acqua santa". Forse allora è meglio individuarli come una sorta di Peppone e Don Camillo dei nostri giorni. Don Vito in fondo a Fernandel assomiglia, Bolognetti, prova a imitare il sindaco Gino Cervi, al quale l'ombra del campanile in città dà davvero fastidio. Mettendo da parte gli stupendi protagonisti di Brescello che la fantasia di Giovannino Guareschi faceva vivere mezzo secolo fa, il segretario di Radicali Lucani, nonchè membro del comitato nazionale, Maurizio Bolognetti ha replicato all'intervista rilasciata all'inizio della settimana dal decano dei presbiteri del capoluogo sui medesimi temi affrontati dal penitenziere diocesano.

D. Lo Stato in generale ed alcuni partiti in particolare sembrano essere con la Chiesa quando questa prende posizione contro la guerra nel mondo, così come sono pronti a tacciarla di arretratezza nel caso in cui si schieri contro l'uso dei contraccettivi. Non è un attaggiamento troppo comodo?

R. Posso parlare per il mio partito che anche quest'anno non va in vacanza. Domani saremo davanti a Piazza San Pietro con la manifestazione "No Vatican, no Taliban", per dire sì alla libertà di ricerca scientifica, chiedendoci come mai l'embrione deve essere considerato umano e il malato no. Il Papa e tutto il clero sono liberi di predicare ciò che vogliono, ma non di imporlo. Va rispettata la libertà dei cittadini da Potenza a Honolulu. A ognuno deve essere consentito di credere o meno. In nessun caso le imposizioni della Chiesa devono diventare legge dello Stato. La maggioranza cattolica del nostro paese,infatti, ha detto sì all'aborto e sì al divorzio. Ripeto lo Stato non è la Chiesa. Il peccato non può essere equiparato a un reato, altrimenti rischiamo di diventare un popolo di talebani.

D. Secondo lei, allora, il Concordato serve a qualcosa?

R. Sono per l'abolizione del Concordato, così come per l'abolizione dell'insegnamento della religione cattolica a scuola. Spero che un giorno potrò vivere in un Paese nel quale tutti saranno rispettati indistindamente, al di là delle convinzioni politiche, sociali e sessuali di ciascuno.

D. Segretario, due persone dello stesso sesso sono e devono essere libere di amarsi. Ma è giusto che la Chiesa e la società approvino un tipo di esistenza nel quale la procreazione riveste un ruolo del tutto marginale?

R. Ho sentito pronunciare da don Vito Forlenza un pericoloso parallelismo tra omosessualità e droga, e da dialoghi inercorsi con lui, addirittura ho potuto constatare che si giunga a considerare, questa che è una libera scelta sessuale, quasi al pari di una malattia. Si rischia di entrare in un vicolo cieco. Se Ratzinger afferma che l'omosessualità può distruggere la famiglia, si arriva anche ad accettare dichiarazioni di esponenti politici che ritengono che due persone dello stesso sesso che si amano possono essere "un crimine per l'umanità".

D. Dando per assodato che diverse coppie, anche a Potenza, sono tali solo per lo Stato e per la Chiesa, gay e lesbiche possono essere una famiglia?

R. Il nostro credo politico si fonda essenzialmente su un elemento: non siamo favorevoli a nulla per partito preso se non a che a ciascuno sia garantito il diritto di scelta. Ognuno deve poter fare della propria vita ciò che ritiene più giusto. Le coppie di fatto, quelle gay così come quelle lesbiche possono essere famiglia anche senza il matrimonio e, quindi, i diritti delle coppie eterosessuali vanno estesi anche a loro.

D. In una realtà pur in evoluzione come quella del nostro capoluogo, di una regione del meridione italiano, il "figlio" di una coppia omosessuale, come vivrebbe il rapporto con i suoi coetanei almeno fino all'adolescenza? Ricordi che i bimbi medio-borghesi potentini sanno essere molto cattivi, se vogliono.

R. E' un problema di educazione. Non va alimentato da parte di genitori e di quanti contribuiscono alla formazione culturale e sociale dei più piccoli un clima di emarginazione, atteggiamento che nasce dalla paura e, quindi, dalla scarsa conoscenza. A Potenza ci sono tante persone che la pensano diversamente e spero, anzi ne sono sicuro, che quanti alimentano questo clima di odio siano una minoranza.

D. Don Vito ha definito l'aborto un delitto codificato. Secondo lei una creatura a che età può essere considerata tale e di conseguenza presa in considerazione dal diritto come persona?

R. Ritengo che la vicenda aborto sia legata inscindibilmente a quella della contraccezione. Se ci si continua a opporre all'uso del preservativo è chiaro che tante donne si vedano poi costrette ad abortire. Perchè, potenzialmente, è vita già quella dello spermatozoo. Ritengo l'attuale legge sia fatta bene, garantendo la libertà di scelta delle donne.

D. Segretario Bolognetti, in risposta alla richiesta fatta al sacerdote Forlenza di porgerle un ramoscello d'ulivo, lo stesso don Vito le propose di partire missionario in Africa. Se ha intenzione di accettare attaenda almeno che rinfreschi un po' l'aria.

R. Ho letto che don Vito mi vuole bene. Gliene voglio anch'io. Diffido,però, di chi ha delle certezze granitiche sul senso della vita tali da essere da essere disponibile a indottrinarmi in materia. A don Vito dico che sarei felici di potermi confrontare con lui su questi temi nel corso di un convegno pubblico. Per quel che mi riguarda potrei illustrare quello che è il senso della mia vita: quello di dare corpo, braccia, gambe e quant'altro a un mondo libero da pregiudizi, dittature e dogmatismi, da qualsiasi parte essi provengano. Credo che i cristiani Montagnard negli altopiani del Vietnam, ridotti da tre milioni e mezzo a seicentomila dal regime comunista di Hanoi debbano sopravvivere e vivere liberi. Credo che bisogna manifestare dovunque perchè i diritti umani siano difesi, in Cambogia dopo la dittatura di Pol Pot, cosi come nel Laos per conoscere la fine dei tanti studenti laotiani scomparsi. Credo nella figura di Ernesto Rossi e credo che Pio XI abbia chiamato Benito Mussolini "Uomo della Provvidenza".

15 agosto 2003
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